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Autore: Youhavesavedme_    07/09/2016    3 recensioni
La scorsa notte ho fatto un sogno, uno di quelli dai quali ti risvegli pieno di dubbi e di paure ma soprattutto nel quale ritrovi moltissimi dei tuoi problemi ai quali vorresti trovare una soluzione facile ed immediata, come in quei film dove tutto va a buon fine…
Purtroppo non va così nella vita reale, dato che tutto ha i suoi tempi, tutto deve essere gestito dalla mente e dal cuore, nulla può essere lasciato al caso o alla speranza che passi o si risolva senza rendersene conto. Tutto deve essere affrontato, ponderato, gestito, non deve essere imposto, ma scelto, perché la nostra vita è una sola e non abbiamo altre possibilità per riaverla indietro, quindi non ci resta altro che condividerla e viverla come meglio possiamo.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Something I need.

“You got something I need in this world full of people there’s one killing me, and if we only die once I wanna die with you”

La scorsa notte ho fatto un sogno, uno di quelli dai quali ti risvegli pieno di dubbi e di paure ma soprattutto nel quale ritrovi moltissimi dei tuoi problemi ai quali vorresti trovare una soluzione facile ed immediata, come in quei film dove tutto va a buon fine…                               
Purtroppo non va così nella vita reale, dato che tutto ha i suoi tempi, tutto deve essere gestito dalla mente e dal cuore, nulla può essere lasciato al caso o alla speranza che passi o si risolva senza rendersene conto. Tutto deve essere affrontato, ponderato, gestito, non deve essere imposto, ma scelto, perché la nostra vita è una sola e non abbiamo altre possibilità per riaverla indietro, quindi non ci resta altro che condividerla e viverla come meglio possiamo.
Questi sogni mi spaventano, mi incatenano la mente per questo rimango sveglio tutto il resto della notte e ti guardo dormire accanto a me di modo da non perdere la mia mente ed il contatto con la mia/nostra realtà.

Ho avuto una settimana d’inferno e tu lo sai bene, ma quando ritorno a casa è come se tu fossi il mio meraviglioso rifugio è come se io potessi proteggermi da tutti i pericoli grazie alla tua vicinanza e al tuo amore che mi ricopre come fosse una corazza e mi fa sentire sempre più forte, arrivando addirittura a farmi immaginare un’intera vita con te.

Ci pensi vero? Ci siamo conosciuti quasi per caso.
Mio padre lavorava nello stesso distretto nel quale tu lavori come agente di polizia ed io avevo da sempre desiderato di poter fare l’agente di polizia e replicare la carriera di mio padre, anche perché avevo sempre pensato di avere delle grandi potenzialità per questo lavoro, ma purtroppo la possibilità di lavorare in questo settore non mi era mai stata concessa. Una mattina mio padre cominciò ad avere delle difficoltà sul caso che avrebbe dovuto risolvere, si trattava di un caso particolare, che la polizia di New Orleans si stava trascinando da diversi anni, per questo egli decise di chiedere il mio aiuto, per provare ad ascoltare ed analizzare l’opinione di una persona completamente estranea alla situazione, per trovare maggiori indizi che ci avrebbero potuto condurre a trovare il colpevole. Da quel momento, mi presentai come detective sensitivo della polizia di New Orleans affiancando te e il tuo partner nelle ricerche dei sospettati ed utilizzando le mie capacità sensitive per studiare a fondo anche il più insignificante dei dettagli.                                                                                                        
Da quel momento abbiamo sempre lavorato fianco a fianco e non avrei mai immaginato che da questa semplice e genuina collaborazione sarebbe nato il nostro rapporto.

Non potevo non ripensare a tutto quello che avevamo affrontato insieme, a tutti i casi che eravamo riusciti a risolvere grazie alla tua intraprendenza ed al mio spiccato senso, quasi come un sesto senso, che ci aiutava a trovare una soluzione a tutto ciò cui non si poteva pensare razionalmente, ma solo con un pizzico di irrazionalità e scetticismo in meno.

