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Autore: Anya_tara    11/09/2016    2 recensioni
E il compleanno di Lia, ma il regalo che desidera... tarda ad arrivare, riuscirà ad averlo in tempo o sara troppo tardi!!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Capricorn Shura, Leo Aiolia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Furry
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Sogno di quando ero bambino, senza preoccupazioni nel cuore …
Shura sospira. Ripensa senza in fondo volerlo davvero ai primi tempi trascorsi al Santuario, appena arrivato dalla lontana Spagna. Dopo tanta solitudine, finalmente qualcuno era stato in grado di fargli sentire il calore, l’affetto che gli erano mancati fin da piccolo. Aveva smesso … di tormentarsi, anche se non era durato abbastanza.
 
Vedo ancora quel momento, è sparito, è scomparso …
Quella notte … è rimasta come una macchia indelebile, come un macigno sul suo cuore. E’ bastato qualche istante perché la vita che credeva di poter avere svanisse in un solo istante, crudelmente recisa dal filo della lama sacra nel suo braccio. Il girone più profondo dell’Inferno era il Giudeo, riservato al traditore dei benefattori. E lui … è consapevole che sarà quello il suo posto, quando morirà di nuovo.
A ben pensarci avrebbe fatto meglio a lasciarlo morto, Atena. Non vale la pena continuare a vivere soffocato dai rimorsi.
 
Dici che eravamo felici, tutto è passato, tutto è finito …
Eppure c’è stato un tempo in cui è stato … felice. Strano ma vero, qualcuno ha tenuto abbastanza a lui da fargli sentire che … è importante. Ch’è un essere umano in grado di dare e ricevere gratitudine e fiducia.
Sospira ancora, mentre chiude il borsone. Un periodo lontano da quel posto lo aiuterà a star meglio, ne è certo. Non sta scappando, non è mai stato così vigliacco da fuggire … nemmeno davanti agli dei.
Quasi mai. I suoi sentimenti sono forse l’unica cosa che teme, a questo mondo. C’è qualcosa di ferito che pulsa dolorosamente dentro di lui … qualcosa … che d’un tratto ha ripreso vita anch’essa, quando aveva sperato di poterla lasciare nella tomba.
Non si sceglie chi amare. Nemmeno lui, con tutto il suo raziocino, con tutto il suo ferreo distacco si è potuto sottrarre a questa regola.
 
So chi ti ha tarpato le ali, e chi ti ha fatto volare, ti ha permesso di sognare … 
Ma l’amore non si può estorcere. E le ali che lui ha spezzato a quella creatura così fiera e impetuosa togliendogli il suo bene più caro, adesso sembra averle ritrovate grazie ad una presenza costante e amorevole.
Non potrà mai cancellare il suo peccato. Ha provato a riconquistarsi la sua fiducia, inutilmente; Aiolia gli ha detto che sono amici, che tutto è dimenticato, sepolto, che adesso va tutto bene.
 
Non ti credo,  non ti desidero più … ti lascio da solo, ma voglio solo te …
 
Ma in realtà tollera appena la sua presenza, quando per caso si ritrovano nella stessa stanza. Non è così stupido da non accorgersi del modo in cui distoglie lo sguardo e serba il silenzio, se gli è vicino: e questo fa persino più male di tutti gl’insulti che gli ha rivolto in passato. Ha preferito il disprezzo e il rancore all’indifferenza. Ora è come se non lo vedesse.
Ha tentato di raccontarsi che non lo vuole, che non … sente nulla per lui. Ma gli basta guardarlo per provare quel dolore dentro, che scava e morde. Un desiderio che gli serra la gola ammutolendolo. Non che lui sia mai stato di molte parole; ma adesso è persino più difficile, fingere che non sia così. Quelle parole che vorrebbero vedere la luce restano sepolte, bussando da sotto la terra della sua anima. Spera che soffochino, prima o poi, smettendo di torturarlo così atrocemente.
Eccoli, neanche li avesse evocati. Aiolia e Marin, nella brace morente del tramonto, vicini, complici. Dei, come sono belli, insieme … vederli fa male al cuore, dalla tanta perfezione. Non può negarlo, lui ch’è onesto.
 
