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Autore: jjk    12/09/2016    3 recensioni
Basta un momento, una parola di troppo sfuggita inavvertitamente, per capovolgere completamente una serata, soprattutto quanto le bottiglie vuote sono un po' troppe e la luna splende alta in un cielo senza nuvole.
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era tardi, sicuramente troppo tardi e di certo il giorno dopo si sarebbe pentito dell’essere stato ancora in giro a quell’ora, ma in quel momento il pesante mal di testa che certamente lo avrebbe colto il giorno dopo sembrava non preoccuparlo.
La luna sembrava sorridergli e si ritrovò a pensare che non gli era mai parsa così bella, ma probabilmente quello era dovuto solo allo stato di sovreccitazione in cui si trovava.
Esaminò gli angoli delle strade alla ricerca di un qualcosa che lo aiutasse a capire dove si trovasse in quel momento, ma senza alcun successo, ma la cosa non lo preoccupò più di tanto.
D’altronde aveva fatto quella strada mille e mille volte nell’ ultimo anno, non poteva essersi davvero perso, doveva solo lasciare affidarsi ai suoi piedi che di certo ricordavano la via di casa molto meglio di lui
Avanzava con fare molleggiante sulle sue lunghissime gambe, preferendo camminare in mezzo alla strada completamente vuota piuttosto che sul marciapiede come avrebbe dovuto.
Sua madre si sarebbe infuriata se lo avesse visto in quello stato, mentre barcollava ubriaco alla ricerca della strada di casa.
Ok.
Forse decidere di tornare a casa propria quella sera era stata un’idea pessima, ma il giovane padrone di casa non gli aveva proposto di rimanere(forse perché anche lui aveva bevuto un po’ troppo per ragionare lucidamente come era solito fare) e lui non poteva certo costringere l’amico ad ospitarlo per la notte.
Ma si potevano ancora definire amici?
Mika questo non lo sapeva con certezza.
Erano sicuramente ancora amici quando lui era entrato nel modesto appartamento non troppe ore prima, con qualche bottiglia di birra in mano per festeggiare il sold out di molte, quasi troppe, date.
Quando Ian gli aveva detto come stavano andando le vendite dei biglietti delle varie tappe del tour e del CD in generale lui non ci aveva creduto inizialmente, così come gli altri membri della band.
Era decisamente troppo bello per essere vero.
In quel momento aveva rivisto nella sua mente tutta la fatica che aveva fatto e gli ostacoli che aveva dovuto affrontare per arrivare fino a lì e si era sentito il cuore esplodere dalla gioia.
Tutto stava andando come nei suoi sogni più rosei.
Aveva chiamato sua madre e le sue sorelle per annunciare a tutte la buona notizia e le donne erano state felici quasi come lui. Dopotutto loro avevano affrontato con lui quel percorso tormentato, quindi quello era un po’ anche il loro successo.
Subito Yasmine aveva proposto una cena di famiglia in qualche posto interessante, per festeggiare, ma Mika aveva educatamente rifiutato. Avrebbero festeggiato insieme il giorno dopo, quando il padre sarebbe tornato da un viaggio di lavoro che lo aveva tenuto in America per più di due settimane.
Per il momento aveva altri progetti, ma questo aveva evitato di dirlo al telefono.
Si era invece recato dall’altro lato della città per dare la buona notizia all’unico membro del team che non era presente alla riunione in cui Ian aveva letto i vario dati.
Andy in realtà non era proprio un membro fisso della squadra che l’etichetta discografica aveva assegnato al giovane cantante.
Mr.Dermanis era un abile regista di qualche anno più giovane del cantante che doveva fare un periodo di prova per la Universal nello stesso periodo in cui Mika era stato scritturato dalla stessa, che quindi aveva ben pensato di unire le due cose e provare a realizzare una specie di reportage/documentario sulla popstar del momento sfruttando il nuovo arrivato che sembrava pieno di talento e di voglia di fare.
Ben presto però Andreas si era rivelato un elemento prezioso nel team Mika e, dato che il documentario che aveva montato era stato reputato un piccolo capolavoro nel suo stile, il biondino era stato lasciato a lavorare con quella banda di persone strampalate con cui qualsiasi altro regista avrebbe avuto molti problemi a trattare.
Andy però, a differenza dei musicisti, era tenuto presentarsi agli studi di registrazione solo qualche giorno e quindi al momento era l’unico che non aveva saputo nulla della buona nuova.
Cherisse si era proposta di chiamarlo e poi andare tutti quanti insieme a bere qualcosa per celebrare questo nuovo traguardo, ma Mika aveva rifiutato.
-Voglio fargli una sorpresa e andare a dirglielo di persona-aveva detto agli altri, che si erano messi a ridacchiare.
-Mika, sei poco credibile. Non siamo stupidi!-aveva esclamato la batterista mentre tutti scoppiavano a ridere.
-Non capisco a cosa vi stiate riferendo-aveva provato a giustificarsi il riccio, ma un’occhiata penetrante da parte Martin lo fece arrossire.
Avevano passato mesi gomito a gomito, come aveva potuto anche solo sperare che non avessero capito tutto?
Mika non aveva mai fatto mistero dell’essere gay.
Certamente il primo giorno non era entrato nella stanza dicendo “Ciao a tutti, il mio nome è Michael Holbrook Penniman jr. detto Mika e sono gay” ma non ci era voluto molto prima che tutti lo sapessero.
