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Autore: Arvati77    12/09/2016    0 recensioni
"…Il respiro del cuore è la voce dei sentimenti che si agitano in noi desiderosi di uscire allo scoperto, è il richiamo della libertà al di là dei limiti che ci impone chi vuole comandarci, è il soffio dell'anima che chiede solo di essere se stessa...".
Questa storia è ambientata a Verona, la mia città, e ripercorre uno scorcio di vita di persone come tante, individui che affrontano ogni giorno le piccole grandi battaglie della vita. Amore per l'arte, amicizia, passione, orgoglio, odio, tanti sentimenti si mescolano e si alternano in un avvicendarsi di situazioni e personaggi la cui evoluzione mette in risalto il costante ed altalenante scontro tra mente e cuore e la fondamentale importanza delle emozioni nella vita di ognuno. Seguendo percorsi che spesso travalicano gli angusti confini di convenzioni e buon senso, i protagonisti si ritroveranno faccia a faccia con loro stessi, arrivando a riscoprire la parte più vera e profonda della propria anima ed a compiere di conseguenza fondamentali scelte, nelle quali svanisce la distinzione tra vittima e carnefice, torto e ragione, e l'unica certezza è che ogni decisione, ogni azione reca con sé delle conseguenze alle quali non ci si può sottrarre.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO II

Lo studio di Lorenzo Bruni è situato nella zona di Borgo Trento, uno dei quartieri più eleganti e ricchi di Verona, ed in questo stesso quartiere il trentenne architetto abita con la moglie.
Jenny, camminando nervosamente avanti e indietro sul marciapiede, attende con ansia l'amica, che per miracolo si presenta addirittura in anticipo all'appuntamento. Appena arrivata, Marina osserva un attimo il palazzo in cui si trova lo studio di Bruni e, avvistato sul citofono il campanello giusto, si accinge a suonarlo. Jenny però la blocca e le rivolge con una certa apprensione un'ultima raccomandazione:
"Ricorda che hai promesso di non farmi fare figuracce: ti prego, misura le parole.".
"Guarda che di solito tu parli quanto me!" sottolinea l'altra.
"D'accordo, ma io sono qui per lavoro, non per chiacchierare allegramente."
"Anch'io, cosa credi?"
Chiarita la situazione, le due finalmente suonano il campanello ed entrano. Davanti alla porta dello studio dell'architetto Jenny si ferma e fa un bel respiro, dopodiché insieme alla compagna oltrepassa la fatidica soglia, con animo fiducioso e determinato. Nello spazioso ingresso, sul lato sinistro si trova la saletta d'aspetto mentre su quello destro è posta, dietro ad un bancone in legno di noce, la spaziosa scrivania della segretaria. La sorridente impiegata gentilmente domanda alle due ragazze di cosa abbiano bisogno ed in seguito le invita ad accomodarsi ed avere un attimo di pazienza. Marina si imbambola ad osservare il corridoio sul quale si affacciano otto porte, incuriosita dalle voci che provengono dalle varie stanze. Jenny, temendo che l'amica stia progettando qualche pericolosa idea, previene qualunque rischio obbligandola a sedersi e leggere un giornale. Marina prende posto in sala d’attesa e, tenendo in mano una rivista senza nemmeno sfogliarla, continua a guardarsi intorno. Davanti ad un'ampia finestra ci sono alcune rigogliose piante, dalle verdi e lucide foglie. Sulle pareti color crema spiccano dei quadri di grandi dimensioni, i cui soggetti astratti risultano di difficile interpretazione. Mentre Jenny si sofferma a parlare con la segretaria, Marina si avvicina ad una delle tele e comincia ad osservarla da varie angolazioni per tentare di decifrarne il disegno. L'amica ben presto la raggiunge e sottovoce le chiede:
"Perché ti interessa tanto questo quadro?".
"Non è che mi interessa." ammette l'altra "E' che non capisco cosa rappresenta: o sono stupida io, oppure quello lì è solo un miscuglio di colori senza capo né coda!".
Le ragazze danno le spalle al corridoio che in precedenza aveva calamitato l'attenzione di Marina e di conseguenza non si accorgono che qualcuno sta uscendo da uno degli uffici. Costui, inteso al volo il cenno fattogli dalla segretaria, in silenzio si porta alle spalle delle ignare giovani proprio nel momento in cui Marina indirizza alla compagna una sollecita raccomandazione:
"Attenta a quel Lorenzo Bruni, non sono sicura che sia un tipo raccomandabile. Non ti fidare se ti sembra troppo disponibile.".
Jenny non fa in tempo a replicare, preceduta da una seducente voce maschile che educatamente saluta:
"Buongiorno. Posso aiutarvi?".
Le ragazze, indovinata l'identità della persona che ha parlato loro, non hanno il coraggio di muoversi e Jenny lancia una minacciosa occhiataccia alla linguacciuta amica, che si copre la bocca con una mano intuendo di aver commesso una terribile gaffe.
