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Autore: Placebogirl_Black Stones    12/09/2016    4 recensioni
Dopo la sconfitta dell'Organizzazione, tutte le persone che sono state coinvolte nella battaglia dovranno finalmente fare i conti con i loro conflitti personali e con tutto ciò che hanno lasciato irrisolto fino ad ora. Questa sarà probabilmente la battaglia più difficile: un lungo viaggio dentro se stessi per liberarsi dai propri fantasmi e dalle proprie paure e riuscire così ad andare avanti con le loro vite. Ne usciranno vincitori o perderanno se stessi lungo la strada?
"There's a day when you realize that you're not just a survivor, you're a warrior. You're tougher than anything life throws your way."(Brooke Davis - One Tree Hill)
Pairing principale: Shuichi/Jodie
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Tomorrow (I'm with you)'
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Capitolo 8: Un segreto svelato
 
 
Si passò un velo di lucidalabbra rosato per completare quel trucco semplice ma che le donava moltissimo. Era da tempo che non vedeva del make up sulla sua faccia, che non si vedeva così. Una donna, una vera donna. Sorrise alla sua immagine riflessa nello specchio: era bello essere se stessi.
Ripose il lucidalabbra nella borsetta, con l’intenzione di ritoccarsi il trucco dopo aver terminato la cena. Voleva mostrarsi al meglio, specie accanto a una donna come Jodie che di certo non faticava ad essere bella ed elegante. Si sistemò un’ultima volta i capelli prima di uscire dalla sua stanza e recarsi in cucina, dove il Dottor Agasa stava preparando la cena solo per lui.
 
- Caspita, come sei elegante stasera! Sicura che non stai uscendo con qualche ragazzo?- scherzò lo scienziato, sorridendo alla sua stessa battuta.
- Questo vestito è troppo bello per essere sprecato per un ragazzo!- rispose a tono, ma senza essere acida - Piuttosto, è sicuro che non le dispiace restare solo stasera?-
 
Le sembrava una domanda un po’ stupida, dal momento che prima del suo arrivo il Dottore aveva vissuto da solo in quella casa per anni, ma dopo più di un anno in cui avevano trascorso ogni giorno insieme le veniva naturale credere che, se se ne fosse andata, avrebbe sentito la sua mancanza. O per lo meno questo era ciò che sperava, perché a lei quel buffo scienziato pasticcione sarebbe mancato da morire.
 
- Tranquilla, vai pure a divertirti con la Professoressa Jodie!- la rassicurò.
- Se vuole compagnia può sempre andare da Shinichi con una scusa-
- Non serve, ne approfitterò per lavorare ad una mia nuova invenzione!- alzò l’indice soddisfatto.
 
Storse la bocca, assottigliando lo sguardo: avrebbe tanto voluto credergli, ma il sospetto che quella fosse solo una scusa era più forte di lei. Sapeva benissimo che, in sua assenza, il Professore ne approfittava sempre per mangiare cose poco salutari, quelle che lei gli proibiva per tenerlo a dieta. Se n’era accorta quando un giorno, nel portare fuori la spazzatura, dalla sporta bucata era uscito un involucro di una nota marca di dolciumi. Tuttavia non disse nulla: non le andava di rovinarsi l’umore per fargli una paternale. Domani gli avrebbe fatto fare una dieta ancora più drastica del solito.
Si rimirò nuovamente nel riflesso dei vetri delle finestre, compiacendosi di quell’abito nuovo che aveva comprato per farsi un regalo. Si trovava bella, una bella ragazza che nessuno poteva più considerare un mostro che aveva creato un veleno e fatto parte di una banda di criminali. Era da tanto che non si sentiva così. Pensò che quella era la prima volta che usciva con un’amica, cosa piuttosto strana per una ragazza della sua età. A diciotto anni si dovrebbe uscire spesso, avere una compagnia di amici, fare cose folli e divertirsi: lei non aveva mai fatto nulla di tutto ciò. Le uniche uscite che ricordava erano quelle con sua sorella, rare e fugaci, poiché non le era permesso prendersi troppe libertà. Poteva solo sognarsela una vita normale, una vita in cui non era una schiava. Ed ora eccola lì, raggiante e serena, consapevole di poter uscire senza più timore di avere gli occhi puntati addosso. Era diventata una ragazza qualunque.
Stava frugando nella borsetta, per controllare di aver preso con sé tutto, quando il campanello suonò. Jodie era arrivata. Andò ad aprire la porta, trovandovi Jodie con il suo solito sorriso contagioso.
 
