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Autore: Somriure    09/09/2016    2 recensioni
-Sequel di Remember to see the lighthouse-
*
L'isola, il mare, il faro.
Niente sembra cambiato, ma quattro anni sono lunghi, lunghi anche per la monotona vita di un paesino di mare.
Louis ha abbandonato per sempre la sua fanciullezza per prendersi sulle spalle le proprie responsabilità, allontanandosi da inutili distrazioni.
Harry ha riscoperto la vita, imparando ad amarla per diventare finalmente un uomo.
Il faro che li ha visti allontanarsi irrimediabilmente forse infonderà nei loro cuori la giusta maturità per perdonarsi una volta per tutte, ma forse la sua luce non sarà così potente da sconfiggere il loro orgoglio e voltare una volta per tutte la pagina per iniziare a riscrivere un nuovo destino insieme.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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C'è stato un tempo, quando era molto piccolo, in cui Louis era terrorizzato dall'acqua del mare. Riusciva a fare il bagno con l'aiuto del nonno, ma di immergere la testa dentro l'acqua non se ne parlava minimamente. Riuscire a rimanere interi minuti a morto a galla era addirittura un'utopia.

Così un giorno suo nonno gli svelò il grande segreto del mare, il segreto che regolava tutte le creature marine: "l'acqua salata del mare - diceva - è la dimora di tutte le specie un po' diverse, un po' sole nella loro diversità. L'acqua del mare accoglie, abbraccia e ricompone ogni essere che riesce ad abbandonarsi completamente a lei."

Da quel giorno Louis decise di aprirsi al mare e diventare a tutti gli effetti una creatura marina. In fin dei conti anche lui era un anima sola e diversa dagli altri. Credeva di avere tutte le carte in regola per essere accolto dal mare come suo figlio.

Per qualche strano motivo Louis ripensò a questa legge una mattina all'alba. Aveva gettato la sua rete nell'acqua e casualmente aveva rivolto lo sguardo verso l'orizzonte.

Ormai aveva iniziato a svolgere il suo lavoro con monotonia, non provava più nessuna grande emozione nei confronti del mare. Ormai considerava quella distesa blu come l'unica che riusciva a sfamare suo figlio. Non lo faceva per cattiveria e non provava nessun tipo di odio o di rimorso nei confronti del mare, solo, non riusciva a trovare più quella bellezza nascosta che per tutta la vita era riuscita ad incantarlo come una sirena.

Improvvisamente volse lo sguardo verso il pallido cielo dell'alba. Due cormorani volavano bassi in cerca di qualche pesce per colazione. Louis ripensò a suo nonno e alla luce negli occhi che aveva quando osservava il mare. Poi, come un automa si spogliò, non curandosi della rigida temperatura dicembrina, si sporse dalla sua barca e si tuffò nel blu.

Se qualcuno lo avesse visto probabilmente lo avrebbe rinchiuso in qualche centro per malati di mente. Nessuno avrebbe mai provato a fare una cosa simile in un periodo così freddo.

In un primo momento imprecò contro ogni santo esistente per il gran gelo, ma ben presto il suo corpo iniziò a perdere ogni sensibilità ed iniziò anche ad apprezzare quella leggera sensazione di indolenzimento che solo temperature così basse sapevano lasciare.

Chiuse gli occhi e ripeté nella mente la legge di suo nonno, poi si stese sul pelo dell'acqua e spalancò gli occhi per osservare il cielo senza nuvole. Gli dava un senso di pace e tranquillità. Era tanto tempo che non riprovava una sensazione simile.

Nonostante il sole non fosse alto, Louis dovette strizzare gli occhi per riuscire ad osservare il tiepido azzurro mattutino del cielo.

Questa era la pace che stava cercando, la pace che da troppi mesi non riusciva a raggiungere.

Dopo qualche minuto decise di risalire sulla barca. Il vento però non fu affatto clemente con lui, si scagliò impetuosamente contro la sua fragile pelle.

