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Autore: Angel TR    09/09/2016    2 recensioni
Lili ed Asuka alle prese con i drammi della loro età.
1# Ma anche le brave ragazze avevano i loro segretucci e lo scheletro nell'armadio di Lili Rochefort era Asuka Kazama.
2# La bambina si fece rossa rossa in viso, gonfiandosi come un palloncino. « Ma è di Polly! Io la voglio di Barbie! » strillò
3# Andiamo! Tutto il suo aspetto gridava "scarsa"!
4# Asuka alzò lo sguardo, appannato dagli occhiali da vista sporchi, per incontrare il paio di occhi azzurri più splendenti e sinceri che avesse mai visto.
5# "Arrivata a casa, Belli Capelli? Qualcuno potrebbe finire abbagliato e fare un incidente. TVB, la tua migliore amica."

{ Raccolta di storie partecipanti alla 'AU Challenge' indetta da DonnieTZ su Efp }
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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I migliori anni.

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Un ringraziamento particolare a DonnieTZ per lo splendido bannerino*_*





N/D: Raccolta partecipante alla "AU Challenge" indetta da DonnieTZ su EFP con la sezione "Teen!AU"
La seguente fiction partecipa anche alla Challenge 'Le situazioni di lui&lei' indetta da starhunter su Efp con il prompt 47. Punk/bravo ragazzo


Teen!AU
Nickname: Angel Texas Ranger
Genere: slice of life, song fic
Punk= uno dei protagonisti è un punk
Titolo: Sk8ter Girl

N/D: ho riportato parecchi stereotipi in questa fic. Non voglio assolutamente screditare/offendere nessuno, sia chiaro ^-^




He was a punk.
She did ballet.
What more can I say?
He wanted her.
She'd never tell.


Lili Rochefort era una brava ragazza.

Aveva tutti ottimi voti a scuola, usciva con una comitiva di ragazzi benestanti e di buona famiglia e tornava a casa entro mezzanotte;
non fumava, non beveva, non si faceva le tinte né rasava i suoi capelli secondo la moda alternativa; non portava piercings, non era tatuata, non guidava spericolata, non bigiava la scuola, non imbrattava i muri, si vestiva ordinata; non mancava di rispetto a nessuno, non diceva le parolacce né gergo tipo 'Yo, fraté';
non guardava programmi poco adatti alla sua giovane età.

Suo padre era fiero di lei. Diceva sempre che Lili era l'unica cosa per la quale era valso vivere.
La ricompensava con una paghetta adeguata e iscrivendola al miglior corso di danza classica del quartiere.

E, siccome Lili era una brava ragazza, si era impegnata a fondo ed era stata premiata con un ruolo di rilievo per il saggio di fine anno.

Ma anche le brave ragazze avevano i loro segretucci e lo scheletro nell'armadio di Lili Rochefort era Asuka Kazama.

Asuka Kazama non era una brava ragazza.

Aveva pessimi voti, usciva con una gang di ragazzi dalla pessima reputazione e dal pessimo odore e si ritirava alle sei del mattino; fumava, beveva, diceva parolacce e bestemmiava;
aveva i piercings (sul naso, sul labbro e sul sopracciglio), tre tatuaggi (perché due porta male), si vestiva tutta di nero, con le borchie e i jeans strappati, lo smalto nero mangiucchiato e gli occhi bistrati del medesimo colore; guidava spericolata -non aveva tutti i punti sulla patente, faceva gestacci dal finestrino e spaventava i bambini;
imbrattava i muri, ascoltava musica punk a tutto volume mentre guardava film horror e pure, si sospettava, qualche porno.

I suoi genitori la mettevano in punizione ogni giorno; e, ogni giorno, Asuka scavalcava le recinzioni di casa e andava ad incontrarsi nel vecchio parco di fronte la scuola. Buffo: scappava da quel luogo come i vampiri davanti al sole, eppure era il punto di ritrovo scelto dalla sua cricca.

Eppure, iniziava a balbettare e le Malboro le scivolavano dalle dita quando passava Lili con i suoi vestitini sistemati e il suo profumo 'Mademoiselle'.
Comunque, riusciva a gridarle dietro qualcosa come "Principessa!" ,ringhiando se i suoi amichetti ridacchiavano o facevano commenti su Lili.

Le amiche di Lili, che l'accerchiavano manco fosse l'ape regina, storcevano il naso davanti ai vestiti sciatti di Asuka e alla bottiglia di birra che ogni tanto ondeggiava nella sua mano.