Per non apparire delle cafone, le due alla fine si voltano e ricambiano il saluto, facendo finta di nulla ed assumendo un'aria spigliata e sciolta, nonostante di fronte a loro ci sia proprio il titolare dello studio, che subito si presenta sfoderando un intrigante sorriso e fingendo di non aver udito l'irriverente insinuazione di poco prima. Marina, per nulla imbarazzata, esamina con attenzione l'attraente architetto: due penetranti occhi neri, dalla forma leggermente allungata, risaltano sul volto dai tratti marcati, la cui accattivante espressione denota un carattere fiero e determinato; un elegante pizzetto perfettamente disegnato dona all'affascinante viso una sofisticata parvenza, che crea un piacevole contrasto con i folti capelli castano scuro volutamente spettinati; le ribelli ciocche, di media lunghezza, si dispongono seguendo un naturale movimento e scivolano sull'alta fronte in uno sbarazzino disordine. Con disinvoltura l'uomo indossa un completo grigio fumo di raffinata fattura, che pare creato apposta per vestire l'atletico fisico, e sotto la giacca aperta si nota una candida camicia dalla leggerissima stoffa, sbottonata sul collo così da conferire al curato abbigliamento un'eleganza sportiva e non ostentata.
Dopo le presentazioni di rito, Lorenzo si ritira nel suo ufficio insieme a Jenny, mentre Marina inizia a chiacchierare con l'impiegata alla reception con un preciso scopo in mente. Anche se di tanto in tanto la conversazione viene disturbata dal telefono o dalle persone che sbucano dai vari uffici, la scaltra giovane conduce una discreta ma accurata indagine per scoprire se nello studio ci sia anche per lei una possibilità di lavoro, e con gran gioia apprende che la segretaria sta per trasferirsi a Padova con il marito e di conseguenza il suo posto a breve rimarrà vacante. La ghiotta occasione non può esser sprecata!
In attesa di veder ricomparire l'amica, Marina cammina avanti e indietro rimuginando sul modo migliore per proporsi come segretaria a Lorenzo:
"Ho appena fatto una pessima figura con quel tipo, con che faccia posso chiedergli di assumermi? Ma sì, che importa? Tentar non nuoce... Io ci provo, e se mi va bene ho risolto i miei problemi.".
Finalmente Jenny riappare, raggiante in viso, e sfoderando la sua parlantina racconta d'un sol fiato come sia andato il colloquio:
"Già domani verrò qui per cominciare un periodo di prova e, se tutto andrà per il meglio, Lorenzo mi ha assicurato che mi assumerà con un buon contratto. E' una persona davvero disponibile, sul lavoro deve essere molto esigente, ma ha subito cercato di mettermi a mio agio. Non è uno che sta sulle sue. Pensa che ha voluto che gli dessi subito del tu, non gli piacciono tante formalità tra persone che lavorano insieme.".
"Buono a sapersi!" commenta Marina, la cui pensierosa espressione insospettisce non poco la compagna, che immediatamente le chiede cosa stia tramando.
Di tutta risposta Marina si precipita di corsa lungo il corridoio, mentre Jenny, immobile, nemmeno tenta di fermarla e senza agitarsi eccessivamente attende di vederla tornare.
L'imprevedibile ragazza fa capolino dalla porta socchiusa della stanza in cui si trova l'architetto Bruni e lui fissa stupito il sorridente volto sbucato all'improvviso.
"Posso chiederti... chiederle... una cosa?" domanda la giovane ferma sulla soglia, e Lorenzo, seduto alla scrivania, con un eloquente cenno la invita ad entrare ed accomodarsi, rivolgendosi a lei con affabile voce e benevolo sguardo:
"Dimmi di cosa hai bisogno.".
"Ho bisogno di un lavoro." confessa sinceramente l'altra "E dato che la segretaria andrà via tra poco... Ho qui in borsa il mio curriculum.".
L'architetto, colpito da tanta intraprendenza e schiettezza, legge le referenze della ragazza, ma in realtà ha già deciso come comportarsi e senza indugi si mostra assolutamente disponibile ad esaudire la richiesta ricevuta:
"Vieni domani, insieme alla tua amica, così avrai il tempo di imparare come muoverti e cosa fare.".
Marina ringrazia per la fiducia dimostratale senza riuscir a nascondere la propria gioia e Lorenzo non può non sorridere travolto dal suo genuino entusiasmo, anche se non le risparmia una mordace domanda mentre sta uscendo dall'ufficio:
"Non ti preoccupa l'idea di lavorare con un tipo poco raccomandabile come me?".
L’interpellata non si perde d'animo ed a tono risponde:
"Forse non sono io quella che deve guardarsi le spalle.".
Prima di andarsene comunque Marina si scusa per l'involontaria offesa e rimane alquanto sorpresa dalla reazione del diretto interessato, che ironico afferma:
"Non mi hai offeso, e non è detto che tu non abbia ragione.".
