La vita, sai, comincia nello stesso modo in cui finisce: "improvvisamente".
Oppure, se noi pensiamo alla vita in sè, mettendo alla prova ogni logica possibile sul significato del bisogno di vivere per morire credo non verremo mai a capo di alcuna possibile soluzione al perchè o a che utilizzo possa servire.
Ma adesso, non è davvero quello di cui volevo parlare.
Questa è la storia di un uomo come altri.
Della sua così comune vita come il resto della gente intorno a lui, riempito di cazzate giovanili e rimpianti di un adulto cresciuto troppo piano.
Il nome di quell uomo, era Iwaizumi Hajime.
Iwaizumi Hajime era un asso della pallavolo sin da quando i suoi occhi conobbero la cosiddetta "palla da pallavolo", i suoi occhi brillavano ogni volta che gli capitava di giocare a schiaccia-7, sempre con la speranza di fare da schiacciatore.
Il suo non era tanto il desiderio di vincere, era più che altro la volontà di diventare il migliore, di superare chi gli stava di fronte.
Logico per un bambino di 7 anni, a quell'età, ragionare così in grande senza applicare alcun tipo di logica su questo infantile pensiero.
Le partite tra ragazzini continuavano, fin quando Iwaizumi incontrò un ragazzino, che ogni volta, durante le partite, chiamava il suo nome ad ogni sesto passaggio.
“ Iwa-chan ”
Questo era ciò che sentiva, poco prima di vedersi la palla volare verso la sua direzione, aspettando di essere schiacciata da quelle mani di un ragazzino troppo ambizioso.
Il tempo passava, fino ad arrivare alle superiori, dove Iwaizumi decise di entrar a far parte della squadra di pallavolo del Aoba Josai, anche conosciuto come Seijō Team.
Lí, Iwaizumi rivide il ragazzino che gli alzava la palla ogni volta da ragazzini.
Oikawa Tooru.
Come prima impressione, il Tooru di 7 anni, timido e maldestro, si era trasformato in un playboy, egoisticamente narcisista, almeno questo era ciò che mostrava la corazza di quel ragazzo dalla testa color castagna.
Gli anni passavano, e tra alzatore e schiacciatore nacque un legame profondo.
Che con il tempo diveniva sempre più profondo e significativo.
L'università era ormai alle porte.
I due dovevano decidere che strade prendere e, il fato vuole, che i due decisero di seguire strade diverse accademicamente.
Ma ciò non fermò quei bollenti spiriti che nessuno era in grado di spegnere, nacque una cosiddetta relazione a distanza.
Essa durò più o meno 6 anni.
Ehehe, sai, Iwaizumi ebbe anche i suoi momenti ribelli, fatto per cui un anno venne bocciato ad un esame, ciò fece si che lui ripetesse l'ultimo anno di università.
Oikawa aspirava alla carriera come avvocato, il suo sex appeal e abilità nel contorcere l'intelletto della gente ai suoi piedi, lo indirizzavano abbastanza ad incontrare quella carriera.
Iwaizumi invece voleva entrare nella vita da ufficio, gli era sempre piaciuta l'idea di essere a capo di un'azienda.
Infatti la sua, seppur tanto semplice a primo sguardo, era una carriera ben più difficile di quella di avvocato.
Studiando duramente ci saresti potuto arrivare alla laurea in giurisprudenza, ma il successo di un'azienda è tutto, con o senza laurea.
Fattostà che lui ci riuscì, lui riusciva sempre.
Dopo quei 8 fatidichi anni, dall'epoca delle superiori, i due erano riusciti a prendere un appartamento di dimensioni soddisfacenti a Boston, e dopo qualche anno, adottarono una figlia.
Azusa Hajime.
Decisero di usare il nome di lui, e.. se ci ripenso mi scende qualche lacrima.
Furono i 4 giorni peggiori della mia vita.
Dopo mesi e mesi di piani e progetti, eravamo riusciti ad organizzare una vacanza, pianificata per il 10 settembre.
Due giorni prima della partenza, Iwaizumi ricevette una chiamata che lo avvisata di recarsi a New York il martedi a venire, per esporre alcuni prodotti della propria azienda, visto che aveva suscitato gran scalpore quell'anno in quel determinato settore che lo interessava.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri, rinunciammo alla vacanza, dopotutto sapevo come era fatto Iwaizumi, il sogno di avere una potente azienda ai propri piedi era il suo ultimo sogno da raggiungere nell'angolo remoto e buio di quel cosiddetto cassetto.
Il lunedi sera, non sentii la porta aprirsi che mi indicava il ritorno di Iwaizumi e fu una cosa che mi rese inconsciamente un bambino viziato in quel momento, visto che non vedevo l'ora di sentire Iwaizumi varcare la porta di casa ed urlare come lo scimmione che è.
Era Martedì mattina, dormivo nel letto insieme a mia figlia aspettando il ritorno  di quel grande uomo.
Erano circa le nove quando sentii quel messaggio, e lì, giuro, fu come se morissi dentro.
“ Se mai dovessi riuscire a salvarmi da questo inferno, lasciatemi quell'ultimo pezzo di torta che ha fatto quello splendore della mia bambina. E se non ci dovessi riuscire, sappiate che vi ho amato tanto. ”
E prima della fine di quel messaggio, un'urlo, vetri che si rompevano e muri che si sgretolavano.
World Trade Center era crollato.
Insieme ad Iwaizum Hajime.
L'11 Settembre di 15 anni fa, figlia mia, moriva il tuo forte e coraggioso papà.
E tra le lacrime, ti confesso il mio più profondo rimpianto.
Se quel giorno, durante il diploma, gli avessi risposto "giocando a pallavolo" alla domanda "secondo te come dovrei continuare?" magari sarebbe ancora qui.
Magari starebbe invecchiando con me ora, guardando quanto bella tu sia diventata.
Ti ho amato Iwaizumi Hajime, e continuerò ad amarti.







/Angolo dell'autrice:
Onestamente non so cosa mi sia preso, dovevo trovare un modo per distrarmi, oggi per curiosità ho cercato di informarmi sugli avvenimenti di quell'attentato e ne sono uscita scandalizzata. Non chiedo di far pena a qualcuno e tanto meno alcun tipo di aiuto. Vorrei solo che leggeste e commentaste come vi è solito fare, è tutto. <3