Louis si coprì in fretta con un asciugamano sgangherato maledicendosi più volte per la sua stupida idea. I suoi denti iniziarono a battere automaticamente e la pelle d'oca aveva già iniziato a costellare il suo corpo.

Solo in quel momento si rese conto che forse non era stata una buona idea.

Aprì la cassapanca della sua barchetta e tirò fuori una bottiglia di rum. Sapeva che era l’unica cosa che poteva scaldarlo in momenti come quello. La stappò e provò a bere serrando gli occhi, ma con suo enorme disappunto si rese conto che non vi era rimasto più neanche un goccio di alcool al suo interno. Sbuffò frustrato e, dopo aver lanciato la bottiglia in mezzo al mare con tutta la forza che aveva in corpo cercando di riscaldarsi con mani tremanti e instabili, tolse l’ancora dal terreno e tirò su le reti piene di pesce. Poi manovrò la barca fino a riportarla verso la riva.

Nell’ultimo periodo anche il pesce aveva iniziato a scarseggiare, le basse temperature spingevano gli abitanti del mare a cambiare la zona e Louis doveva accontentarsi dei piccoli pesciolini di passaggio.

Quando fu vicino alla spiaggia si buttò giù dalla barca senza aspettare di essere più vicino. Si bagnò tutto nuovamente e il freddo lo avvolse di nuovo come un mantello. Aveva la sensazione che quel freddo pungente fosse entrato in ogni angolo del suo corpo per iniziare a pilotare i suoi movimenti senza che lui potesse ribellarsi in alcun modo.

Era così intento ad asciugarsi invano i pantaloni e a cercare di riscaldarsi che non si accorse di due fari verdi che lo osservavano leggermente preoccupati.

Con la lingua di fuori e i capelli al vento, Harry era tutto ricurvo su se stesso con una coperta azzurra sulle spalle e un blocco da disegno sul grembo.

Louis rabbrividì e, stringendosi in se stesso, si allontanò dalla barca dimenticandosi sia di attraccarla al porticciolo nel modo corretto, che del pesce.

Harry si alzò in silenzio e pulendosi con le mani i pantaloni sporchi di sabbia si avvicinò con cautela al pescatore.

-Lou..?- mormorò bloccandolo per una spalla. Louis sobbalzò con il cuore in gola credendo di essere solo.

-Scusa, non volevo spaventarti.- continuò il riccio. Questa volta il ragazzo si voltò per rivolgergli un sorriso tremolante.

-Harry...- mormorò con una voce spezzata. Il suo fiato produceva un grande alone di vapore davanti alla sua bocca.

-Sei... sei e.. Oh! Ma tu stai...- farfugliò Harry osservando il corpicino che aveva davanti scosso da forti tremori.

-S..sto bene..- precedette la sua domanda il pescatore.

Harry si perse ad osservare quelle labbra fine, completamente screpolate dal freddo, che non molti anni fa erano piene e morbide e quegli zigomi troppo sporgenti che lasciavano solo il ricordo del bel ragazzo aitante che era stato un tempo. Harry strinse la mano in un pugno. Avrebbe tanto voluto accarezzare quella guancia così fredda per ridonargli un po' dell'antico calore, ma sapeva benissimo che Louis sarebbe scappato. Era come un animale braccato, ad ogni piccolo movimento sospetto sarebbe potuto far fuggire.

Un fievole starnuto riportò Harry sulla terra.

-Credo di essermi raffreddato..- borbottò Louis coprendosi il naso con la sua esile mano.

-Lo credo anche io.- sospirò Harry. -Vieni, ti riporto a casa.- disse adagiandogli la coperta sulle spalle.

-Devo lavorare!- mormorò il pescatore senza guardare il riccio stringendosi nella coperta e chiudendo gli occhi per il freddo.

-Te ne stavi andando senza il tuo pesce poco fa...- obiettò Harry sistemandogli la coperta per cercare di non fargli prendere freddo al collo.