Lui non voleva provare a tenerlo nascosto così, quando durante il suo periodo di profondo sconforto dopo che il suo ex l’aveva lasciato, gli altri avevano provato a consolarlo e gli avevano chiesto chi gli avesse spezzato il cuore in quella maniera lui non nemmeno esitato nel sibilare un “Zack” a bassa voce prima di rimettersi a suonare.
Nessuno nella band aveva commentato il fatto che fosse fidanzato con uomo o che gli piacessero i maschi in generale, non avevano nemmeno cambiato comportamento in nessuna maniera e questo aveva in qualche modo persino rafforzato il loro legame, portandoli ad essere più affiatati anche quando suonavano.
Nel frattempo, andando avanti con le varie tappe del tour e con il procedere del perfezionamento dei pezzi per il nuovo album, anche l’amicizia con il cameraman si era andata a stringere sempre di più, tanto che non era raro che si ritrovassero a casa del biondo per riguardare insieme qualche ripresa.
A poco a poco avevano cominciato a vedersi anche solo per andarsi a prendere una birra al pub, anche senza il resto della band, e Mika rimaneva ogni giorno sempre più affascinato dalla profondità del giovane uomo che stava imparando a conoscere. Lo ascoltava per ore, mentre gli esponeva i vantaggi dell’uso di un determinato effetto piuttosto di un altro e cercava di aiutarlo a scegliere quale sequenza era meglio inserire o eliminare, anche se non ci capiva ancora nulla e spesso i suoi commenti facevano ridere il più giovane.
Eppure Mika non poteva fare altro che guardarlo estasiato ogni volta che Andy sfoggiava la sua vastissima conoscenza e la cosa non doveva essere sfuggita ai membri della band, gli unici a conoscenza del suo orientamento sessuale(anche se rumors sulla possibilità che lui fosse gay avevano invaso gli uffici della Universal).
Questo però non voleva assolutamente dire che il riccio era pronto a dar loro ragione.
-Vi state immaginando cose che non esistono, ok? Non vado mica appresso a tutti gli uomini con cui parlo. Voglio solo dare una buona notizia ad un buon amico, nulla di più-
-Faremo finta di crederti-
Mika aveva sbuffato, ma non aveva nemmeno provato a replicare.
Aveva invece cominciato a camminare fino a casa dell’amico, fermandosi qualche isolato prima in un supermercato per comprare qualche snack e qualcosa da bere.
Andy era rimasto veramente sorpreso quando lo aveva visto apparire sulla soglia di casa sua, ma lo aveva lasciato entrare lo stesso senza chiedergli nulla.
-Scusa la mise improponibile, ma non aspettavo visite-si era subito scusato il padrone di casa, indicando i pantaloni sformati e scoloriti di una tuta che probabilmente risaliva agli anni del liceo e la t-shirt slabbrata con alcune macchie di pittura che sembravano essere lì da anni.
-Non ti preoccupare, ma…..Non mi dirai che sei ancora in pigiama da stamattina? Sono le 18!-
-I vantaggi del lavorare a casa-aveva detto il biondo con un sorriso, prendendo dalle mani del riccio la busta con la spesa improvvisata e posando tutto sul tavolo della cucina.
-Questo per che cos’è? Ti assicuro che, anche se sono nel bel mezzo di un terribile periodo di editing che mi toglie persino il tempo per vestirmi in maniera decente, riesco ancora ad uscire di casa per fare la spesa-
-Non…..Veramente nemmeno sapevo che…..Non pensavo che…..-
-Mika…..?-
-Si, scusa sto delirando. Non volevo portarti via del tempo prezioso…..-
-Mika……-
-Si, hai ragione…..-
Andy era scoppiato a ridere e lo aveva preso per le spalle.
-Mi vuoi dire che ci fai qui? Non che non sia contento di vederti, ma……-
-Le date sono quasi tutte sold out e il disco è in cima alle classifiche!-aveva finalmente putato il riccio tutto d’un fiato, rimanendo poi in silenzio ad osservare la reazione dell’amico, che accennò a un debole sorriso.
-Beh, non dirmi che non te lo aspettavi. Insomma, hai visto come è andato lo scorso tour e…..-
-Certo che sei proprio un mago a buttare giù le persone. Davvero complimenti-
-No, non volevo dire questo!-aveva esclamato subito dopo il biondo, afferrando il riccio per un braccio per impedirgli di andarsene.
-Volevo solo dire che c’era da aspettarselo. Sei un artista meraviglioso che ama i suoi fan e lavora con precisione e devozione. Tutto questo paga, quindi mi aspettavo che anche quest’album avrebbe riscosso un enorme successo. Questo non vuol dire che non sia contento per te-
-Quindi sei pronto ad un altro tour sold out?-
-Anche se non lo fossi non avrebbe importanza dato che il mio contratto mi obbliga a seguirti per almeno un altro anno, se non due-
-Così poco?-quell’ultima frase gli era sfuggita dalle labbra, ma Andy sembrava non averla nemmeno sentita, concentrato com’era a rovistare nella busta che il cantante aveva portato con sé.
-E tutto questo ben di Dio?-
-Cosa credi che sia venuto a fare qui? Dobbiamo festeggiare, no? E non si può festeggiare per bene senza roba da mangiare e da bere!-
L’entusiasmo di Mika finalmente aveva fatto presa anche sull’amico, che lo sguardo con un sorriso furbesco.
-Se dobbiamo festeggiare almeno facciamolo per bene- aveva detto, tirando fuori dal frigo una bottiglia di champagne.
 
