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Autore: Bimbo_Dagli_Occhi_Dolci    03/05/2009    5 recensioni
« E ci fu una battaglia nel Cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel Cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli»
FanFiction scritta a quattro mani con Siana. Al'interno prima di ogni titolo il nome dell'autore del capitolo
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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cap1

Capitolo Scritto: Bimbo_Dagli_Occhi_Dolci

               Fallen angel_           


 

« E ci fu una battaglia nel Cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel Cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. »
 
“Mama, we all go to hell....”
 
E qua mi ritrovo, in un mondo che non è mio.
Sbattuto sulla terra fredda dopo essere stato esiliato, punito, per aver disubbidito e per essermi ribellato.
Apro gli occhi dopo essere precipitato dal Paradiso e le urla nella mia mente iniziano a farsi spazio come unghie su una lavagna.
Tutto ma non questo.
Le mie ali si fanno nere come la notte e la punizione degli arcangeli si abbatte sul mio essere.
Seduto nell’ombra, sotto la pioggia che invade gli enormi palazzi.
Ascolto il silenzio e mi sento disorientato, in solitudine.
Tsk, libero arbitrio, appoggiando la causa del mio Signore mi hanno cacciato da lassù.
Lucifero, l’angelo più splendente, punito per essersi ribellato al signore dei mortali.
Questa è la mia divina fine.
Esiliato dai miei stessi simili, da quella che dovrebbe essere una famiglia.
Cammino tra gli alti palazzi scuri illuminati solo dai lampioni sulla strada; i tuoni sono gli unici che interrompono il silenzio di ghiaccio fra le vie popolate di donne costrette a prostituirsi, mi guardano invitandomi ad avvicinarsi; rifiuto non per disprezzo ma perchè la mia sete ora è quella di sangue.
Gente senza soldi, senza vestiti con cui coprirsi dalla pioggia e dal freddo accucciati sotto i muri dei negozi ormai chiusi da anni, e ragazzi tra le vie più strette che si scambiano una dose.
Alzo il cappuccio color della notte e cammino cercando di passar inosservato tra la gente che mi guarda incuriosita.
“Ti sento mio Signore...”
Una voce m’invade la testa e le mie ginocchia cedono sotto il peso del mio corpo, sbilanciato da quella forte ondata di potere oscuro m’inginocchio sul marciapiede bagnato.
Urlo, come mai ho fatto prima d’ora.
Urlo per te, mio Signore.
M’indichi la via, visioni alternate, sovrapposte si proiettano davanti ai miei occhi.
“Mostrami cosa ha portato questa città alle tenebre...”
Le mie mani si portano istintivamente alle tempie che sembrano voler esplodere sotto quelle informazioni.
Un motel. Una donna. Dark side Hostel.
Riapro gli occhi sotto le urla delle persone presenti che hanno assistito al mio svenimento.
Maledizione ho perso i sensi e nemmeno me ne sono accorto.
M’alzo spinto da una forza interiore che prima d’ora non avevo percepito; inizio a correre più veloce che posso tra le stradine strette fra i palazzi e la luna rosso sangue si rivela agli occhi d’ogni essere sulla terra.
Finalmente in lontananza riesco a scorgere tra l’oscurità il piccolo motel apparso nella mia visione; mi avvicino a passo spedito senza guardare in faccia alle persone sedute fuori, i loro visi sono sporchi. Sporchi di peccati.
Mi salutano eccitati all’idea che sto entrando nella loro proprietà per divertirmi con le loro donne corrotte, ma quello che io cerco non è sesso per questa notte.
Salgo le scale entrando in un posto malfamato e per niente pulito.
Delle giovani ragazze mettono in mostra parti del corpo che su una ragazza dovrebbero rimanere un desiderio proibito.
Passo di fianco ad una ragazza dal viso dolce e delicato, rovinato solo da questo mondo crudele che le solca occhiaie pesanti intorno agli occhi di una bambina.
Non più di 17 anni, e la sua vita è rovinata come quella d’animale in gabbia.
Mi guarda eccitata e cerca di sedurmi, si strofina sul mio collo come una gattina davanti a tutte le altre e si passa un dito sulla bocca color sangue.
La mano senza il mio volere si alza in un gesto lento, a rallentatore si avvicina alla spallina della sua maglia che cade a brandelli scoprendo il seno di una piccola donna.
Non tocco la sua pelle, solo quel pezzo di stoffa lacerata e sporca, e delicatamente lo accompagno fino alla spalla esile dove sembra che le ossa vogliano uscire da quella pelle color porcellana.
Rimane stupita dal mio gesto e come farebbe una bambina il suo viso si rilassa, le sue labbra si curvano in un sorriso dolce e delicato.
- Ti stavo aspettando, Gabriel –
La sua voce rimane delicata, sospirata tra le labbra pronunciate e sensuali.
Sfiora le mie dita con quelle ruvide sue e improvvisamente si presentano immagini come un flash back di una vita vissuta, ma non mia.
Sospiri. Gemiti.
Disgustoso. Immorale.
Lacrime. Singhiozzi.
Dignità. Vergogna.
Piacere. Dolore.
Lussuria.
Finalmente quel tormento di corpi che sospirano finisce in qualche secondo e la ragazza di fronte a me sorride divertita.
- Devi farci l’abitudine, Gabriel, ti succederà molto più spesso di quanto credi –
Il suo tono è molto calmo, dolce.
Non capisco a pieno quelle parole, ma so che purtroppo è la verità.
Mi accompagna in una camera isolata dalle altre ragazze per poter parlare in privato; passiamo davanti alle infinite porte sulle pareti del corridoio fino ad arrivare ad una camera mal di ridotta.
Estrae la chiave dalla gonna in pelle che indossa e apre la porta, rivelando ciò che ad un essere umano non dovrebbe essere servito come alloggio.
Uno strano odore di marcio invade le mie narici facendomi venire la nausea e lei accenna ad una risata soffocata dopo aver visto la mia faccia disgustata.
Supero incerto la soglia del non ritorno e finalmente posso sapere del mio Signore.
- Samantha, niente è più straziante che ritrovarsi ingiustamente sulla terra dei mortali dopo essere stati traditi in Paradiso... dimmi dov’è mio padre. Svelami dov’è Lucifero -
  
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