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Autore: jess803    13/09/2016    0 recensioni
In un mondo post-apocalittico, segnato profondamente dagli esiti di una distruttiva guerra nucleare, in cui le risorse idriche e i generi alimentari scarseggiano, si muove una donna, Hadiya De Wit, spia al servizio della Confederazione, ossessionata dai demoni del passato e legata da una catena invisibile ad un amore misteriosamente scomparso.
Ambientata nel torrido deserto nord africano, è una storia di spie, amicizie tradite, intrighi politici, ma soprattutto di un amore destinato, forse, a non finire mai.
"Erano come due anime in bilico sull’orlo dello stesso precipizio, che lottavano contro la stessa forza invisibile che cercava in tutti i modi di farle andare giù, che avrebbero potuto restare in equilibrio solo se fossero rimaste immobili a sostenersi a vicenda… due anime a cui sarebbe bastato solo il soffio di un alito di vento per precipitare sul fondo del baratro e restarci per sempre."
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Quella sera la sontuosa villa di Ignacio Aguilar era popolata da illustrissimi ospiti. Tutte le più alte cariche dello stato nord-africano e della borghesia industriale erano state invitate al party in piscina del vecchio brasiliano, a godere della compagnia di belle e giovane donne provenienti dai bordelli di mezza Casablanca, di un’ampia scelta di champagne pregiato e di esotici stupefacenti . Nonostante non fosse l’unica donna presente al party in veste di invitata e non di accompagnatrice, la bella Sherry spiccava per la sua eleganza e raffinatezza; a vederla quella sera, nessuno dei presenti avrebbe mai detto di trovarsi davanti ad una piccola orfana cresciuta in una casa di piaceri di Béjaia o meglio, in una super segreta base militare localizzata in un sottomarino in continuo movimento nel Mediterraneo. Il lungo vestito color smeraldo impreziosito da perline e cristalli sul petto, faceva risaltare la sua carnagione chiara e i profondi occhi verdi. Forse la parrucca bionda da pin-up stonava un po’ con il resto, ma non era certo lì quella sera per delle vanterie. Hadiya sapeva bene di avere ancor meno speranze della sera precedente di recuperare le informazioni dal computer di Aguilar, ma non aveva altra scelta. Dopo essersi intrattenuta con degli uomini del ministero delle finanze presentatigli dal vecchio e aver bevuto qualche sorso di champagne, la donna si diresse verso la dispensa, affollata dagli uomini del catering che stavano preparando i piatti per il buffet.
<< Qualcuno sa dove posso trovare una soda? >> chiese Hadiya a voce alta.
Un bel biondino sorridente si girò verso di lei e le rispose: << Niente soda stasera, solo Martini per le belle donne >>. L’espressione gentile dell’agente speciale si fece improvvisamente scura; prese il tizio per un braccio e lo portò leggermente in disparte, accanto allo stanzino delle scope.
<< Chi diavolo sei tu? Dov’è Eeki? >> gli chiese a voce bassa ma decisa.
<< Calmati Sherry! La tua solita partner era indisposta, sono stato inviato io al posto suo >> rispose con tono pacato e garbato l’altro.
<< Non mi è stato detto nulla dal quartier generale, cosa mi dovrebbe fermare ora dal prenderti alle spalle e spezzarti il collo? >> disse l’agente digrignando i denti, mentre teneva l’uomo per la cravatta della divisa da cameriere.
<< Non saprei, ma forse il fatto che ho il capitano Huber in linea che aspetta di fornirti spiegazioni potrebbe essere una buona motivazione >> fece il tizio con un sorriso beffardo, porgendole una mini ricetrasmittente.
La donna prese bruscamente la trasmittente dalle sue mani e lo porse all’orecchio. La voce del capitano Huber, dall’inconfondibile raucedine e marcato accento tedesco, le confermarono la storia raccontata dal ragazzo: << è arrivato qualche giorno fa insieme al Generale Marchand, pare sia il suo protetto >>.