Mi destai dai miei pensieri quando cominciai a sentire i tuoi movimenti accanto a me.                                                                              
Ti stavi svegliando ed io non vedevo l’ora di poterti accogliere nei miei pensieri e nella mia quotidianità condivisa con te. Hai aperto gli occhi e mi hai guardato, in un primo momento sorridendo, poi cambiando espressione quasi domandandoti cosa ci facevo già sveglio a quell’ora, dato che io di certo non ero un mattiniero. Prima di permetterti di dirmi qualunque cosa mi avvicinai a te, che ti eri messa a sedere al mio fianco, ti spostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ti tirai a me, facendo unire le nostre mani, e cominciai a passare il mio sguardo dai tuoi occhi alle tue labbra, mordendo le mie. Poi ti accarezzai la guancia e poggiai le mie labbra sulle tue.

Fu un bacio lento, e pieno di dolcezza, non appena ci staccammo ci guardammo un momento negli occhi, e tu abbassasti lo sguardo arrossendo come ogni volta che ti baciavo. Sapevo perché arrossivi, purtroppo non ti sentivi bella e ogni giorno  ti rammaricavi pensando di non meritarti il mio amore, ma io sapevo che non era così ed ero sicuro che tu ti sbagliavi, perché per me eri bellissima, eri una di quelle ragazze semplici, la classica ragazza bella e semplice, che non ha bisogno ti troppi mascheramenti, eri bella naturalmente, così, ma tu non volevi capirlo ed io, innamorato com’ero, non riuscivo ad avere occhi se non che per te e non riuscivo a comprendere come qualcun altro non se ne fosse accorto prima di me, infatti avevo l’orribile fobia che qualcuno potesse portarti via da me.

«Buongiorno Har.» hai detto accarezzandomi la guancia, quasi a voler nascondere la tua vergogna per la situazione.
  «Dobbiamo metterci in moto, abbiamo io un addio al celibato e tu un addio al nubilato da preparare, non possiamo rimanere ancora qui a rilassarci, mi dispiace Har.»                                                                                                                                                              
La pregai con lo sguardo di poter restare ad oziare, ma purtroppo non riuscii a convincerla, era già corsa nella stanza accanto per farsi una doccia, quindi non potevo far altro che seguirla e prepararmi nel minor tempo possibile.

Facemmo velocemente colazione per poi prendere le nostre auto e recarci al distretto, dopo aver ricevuto la chiamata dal partner lavorativo di Juliet, che ci informava di un nuovo caso da risolvere per la polizia di New Orleans.                                                                              
Questo caso fu molto particolare perché si intrecciò con entrambi i nostri festeggiamenti. Noi uomini insieme al futuro sposo ci trovammo nei guai già dal primo momento insieme, in quanto durante l’addio al nubilato di William trovammo il sospettato numero uno, che uccideva innocenti sotto commissione del suo capo.                                                                                                                                          
Noi non avremmo potuto per nulla al mondo farcelo scappare, perché sarebbe stato la “preda” necessaria per permetterci di rintracciare il committente degli omicidi, che si nascondeva dietro le spalle dei suoi aguzzini.                                                                                      
Il problema fu che durante la nostra corsa per organizzare questo matrimonio, ci facemmo sfuggire più volte dalle mani il sospettato, quindi fummo costretti a correre in lungo ed in largo per recuperarlo seguendo le mie percezioni sensitive che in più di un caso ci condussero nel luogo giusto per portarlo con noi fino al carcere di New Orleans.                                                                                                            
Purtroppo però durante le numerose ricerche, fummo costretti in una direzione particolare, la casa del nostro colpevole, perché egli era alla ricerca di alcune chiavette che ci avrebbero permesso di ottenere tutte le prove necessarie alla cattura del suo capo. Proprio mentre egli era alla ricerca di queste fantomatiche chiavette io trovai un biglietto per uno spettacolo di magia, così lo presi e lo misi nella tasca della mia giacca, mi sarebbe stato utile per mettere in pratica dinanzi a più persone la mia capacità.                                                                      
Nello stesso istante ricevetti una chiamata dalla mia Juls.