Guarda Aiolia, senza il tuo sguardo vado avanti …
 
Eppure … per una volta, vorrebbe che fosse il contrario. Che fosse lui a provare quella fitta nel petto guardandolo. Che gli si spezzasse qualcosa dentro mentre lo vede andare via, da solo.
Invece guarda lei, soltanto lei; lo fa anche in questo istante, e i suoi grandi occhi verdi sembrano poter trapassare la superficie splendente della maschera argentea, mettere a nudo la bellezza che vi è celata sotto.
 
Dimmi, Aiolia, come ti guarda … io non lo so, so solo che non sono io …
 
Vorrebbe sapere com’è che lo guarda lei, quando il suo viso è finalmente libero da quella barriera. Se trova nello sguardo della sua compagna lo stesso fuoco che brilla nel suo. Non dubita che lei sia degna di quel sentimento; ma vorrebbe vederlo coi suoi stessi occhi, Shura. Vorrebbe poterlo  misurare da sé, il fondo di quell’amore. Per farsi del male. Per meglio espiare, e magari, cominciare a guarire sapendolo felice.
Adesso la abbraccia. Stretta. E quella faglia nel petto si allarga, finché il cuore non gli si lacera del tutto. Gira sui tacchi, e rientra in casa pronto a concludere la sua opera.   
Ma non ci riesce. Una presenza quanto mai poco opportuna in quel momento glielo impedisce. << Aiolos? >>.
<< Oh, Shura >>. Sagitter gli sorride, bello e sereno come sempre. Ha in mano un fascio di rose bianche, delicate e profumatissime, fresche come la bocca di una fanciulla. Chissà dove sta andando. Sembra felice. << Ciao. Come va? >>. Shura annuisce appena. Prega con tutte le sue forze che non si accorga del borsone … ma è tardi. Il sorriso sulle labbra del custode della Nona Casa si affievolisce fino a spegnersi. E’ triste vedere che in un modo o nell’altro è sempre colpa sua, se i fratelli Leukanthòs perdono la loro luce, in sua presenza. Neanche fosse un buco nero che divora la loro calda energia cosmica, un catalizzatore che attira il loro fuoco, annientandolo. << Parti? >>. Vorrebbe poter mentire, ma non ne è mai stato capace. Tanto meno con il suo tutore. << Sì. C’è stata … un’alluvione, nella zona in cui sono cresciuto. Potrebbero aver bisogno di aiuto … e sai che nessuno meglio di noi è preposto a darne >>.
<< E quando te ne vai? >>.
<< Stasera, appena fa buio >>. Prima che sia troppo tardi.
<< Ma … è il compleanno di Aiolia … >>.
<< Appunto. Non c’è regalo migliore che possa fargli levandomi di torno. Sai che tuo fratello non nutre una grande stima nei miei confronti … è meglio che non ci sia, quando le persone a cui vuole bene saranno accanto a lui. Già gli è difficile … ricordare cosa vi è costato la sua nascita. Ci mancherebbe solo che ci fosse anche chi gli ha tolto l’unico suo fratello, adesso che finalmente ci sei anche tu a festeggiarlo >>.
<< Shura >>. Il suo tono non è quello di un uomo che si rivolge ad un compagno ma del fratello maggiore al bambino che ha combinato qualche pasticcio senza ammetterlo, e cerca di prenderlo dal verso migliore, per farlo confessare. << Perché te ne vai? >>.
<< Te l’ho detto >>.
<< No, perché te ne vai davvero >>. Non è una domanda, adesso; è evidente che conosce già la risposta. Scuote la testa dai bei ricci castani, e mette la mano libera sul fianco. <<  Non è questa la soluzione >>.