- Hello!- la salutò calorosamente.
- Vieni, entra un momento- la invitò ad accomodarsi, ricambiando il sorriso.
- Ma come sei bella stasera! Mi piace molto il tuo vestito!- si complimentò, osservandola da capo a piedi.
- Grazie, anche tu sei bellissima-
 
Poteva sembrare una frase fatta, ma in realtà era ciò che pensava: Jodie era ancora più bella in abiti meno formali di quelli che usava per il lavoro. Una scollatura un po’ più pronunciata, un tacco un po’ più alto, una collana fine e non troppo vistosa, ed ecco che una donna già bellissima diventava stupenda, persino con quei grossi occhiali dal gusto un po’ retrò. Le venne spontaneo pensare che se Akai l’avesse vista non sarebbe di certo rimasto indifferente, pur non essendo uno che si esprimeva granché né a parole né a gesti.
 
- Salve Professor Agasa!- salutò lo scienziato che le osservava sorridendo.
- Buonasera Professoressa Jodie! Grazie di averla convinta ad uscire, sa com’è, se ne sta sempre in casa…-
- Non è vero…- brontolò lei, anche se in effetti non aveva tutti i torti.
- Non si preoccupi, non la ripoterò a casa tardi!- fece l’occhiolino.
- Guarda che non sono una bambina, poso  stare fuori la sera anche oltre la mezzanotte- si lamentò, sentendosi considerata più piccola di ciò che in realtà era.
- No no, non sei ancora maggiorenne!- scherzò Jodie, facendo sorridere anche il Dottore - Forza, andiamo!-
- Passate una bella serata!- le salutò il Dottore, osservandole mentre si avviavano verso la porta.
- Anche lei Professore!- ricambiò la bionda.
- E non mangi schifezze!- si raccomandò lei, con espressione corrucciata.
 
Non fece in tempo a vedere l’espressione sul suo volto ma immaginò che avesse assunto quella faccia scoraggiata da cane bastonato che faceva ogni volta che gli proibiva di mangiare dolci o cose grasse. Ben gli stava, così imparava a farla passare per una mocciosa.
 
- Dovresti essere un po’ più gentile con il Professore!- le fece notare Jodie, ma senza cattiveria o rimprovero nei toni.
- Sono anche troppo gentile con lui- replicò, sedendosi in macchina.
 
Era la prima volta che metteva piede in quella costosissima Mercedes, al contrario di Shinichi che invece aveva avuto l’onore di viaggiarci parecchie volte. Non c’era nulla da ridire: quei soldi li valeva tutti. Sedili in pelle, tettuccio retrattile, comfort di ogni genere. Dovevano guadagnare parecchio quelli dell’FBI per potersi permettere un’auto del genere. Si chiese se anche lei un giorno avrebbe potuto guidare una macchina così.
 