La giovane ha la sensazione di aver incontrato qualcuno in grado di tenerle testa e con un malizioso sorriso si congeda, ringraziando per l'ennesima volta dell'opportunità offertale. Con le ali ai piedi corre da Jenny per comunicarle la bella novità e le due scatenate amiche esultano nell'ingresso abbracciandosi e saltando come delle cavallette. L’architetto Bruni esce dal suo ufficio e, appoggiato allo stupite della porta, con le braccia incrociate, osserva le festanti ragazze che, congratulandosi l'un l'altra, lasciano lo studio senza accorgersi dei neri occhi puntati su di loro, occhi profondi, intensi, eppur velati d'un malinconico alone. Tornato a sedersi alla scrivania, Lorenzo sorridendo ripensa alle bizzarre giovani appena conosciute, piene di energia ed entusiasmo, ed un po' invidia la loro voglia di vivere e darsi da fare, con grinta e passione. Fino a qualche tempo fa anche lui era così, con tanti progetti in testa ed un fervente desiderio di realizzarli. In breve tempo, molti dei suoi obiettivi è riuscito a raggiungerli e di nuovi se ne è prefissati, eppure sente di aver smarrito la fondamentale carica emotiva che una volta gli apparteneva. Forse si è adagiato su ciò che già ha ottenuto, ma allora perché avverte nel cuore una perenne ed inspiegabile insoddisfazione? Dove ha sbagliato? Di fronte alla spontaneità e vitalità di quelle due ragazze, Lorenzo ha percepito ancor più il vuoto interiore che invano da tempo cerca di colmare. La sua professione lo appaga, gli dà soddisfazioni, ma qualcosa gli manca. I neri occhi si posano sulla foto di Loredana ed inevitabilmente la memoria corre al giorno delle loro nozze: fu un matrimonio di convenienza? No, almeno non per Lorenzo, nonostante un peso forse l'abbiano avuto le pressioni della famiglia di lei. L'uomo inizia a sospettare di essersi lasciato influenzare dalle opinioni altrui, scegliendo per compagna colei che secondo tutti era la donna perfetta per lui. Eppure è certo di averla amata sul serio. In passato insieme stavano bene e si divertivano, accomunati da interessi e da un similare modo di vivere, e adesso invece tra loro si è creata un'incolmabile distanza. Ancora sono marito e moglie, però il loro rapporto si è cristallizzato, affogato in un mare di abitudini e convenzioni, e Lorenzo in fondo ancora spera di veder tornare Loredana la donna vitale di cui si era innamorato, perché forse ritrovando lei ritroverà anche quella parte di se stesso che ha smarrito.
Ben diversi pensieri hanno per la testa Marina e Jenny, euforiche all'idea di poter lavorare insieme. Mentre chiacchierando camminano per una via di Borgo Trento, le due si imbattono casualmente in Mattia. La sorella lo avvista in lontananza e di corsa lo raggiunge gettandogli le braccia al collo, informandolo subito con un concitato racconto del nuovo impiego trovato. Ma il poverino dalla confusa narrazione capisce ben poco ed è allora Jenny a descrivere in maniera meno caotica gli ultimi accadimenti, curando di sottolineare la non trascurabile gaffe fatta dall'amica. Mattia alla fine esprime sinceramente il proprio parere, rivolgendosi alla vulcanica sorella:
"Tu non puoi cercar lavoro come tutti, rispondendo alle inserzioni sui giornali o andando in qualche agenzia... No, tu ti devi intrufolare in un ufficio e sparlare del titolare facendoti sentire dal diretto interessato, per poi chiedergli di assumerti... Hai un gran coraggio!".
"Non avevo niente da perdere." replica imperterrita Marina.
"E hai pure una bella fortuna!" ribatte sorridendo il fratello, avanzando una gentile proposta:
"Vi invito tutte e due a pranzo per festeggiare.".
L'invito è accolto con estremo piacere dalle ragazze, però Marina vorrebbe si unisse loro anche Simone, nonostante sia consapevole che tra l'amico e Mattia non corra buon sangue. In effetti in passato i due ebbero parecchi scontri, soprattutto nel periodo in cui il rapporto tra Marina e Simone non era di sola amicizia. Il fratello di lei, apprensivo e protettivo, decisamente non approvava quella relazione ed ancora oggi lui e Simone non vanno troppo d'accordo: le loro opinioni, i loro punti di vista, sono spesso agli antipodi, perciò entrambi si sopportano e si rispettano, ma non si amano alla follia!
Davanti alla richiesta della sorella Mattia rimane piuttosto perplesso e titubante, però, conquistato dai celesti occhioni che lo fissano supplichevoli, non può tirarsi indietro ed è costretto a cedere. Dunque l'appuntamento è fissato per l'una in un ristorante del centro, ed una volta accordatisi i tre si salutano incamminandosi in diverse direzioni.
Marina e Jenny decidono di far una visitina a Simone in palestra, per comunicargli le buone nuove. Giunte a destinazione, vengono riconosciute da uno degli istruttori, che immediatamente va ad avvisare il collega. Simone ovviamente si precipita fuori dallo spogliatoio ansioso di ascoltare le ultime novità. Dai soddisfatti sguardi delle amiche capisce che entrambe hanno avuto successo e si complimenta con loro. Jenny gli racconta della figuraccia fatta per colpa della compagna e lui, dopo essersi abbandonato ad una spontanea risata, si rivolge divertito a Marina, scompigliandole affettuosamente i capelli in un gesto fraterno:
"Sei un fenomeno! Quell'architetto non si immagina nemmeno con chi ha a che fare!".