<< Non vedo cosa potrei fare altrimenti >>.
<< Parlargli, ad esempio? Chiarire definitivamente? Io ti voglio bene. Sei quasi un altro fratello, per me >>.
<< Mi dispiace, Aiolos, ma non credo ci sia nulla da dire >>.
<< Come ti pare. So … ch’è impossibile tentare di ragionare con te. Come anche con lui. Per certi versi siete proprio simili, voi due >>.
Shura abbozza un sorriso. << Solo per certi. Ma … tu dov’è che vai? >>.
Adesso, è Aiolos quello refrattario a parlare. Storce le labbra, e fa vagare lo sguardo un po’ qua e un po’ là. Ma alla fine si decide. << Ero salito da Aphrodite a chiedergli questi … >>.
<< Cos’hai, un appuntamento? La conosco, per caso? >>, ridacchia Shura, notando l’improvviso rossore sulle guance di Sagitter. Non si sarebbe mai aspettato che quel giovane così determinato e franco diventasse così timido e incerto per certe cose.
<< Veramente … me l’ha chiesto Lia >>, dice infine, e Shura prende un’espressione sussiegosa.
<< Naturalmente. Marin è una donna fortunata. Saprà renderla felice … ogni giorno della sua vita >>.
<< Shura … >>.
<< Vado a finire di fare i bagagli. Con permesso >>. Poi, notando che Sagitter era ancora lì, lo spronò ad andare. << Dovresti sbrigarti. Rischiano di appassire, se restano troppo a lungo fuori dall’acqua con questo caldo … sarebbe un peccato sprecarle, dacché sono state recise dal loro gambo, non pensi? >>.
<< Senti … Marin ha organizzato una piccola festa, giù da Aldebaran. Perché non vieni almeno a fargli gli auguri? >>.
<< Oh, ma glieli ho già fatti. E’ una vita che gli auguro di poter essere felice. Adesso, grazie agli dei, sembra che qualcuno abbia ascoltato le mie preghiere >>.
Sagitter si avvicina. << Buona fortuna, Shura >>.
Lui annuisce.
Aiolos si volta per andare, per un attimo sembra voglia dire ancora qualcosa.
Però tace, ed esce.  E Shura ritorna alla sua occupazione, in attesa del momento.
Che tuttavia non giunge. Qualcosa non riesce a farlo smuovere da lì. Il pensiero di dover passare dalle altre Case, probabilmente … cielo, chi le aveva progettate a quel modo doveva avere un senso dell’umorismo alquanto perverso.
Oppure era un ingenuo che non si aspettava accadessero di certi casini, nel Santuario della Dea vergine.
Ma deve farlo. E quando mette piede nella Quinta, non trasale nemmeno.
E’ lì. In piedi. E lo aspetta, glielo si legge in volto.
Forse è giunto il momento della resa dei conti.
Qualunque cosa va bene.
L’importante è che finisca.
<< Lo sapevo che prima o poi saresti passato da qui. Dovevi farlo per forza >>, dichiara Aiolia, incrociando le braccia. << Posso chiederti cosa avevi di tanto importante da fare? >>.
<< Io … >>. La solita vecchia fottuta storia. Davanti a lui perde ogni facoltà. Altro che Shaka di Virgo … Lia riesce a fargli di peggio, senza nemmeno doversi impegnare. << Dovevo finire di fare i bagagli >>.
<< Certo. Aiolos me l’ha detto. Ma non posso credere che tu non abbia potuto trovare due minuti per scendere da Aldebaran >>.
<< Sei arrabbiato? >>.
<< Sì. Molto >>.
<< Credevo non mi volessi tra i piedi >>.
<< E perché mai? Siamo amici, io e te, no? >>.
 
