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Autore: Ilhem_Rowling    07/09/2016    1 recensioni
Thank you for being my light in the darkness.
- Harry Potter and the Cursed Child
Perché mai non poteva rannicchiarsi in un angolo, e aspettare che i fantasmi della sua vita cominciassero a tormentarlo? Perché nessuno lo puniva per essere ancora lì?
Perché mai era costretto ad essere impotente spettatore delle nefandezze compiute dalla Mietitrice?
Da The Cursed Child:
« Pensa a qualcos'altro, Scorpius. Occupa la tua mente »
« Sento freddo. Non vedo niente. C'è una nebbia dentro di me – attorno a me »
(mia traduzione)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Please, be my light in the darkness






La pioggia scendeva e le gocce si schiantavano sul suo viso, violente e fredde, come dardi di piombo.
Erano anni che non tornava lì, e, nel tempo in cui era stato via, non aveva fatto altro che immaginare come sarebbe stato.
I capelli gli stavano appiccicati contro la fronte, fradici, di un biondo sporco che non aveva niente a che fare con il suo. Non avrebbe mai immaginato come sarebbe stato rivederla.
Aveva sognato spesso i suoi capelli rossi, i suoi occhi azzurri, la sua pelle bianca, e le delicate efelidi che le incorniciavano le gote e la linea del naso, spruzzate qua e là sulle spalle, come costellazioni imperfette ma, al tempo stesso, preciso disegno del firmamento.
Aveva sognato fin troppe volte le sue labbra, e le mani che lo sfioravano, per sbaglio, con timore, o per provocarlo, con un'audacia di cui non l’aveva mai ritenuta capace.
Quanto era bella. Era bellissima. Era come una di quelle creature che si trovavano nei libri di favole per bambini, misteriosa e irradiata di un’aura di innaturale fascino proibito.
L’aveva amata tantissimo, e l’amava ancora. Non si era mai perdonato per averla lasciata lì. Senza di lui.
Invece, codardo come era sempre stato, aveva accettato il suo destino infame da Purosangue, e, per il bene della donna che amava, che aveva sempre amato, aveva accettato di sposarne un’altra, e se n’era andato.
Aveva lasciato la sua casa, aveva lasciato quel che restava della sua disgraziata famiglia, aveva lasciato i suoi amici, aveva lasciato Albus, e se n’era andato.
Aveva lasciato Rose, e se n’era andato.
Ma non avrebbe mai immaginato di trovarla .
Nessuno lo aveva avvertito. Nessuno glielo aveva detto. E perché avrebbero dovuto, comunque? Lui li aveva abbandonati tutti.
Aveva abbandonato Rose.
E Rose aveva abbandonato lui.
Lasciò scivolare le dita su quelle lettere plasmate dal ferro, e sfiorò il marmo della lapide.
Ventisette Marzo Duemilasei. Trattino. Tre Agosto Duemilatrentasei.
Quel trattino, quel semplice, minuscolo pezzo di metallo umidiccio, era tutta la sua vita, e c’era anche lui lì. Tutte le gioie, tutti i dolori, le risate, le lacrime, le carezze, le parole sussurrate, i baci, le notti passate insieme; era tutto lì, impresso a ferro e fuoco tra quelle due date.
« Scor… »
Il vento gelido soffiava tra le fronde degli alberi, ingannando Scorpius con il loro malefico incanto. « … pius »
Perché anche la natura doveva ritorcergli contro le sue stesse debolezze? Perché lui doveva essere costantemente preda di un qualche crudele gioco?
« Scorpius » un’altra volta lo stesso mefistofelico sussurro. « Perché piangi, Scorpius? »
Il vento riproduceva alla perfezione il suono della dolce voce di Rose, della sua ragazza dai capelli rossi e sempre in disordine.
« Io non piango » mormorò in risposta alla lapide, graffiandosi gli occhi con la manica zuppa del maglione. Scorpius Malfoy non piangeva.
Perché mai era sempre costretto a nascondere le sue lacrime? Perché mai non poteva rannicchiarsi in un angolo, e aspettare che i fantasmi della sua vita cominciassero a tormentarlo? Perché nessuno lo puniva per essere ancora lì?
Perché mai era costretto ad essere impotente spettatore delle nefandezze compiute dalla Mietitrice? Perché mai gli erano state portate via tutte le persone che amava di più al mondo?
Perché mai lui era vivo, invece? Quale privilegio gli era stato concesso da quella sconosciuta e misteriosa Forza che dettava i destini altrui?
Lui era lì, ma lei non c’era più.
Un tuono squarciò la calma del pomeriggio e contaminò il dolce ticchettare della pioggerella, che ormai si congedava dalla compagnia dell’uomo.
Si era già fatto buio, e dovevano essere solo le sei, circa. Guardò in cielo, e pianse.
Ora, la sua luce non c’era più.












NdA: Vorrei solo spendere qualche misera parolina in merito a ciò che ho scritto. Non so se tutto ciò sia stato frutto della mia indole omicida stile Rowling, o semplicemente dal fatto che sono una povera autrice sadica che non perde un secondo ad improvvisare scenari angst o malinconici, e ad appuntarli sulla memoria del telefono.
Ho sempre pensato che ciò che rafforza di più l'amore sia la distanza prolungata; settimane, mesi, o anni senza vedersi, e il sentimento rimane intatto così come era all'inizio. Credo sia una lezione da imparare, nella vita. Comunque, sentimentalismi a parte, anche la codardia in amore è importante, in un certo senso, e ho sempre immaginato uno Scorpius un po' codardo, ma semplicemente perché vincolato da suo padre, e per il suo ruolo di unico erede in casa Malfoy.
Spero con tutto il cuore di avervi suscitato qualcosa con questa flash (che tanto flash non sarebbe, in realtà), che sia un istinto omicida nei miei confronti, o un odio puro, o anche commozione, magari, o nostalgia, o qualsiasi altra cosa. Un parere sarà sempre gradito, sia positivo che negativo.
Un abbraccio.
   
 
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