- Ti piace?- le chiese Jodie, notando come stava osservando ogni particolare da cima a fondo.
- A chi non piace quest’auto?- sorrise.
- James ha sempre avuto buon gusto in fatto di automobili- si mise la cintura, mettendo in moto la macchina - Allora, dove siamo dirette?-
- In un locale dove servono il sushi sul rullo. Non è molto lontano, il Dottore ci ha portati lì a pranzo una volta, insieme alla Squadra dei Giovani Detective. Intendo quando io e Shinichi eravamo ancora due bambini- precisò - Va bene anche a te oppure preferisci un ristorante?-
 
Doveva ammettere che aveva avuto una certa titubanza nel proporre quel posto, poiché non sapeva a che tenore di vita era abituata Jodie. Una donna che viaggiava su una macchina di lusso, sempre vestita in modo elegante e magari con abiti di marca, forse non gradiva cenare in un locale ordinario come quello. D’altra parte però lei non poteva permettersi di cenare in ristoranti troppo costosi: non aveva un lavoro e ciò che otteneva era solo grazie al Dottore in quel momento, che si offriva di darle qualcosa in cambio del suo aiuto nella riparazione o costruzione di invenzioni.
 
- No no, è perfetto! Mi piacciono quei posti dove ti passano i piatti davanti e tu puoi prendere tutto quello che vuoi!- acconsentì entusiasta, quasi eccitata come una bambina che sta per andare in un posto magico.
 
Più la conosceva e più restava stupita dalla sua personalità: Jodie era la persona più briosa che avesse mai conosciuto. Poteva fare la snob, facendo pesare agli altri il fatto che avesse parecchi soldi, oppure poteva comportarsi sempre in maniera formale e non scomporsi mai, dimostrando di essere un’agente di quell’ente investigativo che l’America definiva “il proprio orgoglio”; invece non faceva nulla di tutto questo. Semplicemente si divertiva quando poteva, come una normale donna ancora giovane, talvolta dimostrando la stessa felicità e spensieratezza di una bambina. Non sapeva se questo suo modo di fare fosse da considerarsi più una sbadataggine, che certo non giovava al suo lavoro, o se invece fosse segno di una grande forza interiore e capacità di affrontare la vita con il sorriso anche dopo tante tragedie. In tal caso avrebbe dovuto prendere esempio da lei.
 
- Bene, ti indico la strada- sorrise, contenta di non aver deluso la sua nuova amica-
- Ok!- alzò il pollice la bionda.
 
 
……………………..
 
 
Dopo circa una quindicina di minuti raggiunsero il locale. Non era nemmeno troppo affollato, quindi avrebbero potuto conversare senza un fastidioso brusio di sottofondo. Presero posto al bancone, mentre un gruppo di ragazzi poco lontano da loro le osservava facendo apprezzamenti sottovoce. Li ignorò, così come fece Jodie, troppo occupata a fissare i piatti che le passavano davanti agli occhi sul rullo trasportatore.
 
- Wow, sembra tutto squisito!- le si illuminarono gli occhi.
- Non mi dire che non sei mai stata in un locale così- le chiese, non capendo come fosse possibile tanta gioia per del pesce e del riso trasportati da un rullo.
- Beh, non molte volte a dire il vero- ammise - Sai, quando sono con i miei colleghi andiamo in ristoranti oppure in locali meno tradizionali. Raramente mi capita di mangiare sola quando sono fuori, così mi adeguo. Sono andata in un posto simile a questo solo un paio di volte, insieme ad un’amica-
- Capisco, ecco perché sei così contenta-
- Non vedo l’ora di assaggiare questi manicaretti! Anzi, cominciamo subito!- la invitò a prendere dal rullo i primi piatti della serata.
 
Scosse la testa sorridendo: si prospettava una serata divertente. Le piaceva come Jodie sapesse avere un comportamento dignitoso sul lavoro ma al contempo uno spirito vivace e pazzerello nella vita privata.
Entrambe si portarono alla bocca il primo boccone di quella cena a base di riso e pesce. Era buono come lo ricordava, o forse anche di più.
 
