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Autore: Ilarja    07/09/2016    5 recensioni
« Guardami, incatena ai miei i tuoi occhi, neri come la pece, gelidi come la morte e al contempo brucianti della sete di sangue.
Pronuncia il mio nome, ancora una volta, un'ultima volta. »
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Wait, don’t leave me.
Where you going?
Why you leaving?
I can't lose you.
Boy, I need you.
Boy, what happened?
Tell me, boy, what happened?
'Cause I am dying, I am dying.
I know this is a desperate kind of love
but it feels like it's home.

Wait, don’t leave me.





Corro, incurante dei sassi e degli spuntoni che mi lacerano i piedi nudi.
Non importa, se corro verso di te.
 

Degli individui senza alcuna identità mi vengono incontro, mi intralciano la strada.
Non me ne curo, mi libero velocemente di loro.
 

Ti raggiungo.
 

Numerose persone ti circondano, ti nascondono alla mia vista.
 

Qualcuno mi afferra, tenta di non lasciarmi procedere oltre.
Qualcuno urla.
Qualcuno mi supplica.
Qualcuno, forse, piange.
Ancora una volta, non mi importa.
 

Mi faccio spazio tra la folla.
 

E tu sei lì, ad aspettarmi.
 

Accasciato al suolo, inerme.
 

Forse mi si sono afflosciate le ginocchia, perché il tuo viso mi pare più vicino.
 

Forse sto urlando, perché la gola sembra essere sul punto di lacerarsi.
 

Però non sento alcun suono.
 

Una mano, la mia, ti sfiora uno zigomo.
I miei polpastrelli percorrono lentamente quel sentiero di seta che hanno già accarezzato innumerevoli volte.
 

Questa volta, nessuno afferra il mio polso per bloccarmi, sibilando di non osare toccarlo. Avvertimento alquanto inutile, non è mai riuscito a fermarmi.
Perché mentivi, lo abbiamo sempre saputo entrambi.
 

Questa volta, sei gelido.
 

Tento di mandar giù la saliva, ma la bocca è asciutta e ingoio a vuoto, la gola brucia maggiormente.
 

Inspiro a fondo, raccolgo un briciolo di coraggio e ti osservo per la prima volta in viso.
 

Quello stesso volto che il tempo ha contribuito a rendere di anno in anno più splendido, dall'espressione di anno in anno più spietata.
 

Guardami, incatena ai miei i tuoi occhi, neri come la pece, gelidi come la morte e al contempo brucianti della sete di sangue.
 

Ma il tuo sguardo resta vitreo.
 

Pronuncia il mio nome, ancora una volta, un'ultima volta.
 

Di nuovo, resto deluso.
 

E poi la speranza mi pervade il petto.
 

Stai piangendo, delle scie luminose ti inumidiscono il volto cereo.
 

Ma la vista mi si offusca.
 

Probabilmente sono io a star piangendo, dopotutto.
 

Un pollice accorre ad asciugare le mie stesse lacrime dal tuo volto pacato, rilassato in una maniera che non ti appartiene.
 

Nessuna minima parvenza di odio o di risentimento, sembri avvolto in un sonno privo di sogni.
 

Ti sfioro un braccio e, finalmente, le mie labbra si distendono in un sorriso.
 

Ovunque tu vada, io ti raggiungerò sempre.
 

Del resto, è sempre stato un continuo rincorrerti.
Appena mi pareva di averti raggiunto, tu acceleravi il passo e mi seminavi nuovamente.
 

Che cosa farai, ora?
Non c'è più alcun posto in cui fuggire. 
Hai raggiunto il capolinea.
 

Ti afferro una mano candida, la stringo con decisione e al contempo delicatezza.
 

Perché non sei mai stato così fragile.
Eppure indossi questa tua nuova fragilità con un'eleganza statuaria.
E ancora una volta, non posso fare a meno di ammirarti.
 

Delle scie color vinaccia gocciolano sul tuo petto, ne percorrono la pelle diafana per poi estinguersi al lato di una costola.
 

Abbasso lo sguardo, il kunai è penetrato da tempo a fondo nelle carni.
 

Lo estraggo, e resto ad osservare rapito come il sangue cominci a zampillare copioso dal mio stomaco.
 

Gli occhi ricadono nuovamente su di te.
'Sono stato in grado di individuare un punto vitale a primo colpo, saresti sorpreso della mia abilità', penso beffardo.
 

La mia schiena incontra il terreno arido, cado in maniera piuttosto impacciata.
Non sono in grado di affrontare la morte con la tua stessa fiera compostezza.
 

Sollevo lo sguardo al cielo. Persino l'enorme quantità di stelle non riesce a rischiarare questa notte priva di luna.
 

Ti cerco ancora una volta, le mie dita si intrecciano saldamente alle tue.
 

Non ho mai cercato di immaginare cosa ci sia dopo la morte.
Forse il nulla più totale.
Forse un'infinita distesa erbosa sormontata da un cielo privo di intemperie.
O ancora, una fila interminabile di gente in attesa di essere giudicata da una presunta divinità.
 

Al momento, non mi importa.
Sto morendo, eppure non mi interessa minimamente.
 

Starei bene ovunque.
Anche all'inferno, se con te.
 
 


« Kaerouze. »
 
Andiamo a casa, Sasuke.






Note dell'autrice: ebbene, ieri sera dopo aver mangiato un bel panino sono entrata in una sorta di trance ed ho buttato giù questa storiella, mentre frignavo come una bimba. Non chiedetemi quale collegamento ci sia fra il panino e l'ispirazione, perché la cosa mi inquieta abbastanza. Pessimo simpatico modo di presentarmi, se non altro. Che dire? Rileggo e non mi piace, per nulla. Tuttavia ci ho messo me stessa. Questa coppia mi tocca nel profondo e mi scalda il cuore, resterà sempre la mia preferita. Poco conta come sia andata nel 700esimo capitolo, la fantasia è unicamente nostra e la si può sfruttare per dare una minima forma alle proprie speranze.
Ps: il testo iniziale non è altro che la canzone 'Wait' di NF. Vi ho apportato delle piccole modifiche, scegliendo unicamente alcune parti e cambiando 'girl' in 'boy', per ovvie ragioni - nonostante Sasuke resti sempre una donnina, ai miei occhi.
  
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