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Autore: BluCAstle    13/09/2016    4 recensioni
alla fine della 5' stagione Kate Beckett ha lasciato il 12" distretto e Castle
sono passati 1000 giorni quando finalmente si rivedono
saranno capaci di ritrovarsi?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Avevano sistemato la culla da viaggio su due sedie accostate mentre facevano colazione sulla terrazza affacciata sul porto.

Gli altri ospiti dell’hotel, appeso sul porticciolo dell’Egeo nella piccola isola greca, potevano vedere le manine del neonato muoversi dentro la culla per afferrare le piccole api appese e che si muovevano al vento.

Rick guardava incantato sua moglie che si era sporta a controllare che la loro bambina stesse bene.

Da quando Lily era nata Kate si era trasformata.

Il suo senso materno era sbocciato come un fiore prezioso e Rick, se possibile, si era innamorato ancora di più di sua moglie.

“Ehi, le mie ragazze sono splendenti stamattina tutte vestite di bianco”.

“Anche tu non sei male, papa’ ”.

L’occhiata innamorata che si rivolsero lasciava tutto il mondo fuori.

Il loro era un cerchio magico che sembrava autoalimentarsi giorno dopo giorno.

Kate aveva deciso di non rientrare all’FBI dopo la maternita’.

Si era presa un anno sabbatico.

Aveva accettato di correre per il Senato l’anno successivo e avrebbe impiegato il suo tempo dividendosi tra la sua famiglia e il comitato politico che l’avrebbe supportata nella sua candidatura.

Ma, finche’ Lily non avesse compiuto sei mesi, si sarebbe dedicata solo a lei e suo marito.

Lily era nata quasi due mesi prima del previsto e li aveva fatti spaventare a morte.

Le si erano rotte le acque senza preavviso durante una giornata di lavoro particolarmente monotona ed era svenuta in ufficio.

Castle ricordava il terrore che l’aveva preso quando lo avevano chiamato per avvertirlo che sua moglie era stata portata via d’urgenza in ambulanza.

Era corso in taxi all’ospedale e aveva pregato per tutto il tempo che Kate e la bambina stessero bene.

Quando era arrivato Kate era gia’ in sala parto e l’avevano fatto entrare subito.

“Babe, sei qui”.

“Tesoro, certo che sono qui. Andra’ bene, stai tranquilla”.

“No, babe, e’ troppo presto. Ho paura per Lily”.

“Ehi, guardami, andra’ bene. Te lo prometto. Ora concentrati su te e su Lily. Io sono qui e non vi lascio, va bene?”.

 

L’ostetrica si era incantata a guardare quella coppia.

Ne vedeva tanti, di futuri genitori.

Ma, questi due avevano una luce speciale.

Si guardavano con un amore cosi’ grande che le vennero le lacrime agli occhi.

Avrebbe fatto del suo meglio per farli uscire da lì con la loro bambina sana e salva. Si parlavano con una dolcezza che aveva ammorbidito il suo vecchio cinico cuore.

Ore dopo finalmente pote’ tirare un sospiro di sollievo.

Era stata dura, ma la bambina era al sicuro tra le braccia di suo padre che sembrava incantato.

“Amore, la vedi? E’ bellissima, proprio come te”.

Il sorriso della donna, nonostante fosse sfinita per il parto, era incantevole.

“Spero abbia il colore dei tuoi occhi, babe!”.

“Oh, ed io spero che abbia il tuo. Ti amo Kate. Non pensavo avrei potuto amarti di piu’, ma e’ così. Non ti ho mai amato così tanto come ora che stringo tra le braccia nostra figlia”.

Glielo disse mentre le lacrime gli scivolavano silenziose lungo il viso.

Quando si chino’ su di lei per baciarla Lily emise un tenerissimo vagito e Kate sorrise tra le lacrime mentre era persa negli occhi di Rick.

Era tutto così perfetto.

“Always, Rick” gli sussurro’ piano.

Erano giorni di sole, per la famiglia Castle.

 

Anche il giorno del loro matrimonio, cinque mesi prima, era stato un giorno di sole.

Era stato romantico e pieno di poesia. I loro amici piu’ cari e le loro famiglie, in una giornata perfetta come solo Los Angeles sa regalare anche in febbraio.