Louis volse lo sguardo verso la sua barca e si rese conto di non averla legata.

-Porca miseria!- esclamò prima di correre in modo instabile verso il mare lasciando cadere la coperta. Iniziò ad armeggiare con le corde senza riuscire a fare un nodo decente, avendo le mani troppo congelate.

Harry raccolse la coperta e lo seguì.

-Serve aiuto?- disse per poi prendere le cime e legarle in un perfetto nodo. Louis spalancò gli occhi e lo osservò.

-Come hai imparato?- chiese.

-Beh...- si grattò il collo imbarazzato. -Ho creato una collezione di vestiti a tema nautico e... ho dovuto imparare a fare i nodi per delle decorazioni...- confessò.

Louis alzò gli occhi al cielo, ma Harry poté giurare di aver visto sorgere un piccolissimo sorriso sulle sue labbra.

-Sei stato bravo..- mormorò trattenendo un brivido. Harry sorrise e gli posò nuovamente la coperta sulle spalle.

-Non ne ho bisogno, Harry. Grazie.- disse togliendosi la coperta dalle spalle e adagiandola su quelle muscolose del riccio. Poi si strinse nella sua misera camicia prima di voltarsi e proseguire il suo percorso.

Harry non si arrese. Con poche falcate lo raggiunse e adagiò nuovamente la sua coperta sulle sue spalle.

-Dai, Lou, sembri così infreddolito! Questa ti aiuterà.- disse con premura.

-Non fare lo scemo! Fa freddo anche per te!- esclamò Louis cercando di togliersi la coperta di dosso.

-Ho già un piumino addosso! Mi sembra più pesante di una semplice camicia di flanella. E poi sei anche bagnato. Sei caduto dalla barca?- constatò.

-Harry, non ho bisogno delle tue pre…-

-Oh Lou, come la fai lunga! È solo una coperta! Non ti sto donando un piede! Probabilmente mi uccideresti se volessi offrirti un caffè!- esclamò Harry. Louis tacque per qualche istante poi chinò il capo e mormorò un semplice grazie. Harry sorrise soddisfatto.

-Uhm… posso offrirtelo lo stesso un caffè?- Louis sorrise per poi scuotere il capo.

-Devo lavorare, Harry. Magari un'altra volta.- Magari in una prossima vita, aggiunse mentalmente. Louis non aveva spazio nè tempo nella sua vita per occuparsi di un'altra persona. Non poteva lasciare che i suoi sentimenti si interponessero nuovamente tra lui e i suoi doveri. Non era più un ragazzo di 20 anni, non c'era più suo nonno ad aiutarlo. Ora tutto ricadeva sulle sue spalle e se avesse ceduto tutto sarebbe inesorabilmente crollato.

Il pescatore si voltò e con la coperta sulle spalle trascinò il pesante carretto verso il mercato. Harry sospirò osservando la fragile figurina allontanarsi in modo poco stabile.

Avrebbe voluto solamente che quei quattro stupidi anni non fossero mai passati. Anche lui era cresciuto, ma non credeva che così poco tempo potesse togliere tutta la giovinezza ad un ragazzo nel fiore dei suoi anni.


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Quel giorno Louis stava vendendo molto pesce. Con l’imminente arrivo del Natale tutti gli abitanti erano più propensi a spendere e a comprare cibo per prepararsi in anticipo alle grandi cene natalizie.

Per Louis fu solo un bene. Mancavano meno di 24 ore al compleanno di suo figlio e lui non aveva ancora messo da parte i soldi per la nuova bicicletta. Non credeva di riuscirci in verità. I soldi erano veramente tanti, anche se lui aveva scelto un modello vecchio e di terza mano. Sperava nonostante tutto nella clemenza del signor Bullet anche se da sempre si era dimostrato un vecchietto arrogante e poco disponibile.