- Mamma mia che bontà!- sentì la voce di Jodie di fianco a lei.
- Ti piace?- sorrise.
- Altroché!- annuì la bionda, sgranando i suoi occhioni colore del cielo.
- Mi fa piacere!-
- Però stiamo un po’ tergiversando…- tornò improvvisamente seria, fissandola dritta negli occhi - Dovevamo vederci per parlare di una questione in particolare, giusto?-
- Ti riferisci alla mia conversazione con Akai-san?- sorrise maliziosamente, sapendo quanto l’amica fosse impaziente di sapere.
- Ovvio!- si preparò all’ascolto.
- Devo dire che è andata meglio di quanto mi aspettassi, ed è tutto merito tuo. Se non fosse stato per te non avrei mai saputo la verità-
- Lo sapevo!- fece quasi un balzo sulla sedia per la contentezza - Ecco perché Shu oggi non era più cupo come i giorni scorsi! Sono proprio contenta!- batté le mani un paio di volte, come se volesse farsi un applauso da sola per quanto era stata brava a risolvere la situazione.
 
Se lo meritava eccome quell’applauso, aveva fatto anche troppo per una questione in cui lei non c’entrava nemmeno. Avrebbe potuto fregarsene, invece aveva aiutato due persone in una sola volta. Ancora non le era ben chiaro se l’avesse fatto più per Akai che per lei, ma in ogni caso l’aveva trattata come pochi avevano fatto fino a quel momento, perciò non poteva contestarle nulla. Jodie era l’eroina della sua storia.
Questo però non le proibiva di stuzzicarla un po’. In fondo lei era sempre una dei cattivi diventata buona, e si sa che i cattivi mantengono sempre un pizzico di sfacciataggine.
 
- Mi sembri più contenta per lui che per me- le sorrise nuovamente in modo malizioso, con l’intento di sottolineare il suo evidente interesse per il collega.
- C-cosa?! Ma no, no no!- scosse le mani in segno di negazione, cercando di dissimulare l’imbarazzo con scarsi risultati - Sono contenta per tutti e due, ovvio! - aggiunse.
- Ne sei sicura?- insisté.
- S-sì!- sorrise, ma in modo forzato e non più spontaneo come prima.
 
Sperava di riuscire ad ottenere una risposta alla domanda che le aveva fatto qualche sera prima, ovvero se provava qualcosa per Akai, ma anche stavolta aveva negato, pur continuando a tradirsi con la voce e con lo sguardo. Anche un cieco avrebbe capito che stava mentendo, ma per qualche strana ragione lei preferiva continuare quella recita pur sapendo di non essere credibile. Possibile che non si fidasse di lei? Ok, erano amiche da meno di una settimana e fra loro c’era una notevole differenza di età, ma in fondo cosa le costava confessare? Di certo lei non sarebbe andata a fare la spia ad Akai, non aveva certo la confidenza necessaria per fare un simile gesto, senza contare che teneva più alla loro nuova amicizia che a instaurare un rapporto confidenziale con l’ex di sua sorella.
 
- A proposito, hai fatto pace anche con Cool Guy, vero?- le chiese, cercando di sviare il discorso.
- Sì, tutto a posto anche con lui- annuì.
- Bene, sono contenta! E…hai cambiato idea sul conto di Shu adesso?- chiese titubante, probabilmente temendo di darle di nuovo motivo di pensare che fosse innamorata di lui - Insomma, non lo consideri più un mostro, vero?-
- No- le sorrise, cercando di rassicurarla - Non mi fido ancora del tutto di lui, ci vorrà del tempo per questo, ma non penso più sia un mostro-
- Mi fa piacere- le sorrise di rimando, stavolta in modo sincero - Come si è comportato durante la conversazione? Shu è un tipo molto chiuso e raramente fa discorsi personali, quindi mi chiedevo se ti avesse parlato in modo chiaro e diretto o se avesse avuto difficoltà. A volte quando non vuole confessare troppo è capace di liquidarti con frasi strane!-
 