"Ascolta Simone," interviene seria Marina "per festeggiare il nuovo lavoro oggi a pranzo io e Jenny ci troviamo con Mattia...".
"Sono bloccato qui, non posso venire." risponde l'altro, intuita l'ovvia conclusione del discorso "Devo sostituire un collega in alcuni corsi di gruppo e mi libererò solo verso sera.".
Marina non sembra convinta:
"Ho l'impressione che sia soltanto una scusa per non incontrare mio fratello.".
"Non è un mistero che io e lui non andiamo d'accordo." replica Simone "Ma non ti sto raccontando una bugia. Per farmi perdonare, stasera sarete mie ospiti nel locale dove suonerò con Loris e Claudio.".
L'idea subito riaccende il sorriso sul volto di Marina, nonostante le dispiaccia sul serio che l'amico ed il fratello non riescano a riporre le armi. Ma d'altronde sono talmente testardi ed orgogliosi entrambi che difficilmente potranno abbandonare definitivamente ogni ostilità.
Ad un certo punto, accanto ai tre che chiacchierano e scherzano allegramente passano alcune ragazze, con degli attillati completi da palestra. La più appariscente del gruppetto lancia un'ammiccante occhiata a Simone, che con simulata indifferenza finge di non accorgersene, almeno finché Jenny non sottolinea l'accaduto, curiosa di sapere cosa vi si nasconda dietro.
Il diretto interessato è perciò costretto a confessare la verità:
"Per un po' sono uscito con quella, ma poi l'ho mollata perché voleva tenermi al guinzaglio come un cagnolino.".
"Tu proprio ad impegnarti seriamente non ci pensi!" commenta Jenny, scuotendo la testa.
"Non è vero, una storia importante l'ho avuta e non me la dimenticherò mai..." ribatte l'altro, rivolgendo a Marina una fulminante occhiata, alla quale lei risponde con un complice sguardo.
Simone ha indubbiamente un buon ascendente sul gentil sesso e se si rende conto di essere entrato nelle mire di una bella fanciulla, di rado si tira indietro, come raramente desiste dal tentar di conquistare qualcuna che ha attirato il suo interesse. Tuttavia le relazioni in cui si butta di solito hanno breve durata, forse perché le intense emozioni vissute con Marina insieme a nessun'altra le ha più provate. Quella con lei è stata una storia speciale, fatta di passione e tenerezza, di profonda intesa come di violenti contrasti, travolgente e vitale, impetuosa e dolce nel medesimo tempo, sempre e comunque fondata su una limpida sincerità ed un assoluto rispetto. In entrambi quanto accaduto ha lasciato un indelebile segno e per quale motivo il loro legame abbia poi mutato natura nessuno lo sa. E’ successo, così, naturalmente, senza che sia possibile darne una razionale spiegazione, e di quel passato rapporto restano ora degli incancellabili ricordi ed una solida amicizia.

 

Alla sera, come da accordi, Marina e Jenny sono ospiti di Simone in un pub in provincia di Verona, locale in cui spesso gli Holiday vengono chiamati per suonare soprattutto nel periodo estivo. Nacque per gioco la band, ormai dieci anni fa, dall'idea di tre amici appassionati di musica rock ed abili a maneggiare chitarra elettrica, tastiera e batteria. Gli estrosi ragazzi con un assiduo esercizio migliorarono la loro tecnica e raggiunsero un buon affiatamento, e dopo le prime esibizioni per conoscenti o parenti e nelle sagre di paese, cominciarono ad ottenere ingaggi in vari locali di Verona e provincia, fino a farsi conoscere anche in zone limitrofe, Mantova, Rovigo, e poi anche Brescia e Bergamo. Oltre a Simone, batterista, del trio fanno parte altri due originali elementi: Claudio e Loris. Il primo, chitarrista, capelli lunghi e sguardo truce, a vederlo sembra un tipo burbero e scontroso, mentre al contrario è chiacchierone ed esuberante, eccezionale nel raccontare barzellette. Loris, tastierista e voce solista, magrolino e rapato a zero, si fa notare soprattutto per i vistosi tatuaggi che ricoprono quasi completamente le lunghe braccia e non si separa mai da un paio di occhialini tondi dalla lenti color arancione, che gli donano un'aria buffa e scanzonata. Nonostante il singolare aspetto dei componenti della band, la loro bravura nel suonare è indiscutibile e la buona reputazione ottenuta col tempo permette loro di ricevere non poche interessanti proposte. Ci sono sì momenti in cui nessuno li cerca, ma questi sono inconvenienti del mestiere: l'importante è non scoraggiarsi.
Marina e Jenny, sedute ad un tavolo vicino alla bassa pedana su cui si esibiscono gli Holiday, ascoltano la musica mangiando di gusto delle abbondanti coppe di gelato, mentre Simone e compagni di tanto in tanto si concedono delle pause e si accomodano accanto alle amiche per scherzare un po' con loro.
