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Autore: lobelia181    11/09/2016    1 recensioni
Storia nata dal contest "Coppie su Coppie" di Alexalovesmal.
«Oh James, vorrei dirti che ti ho dimenticato, che sono andata avanti, che il mio amore per te è solo uno stupido ricordo, ma non è così. Mi ero illusa che lo fosse, ma rivederti qui davanti mi ha fatto capire che non sono mai riuscita a superarti. Ti amo James, ma io voglio essere felice, amavo fare l’amore con te e passare il mio tempo con te, ma adesso basta, io non riesco più a…-» le tua labbra si appoggiano alle mie, è un istante.
Mi ritraggo, faccio un passo indietro e mi passo la mano sugli occhi, per asciugare le lacrime.
«Sei un idiota», sussurro.
«Lo so», mi rispondi.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un luogo per dimenticarti
 
«Avevi detto non saresti più tornata», la tua voce è come fuoco sulla mia pelle.
Ogni muscolo del mio corpo si irrigidisce, ho sperato di non rivederti. Ho pregato invece poi, per rivederti.
«Ho dovuto», rispondo, cercando di ignorare l’agitazione che sta invadendo ogni mia singola cellula «mio fratello si sposa».
La tua risata mi scivola addosso, facendomi rabbrividire.
«Con mia cugina, sì, lo so» e mentre le tue labbra pronunciano queste parole, una luce strana invade i tuoi occhi.
Distolgo lo sguardo e mi giro verso il mare, ti do le spalle.
E’ da un anno ormai che non ti vedo e non ti sento, eppure mi fai lo stesso effetto di sempre.
Sento la tua mano sulla mia schiena, è delicata, appena mi sfiora.
«Mi sei mancata», la tua voce è un sussurro.
Serro la mascella e mi costringo a non crederti.
Non ti sei mai fatto sentire, non hai mai dimostrato ciò che hai appena affermato.
«Non è vero», sibilo, mentre mi stringo con forza il maglione.
Nuovamente la tua risata mi raggiunge, cristallina.
Non sopporto il potere che hai su di me. Vorrei staccarmi da te, da quella mano che hai appoggiato alla mia schiena, ma non riesco, non posso, il mio corpo è immobile.
Sento un fruscio lento e poi l’altra tua mano si posa sui miei capelli, li accarezzi, li afferri e me li porti da un lato.
«Smettila», ti chiedo.
Ti prego.
Tu però non mi dai retta, non mi ascolti, non l’hai mai fatto.
Così sento le tue labbra posarsi sul mio collo, proprio dove prima avevo i capelli a coprirmi, a proteggermi da te.
Le tue labbra sono fuoco.
Fuoco sul mio corpo.
Chiudo gli occhi e mi abbandono per un istante.
 
 
«Avanti, vieni qui», il tuo è un sussurro.
Io rido.
«Non penso proprio», rispondo.
Sei su uno scoglio, pronto a tuffarti in mare.
Ti ho sfidato io, ti ho detto che non ci saresti mai riuscito a buttarti da quell’altezza.
«Io mi butto, se ti butti anche tu», proponi.
I miei occhi si illuminano divertiti.
«D’accordo allora» e mi avvicino a te, mi prendi per mano.
Ci buttiamo assieme, siamo a tre metri dall’acqua ed io trattengo il respiro per tutto il tempo, chiudo persino gli occhi. Quando esco a riprendere fiato il tuo viso è vicino al mio.
Mi baci.
Sento le tue labbra sulle mie, la tua lingua intrecciata alla mia.
Mi stringi a te, mentre con le gambe cerchiamo di mantenerci a galla.
Ti stacchi da me e mi fissi.
«Wof», dici.
«Wof», ripeti mentre ti avvicini per leccarmi la guancia.
Io scoppio a ridere, che buffo sei, così.
Il tuo viso si apre in un sorriso divertito e continui a fingere di abbaiare.
Io quasi non riesco a rimanere a galla dal tanto ridere e tu mi stringi in una morsa per non farmi scivolare a fondo. «Che scemo…», sussurro vicino al tuo viso.
 
 
«James, sei troppo vicino»
«Lo so», mi rispondi, soffiando sulla mia pelle «ma mi sei mancata».
«No James, non ti sono mancata».
Poi finalmente riprendo il controllo di me stessa e mi allontano di un passo.
Tu mi guardi e all’improvviso mi sembra di tornare indietro nel tempo.
Mi ritrovo a ricordare ogni istante passato con te: quattro anni.
Trattengo il respiro.
«Giulia, mi sei mancata davvero e ho provato a contattarti, ma non me lo hai permesso. Hai cambiato numero, mi hai eliminato da qualsiasi social ed io non sapevo dove diavolo fossi finita».
Avresti potuto chiedere alla mia famiglia, a tua cugina o anche a tuo fratello.
«Non è vero James, se mi avessi voluta davvero, avresti trovato un modo», dico e mi sento improvvisamente stanca «vai via James, hai avuto il tuo tempo, ora sei libero, libero di andare con qualsiasi ragazza senza sentirti in colpa per me, vai da loro».
Mi sento nuovamente svuotata.
Pensavo di aver superato tutto ed invece mi rendo conto che il mio dolore è ancora qui.
 