Più parlava di lui e più le si illuminavano gli occhi, per non parlare di quel sorriso che si allargava sempre più a ogni parola. Descriveva quell’uomo come se fosse un unicorno, un essere raro che non si vedeva tutti i giorni. Fin da quando lo aveva conosciuto sotto le mentite spoglie di Dai Moroboshi, ai suoi occhi Akai era sempre stato uno come tanti, un uomo piuttosto chiuso e incapace di mostrare i suoi reali sentimenti, sicuro di sé tanto da sembrare uno spaccone alle volte. Si era sempre chiesta cosa ci trovasse sua sorella in lui, cosa avesse di così speciale da renderla così felice, e ora si stava facendo la stessa domanda con Jodie. Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo, quando Akemi le parlava di lui. Forse era anche per questo che apprezzava così tanto la compagnia di Jodie: aveva l’impressione che il destino le avesse dato l’opportunità di avere qualcosa di simile a quella sorella tanto amata che aveva perduto.
 
- Ha mantenuto la sua impassibilità anche mentre mi raccontava tutto ciò che mi avevi già detto il giorno prima, ovvero che amava davvero mia sorella. Ma questo è tipico di lui, non credo sia uno che versa molte lacrime, non è così?-
- Da quando lo conosco non l’ho mai visto piangere, almeno non in presenza di altre persone- annuì.
- Nonostante ciò devo ammettere che alla fine mi ha detto delle parole davvero molto belle e ho capito che dietro a quel suo modo di fare freddo in realtà c’è più gentilezza e altruismo di quanto non voglia far vedere. Ti confesso che in questo siamo simili-
- Ci vuole pazienza, Shu è fatto così!- sorrise alzando le spalle - Ma almeno non si è comportato come un orco, avevo paura che rovinasse lo sforzo che avevo fatto nel convincerti a tornare da lui!- ironizzò.
- Non vuoi sapere che cosa mi ha detto di preciso?- tentò di nuovo di stuzzicarla, ma stando attenta a non essere troppo esplicita come prima.
- Non vorrei essere troppo invadente, in fondo sono cose personali, però confesso che sono curiosa!- assunse un’espressione da ragazzina imbarazzata.
- Lo immaginavo- sorrise - Comunque mi ha detto che prima di morire mia sorella gli aveva inviato un messaggio chiedendogli di proteggermi nel caso la sua missione non fosse andata a buon fine. Lui ha mantenuto la parola data e ha detto che posso chiamarlo quando voglio e che posso fare affidamento su di lui per qualsiasi cosa-
 
Le faceva ancora effetto sentire quelle parole, l’emozione che le avevano dato era forte. Pur non considerandolo ancora un “amico”, le aveva fatto piacere sapere che c’era qualcuno che teneva a lei così tanto. Si chiese se davvero avrebbe mai fatto affidamento su di lui, ma solo il tempo le avrebbe dato una risposta. Forse era proprio questo lato di lui che aveva fatto innamorare sia sua sorella che Jodie.
Osservò la faccia di Jodie, che sembrava sinceramente stupita. Evidentemente nemmeno lei si sarebbe aspettata una simile dichiarazione, pur conoscendo Akai meglio di lei.
 
- Mi sembri sorpresa- le fece notare - Non avevi detto che Akai in fondo non è quello che sembra?-
- Sì…sì è solo che…Sapevo del messaggio che Akemi gli aveva mandato, ma conoscevo solo una parte del suo contenuto a quanto pare…- si fece pensierosa.
- Sapevi del messaggio?- ora era lei quella stupita.
- Shu ce lo disse perché era comunque una pista che ci portava alle mosse dell’Organizzazione, ma ha omesso la parte in cui Akemi gli aveva parlato di te. Immagino lo abbia fatto perché era una questione personale che riguardava solo voi- abbassò lo sguardo, rattristandosi, cosa che non sfuggì al suo occhio attento.
- Capisco- rispose semplicemente, temendo che se avesse aggiunto altro avrebbe peggiorato la situazione.
 
