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Autore: Flavi    06/09/2016    0 recensioni
Deve dipingere, il ritmo delicato viene superato da ditate affannose, quasi urgenti di sfocare i suoi pensieri, di rinchiudere in quella tela tutti i tormenti che le vorticano dentro.
Ha bisogno di di disegnarlo, di farlo diventare altro, perche lui è li, li nei suoi pensieri, nei suoi occhi, nei suoi gesti e lo deve disegnare.
Quel buio, quel nero. Li, a violentare quel bianco, a uccidere quel bianco, non può esistere un colore cosi candido in quei tormenti, quella purezza è solo una maschera per il turbine di sfumature che riempie quel corpo.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte silenziosa si insinua tra le pieghe di Fay, piccoli istanti di buio la cullano, una debole luce illumina il piccolo studio in cui si è rinchiusa.

Le parole sono bloccate in gola.

Il suo corpo è sofferente,

I suoi occhi stanchi fissano la tela bianca.

Un bisogno impellente di riempire quel candido surreale l'avvolge, il suo corpo rigido sullo sgabello si sporge per recuperare le pitture.

Deve sfogarsi.

Un nero intenso le macchia le mani, un colore puro nella sua impurezza, le dipinge la pelle.

Nero, per coprire quel bianco,

Scuro per accecare quel chiaro.

Le dita corrono veloci su quel cotone grezzo, graffi di buio si imprigionano in quelle trame.

Il blu sfuma delicato in quel violento colore, un paesaggio indistinto comincia a prendere forma.

Nero e Blu.

I colori della notte,

i colori del buio,

i colori di lui.

Deve dipingere, il ritmo delicato viene superato da ditate affannose, quasi urgenti di sfocare i suoi pensieri, di rinchiudere in quella tela tutti i tormenti che le vorticano dentro.

Ha bisogno di di disegnarlo, di farlo diventare altro, perche lui è li, li nei suoi pensieri, nei suoi occhi, nei suoi gesti e lo deve disegnare.

Quel buio, quel nero. Li, a violentare quel bianco, a uccidere quel bianco, non può esistere un colore cosi candido in quei tormenti, quella purezza è solo una maschera per il turbine di sfumature che riempie quel corpo.

Lui è nero, un nero pieno. Sfumato di esperienze e di pensieri.

Un nero di Caravaggio, quel nero impregnato di tutte le scene che l'artista ci ha voluto nascondere.

La porta si apre, una luce potente illumina la semi oscurità della stanza accecandola.

I suoi passi.

Riconosce la pesantezza che calca quel pavimento, riconosce il ritmo regolare che maschera la tormenta.

La presenza è alle sue spalle, scruta silenzioso la tela, quasi timoroso di quel troppo nero.

Le mani di Fay lavorano velocemente, movimenti pieni di scatti, frenetici.

Nero e Blu.

Più nero del nero.

Più nero del Buio.

La sua presenza costante fa fermare di scatto le sue mani, le cadono lentamente ai fianchi. I suoi occhi scrutano il nero completo, scrutano lui.

-Cos'è?- é un sussuro che rompe il silenzio pesante. Un sussurro che rompe il nero.

-Il Buio, la notte, il nero- I suoi occhi fissi sulla tela, il suo corpo abbandonato su se stesso, le sue mani sporche di arte a ciondoloni. É lei la protagonista di quel quadro, lei, abbandonata su se stessa.

-Nox-

Le mani veloci squarciano prepotenti il nero con un filo di bianco.

-Nox, nox, nox- Una cantilena dolorosa che rimbomba per la stanza, le sue mani veloci cercano di coprire quel candido, quel colore non suo, non buio, quel colore troppo felice.

-Perchè, perchè l'hai fatto?- Un lamento, le lacrime scorrono prepotenti sul volto, le sue mani che le sporcano il viso. Ora è lei la tela, si passa le dita sporche di nero tra le pieghe della sua pelle per imprigionare quel nero puro, per imprigionare l'essenza di lui.

Si culla sullo sgabello, incurante dello spettatore non voluto, incurante della propria immagine.

-Ehi..shh...- Il suo corpo caldo l'abbraccia, le mani possenti bloccano le sue, graffi pulsano sul volto e sulla pelle, sente dolore nelle membra, nel cervello, un dolore di vuoto, un vuoto incolmabile.

Affonda nel nero.

E si porta con lei tutto il suo mondo.

Ma lui è li a salvarla.

 

 

   
 
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