Qualche ora dopo giacevano tutti e due in maniera scomposta sul divano del biondo, circondati dalle bottiglie di vino che avevano già finito e da quelle di birra che avevano appena iniziato.
-Forse non avremmo dovuto mischiare tutta questa…..roba-aveva borbottato Andy indicando il disastro che il giorno dopo avrebbe dovuto pulire.
-Cosa importa dai!-
-Certo, non sei tu che dovrai recuperare ore e ore di lavoro perso, davanti a un computer, mentre la testa ti esplode-
-Mi dispiace esserti di tanto disturbo. Adesso me ne vado-aveva risposto seccato Mika, provando ad alzarsi, ma la presa salda di Andy sul suo braccio lo aveva fatto sbilanciare e lui era caduto praticamente addosso al ragazzo, arrossendo improvvisamente.
Andy invece era sembrato perfettamente a suo agio.
-Sai che oggi sei più permaloso del solito, vero?-
-Io non sono permaloso, sei tu che mi tratti male-
-Io che….Ma sentilo. Stavo scherzando Mika, stavo solo scherzando. Mi fa piacere che tu abbia voluto festeggiare con me. Anche se il prezzo da pagare sarà un’infernale giornata a editare video in cui tu salti e zompetti di qua e di là, facendomi venire un mal di testa ancora più forte di quello con cui sicuramente mi sveglierò-
-Non farla così tragica. E poi io ho un trucco-
-Per editare?-
-No, scemo. Per farsi passare una sbronza. Me la disse un tedesco che incontrai durante un viaggio secoli fa. Basta bere un cucchiaino di olio. Fa schifo ma funziona-
-L’hai provato?-
-Certo, spaccio solo rimedi certificati dal sottoscritto io!-
Entrambi erano scoppiati a ridere e solo in quel momento Mika si era reso conto di essere ancora steso quasi completamente addosso all’amico e aveva provato ad alzarsi.
Come prima però Andy lo aveva trattenuto.
-Dove vai?-gli aveva chiesto con lo sguardo da cucciolo smarrito e Mika si era dovuto trattenere dal passare una mano sulla guancia dell’amico su cui cominciava a fare capolino una barba appena accennata.
-Io…..Pensavo solo che……Insomma sono praticamente spalmato su di te. Non ti peso?-
-Mika, hai il peso specifico di una piuma.-
-Non ti do nemmeno un po’ fastidio?-
Il biondo aveva scosso la testa.
-è una sensazione strana, ma non è per niente fastidiosa, anzi-
-Cosa……?-
-Sei caldo e fuori fa freddo. È come avere una copertina umana. È piacevole-aveva detto infine il biondo con un sorriso fanciullesco, facendo arrossire il riccio fino alla radice dei capelli.
-C’è….c’è qualcosa che non va?-aveva chiesto Andy, notando lo sguardo strano dell’amico.
-Non proprio. È solo che…..Non lo trovi nemmeno un po’ imbarazzante?-
-No-
-Ok, allora devi aver decisamente bevuto più di quanto pensassi-aveva sospirato Mika, notando solo in quel momento come il numero delle bottiglie che circondavano il cameraman fosse quasi il doppio di quelle che circondavano lui.
-Perché tu lo trovi imbarazzante-
-Beh, veramente si-
-Oh, non pensavo. Mi dispiace. Pensavo che anche per te fosse piacevole. Insomma, tu non hai freddo-
Mika aveva riso.
-Certo che ho freddo. È inverno e siamo a Londra. Ovvio che ho freddo!-
-E allora perché non vuoi che scaldarti ancora un po’ qui con me?-
-Andy non puoi averlo detto sul serio-
-Perché? Se stai scomodo ti faccio un più posto-
Andy aveva uno sguardo così innocente da far esasperare Mika ancora di più.
-Non….Lascia stare Andy, lascia stare. Credo sia ora che torni a casa-
-Ho fatto qualcosa che non andava?-aveva subito chiesto il biondo preoccupato quando l’amico si era alzato dal divano e aveva cominciato a cercare la sua giacca, che ore prima aveva abbandonato sullo schienale di qualche poltrona.