Forse Jodie non era a suo agio a sentir parlare di sua sorella, d’altra parte non è facile affrontare la donna che è stata la fidanzata dell’uomo che ami. Aveva parlato liberamente, certa che Jodie l’avrebbe ascoltata, ma non aveva pensato che alcuni argomenti avrebbero potuto causarle dolore. Doveva stare più attenta se non voleva che la sua amica si trasformasse in una nemica.
 
- Lo farai?- le chiese a bruciapelo.
- Cosa?-
- Lo chiamerai se avrai bisogno?-
- Forse, quando mi fiderò un po’ più di lui- ammise.
 
Si era appena ripromessa di non esagerare con Jodie, ma non riusciva a trattenere la sua curiosità di sapere. Forse trascorrere tutto quel tempo con Shinichi aveva contagiato anche lei. D’altra parte lei stava confessando un sacco di cose personali, quindi perché Jodie non doveva fare altrettanto? Non le stava chiedendo nulla di così segreto, solo una conferma dei suoi sentimenti per Akai. Doveva farle capire che poteva fidarsi di lei, ma non sapeva come. Non aveva mai avuto un’amica, non sapeva che atteggiamento assumere in quella situazione.
 
- Ci tieni molto a sapere di Akai e a parlare di lui, vero?- tentò nuovamente di spronarla.
 
Si aspettava che Jodie divagasse e cambiasse discorso come prima, invece si limitò a fissare il sushi che aveva nel piatto davanti a lei, forse senza nemmeno vederlo, come se non la stesse sentendo. Sembrava immersa in un universo parallelo, sul suo volto un’espressione malinconia e sofferente. Ecco, come non detto: aveva tirato troppo la corda e adesso si era spezzata. Mai come in quel momento capì cosa doveva aver provato Shinichi quando lei gli aveva detto che la loro amicizia era finita. Non si sarebbe mai perdonata se Jodie non le avesse più rivolto la parola a causa di quella stupida voglia di sapere.
 
- Mi dispiace, non sono affari miei. Non volevo importunarti, è solo che…beh, non so bene come ci si comporta fra amiche- ammise, abbassando lo sguardo anche lei.
- Come dici scusa?- le chiese di rimando Jodie, scuotendo leggermente la testa come per scacciare un pensiero diventato assillante e guardandola - Perdonami, mi sono distratta un attimo-
- Va tutto bene? Per caso ho detto qualcosa che ti ha turbata o infastidita?-
- No no, al contrario, mi piace molto chiacchierare con te!- le sorrise.
 
Un sorriso forzato, ben diverso da quelli calorosi e spontanei che le aveva fatto quando era andata a prenderla a casa del Dottore. Poteva mentire a se stessa, ma non a lei. Era stanca di bugie, non aveva più voglia di sentirne, nemmeno di piccole o innocenti come quella. Lei era stata onesta, perciò anche Jodie adesso doveva esserlo. A quel punto valeva la pena giocarsi il tutto per tutto: se davvero aveva rovinato la serata e anche la loro amicizia, allora ciò che le stava per dire non avrebbe cambiato nulla.
 
- Credo che dovresti aprirti e dire quello che stai pensando- le disse senza giri di parole - Io con te l’ho fatto. Mi sono confidata e ti ho detto delle cose personali, perché sento che di te posso fidarmi. Forse tu non ti fidi abbastanza di me o mi ritieni una ragazzina che non può capire certe cose, ma ti assicuro che non è così. Ho capito benissimo che sei innamorata di Akai, la domanda che ti ho fatto l’altra sera era retorica. Anche i muri di questo locale lo hanno capito, a dire il vero. Però per qualche motivo sconosciuto neghi l’evidenza e sembri addirittura turbata dal provare questo sentimento. Sento che c’è dell’altro dietro ed è proprio questo che non vuoi dire- concluse.
 