<< Il generale Marchand? Il braccio destro del ministro della guerra? Perché si trova alla nostra base? >> bisbigliò Hadiya, dopo essersi allontanata dall’uomo biondo.
<< L’affare che abbiamo tra le mani interessa a più di una persona dei piani alti a quanto pare. Ad ogni modo, non credo siano arrivati per darci rogne, ma è meglio tenere gli occhi aperti fino a che non sapremo di più su questa improvvisa ingerenza >> disse con circospezione il capitano << ora torna dal tuo contatto e mettetevi immediatamente al lavoro >>.
Hadiya si girò di nuovo verso l’uomo e lo studiò da cima a fondo: aveva circa trent’anni ed era alto non più di 180 cm; i capelli erano biondi, gli occhi scuri e la barba non curata, di quattro o cinque giorni al massimo. Non sembrava particolarmente esperto, né tantomeno dotato di un’intelligenza fuori dal comune. Se avesse dovuto descriverlo in una sola parola, avrebbe detto “ordinario”.
Dismessi i panni della vecchia spia e restituita la trasmittente al collega, Hadiya si calò nuovamente nella parte della giovane Sherry, si aggiustò rapidamente il vestito e si diresse verso la piscina, facendo cenno all’uomo di seguirla a debita distanza. In mezzo ai gozzovigli dei presenti, divisi tra alcol, donne e oppio, l’agente speciale prese un sigaro dal tavolo cubano e lo accese con fare da grande donna. Il cameriere biondino passò accanto a lei dopo qualche secondo, lanciando discretamente una piccola pallina grigia ai piedi del tavolo, sulla tovaglia bianca; l’accendino per il sigaro scivolò provvidenzialmente dalle dita della povera Sherry, persa tra i fumi dell’oppio, o almeno, questo era quello che i presenti dovevano credere, finendo proprio sulla pallina grigia. Un’enorme lingua di fuoco avvolse la tovaglia bianca e il tavolo, mettendo in agitazione tutti i presenti. Nel caos che si scatenò in seguito allo scoppio dell’incendio, le due spie si diressero discretamente verso la stanza della sorveglianza TVCC.
<< E’ scoppiato un incendio, c’è bisogno di aiuto in piscina! >> urlò qualcuno dall’esterno della stanza <>. All’udire le grida provenienti dal corridoio, il grasso uomo della sorveglianza, tirandosi su i pantaloni consumati, si precipitò verso la piscina, lasciando la stanza incustodita. Il biondino rimase di guardia alla porta, mentre Hadiya, seguendo le istruzioni di Ben, manometteva il sistema delle telecamere a circuito chiuso. Dopo qualche minuto, il finto cameriere si avviò verso il corridoio dello studio e qui, gesticolando vistosamente nella direzione della telecamera, chiese alla collega dall’altra parte della trasmittente: << sono qui, riesci a vedermi? >>.
<< No, non ti vedo >> rispose con un pizzico di gioia Hadiya, guardando lo schermo in alto a sinistra che continuava a mostrare in loop l’immagine del corridoio deserto. Risolto il problema delle telecamere a circuito chiuso, Pifferaio raggiunse velocemente e discretamente il collega alla porta dello studio di Aguilar, approfittando dello scompiglio creato dal fuoco al tavolo cubano per passare inosservata.
<< Io sono Kieren, comunque. Kieren Cox >> le disse il tipo biondo tendendole la mano. Hadiya fece un breve cenno col capo e si mise immediatamente al lavoro, senza presentarsi a sua volta. L’uomo, imbarazzato, ritrasse la mano e la infilò nella tasca bucata della divisa, poi disse sottovoce, tra sé e sé: << un tipo socievole, eh? >>.
La donna fece finta di non sentire, << tu resta di guardia all’angolo del corridoio, io entro e recupero i dati >>.