Non ti credo, non ti desidero … ti lascio da solo, ma voglio solo te …
 
Shura sbuffa, davanti a quell’insistenza. << Andiamo, Leo … sai bene che non è così, in realtà. Io non posso esserti amico >>.
<< Perché, scusa? >>.
<< Aiolia, per favore. Almeno tu sii sincero. Sappiamo bene entrambi come stanno le cose. La tua … non è amicizia, nei miei riguardi. E se lo nascondi è solo per riguardo agli altri, tuo fratello in primis >>.
<< Mhmm. E cosa starei nascondendo, di grazia? >>.
<< Lo sai >>. Shura serra le palpebre, espirando con forza. << Da quando mi hai detto che va tutto bene non mi guardi, non mi parli, a stento riesci a stare con me nella stessa stanza. Questa è la prima volta in cui parliamo così tanto dalla rinascita. Per cui … Non giocare con me. Non lo sopporterei >>.
<< Va bene. Ma … almeno gli auguri … potresti farmeli, no? >>.
Shura lo guarda, incredulo. Stanno facendo un discorso serio … e lui pensa a queste sciocchezze? Vero che è un inguaribile egocentrico, però …
<< Se proprio ci tieni … ti faccio i miei migliori auguri, Aiolia. Per tutto >>.
<< E io ti ringrazio. E ti perdono >>, replica Aiolia avvicinandosi. << Anche se non sei venuto … mi hai fatto comunque un magnifico regalo >>.
Capricorn inarca un sopracciglio. << Ma di che parli? Non ti ho mandato proprio nessun regalo >>.
<< Come no? Shura, ma soffri per caso di amnesia? Me l’hai fatto tu stesso, e non te ne ricordi più? Stai peggiorando, philòs >>.
<< Senti, Aiolia … se è uno scherzo, non è divertente >>.
<< Non è uno scherzo. Possibile che non te ne ricordi davvero? >>.
<< Ti giuro che non ho idea di cosa tu stia parlando >>.
<< Vieni, ti faccio vedere >>.
Che avesse combinato qualcosa Sagitter a sua insaputa? Se così fosse stato, gliel’avrebbe fatta pagare, a quel ronzino …
Aiolia lo fa entrare nella sua camera privata, e Shura arrossisce distogliendo lo sguardo dal giaciglio in disordine.
<< Scusa, non ho avuto il tempo di mettere in ordine. L’improvvisata di Marin è stata appunto … così improvvisa, che ho pensato bene di lasciare tutto così com’è. Tanto … dopo sarà ridotto anche peggio, perché perdere tempo a rifarlo? >>.
<< Già. Perché perdere tempo? >>.
<< Ne abbiamo perduto già così tanto, noi … >>. E’ un istante. Un solo fragile istante in cui Aiolia gli cinge le braccia al collo e si avvicina, posandogli le labbra all’angolo della bocca.
Shura dapprima lo fissa come se stesse avendo un’allucinazione; subito realizza e se lo scrolla di dosso immediatamente, prima che possa continuare. << Leo, ma ti ha dato di volta il cervello? Ma sei ubriaco, per caso? O il tuo vicino di Casa ha coinvolto anche te nelle sue malsane abitudini? >>. Essendo amico di Death, sa che ha il deprecabile vizio di farsi qualche fumata … particolare. Ma non può credere che anche Leo, col suo disdegno per certe cose, possa aver ceduto a tali debolezze …
Tuttavia quello che accadendo è persino più strano, soprattutto quando per tutta risposta Aiolia gli cerca di nuovo la bocca, ma stavolta fa centro, e segna mille punti. Di più. Segna tanto quante stelle ci sono in cielo, nelle profondità dello spazio misconosciuto. Lo attira sul letto, si sdraia sopra di lui.
<< Aiolia … >>.
<< Shhh … Taci >>, gli mormora, scivolando a baciargli la gola. E Shura, arrendendosi, lo lascia fare.
 
Ti voglio, voglio solo te …
 
Quello che lo attende è un alternarsi di tenerezza e carnalità, di sesso dolce e selvaggio che lo stordisce, rubandogli cuore e anima una volta di più. Preso com’è non pensa nemmeno a cosa, o a chi ha reso Aiolia così bravo.
Ma dopo sì. Quando sudato e ansimante, sazio di piacere si ritrova faccia a faccia con la realtà, i pensieri ricominciano la loro danza vorticosa nella sua mente.
 