«Har, abbiamo un problema, abbiamo perso Danielle, quindi dobbiamo rintracciarla.» corrugai la fronte, non ci voleva un altro problema, quindi saremmo stati costretti a fermare i nostri festeggiamenti senza far comprendere nulla a William per rintracciare quella che di lì ad un giorno sarebbe stata sua moglie.      
                                     
«Juls, dobbiamo assolutamente incontrarci tutti a metà strada, dobbiamo cercare di risolvere questo problema e far sì che questo matrimonio venga celebrato in tempo. Ti mando a breve un messaggio per indicarti l’indirizzo dell’hotel dove ci stiamo recando, di modo da continuare a condurre le indagini insieme. Ti aspetto e ti amo Juls, mi raccomando non arrossire.»

Sentii la sua risposta e percepii una flessione nella sua voce, probabilmente stava sorridendo ed io potevo considerarmi uno degli uomini più felici sulla faccia della terra.

Ripreso il contatto con la nostra indagine, ci rendemmo conto che anche il nostro sospettato era sparito, quindi ritornammo di corsa alla sua abitazione, ma lui non si trovava nemmeno lì, quindi arrivammo alla conclusione che anche lui doveva essere ritrovato, il prima possibile.

La sera per fortuna fummo raggiunti da Juls e dalle altre ragazze che stavano festeggiando insieme a Danielle, quindi io e Juls potemmo metterci subito in moto per trovare una soluzione a tutta questa situazione e permettere ai nostri piccioncini di sposarsi.

Fortunatamente, il giorno seguente cioè il giorno del matrimonio di William e Danielle, grazie all’aiuto della mia Juls e delle mie percezioni sensitive, riuscimmo a trovare Danielle che era stata rapita dal capo del nostro sospettato, ma grazie alle sue abilità da grande ginnasta qual’era, era riuscita a liberarsi dai suoi aguzzini che la controllavano ed era riuscita a risalire all’albergo dove noi alloggiavamo, nascondendosi nei sotterranei, poi grazie agli indizi che trovammo lungo il nostro cammino riuscii a risalire al luogo dove si trovava il nostro sospettato, grazie al mio sesto senso infatti capii che si trovava nascosto allo spettacolo di quel mago di cui avevo preso il biglietto, la mattina precedente. Stava nascondendosi sperando di potersene andare con lui, contribuendo in qualunque modo ai suoi spettacoli.

Riuscimmo però a trattenerlo, scoprendo che aveva appena ottenuto online la licenza per poter celebrare matrimoni, quindi decidemmo che sarebbe stato lui il nostro celebrante. I nostri sposini si prepararono, io aiutai William a prepararsi psicologicamente a ciò che stava per succedergli e la mia Juls aiutò Danielle a truccarsi e l’aiutò soprattutto con la sua acconciatura, fino a quando non arrivò il momento di celebrare le nozze, permettendo ai nostri sposini di unirsi per sempre. Tutti noi che avevamo partecipato ai festeggiamenti antecedenti al matrimonio fummo invitati alla celebrazione vera e propria ed al ricevimento, ognuno legato alla propria metà, sperando che prima o poi tutto questo sarebbe successo ad ognuno lì presente in quella sala.

Mi ridestai da ogni pensiero e da ogni considerazione, quando vidi la mia Juls seduta al nostro tavolo, probabilmente stava aspettandomi di ritorno dal mio giro nella sala, quindi la raggiunsi.

«Juls, mi sei mancata.» le dissi accarezzandole la guancia.

«Anche tu Har, non hai idea di quanto tu mi possa essere mancato in questi giorni. Però, sbaglio o qui c’è freddo?» mi avvicinai a lei e le diedi la mia giacca, per poi dover seguire un momento William per dargli una mano con il papillon. Dopo poco lui si allontanò da me e io feci un’altra ispezione della sala, per poi tornare appena in tempo per un brindisi in onore degli sposi, per affiancare di nuovo la mia Juls al nostro tavolo.