L’agente speciale non poteva utilizzare di nuovo il trucco della sera precedente: il codice era stato sicuramente cambiato da Novak dopo aver trovato l’innocente Sherry nell’ufficio e non c’erano abbastanza residui organici sui tasti delle nuove cifre per poterli individuare con la polvere. Per questo motivo, la donna dovette aspettare più di qualche minuto prima che il decodificatore di Ben trovasse la nuova combinazione; una cosa era trovare tutte le combinazioni possibili di cinque numeri, un’altra era trovare quelle di nove numeri. Dal silenzio relativo che proveniva dalla piscina, Hadiya aveva capito che il fuoco era stato quasi domato e che lei e il novellino avevano ancora pochi minuti prima che qualcuno della sicurezza passasse per il corridoio centrale. Individuata la nuova combinazione e varcata la soglia dello studio, Pifferaio riprese il lavoro che aveva lasciato in sospeso la notte prima. Mentre Ben cercava di infiltrarsi nell’account di posta del vecchio, Hadiya diede un’occhiata agli altri file sul PC, notando che le attività losche di Aguilar, nonostante la sua veneranda età, fossero più floride che mai. Dopo qualche minuto, l’agente ebbe accesso alla mail del misterioso acquirente di armi: finalmente avrebbero potuto scoprire la data e il luogo dello scambio; ma la gioia della donna per il successo appena ottenuto, si dissolse come neve al sole appena ebbe modo di leggere attentamente il contenuto della mail.
<< Passami immediatamente il capo >> disse con spietata lucidità all’informatico.
<< Sono Huber, siamo tutti in collegamento dalla sala delle riunioni. Parla pure Pifferaio >>.
<< Capitano, ho appena letto la mail che ha ricevuto Aguilar dal compratore. La faccenda è molto più grave di quanto credessimo >>.
<< Che cosa intendi dire? Parla, per l’amor di Dio! >> disse Huber a voce alta.
<< Chiunque sia il nostro uomo, ha abbastanza denaro e potere da comprare trentacinque casse di fucili semi-automatici, granate, mitra e varie altre armi di piccolo calibro. Potrebbe esserci un’ecatombe se questa consegna avesse luogo. Adesso ci spieghiamo anche l’agitazione di Novak dell’altro giorno >> rispose la donna, scorrendo l’infinita lista di richieste avanzate dall’uomo misterioso.
Tutti i presenti nella asettica sala riunioni piombarono in un silenzio eloquente. Le informazioni che aveva fornito l’agente speciale erano quanto di peggio ci si potesse aspettare; mai come in quel momento, era diventato indispensabile per l’Agenzia risalire all’identità acquirente e assicurarlo alla giustizia.
Dopo aver comunicato le informazioni principali su luogo e ora della compravendita, Hadiya si avviò a passo svelto verso l’uscita, intenta a lasciare per sempre quell’ufficio senza mai più rientrarvi. Cox la scavalcò prima che ella potesse chiudersi la porta alle spalle e, dopo aver armeggiato un po’ al PC, vi inserì una piccola penna usb.
<< Che diavolo pensi di fare? >> gli chiese lei con aria stupita, << la missione è finita, dobbiamo andarcene da qui al più presto >>.
<< Voglio scaricare anche le informazioni sugli altri clienti di Aguilar. Ci vorrà solo un attimo >> rispose lui pieno di soddisfazione.
<< Sei impazzito? Non abbiamo tempo per questo, il nostro piano è già pieno di rischi così com’è. Una missione deve essere studiata in ogni minimo dettaglio, non possiamo improvvisare! >> tuonò lei, con le guance che diventavano rosse dalla rabbia.
<< Riflettici! Con queste informazioni finalmente potremo far pagare a quell’uomo e ai suoi clienti tutti i loro crimini. Non possiamo lasciarci sfuggire quest’occasione! >>.
<< Non è compito tuo decidere cosa fare o non fare! Io ti ammazzo bastardo, giuro che ti ammazzo! Sempre se non ci ammazzano prima loro! Smettila subito! >>.
<< Senti Pifferaio, non so come tu sia stata abituata dai partner che hai avuto prima, ma con me non funziona. Non puoi darmi ordini, solo il Generale Marchand può, quindi smettila di dare in escandescenze perché so quello che faccio. Se non vuoi collaborare qui, almeno mettiti di guardia all’uscita e avvisami se passa qualcuno >> disse Kieren, chiudendo ogni possibilità di replica.