Perché non mi dici la verità?
 
Perché? Perché questa cosa? E Marin? Lei … cosa sa di tutto questo? Con che coraggio potrà ancora incrociarla per le scalinate del Sacro Tempio e salutarla come niente fosse, adesso ch’è stato l’amante del suo uomo?
Quanto sarà difficile, adesso, fingere?
Si volta a guardarlo mentre riprende fiato, e la gola gli si serra in una morsa.
Cosa mi hai fatto, Aiolia? Perché hai voluto rovinarmi in questo modo? Forse, lontano da te
avrei potuto … tirare avanti.
Ma ora non più. Ora che conosce l’oscuro abisso della passione, sa che non potrà mai più farlo uscire da sé, Aiolia.
E rabbia e dolore si scontrano di nuovo dentro di lui, riempiendo quel vuoto che Leo gli ha lasciato sfilandosi dal suo corpo. E rimpianto, e amarezza e vergogna s’intrecciano in una fitta rete pronta a catturarlo.
<< Aiolia. Che … senso ha, questo? >>.
Aiolia lo guarda dritto negli occhi, per la prima volta … dopo anni. Gli punta addosso uno sguardo esterrefatto, i grandi occhi scintillanti due pozze di genuino stupore. Poi li riduce a due fessure da cui filtra una luce calda, quasi una melodia d’oro e verde smeraldo. E un morbido, ironico sorriso si stira sulle sue bellissime labbra. Mai ha avuto quello sguardo. Mai.
O forse sì, ed era solo troppo bambino per essere preso sul serio? Il dubbio si slega appena Aiolia riapre bocca.
<< Ancora non l’hai capito, stupido caprone? >>, gli mormora, e a quell’insulto amichevole, a quell’espressione maliziosamente divertita Shura viene sommerso dai ricordi. L’attimo in cui Aiolia non ha testardamente riprovato a rialzarsi dopo uno scontro violentissimo, ma è rimasto tra le sue braccia, ferito e vulnerabile. Un attimo in cui non è stato belva ma cucciolo.
La bocca di Shura si schiude, ma nemmeno lui stesso sa cosa vuole dire. Assurdo, non gli sono mai mancate le parole, ne conosce così tante, in così tante lingue …
E adesso, non tace per volontà propria o per ordine di Leo, ma per stupore. Per shock. Come … fosse rimasto folgorato, da quella rivelazione.
<< Sei tu il mio regalo. E credo … sia un regalo magnifico >>, sussurra ancora Aiolia, passandogli i palmi sul petto. << Il migliore che abbia mai ricevuto … >>. Fa per riallacciare le loro labbra, ma Shura lo ferma. Non è facile, considerato che sente defluire il sangue da tutte le vene; però deve vederci chiaro, in questa faccenda.
<< Ma … e Marin? >>.
<< Già. Marin >>. Aiolia tende il braccio forte con cui l’ha tenuto stretto, cerca nei suoi vestiti. Infila una sigaretta in bocca e l’accende, senza domandare se gli dà fastidio o meno. Il solito prepotente. Si fa tutto a modo suo … anche l’amore, pensa, abbassando istintivamente gli occhi sulle mani dalle dita serrate in due pugni, in attesa della risposta. Dei, quant’è stato bello, però. La dolcezza con cui gli ha preso il volto per poterlo baciare mentre entrava ed usciva da lui, scivolando come una lama nel fodero gli è rimasta impressa come un marchio a fuoco, nell’anima.
Il pensiero che l’abbia fatto anche con la bella Sacerdotessa tuttavia gli avvelena il ricordo di quell’istante. << Ci rimarrà male, appena scoprirà che il suo metodo … è fallito. Spero che le rose di Aphrodite la consolino un po’ … ma d’altronde, credo che il fine sia quello che conta, nonostante tutto >>.
D’impulso Shura trasale. Metodo? Di che parla, Aiolia? << Che vorresti dire? >>.