Quel che era stato fatto era stato fatto. Dalla risposta di Jodie sarebbe dipeso il finale della serata e soprattutto della loro amicizia. In cuor suo sperò in un esito positivo, ma la sua testa abituata a pensare sempre al peggio aveva già dato il verdetto. In fondo la vita non le aveva mai dato nulla di buono, quindi perché illudersi?
 
 
………………………….
 
 
Già da quando l’aveva conosciuta ed era ancora una bambina, vittima di quella strana droga progettata da lei stessa quando era ancora all’interno dell’Organizzazione, si era accorta subito del suo caratterino, ma non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi davanti una ragazza così determinata. Nonostante avesse solo pochi anni in più rispetto alle ragazze liceali a cui aveva insegnato alla Teitan, Shiho dimostrava di essere una donna matura invece che una ragazzina adolescente. D’altra parte la vita che aveva fatto non le aveva certo permesso di essere una comune adolescente. La sua determinazione incredibile era invidiabile, le ricordava un po’ lei da bambina quando si ribellava a James e voleva fare la donna vissuta. Ormai aveva capito di essere stata smascherata, e di certo tutte quelle domande su Shuichi che le aveva rivolto non avevano fatto altro che alimentare e confermare i suoi sospetti. Non poteva farci nulla, non era in grado di nascondere quell’amore che non era mai svanito.
Si sentì una stupida nel farsi fare la ramanzina da una ragazza che aveva dieci anni in meno di lei. Doveva essere lei fra le due quella più responsabile, quella che poteva fare da “sorella maggiore” all’altra; invece si era ritrovata a fare la ragazzina innamorata a cui brillano gli occhi quando parla del ragazzo che le piace. Era patetica e si vergognava di se stessa. Forse il fatto di non avere mai avuto qualcuno a cui confidare i suoi sentimenti per Shuichi, sia prima sia dopo la loro rottura, l’aveva portata a non riuscire più a tenersi tutto dentro e a non sapere come comportarsi quando si toccava l’argomento. Anche lei non aveva avuto una vita facile, a ben pensarci.
Su una cosa in particolare, più di tutto il resto, aveva ragione: lei gli aveva confidato molte cose personali, aveva risposto a tutte le sue domande, si era fidata di lei; adesso era il suo turno. Forse ciò che Shiho cercava non era tanto una risposta alle sue curiosità, quanto una conferma del fatto che si fidasse di lei. Fino a quel momento non aveva realizzato quanto ci tenesse a quella loro nuova amicizia e saperlo la rendeva felice, perché anche per lei era lo stesso. Anche se il loro legame era nato per caso, le piaceva stare con quella ragazza che le somigliava in tante cose.
Prese un lungo respiro, pronta a far uscire quel “segreto” che si era tenuta dentro per tutti quegli anni.
 
- Avevi ragione- disse infine.
- Eh?- riuscì solo a dire Shiho, stupita da quelle parole che probabilmente non si aspettava.
- Quando l’altra sera mi hai chiesto se ero innamorata di Akai…avevi ragione-
 
Doveva ammettere che si sentiva più sollevata ora che aveva pronunciato quelle parole ad alta voce, ma al tempo stesso aveva paura che ora che aveva “lasciato andare” quel segreto non sarebbe più riuscita a recuperarlo nel caso si sarebbe rivelato un errore. Non voleva che arrivasse fino al diretto interessato. Non voleva prendersi un altro schiaffo in faccia da lui, esattamente come sei anni prima.
 
- Questo lo avevo già capito- sorrise la ragazza - Quello che non capisco è perché quando parli di ciò che provi per lui diventi improvvisamente triste. Una donna che parla di quanto è innamorata dovrebbe essere sempre felice, no?-
- Non se il suo amore è a senso unico…-
 
Abbassò nuovamente la testa, mordendosi il labbro inferiore nel tentativo di dissolvere quel nodo alla gola che quelle parole le avevano causato. Lo sapeva dentro di sé, ma dirlo apertamente faceva ancora più male. Era come ammettere la propria sconfitta.
 