Hadiya strinse forte i denti e sospirò rumorosamente, trattenendosi a malapena dal mollare un ceffone al collega; dopodiché, recuperate lucidità e fermezza, si diresse verso la porta, pregando fra sé e sé che tutto andasse per il meglio.
Quando dal fondo del corridoio cominciò a venire fuori il rumore di lenti e pesanti passi, Hadiya mise immediatamente in allarme il collega. << Sta arrivando qualcuno. Sbrigati a finire quello che stai facendo, ché non saprei proprio come giustificare la presenza mia e di un cameriere nello studio di Aguilar >> gli disse a voce bassa, attraverso la trasmittente. Cox ignorò le sue parole e continuò a scaricare i dati sulla penna.
<< Per l’amor di Dio, quanto tempo ti ci vuole ancora? >> riprese la donna con maggiore concitazione, sempre più preoccupata dai passi che si avvicinavano.
<< Se la smettessi di parlare farei più in fretta >> rispose con tutta calma l’uomo.
<< Non abbiamo più tempo ormai! >> tuonò Pifferaio.
Il rumore di passi si fece sempre più chiaro e distinto, fino a quando qualcuno svoltò l’angolo e la trovò lì, immobile e col vestito sgualcito, a poca distanza dall’ufficio del Capo. Hadiya lo riconobbe subito: era il capo degli uomini della sicurezza di Aguilar.
<< Che ci fa lei qui? >> chiese con aria interrogativa l’omone.
<< Sono andata in bagno ad incipriarmi il naso >> rispose lei spostandosi dolcemente i capelli biondi dietro all’orecchio.
<< Il suo bagno non è dall’altra parte della tenuta? >> chiese guardingo e sospettoso l’uomo.
<< Questo in fondo al corridoio era più vicino, mi scappava troppo >> rispose l’agente, fingendo un leggero imbarazzo per aver parlato dei suoi bisogni.
Proprio quando sembrava che il tipo della sicurezza si fosse lasciato convincere dagli occhioni dolci di Sherry e si fosse allontanato, facendo tirare per un attimo un sospiro di sollievo ad Hadiya, l’omone lanciò un’occhiata verso la porta dell’ufficio di Aguilar. Era semi aperta.
<< Che cazzo sta succedendo qui? >> tuonò, tentando di prendere la sua trasmittente per ordinare al resto dei suoi uomini di raggiungerlo. Hadiya non poteva assolutamente permetterlo e messa alle strette, si sentì obbligata a fare ciò che detestava di più: agire d’istinto. Prese l’uomo di spalle e lo tramortì con forte colpo alla testa, trascinandolo poi lungo il corridoio fino all’interno dello studio.
Alla vista dell’uomo semi-incosciente, gli si gelò il sangue nelle vene. Cox si passò agitatamente le mani fra i biondi capelli e le disse: << Che ci fa quello lì? >>.
La donna lo prese per il collo e lo sbatté violentemente contro il muro, impedendogli di respirare.
<< Brutto bastardo! Hai anche il coraggio di chiedere cosa ci fa quello lì? Ti avevo avvisato che stava arrivando qualcuno, ma tu mi hai deliberatamente ignorato >> disse l’altra con gli occhi iniettati di sangue. Un piccolo bip proveniente dalla penna avvisò i due che finalmente il download dei dati era completato. Cox, ancora stretto in faccia al muro, con i piedi sospesi per aria e il viso rosso, indicò il PC, strabuzzando gli occhi. La collega lo rimise lentamente a terra e lui, dopo aver ripreso aria, si avventò sulla penna, mettendosela in tasca; poi uscì dalla stanza come se nulla fosse. Hadiya lo tirò per il colletto della camicia e lo sbattè nuovamente in faccia al muro.
<< Dove pensi di andare? Questo pacco regalo lo vuoi lasciare qui, per caso? >> disse sarcastica, indicando il tizio della sicurezza.
