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Autore: tixit    08/09/2016    14 recensioni
Oscar era intervenuta per fermare Girodelle e gli uomini della Guardia Reale, che stavano per attaccare i deputati riuniti nella Sala della Pallacorda. I due si erano confrontati sotto la pioggia battente, lei aveva fatto leva sul loro passato e Girodelle si era ritirato. Per amore.
Tornato a casa sua, fa il punto della situazione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Victor Clemente Girodelle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: appartiene tutto alla Ikeda - grazie per avercelo regalato. Di mio il divertimento senza nessuno scopo di lucro.
Note: non è l'universo di Sigyn.




Ancora cinque minuti.


“Ho saputo.” La voce di suo padre gli sembrò rattristata e se ne dispiacque - non era stata sua intenzione deluderlo.

“Ho fatto una scelta, conoscendone bene le conseguenze.” Questo glielo doveva e doveva essere chiaro tra di loro: non era stato né un capriccio, né stupidità, suo padre doveva essere sereno a riguardo. Che non tornasse a ripensare a quel giorno, illudendosi che potesse esserci un modo per cambiarlo, cristallizzando così tutto il resto della sua vita, poco o tanto che fosse, nel rimpianto di quello che avrebbe potuto essere e che non era stato.

“”Eh si…” lo sguardo di suo padre era gentile. “Immagino che tu voglia sistemare per bene le tue faccende… prima. Poi cosa avresti deciso? Devo farlo io? Tuo fratello?”

Fu allora che si accorse che, in silenzio, seduto nell’ombra, c’era suo fratello.

“Perché non da solo?” chiese, sollevando le spalle con aria indifferente. Un altro carico sulle loro spalle? Sentì il ticchettare della pioggia sui vetri e gli sembrò che stesse contando il suo tempo.

“Perché è un peccato mortale,” tagliò corto suo padre, “posso permetterti di vivere come vuoi ed accettarlo, ma non di morire in quel modo.”

Sorrise, ma non discusse: glielo doveva in cambio di tutta la libertà che gli aveva dato - suo padre credeva nell’eternità, non poteva infliggergli anche quel dolore.

“Allora Voi, padre, se non Vi pesa troppo...” non poteva fare questo a suo fratello - quello sciocco sentimentale, che alla fine avrebbe perdonato chiunque altro, non se lo sarebbe mai perdonato.

Poi prese un foglio di carta e cominciò a scrivere.
 

“Il mio titolo rientra ovviamente tra quelli della famiglia, Voi padre, in fondo, siete ancora in vita.” sorrise “So di non poterne disporre come voglio e Vi sono stato immensamente grato di aver avuto un titolo mio e delle mie terre da amministrare, invece di essere solo un soldato ozioso in attesa di una eredità.”

Suo padre annuì - il minore era stato un ragazzo saggio da sempre.

“Se posso dare un suggerimento, vorrei lo conferiste a mio nipote, per quel che vale.” si guardò le punta delle dita. “Ho anche dei beni in Inghilterra ed in Svizzera, investimenti… vorrei si trasferisse in Inghilterra per completare la sua educazione.”

“Pensi sia una scelta saggia?” chiese suo fratello con voce tesa.

“Vorrei proteggerlo.” Inutile girarci intorno. Suo fratello non gli chiese se si poteva fidare della saggezza delle sue scelte, dopo quello che aveva appena combinato, e lui, dentro di sé, lo ringraziò. ”Penso sia meglio che osservi quello che sta accadendo, da un’altra prospettiva. Direi che domani stesso dovrebbe partire ed occuparsi di ciò che gli appartiene.”

“Va bene” rispose l’altro, senza guardarlo in viso, “Mi fido. Partirà con sua madre ed il precettore, per fare un inventario dettagliato di cui non c’è nessuna necessità, ma che lo terrà molto occupato. E poi andrà in una università. Gli scriverò una lettera severissima da aprire solo una volta arrivato e a cui non oserà mai disubbidire.”

In tre sorrisero divertiti.

“Si, se deve rifarsi una vita è bene che faccia in fretta nuove amicizie. Non deve stare da solo.” poi aggiunse con un lieve imbarazzo “C’è una donna…”

“Una femme entretenue?” chiese suo fratello delicatamente.

“Si. La casa in cui vive, deve andare a lei… era un onesto accordo finanziario e non voglio debba cercarsi subito un altro protettore. Sarebbe indelicato.”

“Con ciò che contiene?”