«Har, io sono sicura che ci sia una spiegazione per tutto questo. Insomma mi conosci e sai che non sono capace di smettere di pensare a determinate cose quando accadono per questo ho sempre bisogno di trovare una soluzione razionale per tutto. Ricordi no?
Hai avuto questa spettacolare visione che ci ha rivelato dove Danielle si trovasse, ma soprattutto ci hai rivelato il luogo dove si trovava il nostro sospettato, cioè allo spettacolo del grande mago, ma tu avevi questo in tasca.» smise di parlare e tirò fuori dalla tasca della mia giacca il biglietto che avevo preso a casa del nostro sospettato ed io impallidii. Ricominciai subito a pensare a tutti i momenti passati con la mia Juls, alla prima volta che ci conoscemmo, al primo caso che risolvemmo ufficialmente insieme, alla sua dichiarazione, quando io però stavo uscendo con un’altra ragazza, a quando entrambi capimmo di essere innamorati e decidemmo quindi di andare a convivere per consolidare il nostro amore, momenti che stavo per perdere a causa del mio carattere e della mia sbadataggine.                                                                                                                                                                                  
Mi ridestai dai miei pensieri e la sentii riprendere a parlare.

«Har, mi stai ascoltando?» disse sconvolta, mentre una lacrima le stava per solare il viso.

«Juls, credimi, innamorarmi di te non è mai stato parte del piano, okay? Vedevo mio padre collaborare con la polizia di New Orleans e da sempre, come tu sai, ho provato interesse per questo lavoro. Mi chiese aiuto nel primo caso nel quale collaborai al fianco del distretto di polizia dove lavori. Ricordi che mi chiese aiuto per trovare questo colpevole che cercavate da diverso tempo? Ed io grazie al mio “sesto senso” sono riuscito ad aiutarvi, trovando chi da un po’ stavate cercando. Ma purtroppo il mio è sempre stato puro e semplice intuito, ho avuto da sempre la capacità di fare delle libere associazioni unendo gli indizi e trovando soluzioni ai vostri casi, solo grazie alle mie capacità intellettive, ma non è mai stato un sesto senso, solo la mia intelligenza, divertente vero?» feci un respiro, la guardai e poi ricominciai a parlare.

«Poi, come tu sai lavorando fianco a fianco abbiamo cominciato a conoscerci, ad amarci piano piano e a vivere una vera e propria vita di coppia con la “c” maiuscola, fino ad arrivare ad ora, a questo momento.»

«Har, tu davvero mi stai dicendo che erano tutte bugie?»

Mi avvicinai a lei e cercai di accarezzarle la guancia, ma lei si scansò, quindi non potei fare altro che allontanarmi e ricominciare a parlare.
«Per favore Juls, non farmelo dire, non obbligarmi a fare quello che non vorrei fare.» le dissi, sentendomi uno schifo per ciò che le avevo fatto.

Lei cominciò a piangere, non riusciva a guardarmi negli occhi senza provare disprezzo ed una forte sofferenza, poi riprese a parlare.
«Har, io mi sono fidata di te e sai quanta fatica ho fatto dopo aver perso il mio grande amore, con il quale mi ero ripromessa di rivederci al più presto. Poi però mi sono accorta di provare qualcosa per te ed ho lasciato perdere tutto con lui, ma forse ho sbagliato. Mi sento così stupida, davvero.» Mi guardò ancora una volta e mi lanciò contro lo champagne, per poi correre lontano, via da me.

Ero stato così stupido e spavaldo da aver deciso di inventarmi la storia del detective sensitivo per avere qualche chance di poter lavorare in quel distretto, non arrivando mai a pensare che mi sarei innamorato di lei. Adesso però l’avevo persa, per uno stupido gioco che poi si era trasformato in qualcosa di assolutamente reale e delicato che dovevo proteggere tra le mie mani, ma che ero arrivato a distruggere a causa del mio orgoglio e del mio voler continuare a portare avanti questa stupida storia, quasi come fossi un bambino.

Adesso dovevo riuscire a capire come riconquistarla, non mi sarei mai perdonato di vederla con un altro uomo al mio fianco.