<< Che problema c’è? Ormai abbiamo tutto quello ci serve! Al massimo nascondiamolo da qualche parte e andiamocene alla svelta. Abbiamo tutto il tempo di tornare alla base >> rispose scrollando le spalle il collega.
Hadiya si massaggiò le tempie con le dita della mano socchiudendo gli occhi. Guardò l’omone della sicurezza con attenzione, rimuginò per un attimo, poi gli diede una forte botta in testa con il calcio della sua stessa pistola, lasciandogli uscire un rigagnolo di sangue dal sopracciglio; l’uomo perse conoscenza.
<< Non possiamo lasciarlo qui e fuggire. Quest’uomo è il capo della sicurezza della casa, risponde direttamente a Novak. La sua assenza verrà immediatamente notata e quando lo ritroveranno mezzo tramortito e legato come un salame, non ci metteranno molto a fare due più due. Aguilar capirà che il suo sistema di sicurezza è stato violato e sposterà la data e il luogo dello scambio col nostro uomo per non essere beccato dall’Agenzia o, peggio ancora, rinuncerà definitivamente all’affare >> disse lei a voce bassa, scandendo bene ogni singola parola << a quel punto avremmo gettato alle ortiche una complicatissima operazione durata due anni >>.
Il viso di Cox si rabbuiò. Per quanto odiasse ammetterlo, Pifferaio aveva ragione, non sarebbero usciti facilmente da quella situazione e se la missione fosse andata in fumo sarebbe stata solo colpa sua e della sua testardaggine. L’unica cosa che poteva fare ora, era fare ammenda per la sua scelleratezza. Chiese scusa sommessamente alla collega e le chiese le nuove disposizioni.
Dopo essersi spremuta le meningi e aver girato per un po’ in tondo sul tappeto persiano color porpora dello studio di Aguilar, Hadiya pensò che la prima cosa da fare fosse uscire da quel’ufficio e trovare un luogo tranquillo in cui riflettere. L’unico posto che le venne in mente in cui non sarebbero stati visti e sentiti dagli ospiti, era l’hangar del vecchio, il cui accesso era a poca distanza dallo studio. Prese le dovute precauzioni e assicuratisi che nessuno fosse in giro, i due agenti si portarono all’interno dell’hangar, trascinando con sé, ancora privo di sensi, il capo della sicurezza, immobilizzato con mezzi di fortuna.
<< Che facciamo ora? >> chiese annaspando Cox; non era stata esattamente una passeggiata trasportare a peso morto un uomo di 100 Kg sulle spalle.
Hadiya gli fece segno di rimanere in silenzio e, dopo aver frugato tra le tasche dell’omone, gli prese il portafogli di pelle nero. La donna diede una rapida occhiata al suo contenuto: circa 50 euro in varie valute, qualche spicciolo nel porta monete, una targa di riconoscimento con nome e indirizzo di casa e la foto ingiallita di due bambine di circa sei e tre anni. Rimesso apposto il portafogli nella tasca della giacca, la donna si strappò un pezzo del costoso vestito portatole quel pomeriggio da Aguilar e lo usò come bavaglio per l’ostaggio, dopodiché gli diede un forte schiaffo nel tentativo di farlo risvegliare. Quando l’uomo riprese conoscenza, si ritrovò con una pistola con silenziatore puntata alla tempia e la donna del capo davanti agli occhi.
<< Bentornato tra noi! >> gli disse Hadiya con voce fredda ed espressione spietata. L’uomo emise dei mugolii indistinti e cercò in qualche modo di slegarsi dalla sedia, invano.
<< Dunque, caro Saleem, a causa di una serie di sfortunate e imbarazzanti circostanze, i nostri destini si sono incrociati. Vedi, io avrei evitato volentieri questa seccatura; avrei voluto semplicemente prendere ciò che mi serviva e sparire per sempre da questa casa senza lasciare tracce… ed è ancora quello che voglio, in realtà. Il fatto è che sarebbe piuttosto spiacevole lasciarmi qualche vittima alle spalle, mentre esco dalla porta di servizio. Mi stai ascoltando, Saleem? >>. L’uomo ancora frastornato fece un leggero cenno di assenso col capo.