Alcuni clienti si preoccuparono delle condizioni fisiche del ragazzo, visto che non sembrava perfettamente in forze e la pesante coperta che continuava a tenere sulle spalle non era di certo confortante. Louis aveva rassicurato tutti spiegando che in mare aperto a volte alcune giornate erano semplicemente più fredde di altre.

Improvvisamente, dopo aver servito la signora Danka e aver lasciato un buffetto con le sue mani gelide a piccolo fagotto di tre mesi che aveva in braccio, sentì un forte odore d caffè. Si voltò distrattamente per imbattersi in un bicchiere di caffè nero bollente.

-Beh, visto che devi lavorare te lo porto qui.- spiegò una voce roca alle sue spalle. Louis si voltò di scatto per trovarsi davanti due occhioni verdi e un paio di fossette.

-Harry!- sussurrò sorpreso. -Che ci fai qui..?- chiese cercando di riscaldarsi le mani sfregandole tra loro.

-Ti ho portato il caffè! Anche se non passo la mia vita a mangiare come qualche anno fa, credo ancora che la colazione sia uno dei pasti principali della giornata.- spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo porgendo il bicchiere fumante a Louis.

Il ragazzo sorrise annusando l’aroma del caffè che tanto gli era mancato. Aveva perso l'abitudine di andare al bar di Perrie, non poteva permettersi la colazione al bar ogni giorno e non voleva pesare sulle spalle dell’attività dell'amica.

-Grazie... Non dovevi però, ho già fatto la colazione a casa.- Harry scosse le spalle e alzò gli occhi al cielo.

-Bevi prima che diventi freddo.- lo invitò.

Louis iniziò a sorseggiare voracemente la bevanda. In verità non c'era stata nessuna colazione per lui. Non aveva una colazione da molti anni ormai. Preferiva lasciare il latte per suo figlio. Lui era uomo, poteva anche vivere senza latte.

Harry lo osservava comodamente appoggiato al bancone cercando di nascondere un sorriso soddisfatto.

-È buono. Come facevi a sapere che prendevo proprio questo tipo di caffè?- mormorò Louis dopo aver bevuto tutto d'un fiato il contenuto del bicchiere, mentre si asciugava con un tovagliolino le labbra macchiate.

-Mi fa piacere. Vorrei poter dire di essermi ricordato i tuoi gusti, ma la verità è che mi ha aiutato Perrie.- ammise il riccio.

-Non preoccuparti, quello che conta è il pensiero. E l'ho apprezzato.- rispose Louis arrossendo. -Ma non devi, non ce n’è bisogno, Harry.-

-Continuerò fino a che non smetterai di dire che non devo. E quando smetterai di dirlo, continuerò perché allora sarà una nostra abitudine.-

Louis abbassò il capo e sospirò. Si rese conto che cercare di mandar via Harry sarebbe stato più difficile del previsto.

-Dove hai lasciato Connor?- chiese Harry per cambiare discorso notando lo sguardo turbato dell'amico.

-E' con Niall al porto. Oggi tornano Liam e Zayn per le vacanze natalizie. Dovrebbero essere qui a momenti- spiegò Louis tornando a servire i suoi clienti.

-Che fantastica notizia! Non vedo l'ora di incontrarli!- esclamò Harry poggiandosi distrattamente sul bancone accanto a Louis.

-Già...- mormorò il pescatore poco convinto. La verità era che non aveva molta voglia di incontrarli. Sapeva che avrebbero iniziato a rimproverarlo e a giudicare le sue abitudini non condivise.

-Domani è il compleanno di Connie, non è vero?- chiese Harry che evidentemente aveva moltissima voglia di parlare.

-Già.- rispose ancora una volta. Harry si imbronciò leggermente per poi sospirare. Decise di tornare a casa. Louis chiaramente non aveva molta voglia di parlare. Avrebbe fatto un nuovo tentativo il giorno dopo.

Dopo averlo salutato calorosamente e aver lasciato una vigorosa carezza sulle sue spalle, più che altro per riscaldarlo ancora, tornò a casa.