Qualche giorno dopo ci rivedemmo, come al solito per il nostro lavoro e ci intrattenemmo in una conversazione che per me fu dolorosissima, più di quanto mi aspettassi.

«Mi dispiace Har, ma io penso di avere bisogno di un po’ di tempo.»

«Juls e questo cosa significa?» le dissi cercando di avvicinarmi a lei per accarezzarle la guancia, la lei prese la mia mano prima che questa raggiungesse il suo volto.

«Te ne devi andare di casa.»

Rimasi sconvolto e tremante e ripresi a parlare.
«Juls, ti prego, riflettici bene, sai che questo fa parte di me.»

«Mi dispiace Har, devi farlo.»

Mi guardò con uno sguardo pieno di dolore e se ne andò, forse per sempre. Capii che lei aveva bisogno di rimanermi lontana perché a causa mia aveva smesso di fidarsi di me e non se la sentiva di portare avanti una relazione basata sulle bugie come avevo invece fatto io. Raggiunsi casa nostra solo per portare via le mie cose, tentai di guardarla più di una volta ma lei teneva lo sguardo basso, per evitare di piangere, ma soprattutto per evitare di farsi convincere con il mio sguardo, soprattutto perché era sempre stata attratta ed ipnotizzata dalle mie iridi smeraldo, ma purtroppo non riuscii nel mio intento.                         
Poi, purtroppo per la nostra relazione, mentre ero ancora a casa nostra, scoprii che la mia Juls aveva deciso di cercare delle coinquiline, per evitare di rimanere sola, senza di me, per evitare di sentire la mancanza di qualcuno al suo fianco ed non potevo fare più nulla perché ormai avevo perso tutte le mie possibilità, ormai l’avevo persa, quindi sconsolato presi la mia roba e mi allontanai, sperando che saremmo riusciti a risolvere le cose.

Non riuscivo a perdonarmi per tutto il male che le stavo facendo, infatti in ogni modo, grazie alle informazioni di William, cercavo di sabotare ogni sua possibilità di trovare una coinquilina, per continuare a mantenere libero il posto che era da sempre stato mio, lo avevo sempre sentito mio e non lo avrei lasciato a nessuno, che fosse una semplice amica, una coinquilina o una qualsiasi persona comune.

Nei giorni seguenti scoprii che nonostante tutti i miei tentativi di sabotaggio aveva trovato una coinquilina, si chiamava Gioy ed avevo capito che la mia opportunità e speranza di poter tornare quando volevo era svanita. Avevo sperato che lei tornasse e che mi dicesse che aveva capito ciò che era successo e che mi perdonava, lo avevo sognato con tutto me stesso, ma purtroppo non era mai successo, perché lei era rimasta ferita dal mio comportamento, lei era delusa a causa mia ed io dovevo fare in modo di riaverla, perché lei, per quanto ferita fosse, di sua spontanea volontà, non sarebbe mai ritornata da me.                                                                                                                                            
Fortunatamente, nonostante tutti i miei pensieri, ero riuscito ad escogitare un modo per riuscire ad ottenere il suo perdono, quindi quella sera sarei stato in grado di riconquistarla e riaverla al mio fianco.

Pov’s Juls

«Juls io sento una musica, sento qualcuno cantare, ma non capisco da dove arrivi questo suono.» mi disse Gioy                                                                                                                                                       
In realtà anche io sentivo una musica, ma non riuscivo a capire da dove venisse, quindi decisi di affacciarmi e lo vidi, in tutto il suo splendore, vidi il mio Har, ma non volevo assolutamente dargliela vinta, quindi smisi di sorridere per non fargli credere che lo avrei perdonato subito al suo ritorno.

Pov’s Harry

Mi ero recato da lei ed avevo pensato bene di dedicarle la nostra canzone, così mi misi sotto la finestra di camera nostra e cominciai a cantarla.

“Look at the stars, look how they shine for you and everything you do yeah they were all yellow..”

La vidi affacciarsi e mi accorsi che stava sorridendo, così decisi di non smettere di cantare, per poi decidere di cominciare a parlare, perchè io dovevo assolutamente riconquistarla, dovevo riaverla mia.