« È una punk. » sibillavano, strascicando le parole, come se fosse qualcosa di particolarmente disgustoso. « Cosa vuole da te? »

Lili scrollava le spalle e non rispondeva: non lo sapeva neppure lei. Fatto sta che trovava intriganti quei rozzi complimenti e affascinanti gli occhi macchiati di nero della ragazza.

Cosa in realtà voleva da lei? Un mistero. Forse la prendeva solo in giro, per divertirsi con i suoi amici antipatici; forse volevano farle del male.
Ma no!, scosse la testa a quel pensiero. Asuka Kazama non le sembrava una criminale, solo una ragazza ribelle.

Forse la invidiava un po'? Ma chi invidiava chi: Asuka a lei o lei ad Asuka?

Un bel giorno di fine marzo, tanto per rendere più interessante la storia, Lili trovò ad attenderla ,sul suo banco, una cioccolata calda ed un mazzo di rose bianche, finte ma comunque graziose.

Le sue amiche ridacchiarono. « Sarà stato Àlvaro: abbiamo visto come ti guarda. Ti ha aspettato persino dopo la lezione di danza. » commentarono.

Il cuore di Lili, però, batteva al ritmo di un altro nome. Che sorpresa, pensò. Nemmeno lei si aspettava un pensiero del genere.
Perché, in fondo al suo cuore, avrebbe voluto che fosse stata Asuka a mandarle quei fiori e quella tazza di cioccolata calda.
Al che, inarcò un sopracciglio: e se ci avesse fatto la pipì dentro? Lili scosse ancora la testa per quei pensieri ignobili.

Il mistero poteva essere risolto durante l'intervallo, decise. Sarebbe andata fuori al cortile e avrebbe chiacchierato con Asuka.
Fino a quel momento, avrebbe infilato le rose nella cartella e si sarebbe gustata la tazza di cioccolata calda.



Secretly she wanted him as well.
And all of her friends stuck up their nose.
They had a problem with his baggy clothes.

.

La campanella della scuola trillò, scatenando la fuga dei ragazzi dalle proprie classi.
Lili e le sue amiche non si affrettarono. Restarono ad aspettare finché anche i ragazzi della comitiva non le raggiunsero.

« Ecco Àlvaro. » sussurrò maliziosamente una delle ragazze all'orecchio di Lili, lanciando un'occhiata al tipo biondo e abbronzato che veniva verso di loro.

Nessuna reazione, però, si innestò nel corpo di Lili. Ricambiò il sorriso di Àlvaro più per cortesia che per altro. Lui le offrì il braccio e lei lo accettò, sempre per cortesia.
Lili non chiese della cioccolata, si limitò a domandargli di accompagnarla nel cortile.

Àlvaro acconsentì, non senza lanciarle un'occhiata stramba. « Fa freddo, oggi. » disse, cauto.

« Lo so. Ma ho... una commissione. » spiegò Lili, altrettanto cauta.

Insomma, era ridicolo. Perché doveva tante spiegazioni al suo gruppo?
Lili si morse il labbro, pentita.
Erano bravi ragazzi, le volevano bene.

Così, quando giunsero al cortile, Lili si voltò verso Àlvaro e, arrossendo, gli chiese di aspettarla lì. Ancora una volta, lui acconsentì.

« Sicura? »

« Sicurissima. Grazie, Àlvaro. » lo rassicurò Lili.

Gli diede le spalle e restò da sola ad affrontare il gelo e la cricca dei punk.

Si avviò a grandi passi, stringendosi le braccia attorno al corpo. Poi, sentendosi stupida, le lasciò andare.

La gang era in fondo a tutto, in un angolino, a cerchio, escludendo il resto del mondo. Volute di fumo si levavano sopra le loro teste, avvolgendoli in una cappa.
Sigarette, sperò Lili.
Il frusciare delle sue ballerine azzurre sull'erba li fece voltare. Asuka era tra di loro e sbarrò gli occhi appena la vide.

« Guardate un po' chi arriva. » intonò un ragazzo con i capelli tinti di verde. « La cocca di papà. »

Lili avrebbe voluto girare i tacchi e correre via ma si trattenne. Sono solo ragazzi, si disse. Si fermò davanti a loro e sostenne lo sguardo di Capelli Verdi.
Fa' la dura.

« Esatto. Ora, se non vi dispiace, vorrei conversare con Asuka. » disse, alzando il mento.

Capelli Verdi sembrò parecchio infastidito e si erse per affrontarla a muso duro: la superava di buoni dieci centimetri. « Invece ci dispiace, bambolina. » replicò, inclinando la testa verso di lei.

« Vorrei conversare con Asuka! » la canzonarono gli altri.