<< Che … è stata lei a suggerirmi che non necessariamente tacere è un  male. A suo parere dovevo invitarti al tuo stesso gioco, per ottenere da te qualche segnale … ignorandoti, sfuggendoti. Ma niente. allora ha pensato che forse, provando a farti ingelosire … avrei risolto qualcosa. E devo dire ch’è stata piuttosto brava … ha profuso parecchio impegno, anche se non quanto il sottoscritto, ovvio. Ma non aveva fatto i conti con la tua cocciutaggine >>. Da’ una boccata, inclinando leggermente il capo dai bei ricci bronzei. << Lei non ti conosce bene quanto me. Con la testa dura che ti ritrovi, l’unico modo per farti cedere è afferrarti per le corna >>.
Shura inarca un sopracciglio. << Da che pulpito >>, brontola. Aiolia gli sorride.
<< Però ha funzionato, no? Finalmente … ci siamo arrivati >>. Si tende a catturargli ancora la bocca, e Shura proprio non ci riesce a sottrarsi. Non vorrebbe dargli troppa soddisfazione, ma … al diavolo. E’ tutto quello che desidera e lo sanno entrambi, a quanto pare.
Ma non resiste alla tentazione di punzecchiarlo. << Potevi semplicemente dirmelo, sai? Non ti sei mai posto problemi a dirmene di tutti i colori >>.
<< Per la verità, in origine era quello che mi ero proposto di fare, quando fossi sceso da Aldebaran. Ma visto che mi hai dato buca … ho dovuto cambiare programma >>.
<< Cioè volevi dirmelo … davanti a tutti? >>.
<< Chiaro >>.
<< Allora sono contento di non essere venuto allora >>.
 << Così hai potuto farlo dopo, con calma … >>.
<< Aiolia! >>.
Leo scoppia a ridere. << L’imperturbabile, inamovibile Capricorn … sai che sei carino, quando arrossisci? >>.
<< Ma va’ a quel paese … >>. E si fissa le mani. In realtà Shura è timido, e davanti a quegli occhi si sente più nudo di quanto già non sia. Spogliato nell’anima, fino al fondo. Per qualche motivo sente che con Aiolia non sarà mai in grado di nascondersi del tutto. << Sai, Aiolia, io … >>.
Leo gli posa una mano sulla guancia, sfrega piano le dita contro la pelle. << Ti amo. E’ questo tutto quello che conta. Dimmi soltanto … se vuoi che rimanga >>.
<< Perché domandi, se conosci già la risposta? >>.
<< Perché … voglio sentirlo da te >>, ammette Leo, e per un istante distoglie lo sguardo anche lui, gli zigomi appena appena arrossati. E’ questo che fa cedere Shura, più della sua tenera richiesta.
Lo attira a sé, raccogliendogli il volto tra le mani. Dei, quant’è bello, anche lui. In modo più morbido di Aiolos, anche se si somigliano tanto. Ha ventisei anni, adesso … ma i suoi lineamenti non hanno età.
<< Resta, Aiolia. Resta qui con me >>.
 
Scusate il ritardo … originariamente questa doveva essere una song-fic per il compleanno di Lia, ma complici gl’innumerevoli impegni sono fuori tempo massimo … anche se l’ho un po’ scombussolata spero l’abbiate gradita! Perdonate la licenza poetica ma datosi che il testo è quello che è, e Aiolia fa rima con Sofia … il resto è venuto spontaneo! A noi questo brano l’hanno sparato nelle orecchie tutte le sante sere e diverse volte per sera, siamo arrivate ad odiarla … e scoprire che Alvaro Soler è spagnolo e del Capricorno non ha aiutato … grrr! Comunque, restate in linea, tra poco torniamo con Nemesis e altre storie … sempre che non ci rinchiudano prima!!!!!!!
Bacioni,
Kanon e Saga 
   
 
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