I tulipani bianchi arrivati direttamente dall’Olanda avevano decorato la piccola cappella bianca montata sulla spiaggia e il percorso per arrivarci.

Al tramonto erano state accese le mille candele che Rick aveva voluto per ricordare a Kate che non c’era stato neppure un giorno in cui lei non era stata nel suo cuore.

La magia di quella giornata aveva contagiato tutti e lacrime di commozione erano state versate a fiumi quando il piccolo James, dopo aver portato le fedi, aveva voluto abbracciare prima suo nonno e poi la ‘Deddy princesa', prima di lasciare che sua madre lo prendesse in braccio per far continuare la cerimonia.

Unico assente ingiustificato era stato Mark

Non che Castle ne avesse sentito la mancanza.

Era un periodo strano per Alexis.

Il ritorno di Kate aveva cambiato gli equilibri di casa Castle e lei, ad essere onesta, non riusciva a capire come suo padre avesse potuto perdonarla così, senza nessun dubbio.

Lo aveva chiesto a Rick e lui, gelido, le aveva risposto che se non lo capiva da sola forse non c’era nulla che lui poteva dirle per farglielo capire.

Kate aveva avvertito la distanza che Alexis aveva messo tra loro e aveva cercato di non sottolinearla perché conosceva Rick e sapeva come questo lo ferisse.

Per fortuna c’era James e la necessita’ di Alexis che suo padre si occupasse di lui impediva che la distanza tra loro diventasse troppo grande.

Si era accorta di come Castle guardasse spesso sua figlia Alexis quando lei non se ne accorgeva.

Sapeva leggere nei suoi occhi e vi scorgeva il dolore di una distanza che non voleva.

Si era ripromessa di trovare il modo di aiutarlo, ma non riusciva a capire come, visto che Alexis si impegnava molto nell’evitare di restare sola con lei.

 

La sera prima del matrimonio Kate non riusciva a dormire ed era uscita in giardino a guardare l’oceano ruggire.

Amava quella casa sulla spiaggia, Castle aveva ragione nel dirle che le sarebbe piaciuta.

Se n’era innamorata subito.

Mentre stava immobile a fissare il mare, si era resa conto istintivamente di non essere sola e volgendo lo sguardo intorno aveva scorto Alexis seduta su una delle poltrone da esterno davanti alla piscina al buio.

“Alexis, mi hai spaventata”.

“Credevo che nulla riuscisse a spaventare l’agente speciale Katherine Beckett”.

C’era una nota di acredine nella sua voce, ma Kate si impose la calma.

“Ti sbagli, Alexis, ci sono molte cose che mi spaventano, invece”.

“Davvero? Per esempio?”.

Era di sfida e di sfiducia il tono con cui glielo chiese, ma Kate rispose con sincerità.

“Più di tutti mi spaventa perdere le persone che amo”.

“Ma non ti ha spaventato lasciare solo mio padre per quasi tre anni”.

“Ti sbagli, Alexis, non sai quanto mi abbia fatto soffrire stare lontana da lui per tutto quel tempo”.

“Lo sai cosa ha dovuto passare per colpa tua?”.

“Lo so, e non c’e’ giorno in cui io non me ne dispiaccia!”.

“Scusa, ma non ti credo!”.

“Alexis! Basta cosi!”.

La voce decisa di Castle intervenne mentre la sua figura emergeva dal buio senza che le due lo avessero sentito arrivare.

“Babe, va tutto bene” si affretto’ a rassicurarlo Kate mentre lui le si mise accanto con fare protettivo

“No tesoro, non va bene per niente. Alexis devi smetterla di comportarti come se Kate fosse il nemico qui”.

“Ti ricordo, papa’, che Kate e’ sparita una sera dalla tua vita e non si e’ fatta piu’ trovare e io ho dovuto guardare mio padre in un letto di ospedale quasi morto perche’ non poteva vivere senza!”.

“Alexis! Smettila immediatamente!”.

“Rick...” disse piano Kate mettendogli una mano sul braccio per calmarlo.

“Alexis, mi dispiace, davvero. Aver fatto soffrire tuo padre in quel modo e’ il piu’ grande rammarico della mia vita. Ma, avevo commesso un errore madornale e le conseguenze erano state così devastanti che non riuscivo a pensare che lui potesse perdonarmi. Per questo lo tenevo distante”.

