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Autore: gaia21    10/09/2016    3 recensioni
[...] Sentì il cuore batterle furioso nel petto e la gola divenire secca. Era proprio questo ciò che le piaceva del suo rapporto con Gray: tutto era sempre come se fosse la prima volta, senza esclusioni. I sentimenti non diminuivano, bensì crescevano, così come intimità, gesti e momenti. [...]
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Piccola shot scritta per un concorso. Spero che vi piaccia ^^
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sempre come se fosse la prima volta
 
 
 
Juvia era distesa sul letto in camera sua con il braccio a coprirle gli occhi che aveva chiuso per pochi attimi, giusto il tempo di fare mente locale su quanto era accaduto poche ore prima. Nulla di grave se si parlava di persone normali, ma se il problema di una stalker incallita era quello di aver perso il suo amore, allora diveniva una tragedia.
Quel giorno Gray non era in gilda e la turchina aveva ben pensato di chiederne il motivo, ricevendo una risposta che le aveva fatto storcere il naso e lacrimare gli occhi, rischiando di allagare Fairy Tail con le sue lacrime. Il corvino era semplicemente andato in missione da solo; un incarico semplice le avevano detto, abbastanza da permettergli di tornare quella sera stessa.
Juvia, però, aveva comunque deciso di tornarsene a casa, rasentando a piccoli passi verso Fairy Hills. Voleva fare qualcosa di diverso, magari un piccolo regalo per il suo Gray-sama, ma non sapeva proprio cosa fare. Le era sembrato un gesto egoista lasciare la gilda solo per quello, ma non era colpa sua, aveva solo seguito ciò che le diceva il cuore. In fondo, la gilda non era la stessa senza il mago del ghiaccio.
Ed ora era lì, a crogiolarsi nei suoi pensieri nel vano tentativo di trovare delle idee utili. Voleva fargli trovare un bel pasto per quando sarebbe rientrato, ma si ricordò di quella volta che aveva provato a cucinare una torta, fallendo immediatamente. Gray sarebbe tornato per l’ora di cena da quello che le avevano detto, non le era sembrata un’idea tanto malvagia provare a cucinare nuovamente, magari mettendoci più impegno di quanto non avesse mai fatto.
Spostò il braccio e subito venne investita dalla luce del sole che filtrava attraverso le tapparelle, costringendola a ridurre gli occhi a due fessure per abituarsi lentamente ai colori e tutto il resto. Attimi dopo, balzò giù dal letto in un istante, non dimenticandosi di stringere a se il Gray-peluche gigante che aveva posizionato accanto il cuscino.
<< Juvia ce la metterà tutta, Gray-sama! >> esclamò pimpante, lasciando un piccolo bacio sull’omino di pezza.
Corse veloce in cucina, aprendo frigo e ante per vedere cos’aveva in casa di utile. Di certo il corvino sarebbe tornato affamato dopo una giornata sfiatante come quella, doveva preparargli qualcosa che l’avrebbe rimesso in forze. Iniziò a tirar fuori delle pentole, ma si fermò quasi subito quando notò una delle tante magliette di Gray appoggiata sul divanetto. Arrossii vistosamente al pensiero che si stessero frequentando da ormai qualche mese, ancora nella fase del “lui ha qualche oggetto, mentre lei un cassetto”. Juvia sapeva che casa sua sarebbe stata la prima meta da cui il mago sarebbe passato: lo faceva sempre quando tornava da qualche missione.
Sentì il cuore batterle furioso nel petto e la gola divenire secca. Era proprio questo ciò che le piaceva del suo rapporto con Gray: tutto era sempre come se fosse la prima volta, senza esclusioni. I sentimenti non diminuivano, bensì crescevano, così come intimità, gesti e momenti.
Scosse la testa per riprendersi quando si accorse di star nuovamente scivolando nel suo mondo pieno di fantasie, sentendo le guance prender fuoco e poté giurare di esser diventata completamente rossa. Se pensava al mago del ghiaccio, non era difficile per lei assumere quel colorito che lui sapeva donarle.
Riprese le stoviglie e gli ingredienti adatti, ormai pronta a sfidare nuovamente la sorte in quel campo che non voleva proprio saperne di andarle a genio. Era certa, però, che ci avrebbe messo tutto il suo impegno, più un pizzico d’amore che non guastava mai.
 
