La
notte ti avvolge.
Pensi di vedere il tuo riflesso accanto a te, ma il buio ti disorienta.
Non capisci dove sei, non puoi scorgerlo.
Senti solo il freddo che ti attraversa in un attimo. E il vento, che
sembra quasi avvolgerti dolcemente.
Ti senti cullare e pizzicare dai fili d'erba che ondeggiano
silenziosamente accanto a te.
Sei a terra, ma non ti alzi. Non puoi. Non riesci. E' come se il tuo
corpo fosse paralizzato.
Provi con tutte le tue forze, ma non riesci. Sei bloccata.
Sei in un prato o in un bosco? Non lo sai. Non lo ricordi.
Allora cerchi di chiamare il tuo riflesso. Hai paura.
Non risponde.
Provi di nuovo.
Non risponde.
Hai paura. Ti senti morire dentro.
Urli. Solo ora ti accorgi che la tua bocca non emette suoni.
Piangi, ma le lacrime non escono dagli occhi.
Ti disperi. Sei così terrorizzata. Tremi, anche se il tuo
corpo non si muove.
Nessuno. Nessuno può aiutarti.
Nessuno ti cerca in quel buio.
Non hai più speranza di vedere la luce. Ti andrebbe bene
anche un misero spiraglio. Così, per avere un pò
di sollievo.
All'improvviso un puntino. Un puntino illumina l'oscurità in
cui sei avvolta.
Non puoi crederci. Il desiderio di un attimo fa sembra essersi
avverato. Ti rincuori.
Quel piccolo puntino ti riscalda. Senti un calore che avanza
velocemente verso di te.
E' quel puntino. Una piccola luce che si allarga e ti risucchia dentro
di sè.
Come un vortice che ti trascina via.
Non senti dolore. Senti una grande gioia nel cuore. Quasi una pace
interiore.
Alzi gli occhi. Quella luce è davvero forte. Sembra un lampo
accecante. Ma non ti abbaglia.
Ti confonde.
E poi un tonfo. Sei caduta.
Non ha fatto male, però. Anche se hai sbattuto forte il
sedere.
Cosa è successo?
Ti accorgi di essere di nuovo circondata dai fili d'erba.
C'è di nuovo il buio. Quell'oscurità che tanto ti
spaventa.
Ma ci vedi. Riesci a scorgere il paesaggio accanto a te. Chiaramente.
Noti gli alberi che ti circondano e sembrano abbracciarti in modo
spettrale.
Non capisci cosa ti sta succedendo.
Scappi. Tanto ora puoi muoverti.
Senti la voce di un gufo. Corri.
Corri velocemente. Non sai neanche tu per quanto.
Corri. Con gli occhi chiusi e le mani che coprono le orecchie.
Non vedi dove vai perchè sembra che tutto ti inghiottisca.
E poi cadi. Di nuovo.
Allora piangi. Le lacrime ti danno quasi sollievo.
Sei di nuovo a terra, accidenti!
Tocchi l'erba e ti accorgi che è umida. No, sembra bagnata.
Ma non c'è acqua. Non sta piovendo.
Apri gli occhi. Il buio sta svanendo.
Ti sembra di sentire gli uccellini cinguettare.
Rossa. L'erba è rossa.
Ti sembra di vedere la rugiada cadere dalle foglie di buon mattino.
Rossa. L'erba è rossa.
Anche la tua mano lo è. E' rossa.
Ti alzi istintivamente. Rabbrividisci, ma ti avvicini.
Vai verso quell'erba. E più ti avvicini, più noti
che quell'erba rossa è vasta.
Quel rosso la abbraccia per molti metri. Quel rosso è una
scia che ti chiede di seguirla.
Quel rosso ti porta verso qualcuno. Verso qualcuno che è
vestito come te.
Verso qualcuno che ti somiglia come una goccia d'acqua.
Cadi a terra. Per l'ennesima volta. E ti guardi.
Quel rosso ti ha condotto verso te stessa.
Verso te che sei a terra. Verso te che hai gli occhi neri sbarrati e
coperti di terrore.
Verso te che hai i neri capelli lunghi che hanno perso quel vigore che
caratterizzava loro.
Verso il tuo vestito bianco che è sporcato indelebilmente di
rosso.
Sei tu. A terra. In quella scia di rosso. Con le braccia aperte e
rivolte verso il cielo.
Sei tu. Con quella ferita al ventre. E con tutto quel sangue.
Sei tu.
Alzi il viso. Vedi i raggi che illuminano la tua pelle grigia e
macchiata.
La rugiada sta cadendo dalle foglie. Tristemente e coperta di
risentimento.
Gli uccellini stanno cantando. Una melodia dolce, ma carica di astio.
Il vento soffia. Forte.
Ma tu sei morta e non lo senti.