“Con ciò che contiene.” sorrise. Ninon aveva un gusto terribile. Scrisse qualcosa e poi tirò fuori da un cassetto una serie di atti di proprietà - che qualcuno almeno ne beneficiasse, decise.

Li scorsero uno ad uno decidendo chi avrebbe avuto cosa.
 

“I miei libri invece…” avevano finito, non si era dimenticato di nessuno. “Quelli beh, vorrei che ognuno prendesse ciò che preferisce e ciò che avanza donatelo a chi pensate li possa apprezzare.”

Suo padre fece un cenno di assenso.

“Tranne che…“ arrossì, “Tranne i libri della mia infanzia.Quelli sono tutti raccolti nella scaffaliera azzurra e vorrei regalarli tutti ad una persona, se non vi spiace.” scrisse un nome su un foglio.

Tacquero tutti e tre.

“E’ tutto,” concluse con un sorriso, “sapevo che avremmo fatto in fretta.”

Suo fratello intervenne con voce amareggiata “Tu sai che lei starà facendo una discussione simile, vero? Le hai concesso solo una manciata di ore da vivere, ma, dopo quello che ha fatto, il suo destino è segnato.” Non lo disse, ma la domanda aleggiava nell’aria: ne era valsa la pena? Lei aveva un pallore che non perdonava - se non fosse stata una pallottola, sarebbe stato un colpo di tosse... ne era davvero valsa la pena?

“Spero che il messo arrivi in tempo…”

“Sei andato dalla Regina?” suo fratello corrugò la fronte irritato - è chiaro che non l’avrebbe mai perdonata per non avere amato suo fratello, o per non averne accettato l'amore anche solo per amicizia.

“Si, le ho spiegato cosa sarebbe servito a Madamigella Oscar per sopravvivere a questo lungo giorno - da sola, temo, la sovrana non ci sarebbe arrivata. Non educa i suoi figli come Re e le sfugge completamente la reazione di un soldato davanti a certe cose...”

“Non hai chiesto per te?”

“Ma no…” chiuse la faccenda con un gesto elegante della mano... “non sono richieste da farsi, mi pare…”

“E la Sovrana da sola non ci è arrivata e nemmeno Madamigella…” suo fratello scosse la testa deluso, rimpiangendo altri tempi ed altri sovrani dall’occhio più lungo e meno distratto.

“Madamigella vive una vita fatta di fiammate, non credo si interroghi troppo sul futuro - la sua spontaneità fa parte del suo fascino.” Gli venne da sorridere, ripensando ad un ballo e ad un bacio, poi si riscosse “Ho una cosa per lei.” si, questo glielo doveva, ma non avrebbe capito. Purtroppo.

Estrasse dal taschino il suo orologio.

“Vorrei che le faceste avere questo…” lo poggiò sul tavolo e lo spinse verso di loro, con la punta delle dita, ma gli altri due non lo toccarono.

“Se lo desideri.” la voce di fratello era asciutta. Gli sarebbe costato, immaginò, ma lo avrebbe fatto - era un Girodelle, in fondo, e faceva sempre la cosa giusta, senza tirare sul prezzo.

“Le dovreste dire che il tempo scorre lentamente, ma non si ferma mai, di non buttarlo...”

“E’ una testa matta, cosa vuoi che capisca?” comprese benissimo la rabbia: per lui non c’era stata utilità per nessuno nel voler salvare Oscar, sotto quella pioggia battente. Per suo fratello, Madamigella Oscar non aveva mai davvero vissuto, né mai lo avrebbe fatto - a lasciarla morire mentre faceva qualcosa in cui credeva, forse, le si sarebbe pure fatto un favore. Non era una donna da amare, ma solo da ammirare - sarebbe stata bene in una tomba, secondo suo fratello, e nei racconti dei sopravvissuti.

“Le farfalle vivono pochissimo sai? Eppure nessuno rimpiange quel poco che hanno vissuto… Io spero che, almeno per un giorno, voli.”

Ma suo fratello non rispose.

“Direi che abbiamo finito.”

Sentì le mani di suo padre posarsi sulle sue spalle - si accorse che tremavano.

 

“Dammi ancora cinque minuti, figlio mio. Solo ancora cinque minuti.” Con delicatezza Victor Clément de Girodelle accarezzò la mano di suo padre.

"Tutto quello che Vi serve, Padre, fate con comodo."

 






note:la frase è di Alain!  
   
 
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