<< Bene, mi fa piacere. Ascoltami bene ora, Saleem al Zarkhawi. Tutto ciò che dovrai fare adesso per uscire da questa stanza sulle tue gambe, è fare finta di non averci mai visti. Mi hai capito? >> chiese con un’inquietante fermezza quella che all’apparenza sembrava una normale ragazzina sulla metà dei venti. L’uomo farfugliò ancora qualcosa attraverso il lembo di tessuto che aveva tra i denti.
La donna fece cenno al compare di togliergli il bavaglio, così la guardia rispose: << appena metterete piede fuori da questo hangar vi lancerò contro tutti i miei uomini e la polizia, fosse l’ultima cosa che faccio >>. Hadiya era in piedi davanti all’uomo con una mano sul fianco destro e la gamba sinistra puntata in avanti; dopo aver udito la misera minaccia dell’uomo, roteò gli occhi verso l’alto, fece un profondo sbuffo e borbottò qualcosa di incomprensibile tra sé e sé.
<< Lo sapevo che saremo arrivati a questo punto Saleem. Si arriva sempre a questo punto con quelli come te >> disse poi con un sorriso da far raggelare il sangue. D’improvviso, con un’espressione truce, diede all’uomo un pugno nello stomaco, << non volevo arrivare a tanto Saleem, ma mi ci stai costringendo. Sai perché dovresti proprio ascoltare le mie richieste? Lo sai? >>. L’uomo ignorò le sue parole e si beccò un calcio sugli stinchi.
<< Va bene, dato che non lo sai te lo dico io. Sarebbe un vero peccato se quelle due belle bambine dovessero svegliarsi domattina senza un braccio o una gamba… o peggio ancora, se domani mattina non dovessero svegliarsi e basta >> disse la finta bionda, sventolando la foto delle figlie sotto al naso dell’uomo. Lo sguardo di Saleem si fece cupo. << Basterà una sola parola all’uomo che sta dall’altro capo di questa ricetrasmittente e le tue dolci figliolette potrebbero essere rapite, vendute a qualche bordello o, se mi gira così, ammazzate a sangue freddo. E non credo che tu abbia voglia di provare che quello che sto dicendo sia vero, giusto? >>.
L’uomo abbassò gli occhi sconsolato, poi annuì.
<< Lo sapevo che avremmo trovato un accordo! Adesso tu ti metti in contatto con Novak tramite la tua radiolina e gli comunichi che stai tornando a casa per un’urgenza, che so, che ti sei ustionato nel tentativo di domare l'incendio, dopodiché il mio amico ti porterà con sé e ti rilascerà al massimo domani notte, quando saremo già spariti. Vedi di non fare scherzi ed essere convincente o la testa delle tue figlie salterà in aria, parola mia >>. Avvicinata la radiolina alla bocca dell’uomo, Saleem ripeté a Novak esattamente ciò che la sua carceriera gli aveva detto. Il braccio destro di Aguilar rimase un attimo interdetto, ma credette alla storia dell’altro e gli raccomandò di tornare appena possibile.
Conclusa la faccenda con la guardia, Hadiya prese Cox da parte, gli diede la chiavetta con le informazioni e disse a voce bassa: << adesso prendi quell’uomo e sparisci da questa casa prima che qualcuno ci scopra. Recupera la tua auto, dirigiti senza fermarti alla periferia della città, uccidi il nostro amico Saleem e torna subito alla base. Io devo restare qui per non far insospettire Aguilar >>.
Kieren sudò freddo davanti alla spietata richiesta della collega e dopo aver deglutito rumorosamente, disse: << C-come uccidilo? Ha già detto che non parlerà no? Perché lo devo uccidere? >>.
<< Sei un ingenuo se credi che quel tipo non avviserà la polizia appena tornato a casa e assicuratosi che le figlie sono al sicuro. Non possiamo correre questo rischio, devi eliminarlo >> rispose tagliente la donna.