-è tutto ok. Devo solo tornare a casa. Non sei l’unico che lavora domani-aveva provato a scherzare il riccio, ma Andy non ci era cascato.
-Ti ho offeso. Lo sapevo. Mi dispiace, non volevo-gli occhi di Andy erano diventati lucidi e Mika si era sentito così in colpa da rinunciare alle sue ricerche ritornando a sedere accanto all’amico.
-Non mi hai offeso. Ma tu sei ubriaco e io non voglio……Le cose stanno prendendo una piega strana e , dato che sono ubriaco anch’io, non vorrei che succedessero cose di cui entrambi potremmo pentirci domani mattina-gli aveva detto mentre asciugava con il pollice  l’unica lacrima che era sfuggita al suo controllo.
-Cosa vuoi dire?-
-Non mi dire che non ci sei arrivato-
-Arrivato a cosa?-Mika aveva sospirato e si era passato una mano sul viso facendo una smorfia esasperata.
-Tu sei un bel ragazzo, io sono gay……-
-Pensi che io sia un bel ragazzo?-
-Dovrei essere cieco per non pensarlo-
-Aspetta. Sei gay?-
-Dai, non dirmi che non lo sapevi. Lo sanno tutti alla Universal-
-Pensavo fossero solo chiacchiere. Pensavo che se ci fosse stato anche solo un fondo di verità me lo avresti detto-
-Ero convinto che lo sapessi-
-Non lo sapevo. e comunque continuo a non capire cosa c’entri. Insomma, non è che perché sei gay allora andresti con chiunque-
-Hai ragione, ma tu non sei chiunque-
-Che vuoi dire?-
-Ma ti devo spiegare proprio tutto?-
Andy aveva annuito.
-L’hanno capito tutti, ma proprio tutti, persino Ian, ma tu no, il che sarebbe anche meraviglioso se non fosse che adesso te lo devo dire per forza, no?-
Andy aveva annuito di nuovo.
-Questa dev’essere la mia sfortuna che mi perseguita-aveva detto sospirando. Poi aveva preso un profondo respiro.
-Tu sei un bel ragazzo, io sono gay e ho una cotta per te da mesi-
Andy era rimasto a bocca aperta e il silenzio aveva regnato nella stanza per qualche minuto.
-Questo cambia tutto-aveva sussurrato il biondo, scostandosi leggermente dall’amico, che si preparò al peggio.
-In che senso cambia tutto? Guarda che mica ti salterò addosso ogni volta che ti vedo. Dopotutto mi sono comportato bene in questi mesi-aveva provato a dire il riccio.
Era andato in quella casa per festeggiare un grande traguardo e sarebbe uscito con un amico in meno.
“Bell’affare Mika!” si era detto maledicendosi almeno un centinaio di volte, tenendo lo sguardo sui suoi pugni chiusi.
Quando si era deciso ad alzare la testa, si era trovato a pochi centimetri dal volto del biondo.
-Questo cambia tutto-aveva ripetuto il ragazzo, lasciandolo perplesso.
-Questo cambia tutto-aveva ripetuto guardandolo fisso negli occhi.
-Cosa vuol dire……-
Ma non era riuscito a finire la frase perché Andy aveva velocemente annullato la distanza tra di loro, posando le proprie labbra su quelle dell’amico, prendendolo di sorpresa.
-Cambia tutto perché non sai quante volte ho immaginato un momento come questo. E ogni volta mi sono detto “Non fare idiozie Andreas, lui non ti vuole. Lascia perdere, non è interessato a te. Probabilmente avrà anche qualche ragazza carina con cui torna a casa la sera”-
-No, aspetta, fammi capire. Per tutto questo tempo tu sei stato convinto, non solo che io non fossi interessato a te, ma che fossi etero?-aveva chiesto Mika con un sorriso enorme.
Andy aveva annuito, cercando di evitare il suo sguardo.
-Ma tu sei davvero interessato a me?-aveva mormorato poi con un filo di voce, sempre senza guardarlo.
