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Autore: amimy    01/05/2009    2 recensioni
Cosa sono i ricordi? I ricordi sono ciò che ci permette di plasmere il nostro carattere, di imparare dai nostri errori e di apprendere concetti e movimenti. E solitamente non svaniscono mai, vengono piuttosto archiviati. I ricordi sono perciò l’unica cosa che possediamo davvero . Ma cosa succede se i ricordi scompaiono? Se una ragazza si risveglia urlando in un ospedale, con come unico ricordo e compagno l’incubo più spaventoso che una mente umana possa generare, con come protagonista un immenso occhio rosso? Una ragazza che ha perso tutto, dalla memoria alla famiglia, a se stessa… Ma come reagirà quando scoprirà che l’occhio che la tormenta in sogno appartiene all’unico uomo che riuscirà ad amare? Potrà così riconquistare se stessa e il passato che le appartiene?
***
Buongiorno cari lettori. Vi ricordate di me, amimy? Ricordate Sunset, The Light in The darkness, o una qualunque delle mie fanfiction? …Bene, e ora che avete ricordato…dimenticate tutto. Scordatevi il mio nome, le fanfiction che ho scritto, i libri della Meyer, tutto. Sì, perché nel luogo in cui vi preparate a entrare, cioè dove arriverete non appena cliccherete su questa storia, i ricordi non vi serviranno. Vi intralceranno solamente. Cosa succederà quando inizierete a leggere? Semplice, vi mescolerete alla mia realtà, diventerete parte della storia. E non potrete tornare indietro.
Bene, io vi ho avvertiti. Ed ora, siete pronti a intraprendere con me questo viaggio verso l’oblio?
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! Dopo quasi due mesi (maledetta me!)eccomi qui ad aggiornare anche Oblio. Chiedo umilmente perdono per avervi fatto aspettare secoli, ma l’ispirazione non arriva mai quando deve, inoltre devo scrivere anche sunset e tutto, perciò…comunque, una avvertenza:nella storia, non fatevi ingannare dal nome:è sempre Bella Swan, anche se lei non lo sa…inoltre, qui troveremo un certo personaggio che nel libro è solo secondario, ma qui avrà un ruolo importante!

Comunque, se stati attenti al nome che Bella sceglie, capirete che lei conosceva una certa persona di una certa famiglia prima di avere “l’incidente”. Una persona di una famiglia che abita a Forks(anzi a La Push), e questo significa che Bella viveva a Forks prima…uhu che anticipazioni che vi do, ma dopotutto questo tempo ve le devo…

Scusate anche per gli errori di battitura, ma sono talmente di fretta…

Miryta:grazie di cuore! Spero che mi perdonarai per il ritardo, e spero che questo capitolo ti piaccia! Ciaooo

alex150588:ti ringrazio di cuore per i complimenti, mi hanno molto colpita le cose che hai detto e spero di non deludere mai le tue aspettative! Inlte io ho letto le tue storie e adoro davvero il modo in cui scrivi, perciò mi sembra fantastico che a te piaccia come scrivo io! Comunque io non sto molto a pensare alle cose da scrivere, mi vengono e basta, così…e sono contenta che qualcuno lo apprezzi!

Arisu Kon:Grazie di cuore, sono felicissima che ti piaccia! Spero continuerai a seguirla, e crdo che da adesso riuscirò ad aggiornare più in fretta(be’, più lentamente è difficile, dato che vi ho fatto aspettare mesi!)

_Niki_:Ma ciauuuu! Oddio quanto sono mitici i tuoi poemi, non so come farei senza! Scuuuuuuuuusa per il ritardo, tu non mi hai mai fatto aspettare così tanto e io sono terribile! Ahah mi fanno troppo sorridere le tue recensioni, mi danno la forza di andare avanti e in più le adoroooo!mmm per adesso non posso anticipare nulla, ma in questo capitolo ci sarà qualche bel colpo di scena…comunque no, Bella non lo sa dei vampiri! Ma temo lo scoprirà presto…ecco qua un’anticipazione, anche se non dovevo! Ahah, ciaooooo! Ti è piciuto questo capitolo? spero di sì e grazieeeeeee 1000000000 per tutti i complimenti stupendi che mi fai!

franci_cullen: ciaooo! Lo so lo so è un po’ inquietante, e non è il solito genere che scrivo, ma volevo fare questa ff come esperimento, per cimentarmi in qualcosa di diverso, perciò eccola qua! Sono contenta che ti piaccia come scrivo, spero di non deluderti!

Roxelle:che bello, sono felice che ti piaccia il mio stile! Comunque lo so lo scorso capitolo non ho fatto in tempo a rileggerlo, e nemmeno questo, ma nei prossimi prometto che starò più attenta! Solo che se mi toccava anche rileggerlo postavo fra altri due mesi, e dato che immagino ci sia qualcuno già pronto a tirarmi i pomodori per questo ritardo non mi sembrava il caso hihi! Comunque grazieeee milleeee dei complimenti e del commento, oddio spero di non deludere nessunoooo!