Alexis sembrava non riuscire a fermarsi nella sua furia.

“Certo!Tu commetti un errore, Dio solo sa quale, e poi decidi che le conseguenze deve pagarle qualcun altro, non e’ vero?”.

“Alexis, ma cosa ti prende, mio Dio!” Castle non riusciva a riconoscere sua figlia.

Kate aveva cominciato a capire che c’era molto di più dietro alla rabbia della ragazza e le si avvicino’.

“Alexis, che succede?”.

La ragazza non era pronta alla dolcezza che Kate stava sfoderando con lei e scoppiò a piangere.

“Succede che siete tutti così bravi a lasciarvi indietro quello che non volete piu’! Un giorno siete qui e quello dopo sparite e non vi fate piu’ vedere!”.

Kate abbracciò la ragazza in lacrime cercando di consolarla.

Castle era confuso.

Che cosa stava succedendo esattamente?

Kate lo guardo’ da sopra la spalla di Alexis facendogli cenno di avvicinarsi a sua figlia.

“Tesoro che succede?” le chiese mettendogli una mano sotto al viso perche’ lei lo guardasse negli occhi.

“Mark se ne e’ andato papa’! Ha detto che la vita di famiglia non fa per lui, che lui e’ fatto per stare su una barca non in una casa da cui il mare si può solo guardare. Ho scoperto che ha un’altra, papa’!”.

“Oh tesoro, vieni qui”.

La strinse tra le braccia cullandola come quando era bambina e si svegliava nel cuore della notte per un incubo.

“Andra’ tutto bene tesoro, vedrai. Ci sono io”.

“Non e’ vero, anche tu te ne andrai ora che c’e’ Kate e la vostra nuova bambina in arrivo!”.

“Alexis, ma cosa dici. Tu sei e resterai sempre la mia bambina ed io non sto andando da nessuna parte tesoro, te lo prometto. Noi siamo una famiglia, Kate diglielo”.

“Alexis tuo padre ha ragione. Siamo un’unica grande famiglia e non andremo da nessuna parte senza te e James”.

“Chi ti ha detto che Kate e’ incinta, zucca?”.

“Vi ho sentito parlare l’altra sera sul divano. Mi dispiace, non volevo invadere la vostra privacy, ma non riuscivo a dormire così ero scesa per bere un bicchiere d’acqua e ti ho visto accarezzare la pancia di Kate e dirle che non vedevi l’ora di conoscere la piccolina che era lì dentro”.

“Alexis, avrai una sorella e James diventera’ suo nipote!” provo’ a scherzare Castle e suo malgrado la ragazza sorrise tra le lacrime.

“Ascoltami tesoro. Questo non cambierà nulla, anzi, ci rendera’ piu’ forti e piu’ uniti. James avra’ una compagna di giochi e tu potrai stare con noi se deciderai di lasciare il tuo lavoro sulle navi. Era per questo che non volevi venire al matrimonio? Per non allontanarti da Mark? Perche’ non me l’hai detto tesoro, sarei venuto io a prenderti. E a dare un pugno a quell’idiota di tuo marito!”.

“Papa’, mi sento una tale stupida. Tu me lo avevi detto ed io non ti ho voluto ascoltare. Come sei riuscito ad accettare il tradimento della mamma e a crescermi senza andare in pezzi, papa’? Io ho paura di non farcela da sola”.

“Alexis, tu non sei sola!” intervenne Kate d’istinto prendendole una mano.

“Kate, scusami, sono stata aggressiva e maleducata in questi mesi con te, perdonami”.

“Alexis, va tutto bene. Quando ne avrai voglia ti raccontero’ la storia che sta dietro al mio allontanamento, ci tengo a dividerla con te. Ma, ora vi lascio soli. Tu e tuo padre avete bisogno di stare un po’ insieme”.

Quella sera Richard Castle aveva consolato la sua bambina pensando che non sarebbe stato facile per lei superare quell’abbandono che richiamava alla mente quello di sua madre.

L’avrebbe protetta lui come era abituato a fare.

E, per fortuna, aveva accanto una donna davvero straordinaria che l’avrebbe supportato e sarebbe stata al suo fianco.

Non vedeva l’ora che arrivasse l’indomani per farla diventare sua moglie.

Sarebbero stati una grande famiglia felice.

 

E quando il momento era arrivato, si era sentito emozionato come mai prima in vita sua.