Louis cacciò fuori un sospiro che sembrava aver trattenuto per tutto quel tempo e continuò a lavorare indisturbato.

Sorrise quando vide in lontananza dei riccioli completamente diversi da quelli di Harry. Danielle lo raggiunse in poco tempo e dopo avergli lasciato un bacio sulla fronte si sedette a gambe incrociate sul bancone.

-Cosa ti porta qui?- chiese Louis senza guardarla.

-Una festa. Ti sto invitando ad una festa.- disse lei battendo un pugno sulla mano aperta.

-Non se ne parla.- decretò Louis. -Volevi altro?-

-Mi dispiace per te, ma verrai a questa festa visto che si farà a casa di Ed e Taylor e per tornare a casa devi fare per forza quella strada. E poi terrò in ostaggio tuo figlio.-

Louis sbuffò iniziando a pulire il bancone con una pezzetta.

-E cosa festeggiamo? Il compleanno di Connie è domani! Porta male festeggiare prima.-

-Lo so, scemo! Festeggiamo il ritorno di Zay e Lee!- esclamò la ragazza. -In verità è stato Liam a dirmi di preparare una piccola festicciola, come se non li avremmo già festeggiati di nostro... Era emozionatissimo, voglio proprio capire che cosa gli passa per la testa.- ridacchiò la ragazza.

-Ti senti ancora con lui? Non avevi una bambolina voodoo con la sua foto?- chiese. La ragazza alzò le spalle.

-Non tengo i rancori dentro. Gli voglio bene. Alla fine lui è felice, e anche io. Alla fine l'amore non è tutto.-

-Già...- si ritrovò a rispondere Louis mordendosi il labbro.

-Ho visto Harry mentre venivo qui.- esclamò la ragazza facendogli l'occhiolino. -Ovviamente ho invitato anche lui!-

-Non ne avevo dubbi...- borbottò il pescatore.

-Cosa era venuto a fare?- chiese.

-Mi ha portato un caffè...- disse con tranquillità.

-E una coperta!- dedusse la ragazza. -Questo non è sicuramente il tuo odore.-

-E una coperta..- aggiunse Louis alzando gli occhi al cielo.

-Che romantic....-

-Piantala!- la fermò Louis cercando di trattenere una risatina.

-Oh dai, Lou! Fammi sognare! Anche io voglio un ragazzo che mi porti un caffè e una coperta a lavoro!- esclamò.

-Non avevi appena detto che l'amore non è tutto?-

-Non puntualizzare ogni volta!- disse alzando gli occhi al cielo. Louis rise e scosse il capo.

-In ogni caso tra me e lui non potrà esserci più nulla. Non siamo più bambini, non abbiamo bisogno - o almeno, io non ho bisogno - di una storia d'amore. Non me ne faccio nulla dell'amore e non ho tempo.-

-Non la penserai così quando inizierà a lasciare dei fiori sulla tua barca.- ridacchiò la ragazza.

-Bloccherò questa...cosa... prima che inizino a spuntare fiori sulla mia barca. Anche perché Connie è allergico al polline.- aggiunse.

-Lo vedremo..- ridacchiò la ragazza scendendo dal bancone. -Ti aspettiamo per le 18.00, porta qualche pesce, lo facciamo alla griglia!- disse correndo via.

Louis sorrise e scosse il capo. Non aveva nessuna voglia di andare a quella stupida festa ma per non far preoccupare i suoi amici ci sarebbe andato. E poi era convinto che suo figlio non se la sarebbe persa per nulla al mondo.

-Angoletto
Ehilà! Sono tornata qualche giorno fa dalle vacanze e come promesso ecco il nuovo capitolo.
Come vi è sembrato? E' solo un capitoletto di passaggio, dal prossimo le cose si complicheranno e conosceremo un nuovo personaggio.
Ora vado a letto che, come al solito, è molto tardi. Se volete scrivetemi le vostre opinioni :)
A presto, Somriure <3

 

  
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