Qualcuno nel locale, nascosto tra gli altri clienti, osserva l'allegro gruppetto soffermandosi in particolare sulle due briose ragazze. Lorenzo Bruni si trova nel pub insieme alla moglie ed alcuni amici e, non appena scorge tra la gente i volti noti, involontariamente sorride, rammentando quanto accaduto la mattina nel suo studio. Loredana, non spiegandosi il motivo della strana espressione del marito, quasi infastidita gli chiede cos'abbia visto di tanto interessante, e Lorenzo distoglie immediatamente gli occhi dalle giovani tornando come nulla fosse a conversare con le persone al suo tavolo.
Jenny, mente acuta a cui niente sfugge, ben presto intravede tra la folla il proprio datore di lavoro intento a chiacchierare vivacemente con dell'altra gente e senza esitare attira l'attenzione di Marina per farle notare chi ci sia nel locale, ma lei pare non essere minimamente interessata alla cosa e seguita a mangiare imperterrita il suo gelato. L'altra però insiste:
"Guarda là... Quella di fianco a lui dev'essere sua moglie.".
Marina accontenta la compagna e volge lo sguardo nella direzione indicatale. Dopodiché, tenendo il cucchiaino tra i denti, commenta:
"Quella là sarebbe la moglie di Lorenzo? Per essere bella, lo è, ma sembra che abbia ingoiato una scatola di amido... se ne sta lì, impettita... Secondo te non sorride perché si sta annoiando a morte o per paura di rovinare il trucco?".
Jenny ha le lacrime agli occhi per le risate, mentre l'amica prosegue con la giocosa descrizione:
"Ha mosso la testa, che miracolo! Adesso parla addirittura: iniziavo a credere che fosse un manichino!!... Lui invece è spigliato, ha un bel sorriso... Accidenti, è proprio carino! Stamattina non mi ero accorta che fosse un tipo tanto affascinante...".
Jenny, tornata a fatica seria, osserva Lorenzo ed ammette di condividere l'opinione della compagna: il volto sorridente, illuminato dalla candida camicia, ed i gesti spontanei e disinvolti lasciano trasparire il lato più allegro e scanzonato dell'uomo, i cui profondi occhi neri sempre mantengono la loro accattivante luce.
Marina e Jenny si guardano un attimo, folgorate dalla medesima idea, e senza esitare decidono di metterla in atto. Con un agile scatto si alzano in piedi e si muovono verso colui che finora hanno solo spiato in lontananza. Raggiunta la loro meta, si dispongono una alla destra ed una alla sinistra di Lorenzo ed in coro gli rivolgono un garbato:
"Buonasera...".
L'uomo, colto di sorpresa, rimane un istante in silenzio, e superato l'iniziale stupore ricambia il saluto con un affabile sorriso.
"Non volevamo darti fastidio." spiega Marina "Volevamo solo farti un salutino e ringraziarti ancora per stamattina.".
Quindi prende la parola Jenny, rivolgendosi anche alle altre persone sedute al tavolo:
"Togliamo subito il disturbo. Buona serata a tutti.".
Ciò detto, le due ragazze si allontanano, sorridendo soddisfatte e divertite.
Loredana, allibita, chiede al marito chi siano le sfacciate sconosciute e lui confessa di averle appena assunte nel proprio studio. La donna si mostra palesemente contrariata, ma Lorenzo la ignora e tra sé ride per l'imprevista trovata delle imprevedibili giovani.
Le scatenate amiche, tornate al proprio posto, si accorgono di aver puntati addosso gli sguardi incuriositi di Simone, Loris e Claudio, che pur continuando a suonare hanno assistito alla scena ed attendono con ansia di saperne di più. Marina, con un gesto della mano, fa intendere ai tre che racconterà loro ogni cosa più tardi, ma la sua malandrina e compiaciuta espressione stuzzica la curiosità dei musicisti e li induce a prendersi una pausa per essere informati di quanto successo.
Quando i coniugi Bruni si alzano in piedi per andarsene, Lorenzo quasi inconsciamente posa lo sguardo su Marina e Jenny e le saluta con un cenno del capo, e loro due rispondono con un sorriso, mentre Loredana, altera e fiera, le squadra severa. La sofisticata donna, alta e longilinea, con i biondi capelli raccolti in una lunga treccia, elegante e superba nel portamento, osserva con superiore distacco le ragazze che per un fuggevole momento hanno osato offuscare la sua immagine agli occhi del marito, con il loro vivace e spontaneo comportamento, e quasi a sancire la propria vittoria, richiama a sé l'attenzione del compagno prendendolo sottobraccio con affettuoso slancio. Ma già Marina e Jenny hanno ripreso a confabulare tra loro, ignorando Loredana, e lei, stretta a Lorenzo, si rende conto di esser stata una stupida a sentirsi in competizione con le spigliate giovani che in realtà nessun torto le hanno fatto.

 

Il giorno successivo prende il via la nuova avventura lavorativa di Marina e Jenny. Le due si presentano puntuali nello studio di Bruni e appena entrate subito vengono separate: Jenny viene mandata dalla segretaria nell'ufficio del titolare, mentre l'amica si trattiene alla reception per essere istruita a dovere sulle proprie mansioni.