<< Ma… ma sono sicuro che c’è un’alternativa… deve esserci un’alternativa! >>.
<< Non c’è alcuna alternativa. E’ triste da dire, ma certe cose devono essere fatte e basta, è il protocollo. Per stasera l’abbiamo già ignorato abbastanza >>.
Kieren strinse forte i pugni, al punto da farsi male alle nocche, poi con fermezza disse: << non credo di poterlo fare, mi dispiace. Lo terrò rinchiuso da qualche parte fino a domani notte e, a scambio avvenuto, lo lascerò andare >>.
<< Sei più stupido di quanto avessi pensato all’inizio >> disse con freddezza l’altra, che fece per uscire dall’Hangar.
Tutt’ad un tratto, con la destrezza di una gazzella, si girò nuovamente verso il biondo, gli prese la pistola dalle mani e sparò un colpo netto alla tempia di Saleem. Cox rimase immobile per qualche secondo, con la bocca spalancata e lo sguardo fisso nel vuoto.
<< Non posso permettere che vada di nuovo storto qualcosa a causa sua >> disse con durezza Hadiya.
La collera dell’altro esplose come una bomba ad orologeria. << Tu! Sei un mostro! Come hai potuto? Potevamo risparmiarlo! Potevamo farlo tornare dalle sue figlie! Non ti dispiace neanche un po’ per quelle due creature innocenti? >> urlò con tutta l’aria che aveva nei polmoni Cox.
Pifferaio gli corse incontro e gli premette forte la mano sulla bocca: << sei impazzito? Vuoi che ci scoprano tutti? Non ho vissuto tutto questo tempo con quel verme per veder bruciare tutti i miei sforzi a causa di una leggerezza simile >>.
Kieren scosse la testa, in visibile stato di shock << la vita di un uomo innocente è una leggerezza per te? >>.
Hadiya sbuffò, gli si avvicinò lentamente e gli disse: << Sono due anni che lavoro in questo paese e sono quasi quattro mesi che sono sotto copertura in casa di Aguilar. Ne ho viste di cose, io; ne ho viste troppe, tante. L’ho visto passare bustarelle ai più alti esponenti della politica locale per ottenere appalti illeciti e sfruttare la manodopera dei poveracci nelle sue fabbriche di armi. L’ho visto torturare fino alla morte degli innocenti ragazzini solo per estorcere loro informazioni sui signori della droga rivali. Ho visto centinaia di ragazzine minorenni essere sfruttate per soddisfare gli appetiti sessuali dei suoi alleati. L’ho visto uccidere padri e madri di famiglia solo perché non gli avevano pagato gli interessi su somme irrisorie. A lui… che se volesse potrebbe fare il bagno nel denaro tutti i giorni. L’ho visto fornire armi agli estremisti del Qatar, che a loro volta hanno ucciso centinaia di persone innocenti semplicemente perché quella mattina avevano deciso di andare al mercato a fare la spesa. Tu forse non lo sai, ma è a causa di gente come Aguilar se questa parte di mondo fa schifo. Di Aguilar e di tutti coloro che lo difendono, coloro che vedono cosa succede in queste quattro mura e non si ribellano, di coloro che sanno e tacciono, di coloro che accettano i suoi soldi sporchi. Quindi sì, mi dispiace per le figlie di Saleem, ma non perché ho ucciso loro il padre corrotto, ma perché sono nate, vivono e probabilmente vivranno per sempre in questo paese di merda, a causa di gente che invece dovrebbe proteggerle. Quindi ora smettile di frignare, alzati e mettiti al lavoro >>.
La donna si rimise a posto i capelli e tornò di nuovo alla festa, dove il vecchio Aguilar la stava aspettando a braccia aperte. Cox si occupò di ripulire il sangue dell’uomo, dopodiché, ancora un po’ scosso, caricò il cadavere di Saleem sull’auto con cui era arrivato e, come se niente fosse, si allontanò dalla faraonica villa del trafficante d’armi.
   
 
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