«Juls mi dispiace, sono stato uno stupido, un idiota, ma non avrei mai voluto farti soffrire. Non avrei mai dovuto farlo e mi sono pentito di tutto il male che ti ho fatto, ma non potevo prevedere che ci saremmo innamorati e che avremmo costruito qualcosa insieme. Io non posso assolutamente permettermi di perderti, devo averti al mio fianco in ogni modo, perché tu mi cambi, tu mi migliori, tu mi plasmi, tu sei la metà giusta che può corrispondere al mio cuore, quindi non posso lasciarti andare, non devo e sinceramente non voglio. Io ho bisogno di te perché tu sei la parte razionale di me, quella che fingevo di non avere a causa del mio sesto senso ed in un certo senso ironicamente noi ci completiamo, perché io ero il sensitivo, quello che pensa “oltre” e tu sei la detective che pensa solo razionalmente, ma che si è sempre fidata di me. Ci pensi vero Juls? Tu ti sei sempre fidata di me, ed io non posso permettermi che tu da domani non lo faccia più, non posso permettermi che tu faccia parte del domani di un altro uomo, io devo riaverti e voglio riaverti, perché mi manchi.» le dissi tutto d’un fiato, arrossendo, perché non avevo mai pensato di provare tutto questo per lei.

«Har, lo so, ma io ho paura, sono spaventata da noi, sono spaventata da quello che potremmo diventare e vorrei davvero fidarmi di te, ma ho paura che tu mi deluda di nuovo, non ce la faccio Har, non più.» disse abbassando lo sguardo.

«Lo so Juls, anche io ho paura, ti sento fragile tra le mie mani, ma voglio curarmi di te, ho bisogno di prendermi cura di te, perché io da solo non sono niente, io sono completo solo se tu sei al mio fianco ed ho bisogno che tu ci sia, in tutto il mio futuro. Ho bisogno di immaginarci con a fianco dei piccoli cagnolini che somigliano ad entrambi, ai quali potrai dare i nomi che preferisci, ho bisogno di fare l’amore con te e sentirti mia, ho bisogno di accarezzare la tua pelle e sentirla bruciare sotto il mio tocco leggero, io Juls ho bisogno di te e ne avrò sempre bisogno, anche quando non ci saremo più, se tu rimarrai in vita ed io sarò già morto, io avrò bisogno di te con me nell’Aldilà, perché tu hai qualcosa di cui io ho bisogno, qualcosa di questo mondo di persone mi sta uccidendo, quindi siccome la nostra vita è una sola e noi moriremo una sola volta, io voglio morire con te. E credimi, sceglimi ed io ti proteggerò

La vidi allontanarsi dalla finestra, non riuscivo a comprendere dove fosse finita, poi vidi la porta aprirsi e la vidi in lacrime correre da me. Si avvicinò, mantenendo le dovute distanze, così fui io ad attirarla a me, la abbracciai, così tanto forte da stritolarla, quasi da voler divenire due anime in un solo corpo, poi dopo averla guardata come se in quei giorni fosse cambiata moltissimo l’attirai a me in un lungo e lentissimo bacio. Non potevo negarlo, mi era mancata ed io avevo bisogno di lei come si ha bisogno dell’aria, lei era la mia aria e non volevo perderla.
Riuscimmo a ricucire il nostro rapporto ed io ero così dannatamente orgoglioso del fatto che cel’avevamo fatta fino a quel momento, anzi quasi non riuscivo a crederci, perché mi sentivo fortunato ad averla accanto. 

Quella notte facemmo l’amore ed io studiai a fondo ogni suo più piccolo particolare, come se non l’avessi mai vista e mai ammirata, come se non l’avessi mai toccata e fatta mia, come se fino a quel momento non mi fossi accorto di quanto lei in realtà fosse mia, quasi come se non mi fossi mai preso cura di lei. L’accarezzai a fondo, la coccolai e la sentii mia ancora per una volta, sperando di poterla avere al mio fianco ancora per molto tempo.

