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Autore: rainbow97xxm    06/09/2016    0 recensioni
Emma è una giovane ragazza di 23 anni che bada alla nonna e lavora in una caffetteria della sua città. A fine estate decide di partire con la sua migliore amica, Laura, per cominciare una nuova vita fuori dall'Italia e lasciare tutte le sofferenze in quella triste città dove è nata, ma non sa cosa le aspetterà, come sarà il mondo senza sua nonna e lontano dalle sue abitudini, ma ad aiutarla ci sarà quella persona che mai si sarebbe aspettata, Andrew.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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17 Giugno 2015, ore 06:00.

Le mie giornate cominciavano sempre verso quest'orario, se non, alcune volte, anche prima.
La prima cosa che facevo appena sveglia è continuare a leggere il libro che la mattina prima stavo leggendo per circa 10 minuti. E' tutto quello che mi potevo permettere in una giornata.
Stavo leggendo un libro di Banana Yoshimoto, adoravo i suoi libri e soprattutto leggere di buon mattina.

Ore 06:10.

Rifacevo il letto, correvo a lavarmi e fare colazione, quella giornata volevo saltare la dieta. Solitamente mangiavo yogurt con pochi cereali integrali oppure pane tostato con marmellata, non ne potevo più. Non facevo la dieta perchè sono grassa o mi vedo grassa, semplicemente per stare in salute, ma soprattutto so benissimo come siamo noi ragazze appena ci vediamo con qualche kilo di troppo, diventiamo impraticabili. Quindi volevo evitare il più possibile situazioni di questo genere.
Presi due fette di pane tostato e ci spalmai un bel po' di crema di nocciola e mi promettei di non farlo più fino all'estate prossima, ma ero benissimo che già la prossima settimana l'avrei rifatto, la crema alla nocciola era la tentazione più grande.

Ore 06:40

Si svegliò nonna, le preparai una tazzina di caffè, la salutai, andai in macchina e mi dirigei verso la caffetteria, apriva alle 07:00 in punto e distava all'incirca dieci minuti da casa mia, però mi piaceva essere sempre puntuale e anche fare bella impressione con il mio capo.

«Buongiorno Emma» Mi salutò il signor Accardi, era già arrivato da pochi minuti.
«Buongiorno signore» Gli dissi mentre alzava la saracinesca della caffetteria.
Il signor Accardi aveva all'incirca sessant'anni, almeno così sembrava dal suo aspetto. Era poco più alto di me, capelli bianchi e baffi dello stesso colore. Portava sempre un maglione con sotto una camicia e un jeans scuro. Diceva di voler stare comodo, ma allo stesso tempo apprezzato alla vista dei clienti.
Era vedovo da diversi anni, all'incirca sei, ed aprii la caffetteria insieme a sua moglie quando avevano venticinque anni ed erano sposati da poco più di un mese. Mi raccontava sempre che, Maria, fu il suo primo amore e tra di loro ci fu subito complicità. Si conobbero in una gelateria del loro paese e quello che gli colpì di lei furono i suoi grandi occhi verdi, proprio come i miei, mi ricordava sempre.

Ore 13:00- pausa pranzo

Per pausa pranzo andavo sempre in un panificio che distava cinque minuti dalla caffetteria, Laura, la mia migliore amica che lavorava lì, mi faceva trovare sempre un panino ripieno con ciò che mi piaceva.

«Ciao Emma! Oggi panino con pomodoro e insalata, come ti pare?» Mi accoglieva sempre con un sorriso smagliante, era sempre felice. Ricordo di averla vista triste solo il giorno del suo ottavo compleanno perchè sua madre non le regalò la bambola che desiderava.
Ho sempre amato il suo ottimismo. Il fatto che vedeva il positivo sempre in tutto la rendeva unica. Neanche il suo lavoro riusciva a scoraggiarla, sebbene lavorasse dalle 12:00 fino all'orario di chiusura del panificio e con una misera paga.