Il riccio si era sentito avvolgere da un’onda di tenerezza e gli aveva preso il mento tra le dita costringendo i loro occhi ad incontrarsi, poi aveva preso una mano del biondo e l’aveva portata sul suo petto.
-Questo cosa ti dice?-gli aveva chiesto mentre il suo cuore batteva così veloce da fargli temere che la sua cassa toracica non sarebbe stata capace di contenerlo ancora per molto.
Andy era rimasto in silenzio ma aveva sorriso.
Poi Mika lo aveva baciato, senza dire nulla, senza chiedere il permesso, ma avvicinandosi piano e aspettando che fosse il più giovane a schiudere le labbra.
Era sembrato allo stesso tempo un secondo ed un secolo, ma finalmente Mika aveva avuto la sensazione di essere completo.
Una sensazione molto diversa da quella che provava baciando Zack.
“Forse è solo dovuto alla novità” aveva provato a convincersi, dopotutto lui e Zack erano stati insieme così tanto tempo che ogni gesto era entrato nella routine, perdendo quella magia che sicuramente aveva avuto all’inizio.
Eppure qualcosa dentro di lui gli diceva che l’abitudine c’entrava poco con quello che baciare Andy gli faceva provare.
Dopo quel bacio così incerto e tenero tutto era diventato un po’ più veloce e meno delicato.
Le poche bottiglie rimaste si erano presto svuotate ed era bello sentire il sapore dell’alcol sulle labbra giovani dell’altro, così com’era bello vederlo ridere alle battute pessime che ora uscivano senza freni dalla sua bocca.
Labbra di cui Andy si divertiva ad impossessarsi ogni tanto dato che, come aveva detto lui stesso -Sembra l’unico modo per farti stare zitto questa sera-
-Questo solo perché sono felice-aveva provato a giustificarsi, ma il biondo aveva sorriso prima di baciarlo di nuovo.
-Questo solo perché sei ubriaco-
-Guarda che tu non stai messo meglio-
-Almeno non metto in mostra il mio repertorio da cabaret che, per inciso fa schifo-
-Il tuo repertorio?-
-No, il tuo. Vedi, questo prova che tu sei ubriaco-
-Non l’ho mai negato. Ho solo detto che lo sei anche tu-
Andy lo aveva baciato di nuovo.
-Forse-
-E ci stai prendendo decisamente troppo gusto a zittirmi in questa maniera-
-Dici?-aveva chiesto il biondo avvicinandosi a Mika e sfiorandogli la guancia con il naso, mentre lo sentiva trattenere il respiro.
-Dico. Tant’è che quasi quasi potrei pensare che ci sia qualcos’altro sotto-
Entrambi erano scoppiati a ridere.
-Sei un idiota Michael Holbrook Penniman jr.-
-Ma questo lo sapevi già e ti piacevo lo stesso-
-Forse-aveva risposto il biondo baciandolo piano prima di poggiare la testa sulla sua spalla e addormentarsi qualche secondo più tardi.
Mika aveva aspettato che fosse profondamente addormentato per scivolare via, facendo distendere il biondo sul divano prima di stendergli addosso una pesante coperta di lane, quasi certamente regalo di qualche zia lontana, per poi uscire dall’appartamento cercando di non fare rumore.
Quello che aveva detto ad Andy non era una bugia.
Era ubriaco, quello era evidente, ma era felice, era soprattutto felice.
Non era tanto l’alcol a far girare il suo cervello a duemila allora, quanto l’adrenalina e la scossa di pura gioia che lo attraversava ogni volta che ripensava alla svolta decisamente inaspettata che aveva preso la serata.
Preso da questi pensieri quasi non si accorse di aver cominciato a canticchiare sotto voce un motivetto che gli era familiare ma che in quel momento non riusciva ad identificare.
 