- Non puoi saperlo fin che continui a nasconderlo ad Akai! Magari lui prova lo stesso per te ma non ti manda dei segnali perché è troppo orgoglioso e chiuso in se stesso. Lo hai detto anche tu. E poi si sa che la maggior parte degli uomini sono tutti così…- storse la bocca.
- Perché, tu sei un’esperta di comportamenti maschili?- cercò di fare una battuta per allentare la tensione - Comunque vorrei averla io la tua convinzione…- sorrise, anche se la tristezza nei suoi occhi tradiva il suo reale stato d’animo.
- Fai un tentativo, stare in silenzio a struggerti è peggio- insisté.
- Credimi, è meglio di no- scosse la testa - Ma ti ringrazio per il supporto-
- Ma perché?!-
 
Sgranò gli occhi davanti a quell’irruenza, che fece girare tutti i presenti nel locale verso di loro, generando non poco imbarazzo. Certo che si era davvero presa a cuore la questione! La vide tentare di ritirarsi come fanno le tartarughe nel proprio guscio: probabilmente si era resa conto di aver un po’ esagerato. Questo la fece sorridere, nonostante in quel momento non si sentisse per nulla felice. Allora ce l’aveva un lato da adolescente.
Tornò subito seria, consapevole che forse le stava per svelare l’ennesima verità nascosta di quella lunga storia, a meno che non lo avesse già fatto Shuichi.
 
- Perché il messaggio di cui parlavi prima, quello che tua sorella ha mandato a Shu prima di morire…Lui lo conserva ancora sul suo cellulare-
 
Dall’espressione stupefatta che Shiho fece a quella rivelazione, era evidente che Shuichi avesse omesso questo particolare. D’altronde era una cosa molto privata, perciò era da lui comportarsi in quel modo. Probabilmente aveva ritenuto superfluo dirglielo, confessarle di aver amato sinceramente Akemi era già abbastanza. Lei stessa non era certo a conoscenza di quel particolare perché fosse stato lui a dirglielo. Lo aveva scoperto per caso, un giorno come tanti. Si ricordava ancora la sensazione che aveva provato nel leggere sullo schermo il nome del mittente: una freccia avvelenata che mirava dritta al cuore. Poteva giurare di aver addirittura sentito il rumore delle crepe che si espandevano, mandando nuovamente in pezzi quel cuore che aveva passato la vita a ricostruire pazientemente. Quando rompi qualcosa puoi aggiustarlo e se si rompe nuovamente poi tentare di ripararlo ancora una volta, ma quando lo danneggi troppo non c’è più niente che si possa fare. Lei sapeva bene che non avrebbe retto a un’altra delusione, che non avrebbe avuto la forza di raccogliere i cocci. Voleva evitare di soffrire più di quanto non stesse già facendo, poter stare vicino a lui anche solo come amica era più facile che non riuscire più a guardarlo in faccia, o peggio ancora allontanarlo da lei. Shuichi non doveva sapere.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Un capitolo lunghetto stavolta! ^-^ Ebbene chi aspettava questa uscita fra Jodie e Shiho è stato accontentato (o almeno spero XD)! Che ne pensate? Vi aspettavate questa confessione da parte di Jodie? C’è qualcosa in particolare che vi ha colpito o il capitolo è stato una noia mortale? Spero di no! XD Come sempre fatemi sapere se volete le vostre impressioni, le vostre teorie, quello che pensate succederà nel prossimo capitolo. Sono curiosa di vedere se qualcuno indovina! ;) E se avete domande o non vi è chiaro qualcosa, come sempre sono a vostra disposizione!
Spero abbiate gradito questa prima parte della cena Shiho/Jodie!
Bacioni
Place 
   
 
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