Marina resta per un attimo immobile nell'ingresso e si guada intorno per prendere confidenza con l'ambiente. La scrivania si distende in profondità in uno spazio contiguo a quello della fronte stante sala d'aspetto, anche se un po' più stretto, disposto perpendicolarmente rispetto al corridoio sul quale si affacciano otto porte in legno di noce, il medesimo materiale del bancone dietro il quale spunta il gioviale viso della segretaria. La parete alle spalle della donna è quasi completamente occupata da un lungo e alto mobile, nella cui parte superiore, protetti da sportelli scorrevoli di vetro, sono disposti in bell'ordine sugli scaffali schedari, raccoglitori ad anelli e cartelle varie.
La nuova assunta comincia dunque il proprio "tirocinio" e con attenzione ascolta le indicazioni della già esperta impiegata, che le descrive minuziosamente quali siano i suoi compiti: rispondere al telefono e smistare le chiamate, annotare con cura gli appuntamenti sull'agenda, archiviare scrupolosamente fatture e commissioni eseguite o da eseguire, ordinare puntualmente il materiale di cancelleria quando comincia a scarseggiare, aggiornare la contabilità. Oltre a ciò, ci sono piccole mansioni quotidiane, come ad esempio annaffiare le piante in sala d'aspetto e controllare che gli uffici siano in ordine.
"Devo restare qua dentro ventiquattrore su ventiquattro per fare tutte 'ste cose!" commenta ironica Marina, che comunque non si lascia spaventare dalla mole del lavoro.
"Non ti preoccupare." interviene l'impiegata già pratica del mestiere "Alla fin fine non è faticoso. L'orario è ottimo: alla mattina dalle nove all'una e al pomeriggio dalle due e mezzo alle sei e mezzo, sabato e domenica liberi. Ti raccomando la puntualità! E poi volevo sapere se conosci almeno una lingua straniera: qui spesso arrivano telefonate anche dall'estero.".
Marina risponde di parlare abbastanza bene sia l'inglese che il tedesco, e si dimostra convinta di poter svolgere al meglio tutti i compiti che le spettano, tranne uno:
"Decisamente non ho il pollice verde e mi sa che quelle piante avranno vita breve.".
Nel frattempo anche Jenny riceve delle fondamentali informazioni sul tipo di lavoro che sta per intraprendere. Lorenzo le fornisce le indicazioni necessarie per capire come si sviluppi l'attività nello studio, che consiste principalmente nel design d'interni, e le spiega che per i primi tempi la affiancherà ad uno dei suoi più esperti collaboratori, affidandole tanto per cominciare un semplice progetto da realizzare allo scopo di verificare le sue capacità e la sua preparazione. Chiariti i punti salienti del lavoro nello studio, Lorenzo invita Jenny a conoscere i suoi nuovi colleghi ed i due escono perciò dall'ufficio. L'architetto chiama anche la nuova segretaria per presentarla alle persone con cui lavorerà gomito a gomito, e Marina di corsa si precipita lungo il corridoio, ma scivolando sul pavimento lucido rischia di cadere e si aggrappa a Jenny che a stento rimane in piedi. Lorenzo, coprendosi con una mano la bocca, ride piano, e quindi, recuperato un certo contegno, guida le ragazze nei vari uffici. Nel complesso sono cinque i membri del team alle dipendenze di Lorenzo, tutti tra i venticinque ed i trentacinque anni: Anna, capelli e occhi neri, alta e magra, apparentemente scontrosa forse a causa della sua eccessiva timidezza; Alfred, fisico robusto e volto dai forti chiaroscuri, parlata sciolta dall'inconfondibile cadenza veneta; Gianna, sguardo vivace e viso paffuto su cui spiccano il naso pronunciato e le labbra carnose; Tommaso, capelli castani perfettamente pettinati e occhiali da professore, che lo fanno sembrare ben più maturo di quanto non sia; ed infine Erika, la più appariscente del gruppo, con i suoi lunghi ricci ramati ed i grandi occhi verdi, non molto alta ma elegante nelle movenze, cara amica della moglie di Lorenzo.
Terminate le presentazioni, Jenny si mette subito a lavorare, sotto la supervisione di Alfred, pronto a darle consigli ed aiutarla se dovesse averne bisogno. Marina invece si incammina lungo il corridoio per riprendere il proprio posto alla reception, ma sentendosi osservata arresta i suoi passi e si volta indietro. Lorenzo, fermo davanti alla porta del proprio ufficio, la sta fissando e stavolta lei non riesce a sorridere come fa di solito in simili situazioni, paralizzata dai magnetici occhi neri che ha puntati addosso. Senza scomporsi più di tanto, la giovane distoglie lo sguardo e con assoluta indifferenza torna dall'impiegata che la attende per darle altri utili suggerimenti, mentre l'architetto, impassibile, si siede alla scrivania e come nulla fosse sfoglia l'agenda per controllare gli impegni della giornata.