 
«Cosa diavolo significa James?», il mio grido rauco appare strano anche a me.
Non sembro nemmeno io.
I tuoi occhi saettano sul tuo cellulare che tengo fra le mani «perché diavolo l’hai preso?», mi accusi.
Stringo gli occhi, furente.
«Dopo quello che ho letto qui dentro hai il coraggio di chiedermi perché ho preso il tuo cellulare James?»
«Non avresti dovuto leggere! Quel cellulare è mio»
Ed è in quel momento che mi arrendo, lascio cadere le braccia lungo i fianchi, tu ti avventi sulla mia mano, ti riprendi quello che ti appartiene.
Il mio sguardo è vacuo ora.
Mi rendo conto che avresti potuto fare di tutto, avresti potuto chiedermi scusa, dirmi che ti dispiaceva, che non lo avresti più fatto ed invece, come al solito, hai dato la colpa a me.
Certo, è stata solamente colpa mia, perché ti ho letto i messaggi nel cellulare.
«James, l’ho preso perché tu ultimamente sei stato strano. Ti ho chiesto se c’era qualcosa che non andava, ma mi hai sempre mentito, il tuo comportamento era diverso», dico e mi ritrovo a singhiozzare «per forza eri diverso, avevi un’altra!»
«Ogni mia relazione è finita per la troppa curiosità di voi ragazze, cazzo!»
«James, porca puttana! La relazione non è finita a causa mia, non è stata a causa della mia curiosità, la colpa è tua! Se non avessi iniziato ad uscire con un’altra, non saresti cambiato con me ed io di certo non avrei avuto alcun tipo di curiosità verso quei messaggi», le mie parole scivolano fuori amare dalla mia bocca.
«Non avresti dovuto leggere»
«E tu non avresti dovuto scoparti un’altra, cazzo!», grido.
 
 
«Io…ho già sofferto abbastanza James, non ho voglia di ascoltare altro»
«Mi sei mancata, Giulia», insisti.
Io chiudo gli occhi, sospiro.
Dio, com’è difficile, per questo me ne sono andata allontanandomi da te.
Io ti ho sempre perdonato tutto.
Nonostante le liti, la rabbia, il dolore immenso che provavo, ogni volta che mi sfioravi, che mi sorridevi, mi ritrovavo a sciogliermi fra le tue braccia.
Ti amavo.
Troppo. Disperatamente.
 
 
«Vorrei restare tutto il giorno con te, fra le tue braccia, sul letto a coccolarci», mi sussurri.
Io rido «ho ancora tre ore prima di finire di lavorare, tesoro».
Le tue mani si appoggiano ai miei capelli, li accarezzi, dolcemente.
«Vieni da me appena finisci allora»
Le mie labbra si aprono in un sorriso, mi avvicino a te per baciarti «quando chiudo vengo da te».
Mi stringi forte in un abbraccio e mi baci di nuovo.
«Sarò li ad aspettarti».
 
 
«Giulia, ti giuro…», le mie dita scorrono veloci sulle tue labbra per zittirti.
Quel contatto è fuoco, ma non mi ritraggo, devo essere forte questa volta.
«Ti prego James, non dire altro. Lo so che mi hai voluto bene, ma per te non è mai stato amore. Non sai nemmeno quanto mi ritrovavo a soffrire ogni volta: sentivo la tua pelle contro la mia, quelle parole dolci, i tuoi sorrisi rivolti a me e mi ostinavo a credere che ci fosse qualcosa, che davvero in fondo, anche tu mi amassi…», la mia voce è rotta, le labbra mi tremano e tu sei subito su di me, ad abbracciarmi.
Vorrei spingerti via, ma non ci riesco.
Affondo le dita sulla tua schiena, mi aggrappo a te con tutta me stessa.
«Oh James, vorrei dirti che ti ho dimenticato, che sono andata avanti, che il mio amore per te è solo uno stupido ricordo, ma non è così. Mi ero illusa che lo fosse, ma rivederti qui davanti mi ha fatto capire che non sono mai riuscita a superarti. Ti amo James, ma io voglio essere felice, amavo fare l’amore con te e passare il mio tempo con te, ma adesso basta, io non riesco più a…-» le tua labbra si appoggiano alle mie, è un istante.
Mi ritraggo, faccio un passo indietro e mi passo la mano sugli occhi, per asciugare le lacrime.
«Sei un idiota», sussurro.
«Lo so», mi rispondi.
 