Gli tremavano le mani e non riusciva a stare fermo.

“Richard, calmati per l’amor del cielo” gli disse sua madre ridendo.

Vederlo così emozionato la rendeva felice.

Aveva visto le ombre scese tra lui e Alexis ritirarsi quella mattina e non poteva esserne piu’ felice.

“Papa’, la nonna ha ragione. Sei al terzo matrimonio, dovresti esserci abituato!” lo prese in giro sua figlia sorridendogli.

La sera prima avevano parlato a lungo e Castle si era sentito vicino ad Alexis come non gli succedeva da mesi.

Era triste per lei. Lui sapeva cosa significava essere traditi e abbandonati dalla persona che credi ti stara’ accanto per sempre.

Ma, la sua bambina era forte e ne sarebbe uscita.

Aveva James e aveva lui.

Non sarebbe mai stata sola.

“Alexis, vieni qui, abbracciami, ti prego, ho bisogno di conforto, mi sento svenire!”.

“Dai papa’ non scherzare!”.

“Dico sul serio, Zucca, sento che quando Kate apparira’ lungo quel viale pieno di tulipani bianchi sverro’ se non mi dai la mano”.

“Deddy I love you” disse il piccolo guardando suo nonno dal basso in alto e tentando di arrampicarsi sulla sua gamba.

“James, vieni in braccio al tuo Deddy, tu si che sai consolare un uomo sull’orlo di una crisi di nervi”.

Poi Kate era comparsa nel suo abito bianco di seta semplice e meraviglioso, come solo l’amore della sua vita sapeva essere.

Si erano guardati per tutto il cammino dalla casa fino alla cappella sulla spiaggia dove la stava aspettando con James in braccio.

Kate sorrise a quella vista.

Quel bambino era stata la causa del loro riavvicinamento e non c’era un altro posto dove doveva stare in quel momento.

Era il loro messaggero dal cielo.

L’aveva mandato il loro bambino per salvarli, prima individualmente poi come coppia.

Era la loro meraviglia.

Quando era arrivata davanti a Castle, James con naturalezza aveva teso le sua piccole braccia verso di lei che l’aveva abbracciato con slancio tirandoselo addosso.

La scena aveva commosso tutti i presenti.

Rick Castle per primo.

“Amore, ci siamo portati gia’ avanti, vedo!” scherzo’ Rick, sorridendole.

“Decisamente, uno in braccio e uno nella pancia” gli sussurro’ lei per far si che nessuno la sentisse.

“Ti amo Kate”.

“Ti amo Kate” ripete’ James con la sua vocetta sottile facendo sorridere tutti.

“Ti amo, Rick, ti amo tantissimo”.

“Tantissimo” ripete’ James sbaciucchiandola. 

A quel punto stavano tutti ridendo.

Alexis intervenne per recuperare il suo piccolo teppista dalle braccia di Kate e ne approfittò per baciarla a sua volta e sussurrarle ”grazie” a bassa voce, indicando con la testa suo padre.

Castle strinse tra le braccia sua figlia e suo nipote prima di lasciarli andare.

Ora era pronto per avere la sua perfetta giornata di matrimonio con la donna più bella del mondo.

“Pronti?” chiese il funzionario inviato dal sindaco.

“Pronti”.

Quando furono finalmente marito e moglie Castle la strinse a se’ togliendole il fiato.

“Sei mia per sempre, ormai!”.

“E tu sei mio per sempre, ormai!”.

Si baciarono dimenticandosi del mondo mentre un raggio di sole invernale li illuminava dall’alto.

 

Dopo il matrimonio si erano regalati un viaggio di nozze da favola in un’isola privata delle Seychelles, dove si erano preoccupati solo di amarsi, coccolarsi e stare insieme senza pensare a nient’altro.

Rientrati a Washington avevano invitato Alexis e James a raggiungerli perche’ la ragazza potesse contare su suo padre per superare il difficile momento che stava passando.

Erano stati giorni quieti, pieni dell’allegria di James e della tristezza che sua madre Alexis tentava di mascherare senza grandi risultati.

Kate le aveva raccontato, una sera che erano rimaste sole mentre Rick addormentava James, perche’ fosse scappata da suo padre e alla fine si erano ritrovate a piangere insieme quando le aveva detto del bambino perso che avrebbe avuto, piu’ o meno, l’eta’ di James.