Durante la pausa pranzo, Jenny e Marina chiacchierano mangiando un panino sedute al tavolino di un bar. Mentre la prima racconta entusiasta del progetto a cui si sta dedicando, l'altra accenna brevemente alle sue mansioni da segretaria, incapace di togliersi dalla testa i malinconici occhi di Lorenzo, occhi che per un istante l'avevano paralizzata infondendole nel cuore una tenera tristezza. Di ciò Marina tace con l'amica, non volendo dar peso ad una fuggevole sensazione probabilmente priva di significato, ed accantonato l'inspiegabile episodio, si abbandona ad una tranquilla conversazione, sgombra la mente da qualunque inconsistente pensiero.
Ad un certo punto Jenny lancia un'idea:
"Perché non invitiamo Lorenzo e gli altri colleghi alla prima della nostra commedia?".
L'amica approva pienamente la proposta: potrebbe essere un buon modo per entrare in confidenza con le persone con le quali dovranno entrambe in futuro trascorrere molto tempo...
Nel pomeriggio, Marina ancora affianca la segretaria per imparare a destreggiarsi tra documenti e carte di vario genere, nonostante abbia già una discreta esperienza in simili attività, avendo lavorato in passato alle dipendenze di altri professionisti. In effetti, ciò che le preme sapere in questo momento non sono la contabilità o i nomi dei clienti più importanti. Prima di tutto vuole capire che tipo sia il titolare dello studio, per rendersi conto se lavorare con lui sarà un piacere o una seccatura. Senza inutili giri di parole, la giovane fa una diretta domanda alla donna di cui dovrà prendere il posto:
"Questo Lorenzo Bruni, com'è? E' aperto e disponibile come sembra o è tutto il contrario?".
L'interpellata sorride e risponde alla legittima richiesta:
"Ti posso garantire che non è un tiranno dispotico, però è molto esigente. Se dice una cosa, è quella. Comunque è pronto ad ascoltare consigli e suggerimenti se li ritiene validi. E' capace di passare un'intera notte chiuso nel suo ufficio se è impegnato in un progetto importante, eppure ti assicuro che fuori da qui sa essere veramente di compagnia. Pensa che lui e suo padre due volte l'anno organizzano una cena in cui riuniscono tutti i loro dipendenti, e di solito è Lorenzo a scegliere il menù e la musica... e dopo mangiato, ci si scatena fino a notte fonda!".
Marina è decisamente stupita da quanto appreso, ma una fondamentale raccomandazione le viene alla fine rivolta da colei che da anni conosce l'architetto:
"Una cosa tieni bene a mente: se ti accorgi che Lorenzo è per qualche motivo arrabbiato, e ti giuro che si vede lontano un miglio quando lo è, lascialo in pace ed evita di parlargli. Non è per natura irascibile, però se scoppia è meglio stargli alla larga.".
"E gli altri che ci sono qui, che persone sono?" si informa la curiosa ragazza, ottenendo una sintetica ma chiara risposta:
"Gente simpatica con tanta voglia di lavorare: Lorenzo non ci pensa due volte a mandar via chi perde tempo.".
"Bel tipo questo architetto!" commenta tra sé la giovane, guardandosi bene dal pronunciare a voce alta la sua personale considerazione onde evitare di cacciarsi nei guai.
A metà pomeriggio, mentre è intenta ad armeggiare con il computer, infernale arnese con cui non ha decisamente un buon rapporto, Marina si sente chiamare e sollevando lo sguardo vede Lorenzo appoggiato con le braccia al bancone soprastante la scrivania, che sorridendo tiene gli occhi puntati su di lei ed intanto chiede un parere sulla nuova arrivata alla più esperta segretaria.
"E' fin troppo sveglia." risponde la donna, prima di alzarsi per raggiungere uno degli uffici da cui qualcuno l'ha chiamata.
Rimasti soli Lorenzo e Marina si osservano qualche secondo in silenzio ed è l'uomo il primo a parlare:
"Il tuo cognome è Castelli. Per caso sei parente del famoso avvocato Giorgio Castelli?".
La diretta interessata si incupisce di colpo e con una lapidaria frase tronca sul nascere lo sgradevole discorso:
"Era mio padre, ma non lo è più.".
L'autore della fatidica domanda, trafitto dai celesti occhi divenuti di ghiaccio, capisce di aver toccato un tasto dolente e si scusa per aver ficcato il naso in questioni che non lo riguardano. D'improvviso però Marina recupera la propria briosa espressione e con allegra voce rivolge un invito all'architetto:
"Io e Jenny facciamo parte di una compagnia teatrale e stiamo preparando una commedia che andrà in scena a metà luglio. Volevamo chiedere a te e agli altri di venire a vederci.".
Lorenzo accetta con piacere le proposta e subito si informa con vivo interesse sul titolo dell'opera che sarà rappresentata.
"E' un testo abbastanza famoso: "La locandiera" di Goldoni." rivela soddisfatta Marina.
"Scommetto che tu hai il ruolo della protagonista. Mirandolina, se non sbaglio." interviene Lorenzo, cogliendo di sorpresa l'interlocutrice non solo per l'acuta intuizione, ma soprattutto per l'evidente familiarità con la commedia, cosa che Marina davvero non aveva previsto.