“Giant steps are what you take
Walking on the moon
I hope my legs don't break
Walking on the moon
We could walk forever
Walking on the moon
We could live together
Walking on, walking on the moon”

 
Quella canzone sembrava fatta scritta appositamente per lui, per lui e per Andy in quell’esatto momento della loro vita.
In fondo quello che era successo quella sera nel piccolo appartamento non era nulla di strano, nulla di sconvolgente e forse non avrebbe influito sul futuro; magari Andy si sarebbe svegliato il giorno dopo non ricordandosi minimamente di nulla.
Dopotutto un bacio da ubriachi non voleva dire poi molto.
Eppure in quel momento sembrava la cosa più importante, come se questo avrebbe cambiato tutto.
E forse lo avrebbe fatto, forse davvero tutto sarebbe stato diverso da quel momento in poi.
Dopotutto essere ubriachi era un po’ come essere sulla luna dove, o si rimaneva fermi o si facevano passi giganti.
Dopo quella sera o non sarebbe cambiato nulla o sarebbe cambiato tutto.
Ma ce l’avrebbero fatta due ragazzi come loro a sopportare il peso di una situazione del genere? Dopotutto dovevano lavorare insieme ancora per molti mesi.
Ma certo che ce l’avrebbero fatta! Non erano mica ragazzini!
Mika continuò a camminare, sperando di non aver sbagliato direzione.
Avrebbe potuto camminare all’infinito senza accorgersene.
Chiuse gli occhi e immaginò come sarebbe stato se le cose tra lui e Andy fossero andate avanti.
Chissà quante altre volte avrebbe dovuto fare quella strada in condizioni simili.
O forse sarebbero andati a vivere insieme e il problema non si sarebbe più posto.
Scosse la testa “Stai correndo troppo ragazzino” gli disse una voce, un po’ troppo simile a quella di sua madre.
 