The Darkness inside Me



Per la prima volta dalla mia emersione dall’incubo, i miei occhi si spalancarono per la sorpresa. Una luce potente, bianca e sterile mi ferì all’istante le retine, costringendomi a richiudere immediatamente le palpebre.
I battiti del mio cuore scandivano freneticamente i secondi, rimbalzandomi nel petto con una tale forza da dolermi. Tossii di nuovo, e ancora, tossìì fino a sentirmi le pareti della gola infiammate e scorticate, mentre lunghi e irrefrenabili tremiti mi sispandevano lungo la spina dorsale e giù per tutto il mio corpo, facendomi sembrare in preda alle convulsioni.
Ma più di tutto a portarmi orrorre non era la certezza del mio raccapricciante stato fisico o di salute, bensì qualcosa che stava silenziosamente ma implacabilmente accadendo all’interno della mia mente. O meglio, che non stava accadendo.
Mi aspettavo quasi, anzi speravo, che piano piano mentre riemergevo dallo spavento e dal trauma, di qualunque tipo fosse, avrei sentito tutti i miei ricordi e i miei pensieri iniziare a riaffiorare lentemente, come dopo un intenso e coinvolgente brutto sogno. Ma così non fu.
Non rammentavo l’ultima volta che avevo provato sulla mia pelle quel terrore cieco, quella vertigine intensa e inarrestabile che mi riempiva la mente, ma la sentivo familiare. Familiare come una memoria ancestrale, da tempo rinchiusa in qualche cassetto dimenticato della mia mente e ora improvvisamente di nuovo a galla.
Sembrava quasi ironico che tutto ciò che in quell’istante potevo ricordare non fosse altro che una sensazione astratta, astratta ma terribilmente reale e inquietante.
Sentii la mano calda e liscia, ormai familiare, continuare ad accarezzarmi lentamente la fronte, come per rassicurarmi.
<< Non ti preoccupare tesoro, risolveremo tutto. >> mormorò la stessa voce di prima al mio orecchio, accarezzandomi la nuca con il suo respiro caldo. E per un solo, magnifico istante, una nuova ondata di sicurezza mi avvolse. Sì, avremmorisolto tutto. era solo una cosa passeggera,avrei presto ritrovato me stessa…
Ma no, non era vero. all’istante, tutta l’ondata di sollievo che mi aveva sommerso sparì, lasciandomi ancora più inerme di prima.
<< Non so chi sono! >> strepitai, stavolta senza arrischiarmi di nuovo a sgranare gli occhi. Le mie mni si strinsero a pugno, mentre sentivo le unghie penetrarmi nella pelle e lasciarmi dei solchi nei polpastrelli.
<< Non preoccupati, mia cara. Il mio nome è Eleanor, e ti prometto che mi prenderò cura di te, finchè non riusciremo a scoprire chi sei. Per ora, dimmi, chi vuoi essere? >> disse la solita voce, che ora aveva un nome.
Non risposi, incapace di trovare le parole.
<< Cara, avanti, guardami negli occhi. >> disse Eleanor, prendendomi una mano con la sua e stringendola forte.
Lentamente, piena di paura, socchiusi le parplebre. La luce mi colpìancora con forza, ma era sopportabile. Le lunghe pareti sterili e prive di personalità erano tanto candide da riflettere la luce della lampaina che stava appesa in un penzolante lampadario sopra la mia testa. Fra le palpebre socchiudìse intravidi anche un volto pieno, materno, dolce. Doveva essere il volto di Eleanor.
<< Chi sei? >> domandai, preoccpuata, disciudendo sempre un po’ di più gli occhi a ogni battito di ciglia.
<< Sono Eleanor, la tua dottoressa. >> bisbigliò lei dolcemente, ripetendo il suo nome, come timorosa di turbarmi con le sue parole.
<< Eleanor…Eleanor, dove mi trovo? >> domandai, soppesando un attimo il suono di quel nome.
La donna mi sorrise gentilmente con gli occhi, sospirando.
<< Ti trovi all’ospedale di Tulsa. >> rispose lei.
La fissai sgranando gli occhi. << Tulsa? Nell’ Oklahoma? >>
Eleanor si limitò ad annuire, mentre io mi sentivo crollare. Speravo che sentendo il nome del luogo in cui mi trovavo qualche ricordo mi sarebbe tornato, ma invece…
O forse, semplicemente, quel luogo non significava nulla per me…
<< Io…allora posso decidere chi sono? >> chiesi con trepidazione, all’improvviso. Eleanor annuì comprensiva, facendo gesti lenti e mai bruschi.
<< Allora mi chiamerò…mi chiamerò… Rachel. >> sospirai, chiedendomi all’istante per quale motivo avessi scelto quel nome. Non lo ricordavo, non propriamente, ma qualcosa mi spingeva a pronunciarlo. Inoltre, non lo sentivo mio. Sembrava che stonasse, su di me, ma era tutto ciò che avevo.