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Era ormai tarda sera quando Juvia finì di preparare tutto l’occorrente. Le era costato fatica per il semplice fatto di aver dovuto rifare alcuni piatti più e più volte, ma alla fine aveva deciso che non erano venuti tanto male. C’era qualcosa di mangiabile lì in mezzo, sicuramente. Sospirò affaticata e si poggiò lungo il bordo della cucina, alzando poi gli occhi azzurro mare a scrutarne la sveglia: era tardi e di Gray ancora nessuna traccia.
Non era normale per lui fare tutto quel ritardo, a maggior ragione se la missione era semplice. Camminò con passo strascicato verso il letto, raggiungendo e afferrando un enorme Gray-peluche, stringendoselo forte contro il petto.
Si sedette sul letto, quasi delusa nel non sentire un altro peso sul materasso. Affondò il viso contro la schiena del peluche, tentando di calmare i battiti furiosi del cuore che non accennava a rallentare tant’era preoccupata. Decise di sdraiarsi proprio come poche ore prima, fissando lo sguardo verso la cima del suo letto a baldacchino intenta a crogiolarsi nei propri pensieri.
Sentì pian piano gli occhi farsi sempre più pesanti e tentò di lottare contro quella sensazione che le urlava di chiudere le palpebre e lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo. Si diede un colpetto in testa con il Gray-peluche, intimandosi di star sveglia e aspettare che il corvino tornasse, ma l’istinto prevalse quasi subito, costringendola ad una resa quasi immediata.
Chiuse gli occhi e non pensò più a nulla, totalmente in balia di quella stanchezza che la face crollare in un istante, portandola verso il mondo dei sogni per lei terribilmente familiare.
Non sentì la porta aprirsi svariati minuti dopo; dei passi leggeri che ticchettavano contro il pavimento; il suono di una maglietta che cadeva e si poggiava leggiadra sul pavimento; e poi una debole voce sussurrare il suo nome. Non sentì nulla di tutto questo mentre la figura di Gray si faceva strada silenziosamente nell’appartamento; lo sguardo che si andava a posare sulla tavola imbandita di tutto punto.
Sorrise, avvicinandosi un po’ per prenderne un pezzo e stupendosi che fosse addirittura tiepido, intuendo che Juvia l’aveva aspettato in piedi fino a qualche minuto prima. Storse il naso al sapore pungente del cibo, sospirando e rassegnandosi al tempo stesso al fatto che la sua ragazza fosse una frana in cucina. A lui però andava bene così. Non gli serviva che la turchina fosse brava o meno in campo culinario, gli importava solo averla accanto dopo esser stato cieco per troppo tempo.
Incurvò le labbra nel vederla distesa sul letto mentre stringeva convulsivamente un peluche simile a lui, e quasi si sentì geloso di quel pezzo di stoffa che aveva preso il suo posto. Si avvicinò a lei e ne studiò meravigliato le forme, proprio come se fosse la prima volta: il vestitino fucsia che le ricadeva morbido lungo le forme; la bocca piccola che rilasciava piccoli sospiri man mano che respirava; gli occhi chiusi solcati dalle lunghe ciglia che gli facevano venir voglia di baciarla lì, sulle palpebre. Le gambe erano quasi vicine al petto, in una vaga posizione fetale che lo fece intenerire. Solo allora notò il viso parzialmente schiacciato contro il peluche e le braccia sottili che andavano a stringerlo maggiormente contro lei.
Il cuore gli batté forte contro la cassa toracica e avvertì un nodo stringere all’altezza della gola, facendolo ingoiare a vuoto. Era sempre bellissima, qualunque cosa facesse, e si ritenne fortunato dal fatto che Juvia fosse sempre stata particolarmente caparbia con lui, non smettendo un solo giorno di provarci e dimostrargli tutto l’amore che disponeva.
Si distese accanto a lei, facendo ben attenzione a non svegliarla, incastrando con calma una gamba tra le sue e passandole un braccio sotto al capo, permettendole di poggiarsi contro la sua spalla muscolosa e forte. Si strinse maggiormente alla maga, guadagnandosi quel posticino all’angolo del letto che gli aveva lasciato e accertandosi che non si fosse svegliata. Sorrise nel vederla ancora assopita, arrossendo vistosamente per quel corpo sinuoso stretto al suo che gli faceva mancare il respiro ogni volta. Si inebriò del profumo delicato che emanava quella pelle candida, prima si spostarsi e cogliere quello che proveniva dai capelli turchini. Respirò a fondo incamerandone una gran quantità, prima di lasciarle un tenero bacio sulla cute e chiudere gli occhi a sua volta, lasciandosi cullare tra le braccia di Morfeo.
 
 
[1323 parole]

*Angoletto autrice
Salve!
Visto che ormai non leggo più di momenti dolci fra loro, ho deciso di pubblicare questa piccola shot che partecipa ad un concorso indetto su Wattpad. Yep, mi sono traferita anche lì sotto il nome di Danielle_Wang (so che non c'entra niente con il mio nome, ma c'è una spiegazione, giuro), quindi per chi volesse seguirmi, sappiate che c'è un altro modo per farlo :D Ma chi voglio prendere in giro? Non mi si fila nessuno XD
Vabbè, andando oltre, spero che vi sia piaciuto questo piccolo attimo di dolcezza a loro dedicato ^^
Alla prossima ^^

 
  
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