Alexis le aveva raccontato della sua pena per Mark che li aveva tagliati fuori dalla sua vita e che non si preoccupava neppure di cercare suo figlio.

Castle soffriva molto per questa situazione, sapeva esattamente come si sentisse sua figlia.

Ma, erano tutti insieme e nessuno sarebbe stato lasciato solo.

Questa era la regola della famiglia Castle.

 

La nascita precipitosa di Lily li aveva spaventati e colti di sorpresa.

La aspettavano per fine settembre o primi di ottobre invece, a fine agosto, se l’erano trovata tra le braccia, piccolina ma forte e sana.

Erano tornati a Los Angeles per le prime settimane di adattamento, lì avevano piu’ spazio, il clima era perfetto per la bambina e avevano la spiaggia per le loro passeggiate a tre.

Spesso si univano anche Alexis e James.

Era tornata a vivere nella dependance della casa sulla spiaggia, dopo la separazione, e aveva accettato un lavoro di ricerca alla UCLA nel dipartimento di Biologia marina.

James aveva iniziato la scuola materna le prime settimane di settembre e sembrava gia’ un ometto nella sua divisa scolastica.

Erano giorni di sole per tutti i Castle.

James era innamorato della piccola Lily.

Passava molto tempo a guardarla dormire nella culla e Kate era intenerita da quell’atteggiamento naturalmente protettivo che il bambino aveva assunto non appena l’avevano portata  a casa.

Era delicato e restava spesso accanto alla sua culla a parlarle in quel suo linguaggio dolcissimo che gli aveva trasmesso suo nonno.

Sembravano davvero fratelli.

E come tali sarebbero cresciuti.

 

“Kate?”.

Sentiva la musica arrivare dal patio, ma non la vedeva.

“Ehi, Kate!”.

La musica le aveva impedito di sentirlo e la scena che si trovo’ davanti era cosi’ dolce da lasciarlo senza fiato.

Kate stava facendo yoga sul suo tappeto blu e accanto aveva Jack e Reece sui loro tappetini, che tentavano di imitarla.

Lei faceva figure perfette col suo corpo flessuoso, nonostante le due gravidanze di cui la seconda gemellare.

I due bambini nei loro pantaloncini corti e senza maglietta invece si intrecciavano tra di loro continuando a ridere e a capovolgersi.

Ad un certo punto Jack era scivolato sotto di lei che stava facendo la posizione del cane e Kate si era allungata a baciarlo mentre Lily, seduta nella posizione del loto a leggere, li guardava scuotendo la testa.

Davanti a lei James stava disegnando Lily che era la sua sorellina preferita, come la chiamava sempre.

Era meravigliosa la sua famiglia.

 

Kate alzo’ il viso, avvertendo la sua presenza come faceva sempre.

Gli sorrise da lontano con gli occhi scintillanti.

Era la sua senatrice, ora e lui ne era fiero come mai prima.

Aveva buone notizie.

Lei aspettava di sapere.

“Allora?”.

Lui fece di si con la testa e lei gli corse incontro.

“Bambini, papa’ ha avuto il suo Pulitzer! Venite a fare festa”.

Tutti e quattro i piccoli gli corsero incontro arrampicandoglisi addosso.

“Ehi, ehi, marmaglia! Sono troppo vecchio per riuscire a tenervi tutti e quattro!”.

Mentre lo diceva sorrideva perche’ Kate si era alzata sulle punte per baciarlo.

Era scalza e spettinata e a lui sembrava sempre la piu’ bella donna del mondo.

In quel giorno di sole incantevole non avrebbe saputo chiedere di piu’.

 

 

 

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Ed eccoci arrivati alla fine.

Questa storia e’ iniziata su una spiaggia di Malibù con un piccolo bambino biondo che mi e’ venuto addosso perche’ distratto dal suo gelato ed e’ finita sulla terrazza di una piccolissima isola delle Cicladi sospesa nell’azzurro dell’Egeo.

Mi ha fatto compagnia durante tutto questo tempo e mi ha consolato spesso nelle sere di solitudine quando ero lontana, per lavoro, da tutto quello che amo.

 

Spero che abbia fatto compagnia anche a voi e vi abbia fatto sorridere e stare meglio.

A presto.

Blu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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