Finalmente avevo trovato la mia felicità, perché lei aveva qualcosa di cui io avevo bisogno, non potevo fare a meno di lei e di quell’uragano di emozioni che l’averla vicino mi comportava. Mi sentivo un uomo felice solo con lei accanto, se l’avessi persa mi sarei sentito incompleto per sempre e non avrei mai potuto accettare di perderla per come mi ero comportato. Invece fortunatamente lei mi aveva perdonato, sapevo che non sarebbe stato facile riottenere a pieno la sua fiducia, ma so che insieme cel’avremmo fatta, solo insieme saremmo stati in grado di superare ogni insidia, ogni pericolo, ogni rischio ed ogni momento negativo, solo con lei sarei riuscito ad essere il vero me stesso, ma ora per davvero, senza dover fingere sulle mie capacità intellettive per farmi bello ai suoi occhi. Ora non ne avevo bisogno, perché forse dopo troppo tempo avevo scoperto che lei non mi amava in quando “sensitivo” lei amava quello che ero e che sono io. Non aveva bisogno di tanti fronzoli o artifici, a lei bastava avermi accanto, a lei bastava potermi sorridere e vedermi sorridere, per lei era sufficiente sentire di avermi accanto mentre dormiva e quando faceva dei brutti sogni voleva potermi stringere la mano, perché diceva che le infondevo la forza necessaria per poter riprendere a dormire. Necessitava di me così come io necessitavo di lei e non me n’ero accorto fino a quella sera, quando la sentii così mia e così vicina a me da poterlo capire con un solo ed unico sguardo. Adesso speravo solo che saremmo stati in grado di continuare ad andare avanti, di continuare a risolvere insieme i nostri casi, senza bisogno del mio sesto senso e magari chi lo sa, anche a creare una nostra famiglia, con tanti piccoli che somigliassero ad entrambi e che ci dessero il motivo necessario per continuare, per andare avanti insieme, senza credere di poter riuscire a vivere separati. Non me la sarei mai più lasciata scappare, avevo bisogno di fare l’amore con lei altre mille e mille volte, non potevo pensare di amare una donna così come amavo lei, non potevo pensare di dedicare tutte le mie cure ad un’altra donna che non fosse lei.

Mi ridestai dai miei pensieri e la guardai, in tutta la sua bellezza, stesa di fianco a me con il lenzuolo a coprire il suo bellissimo corpo, dopo tutto ciò che era successo quella notte. Mi avvicinai a lei e le accarezzai la guancia, poi mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai “If you ever feel alone, don’t. You were never on your own don’t.” perché io gliel’avevo promesso, non me ne sarei mai più andato e non le avrei mai più permesso di sentirti sola.

 
“Non ti fermare, dai fatti coraggio non piangere, a volte c’è chi come te non smette di combattere. Con questo amaro in bocca, dai fatti forza, apri la porta dai, ancora una volta. Ci devi credere, la vita sai che ti ripagherà per quello che hai sempre dovuto, senza sogni ti fai spegnere, dai. Ancora, per chi conosce più di te il dolore e spera quando la speranza resta un’illusione. Trova il coraggio di resistere adesso, ancora una, e ancora una vittoria di te stesso.”
 
*Angolo scrittrice*
Sono tornata finalmente dopo tanto tempo con 4.191 parole di one shot, mai successo, però devo dire che mi sono innamorata di ogni singola parola che ho scritto. Spero che anche per voi sia la stessa cosa e soprattutto spero che vi piaccia perché ci ho lavorato circa tre giorni di seguito pensando ad ogni dettaglio, quindi davvero spero in molte recensioni ed in molti commenti positivi. Spero di tornare presto, anche se non vi assicuro nulla perché mi si stanno accavallando un sacco di impegni, quindi spero di farcela ogni tanto a ricominciare a scrivere. Ringrazio infinitamente http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=180886 (_ciuffano) per il banner meraviglioso, non ho mai amato così tanto Har, ma con i capelli corti è indescrivibile, soprattutto per il motivo per il quale ha deciso di tagliarli.

A presto, Carol. 
  
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