«Ciao Laura. Anche se stamattina ho saltato la dieta mi va bene, grazie.» Le dissi sedendomi accanto a lei dietro il bancone.
«Ancora non ho ben capito perche continui con questa storia della dieta, Emma. Guardati!! Fossi io una taglia 42 come te!» Anche qui fece un sorriso.
«E' questione di salute, soprattutto.»
Dopo che Laura servì i clienti si avvicinò a me.
«Emma..» Quel tono di voce di Laura mi fece rabbrividire. Quel tono lo conoscevo, ed ogni volta che lo sentivo non portava notizie belle.
«Dimmi.» Le dissi pogiando il panino sul bancone.
«A fine estate partirò, andrò da Liam, a Sheffield.» Mi disse Laura, non sorridendo.
Feci un sospiro di sollievo e ripresi il panino e lo continuai a mangiare. Con il boccone in bocca le domandai per quanto sarebbe rimasta a Sheffield, ma lei mi rispose che sarebbe rimasta a vivere lì.
«Cosa???» Dissi sconvolta.
«Emma, Liam mi ha trovato un lavoro come segretaria in un ufficio notarile.»
«Laura, ma siete "fidanzati" a distanza da quest'inverno! Non vi siete nemmeno mai visti! Come puoi fidarti di lui?»
«Emma, ci amiamo e anche se non ci siamo mai visti, ci conosciamo abbastanza da poter vivere finalmente insieme. Poi mi ha trovato un lavoro, Emma! Un lavoro decente! Sono stanca di lavorare in questo panificio tutte queste ore per ricere una misera paga e non avere una mia vita sociale. Sono stanca.» Mi disse quasi con le lacrime agli occhi. Ecco, questa fu la seconda volta che non la vidi con il suo sorriso smagliante sul volto.
Sapevo di essere egoista, ma non volevo che Laura lasciasse Genova, era la mia unica meta dopo mia nonna.
«Emma, so quello che hai passato..» La interruppi.
«Devo andare in caffetteria, ci vediamo.» Presi l'ultimo pezzo di panino che mi rimase e mi alzai.
Mentre aprivo la porta per andare via sentii Laura dirmi di non avercela con lei e che lei, come me, doveva farsi una nuova vita.

Ore 16:00

Il rientro a casa era la parte che più amavo della giornata.
Adoravo entrare in casa e trovare mia nonna che mi aspetta con una tazza di thè freddo a limone messo sul tavolo e lei seduta sulla sua poltrona.
«Ciao Nonna» Le dissi dandole un bacio sulla guancia.
«Piccola mia, tutto apposto a lavoro?» La solita domanda della nonna e la mia solita risposta "niente di entusiasmante".
Vidi che mi fissava.
Non con il suo solito sguardo amorevole come a dire "guardate che bella nipote mi ritrovo", ma triste. «Qualcosa non va, nonna?»
«Emma, ho saputo che Laura partirà a fine estate, perchè non vai con lei?» Mi domandò alzandosi lentamente dalla sua poltrona.
«E secondo te sarei capace di abbandonarti come ha fatto mia madre?» Le dissi sconvolta, ma con un sorriso sul volto.
«Emma, hai 23 anni. Non hai finito la scuola per occuparmi di me, hai trovato sempre lavori indecenti con delle paghe altrettanto indecenti, è ora di cambiare.»
«Nonna, non per offenderti, ma sai benissimo che non posso lasciarti qua da sola, non saresti capace di badare a te stessa.»
«Ho deciso di andare in una casa di cura.» Cosa? In una casa di cura? Nonna ha sempre odiato questi posti, diceva che non facevano per lei e all'idea di stare con altre persone anziane l'avrebbe fatta diventare depressa. Mi stranizzò questo, chissà cosa le avrà fatto cambiare idea.
«Nonna, non devi andare in un posto dove non ti piacerebbe trascorrere il resto della tua vecchiaia, non sentirti obbligata. Io qua sto bene e voglio occuparmi di te, non come ha fatto mia madre.» Le dissi quasi arrabbiata, ma sapevo che sapeva che non volevo più continuare più questa vita..
«Peccato che a fine estate andrò in una casa di cura, già fatto tutto, ci ha pensato la madre di Laura.» Disse con un sorriso sul volto e continuò «Emma, amore mio, basta occuparti di me, ogni giorno che passa è un giorno più vicino alla mia morte, la fine di tutte le mie sofferenze ed è arrivato anche il momento che tu ti rifaccia una vita, in un'altra città, lontano dai ricordi e dalle sofferenze. »
Sapevo che aveva ragione, ma non volevo ammetterlo. Non volevo lasciare mia nonna dopo il nostro passato..

   
 
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