<< D’accordo, Rachel. Allora, dimmi, non ti ricordi proprio nulla? >> chiese Eleanor, senza perdere il tono apprensivo. Io scossi la testa, desolta. Tutto ciò che avevo nella mente era quel maledetto, affascinante occhi rosso che mi aveva accompagnata nell’incubo, non vi erano né, volti, né nomi…
<< D’accordo. Non preoccuparti, ci lavoreremo su. >> disse Eleanor, e io costatai che era ben la terzoa volta che la dottoressa mi ripeteva di non preoccpuarmi. Cosa che aumentava solo la mia preoccupazione, in effetti.
Nel frattempo, la dottoressa afferrò un foglio rosa dal comodino che stava alle sue spalle e con un grosso pennarello nero vi scrisse su le lettere, tutto in maiuscolo, “ RACHEL”. Poi si alzò dalla sedia su cui era rannicchiata, si diresse con passo svelto alla porta e attaccò con un pezzo di nastro adesivo il foglio con il mio nuovo nome alla porta bianca che segnava l’entrata alla camera.
<< Bene, così i dottori sapranno come chiamarti, nel caso entrino qui prima che io possa avvertirli. >> disse gentilmente Eleanor, accomodandosi di nuovo sulla sedia accanto a me.
Ma all’improvviso, qualcosa che aveva detto Eleanor tornò a riempire la mia mente vuota.
<< Ha detto che ho avuto un incidente? Cos’è successo? >> chiesi all’improviso io, come per un riflesso involontario.
La donna prese un respiro profondo, e apr la bocca per iniziare il racconto. Ormai i miei occhi erano completamente spalancati, la luce che non li feriva più.
Ma prima che Eleanor potesse dire qualunque cosa, un ragazzo dai capelli biondo cenere, ben piantato e apparentemente sicuro di sé, entrò a passo svelto e concitato nella stanza.
Eppure, qualcosa nel suo atteggiamento mi lasciava l’amaro in bocca, come se non dovessi fidarmi di lui…non sapevo cosa fosse, ma era un istinto potente e rumoroso, difficile da ignorare. inoltre, qualcosa nel suo modo di fermarsi per qualche istante davanti alla porta per leggere il foglio sul quale era scritto il mio nome non mi piaceva affatto…
La dottoressa lo incenerì con un’occhiataccia di avvertimento, ma lui fece finta di niente e continuò a sfilare imperterrito nella stretta stanza, arrivando proprio ai piedi del mio letto.
<< Rachel! Oddio, sono così felice che tu ti sia ripresa! Non sai quanto mi sei mancata…alla reception mi hanno detto che avresti potuto avere un amnesia… >> esordì il ragazzo.
Io gli lanciai un’occhiata sorpresa, mentre il suo volto, carino ma non eccezionale, entrava a fuoco. Ed ecco, la stessa ripellenza che avevoprovato quand’era entrato tornare ad attanagliarmi lo stomaco.
Poi, colpita, mi voltai un attimo per guardare anche Eleanor, che si strinse nelle spalle.
<< Ho dovuto avvertire la reception quando hai detto di non ricordare più il tuo nome, tesoro. Sai, nel caso qualcuno fosse passato per vederti e avesse chiesto di una paziente che corrispondeva alla tua descrizione. >> disse la donna, con una scintilla di colpevolezza nello sguardo che mi colpì, mentre agitava distrattamente un cellulare fra le unghie curate.
E così, ero diventata già “famosa”, in quell’ospedale...
<< Allora il mio nome è davvero Rachel…aspetta un attimo. Scusami, ma tu chi sei? >> costatai, mentre anche la domanda che mi tormentava già da un po’ usciva dalle mie labbra. Oh, e così il mio nome era davvero Rachel…certo, doveva essere così. Altrimenti, come avrebbe potuto saperlo, quel ragazzo?Lui arricciò leggermente un labbro, prima di rispondere.
<< Rachel…allora non ti ricordi di me davvero… io sono Mike Newton, il tuo fidanzato. >>

Anticipazioni: E adesso? Mike da dove sbuca fuori? Se Bella(anzi Rachel) non vieva a Tulsa prima dell’incidente, lui come può conoscerla? E perché se,bra che lui si sia fermato a leggere il cartello con il suo nome? E La sua comparsa costituirà un importante legame fra Bella(Rachel) e il suo passato, ma se alcune cose fossero state dimenticate perché così dovevano restare? E chi è quel ragazzo che Bella intravede, con quel familiare paio di occhi rosso sangue?

Aspetto con ansia di vedere le vostre conguetture, e VI PREGO RECENSITEEEEE! Per me è davvero molto importante…

   
 
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