 
«Questo colore ti piace?», chiedo.
«Certo, è uguale al colore dei tuoi occhi, lo adoro»
Io sorrido. «Dobbiamo colorarci le pareti, non sarà troppo pesante?»
Ti alzi, vieni verso di me «avere il colore dei tuoi occhi ovunque mi farà solo che piacere amore»
 
 
«Abbiamo passato tantissimi bei momenti assieme Giulia»
«Hai ragione, ma anche tanti altri pieni di sofferenza, quante volte mi hai fatta piangere, prima di decidere di provare a vivere assieme?»
«Tante»
«Esatto e una volta sulla stessa casa siamo esplosi, tu sei esploso».
Sospiri, ti sistemi la sciarpa attorno al collo.
«Eravamo perfetti»
«Non avresti dovuto tradirmi allora»
Tu socchiudi gli occhi e scuoti la testa, ti avvicini di un passo verso di me, appoggi le tue mani sulle mie spalle, mi accarezzi, piano.
 
«Ecco, questo è il mio posto»
«Questo parco abbandonato con delle panchine arrugginite?», mi domandi, ridendo.
«No», rispondo «questo è il mio posto» e appoggio le mani sul tuo petto «proprio qui» ed inizio a far scorrere le mie dita lungo il tuo corpo «tutto questo», concludo.
Tu mi sorridi, prendi la mia maglietta e mi attiri verso di te.
Mi baci.
 
 
«Sono scappata James, sono scappata da te perché sapevo che non sarei mai stata in grado di resisterti. Anche dopo che mi hai tradito mi sono ritrovata a fare l’amore con te. Se tu chiedi, io ci sono, appena fai un accenno cado ai tuoi piedi e non è giusto James. Non lo è per nessuno dei due, sono stanca di sentirmi così…vulnerabile»
«Allora perché sei ritornata Giulia?»
«Te l’ho detto James, mio fratello si sposa»
«Già, ma sapevi che ci sarei stato anch’io, se ti davo tanto fastidio avresti potuto rifiutarti, tuo fratello avrebbe capito ed invece sei tornata»
«Già…»
«Perché?»
Ti sorrido.
«Per me James. Ho scoperto di riuscire a vivere anche senza di te durante questo ultimo anno, non lo credevo quasi più possibile ormai, eri tutto, tutto per me ed invece sono riuscita a proseguire, sono andata avanti, certo non ho avuto nemmeno una storia simile alla nostra, ma ho trovato la forza di uscire con altri e mi è piaciuto. E’ stato diverso, ma non ho mai pensato di essere inadatta come alle volte mi facevi credere tu, mi sono sentita di nuovo bella e…», mi interrompi poggiando il dito sulle mie labbra, me le accarezzi.
«Non voglio sapere degli altri, ma di te… Dimmi perchè».
Io sospiro, una lacrima scende piano lungo il mio viso.
«Perché avevo bisogno di vederti James, ne avevo bisogno per lasciarti alle spalle, ne avevo bisogno per riuscire a dimenticarti»
Mi allontano velocemente da te, non voglio lasciarti il tempo di replicare, non voglio ascoltare oltre le tue parole, non sono così forte da riuscire a resisterti ancora.
«Non mentirmi Giulia, ti conosco troppo bene», ti sento gridare.
I miei passi si fanno veloci, voglio lasciarti indietro e quando sono sicura di non averti più vicino sussurro: «sono venuta a riprendermi quel pezzo di cuore che ti avevo lasciato James».
Sussurro al vento, a questo luogo, a questo mare che ha fatto da spettatore, che ci ha guardati fare l’amore, sussurro piano e spero di incontrare qualcuno James, qualcuno che mi faccia dimenticare.
Quanto lontano bisogna andare James, per riuscire a dimenticare?
Un sorriso si forma sulle mie labbra.
Mi stringo il maglione addosso mentre i miei occhi si posano sull’orizzonte.
Quanto lontano bisogna andare?
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» Questa storia nasce grazie al contest "Coppie su Coppie" indetto da Alexalovesmal.
» Vorrei far presente che questa è la PRIMA storia in assoluto che non finisce con un lieto fine. Normalmente mi sento in obbligo verso i miei personaggi di farli felici, questa volta invece ho capito sarebbe stato sbagliato farli finire assieme. Soprattutto per Giulia.
  
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