Con un beffardo sorriso l'architetto guarda la giovane di fronte a lui, compiaciuto d'esser riuscito a stupirla, dopodiché se ne va dirigendosi al proprio ufficio. Marina, finora rimasta seduta, scatta in piedi e lascia il suo posto dietro la scrivania per puntare gli occhi su colui che lentamente cammina lungo il corridoio, seguendolo con lo sguardo finché non scompare dalla sua vista. Nel mentre, la segretaria esce dall'ufficio dove poco prima era entrata e, trovando Marina immobile in mezzo all'ingresso con gli occhi persi nel vuoto, preoccupata le chiede se si senta male, ricevendo di risposta un'inspiegabile risata. Le due tornano infine al lavoro, come già Lorenzo ha fatto, di nuovo impegnato tra computer e tavolo da disegno, incapace però di scordare il repentino mutamento d'umore di Marina, l'improvvisa e buia notte calata nei suoi occhi di soliti gioiosi e vivaci, il rancore dipinto sul suo viso non appena è stato pronunciato il nome di suo padre. C'è dunque un passato difficile dietro a quello sguardo traboccante di passione e voglia di vivere, ci sono ferite aperte in quell'esuberante e travolgente animo, e Lorenzo avverte un profondo disagio nel rendersi conto che una ragazza fino a ieri sconosciuta sta rammentando a lui, un professionista affermato e maturo, come affrontare la vita con grinta ed entusiasmo.
Alla sera Marina e Jenny si incontrano a teatro col resto della compagnia e Simone immediatamente chiede loro notizie sulla prima giornata di lavoro:
"Allora... Tutto bene? O siete già riuscite a farvi cacciare?".
Logicamente l'ironica domanda è indirizzata in particolare ad una persona, che colta l'allusione prontamente replica, un tantino infastidita:
"Io non mi diverto a farmi licenziare e sarei contenta di trovare un lavoro fisso...".
Simone, colpito dalla reazione di Marina, cerca di sdrammatizzare:
"Non ti arrabbiare! A volte sembra che tu non capisca quando uno sta scherzando! Ma almeno ditemi se il posto vi piace.".
Jenny parte con una concitata ed euforica descrizione dell'ambiente, dei colleghi, del primo progetto assegnatole da Lorenzo. E’ impossibile fermarla, snocciola parole su parole senza quasi prender fiato. Marina lancia un'eloquente occhiata a Simone e sottovoce gli fa notare l'errore commesso:
"Sai che se dai a Jenny un appiglio per attaccar un discorso, poi lei non si interrompe finché non ha finito... Adesso siamo nei guai!".
Per fortuna a troncare la prolissa narrazione ci pensa Maurizio Marconi che, dopo aver confabulato a lungo con la moglie, dà un importante annuncio ai membri della compagnia:
"Nonostante qualche intoppo, siamo riusciti a farci dare per il nostro spettacolo il teatro Stimate.".
La positiva novità è accolta con gran gioia. Tutti speravano si potesse usufruire del capiente teatro, situato in centro città, ma non c'era la certezza si potesse riuscire nell'intento. In diverse occasioni al gruppo di attori per metter in scena le loro rappresentazioni è toccato accontentarsi del ben più modesto palco su cui solitamente si esercitano, e la bella notizia è perciò fonte di orgoglio ed entusiasmo. Adesso ancor più di prima ciascuno vuol dare il meglio di sé per sfruttare in pieno la fortunata occasione. Per festeggiare Luciana ha preparato con le proprie mani biscotti e torte salate, che gli eccitati allievi divorano di gusto, anche perché nessuno ha ancora cenato ed a quest'ora la fame si fa sentire!
Terminato il rinfresco, con rinnovato fervore e scrupolosa cura i giovani artisti si impegnano nelle prove della commedia, sotto l'attenta supervisione dei coniugi Marconi, che sulla scorta della loro esperienza correggono pronuncia ed intonazione, suggerendo il modo più naturale di muoversi e gesticolare. Se qualcuno dimentica le battute, viene benevolmente rimproverato, come spesso capita a Tony e Christian, che talvolta si cimentano in estemporanee improvvisazioni per compensare i vuoti di memoria. Le ragazze della compagnia invece sono più diligenti nello studio dei testi, anche se in alcune occasioni pure loro si lasciano andare abbandonando il copione per seguire la scia delle proprie emozioni, ed è questa una caratteristica peculiare di Marina e Jenny, apprezzata da Luciana e Maurizio. Gli esperti coniugi infatti, pur rammentando agli allievi l'importanza di attenersi alle battute scritte, non vogliono assolutamente spegnere la loro vena più estrosa e passionale, consapevoli che sta proprio nella forza delle emozioni l'elemento fondamentale di un artista e di un essere umano, nella capacità di vivere in profondità i sentimenti senza tentare di reprimerli ma evitando di lasciarsi da essi travolgere completamente. La vita va vissuta navigando in mare aperto, senza timore di esplorare ignoti lidi o di fare nuove esperienze: bisogna rischiare per non morire ancorati ad un basso fondale di abitudini e luoghi comuni, cercando di fuggire, o quantomeno sopravvivere alle impetuose e burrascose tempeste, infido pericolo dall'arcano e sublime fascino.

   
 
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