“Walking back from your house
Walking on the moon
Walking back from your house
Walking on the moon
Feet they hardly touch the ground
Walking on the moon
My feet don't hardly make no sound
Walking on, walking on the moon”

 
Continuò a cantare sommessamente mentre attraversava le stradine della città così silenziosa a quell’ora.
Non gli sembrava nemmeno di toccare per terra, i suoi piedi sgraziati avrebbero dovuto fare rumore in quei vicoli deserti, ma il silenzio regnava sovrano. Forse stava volando.
No, stava decisamente camminando sul solido comento di Londra, ma era una Londra fantasma e forse gli piaceva anche di più così.
Forse, quando serate di questo tipo sarebbero diventate parte dell’ordinario, ci avrebbe fatto l’abitudine e anche la Londra fantasma avrebbe perso la sua magia.
 
“Some may say
I'm wishing my days away
No way
And if it's the price I pay
Some say
Tomorrow's another day
You stay
I may as well play”

 
Quella vocina nella sua testa continuava a dirgli che la sua mente stava correndo troppo.
Non sapeva nemmeno come avrebbe reagito Andy una volta tornato sobrio, non era nemmeno certo che avrebbe ricordato il modo in cui le loro labbra sembravano incastrarsi con assoluta perfezione.
Sarebbe stata una brutta sorpresa scoprire che tutto quello che ci sarebbe stato tra di loro sarebbe rimasto limitato a quella sera, ma alla fine sarebbe andata bene anche così. Sempre meglio del non aver nemmeno provato quella strana sensazione che gli asserragliava lo stomaco ogni volta che si baciavano.
E poi oramai era tardi per tornare indietro.
Sperava solo che anche Andy la pensasse allo stesso modo.
 
“Giant steps are what you take
Walking on the moon
I hope my legs don't break
Walking on the moon
We could walk forever
Walking on the moon
We could be together
Walking on, walking on the moon

Some may say
I'm wishing my days away
No way
And if it's the price I pay
Some say
Tomorrow's another day
You stay
I may as well play

Keep it up, keep it up”
 
La canzone era sempre lì e finalmente riuscì a ricordarsi il titolo.
Si chiese come aveva fatto a non riconoscerla prima.
Non che avesse importanza.
Non aveva mai pensato a cosa potessero veramente dire quei pochi versi che da bambino aveva imparato a cantare, ma ora era abbastanza certo di averlo capito.
Gli tornò in mente ancora una volta l’espressione rilassata e felice sul viso di Andy quando si era addormentato e lui lo aveva coperto e non poté impedirsi di sorridere.
Se l’uomo era riuscito a camminare sulla luna di certo lui e il giovane cameraman sarebbero stati in grado di avere una relazione bellissima e normale.
 


Note: I'm back!!
Le cose sono state più complicate di quanto avevo previsto quando ho pubblicato l'ultimo capitolo di "Hurts" e trovare l'ispirazione per scrivere anche solo questa OS è stato abbastanza difficile, ma avevo davvero voglia di pubblicare qualcosa e quando ho riascoltato questa canzone dopo secoli, finalmente mi si è accesa una mezza lampadina, quindi eccomi qui.
La canzone è impossibile non conoscerla(se invece non la conoscete Shame on you, andatevela subito a sentire)e sul suo siginficato ci sono opinioni contrastanti: c'è chi dice che parli davvero dell'essere ubriachi, più o meno, e chi sostiene si riferisca alla sensazione di assenza di gravità data dall'innamoramento(io, come un po' tutti credo, propendo più per questa ipotesi), quindi ho pensato di mettere le due teorie insieme e questo è ciò che ne è uscito fuori.
Detto questo, sto delirando(come al solito)quindi vi lascio.
Grazie a chiunque si sia preso la briga di leggere fin qui, spero vogliate dirmi cosa ne pensate!


P.S. se volete suggerirmi qualche canzone su cui provare a scrivere qualcosa io ne sarei più che lieta.
  
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