Lili si rese conto che non avrebbe ottenuto un incontro privato con la ragazza. Beccarla da sola era praticamente impossibile: avrebbe dovuto modificare il suo piano accurato.
Aveva programmato tutto per benino! Che peccato.

« Smettila, Duck. » intervenne l'oggetto dei pensieri di Lili, afferrando Capelli Verdi per una spalla. « È una ragazza. »

Lili prese aria. Duck? Quel tipo si chiama Duck?
In un altro momento, avrebbe riso.

Si costrinse a fissare Asuka nei grandi occhi marroni a mandorla. Lei li sbarrò ed arrossì vistosamente.

« Asuka, sei stata tu a mandarmi le rose, questa mattina? » chiese, ad alta voce. Fu la cosa più coraggiosa che avesse mai fatto in vita sua.

L'espressione imbarazzata di Asuka le confermò tutto, spazzando via i dubbi. Fu solo un attimo: la ragazza riassunse la sua aria strafottente e, aspirando dalla sigaretta, le regalò un'inarcata di sopracciglio da dieci e lode.

Soffiò via il fumo prima di dire « Le rose le porto quando te ne andrai di qua, Rochefort. »

La gang rise, un suono stridente che provocò in Lili un forte mal di testa.

Tentò di ricacciare indietro le lacrime, ricordandosi che probabilmente quella era tutta una facciata: Asuka non era una dura, non era nemmeno in grado di ammettere i propri sentimenti davanti ai suoi amici.

Lili si disse che anche lei sapeva mettere su una bella facciata. Alzò il mento, sprezzante, e squadrò Asuka dalla testa ai piedi.

« Se devi fare la sbruffona davanti a loro, evidentemente non sei la persona che pensavo. » sbottò.

Poi girò i tacchi e se ne andò. I ragazzi le ricordarono la loro presenza con cori di 'buuh' davvero fastidiosi. Lili sentì che le lacrime le stavano rigando la guancia così si affrettò ad asciugarle non appena vide Àlvaro.

« Perché sei andata a parlare con loro? » chiese lui, senza rimprovero nella voce.

Lili vacillò; poi si disse che non sarebbe stata come Asuka, non sarebbe stata vigliacca. « Asuka Kazama. » sputò, come se solo quel nome avesse potuto spiegare tutta la situazione.

Invece Àlvaro sembrò capire. « Ah. Quella che ti chiama principessa. » disse.

Lili gli scoccò un'occhiata sorpresa. « Sì. Lei. » sospirò prima di aggiungere « Mi ha inviato delle rose ma, siccome è stupida, non lo ammette davanti a quella gang di... di... » s'interruppe, incapace di trovare la parola giusta.

Àlvaro fissò un punto imprecisato sopra la testa bionda di Lili. « Dalle tempo. » mormorò.

Lei si bloccò. « Non dovresti dirmi di lasciar perdere? »

Lui si voltò a guardarla. « Te lo direi se non ti vedessi presa. Insomma, hai sfidato i punk a testa alta. Già questo la dice lunga. » spiegò, allargando le braccia.

Lili aprì la bocca per rispondere ma la campanella suonò e i due furono costretti a ritornare nelle rispettive classi.
Le amiche, davanti all'uscio della porta, ridacchiarono quando la scorsero mentre salutava Àlvaro con due baci sulle guance.
Storsero il naso, segno che uno dei punk stava passando, di ritorno dal cortile.

Lili si avviò, senza nemmeno voltarsi a controllare chi della gang fosse.

« Allora, ci stai o non ci stai con Àlvaro? » chiesero le ragazze, ad alta voce.

« Àlvaro?! » sbottò una voce che Lili conosceva troppo bene.

Si girò di scatto. Asuka, una rosa bianca in mano, la osservava come se fosse qualcosa di disgustoso, come se avesse tradito la sua fiducia.

È venuta per me!, pensò Lili, esultante.

Le amiche di Lili la ignorarono completamente. « Allora? » insistettero, all'indirizzo della bionda.

Lili era una brava ragazza.
Non mentiva e non tradiva la fiducia delle persone. « No. È solo un buon amico. » rispose loro, senza staccare gli occhi da Asuka.

La ragazza la premiò con uno splendido sorriso che cancellò l'aria arcigna da dura e mostrò i suoi diciassette anni.
Arrossì ed evitò il suo sguardo mentre le porgeva la rosa. « Per te. » bofonchiò.

Lili l'accettò, con mani tremanti. « Grazie. » disse.

E, da quel momento, Lili fu un po' meno brava ragazza e Asuka lo fu un po' di più.


There is more that meets the eye
I see the soul that is inside
Avril Lavigne - Sk8ter Boy

  
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