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Autore: Andy_Blacktheveil    14/09/2016    0 recensioni
Andrew è il guardiano delle tenebre o meglio...Il diavolo in persona. Non basta un girone dell'inferno per descrivere la sua crudeltà, ci vuole ben altro. Siete pronti ad assistere allo spettacolo più crudo ma romantico che abbiate mai letto?
Genere: Erotico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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Cercai di spegnere la sveglia posta sul comodino, non sopporto quel rumore assordante.

6,30.

Mi stropicciai gli occhi e mi levai le coperte di dosso, quella sensazione di freddo che comincia a circondarti è davvero odiosa.

Scesi dal letto e andai in bagno per sciacquarmi il viso. I miei capelli,color bianchi argento,legati in modo disordinato. I miei occhi verdi ancora socchiusi per la forte luce emessa dalla lampadina del bagno.

Mi fermai qualche istante per notare i miei occhi arrossati e stanchi per le troppe ore passate davanti al computer per lavoro.

Feci una colazione veloce, senza ben identificare cosa stessi mandando giù. Mi accorsi, come sempre, di essere in ritardo; in velocità mi lavai ed indossai una gonna a vita alta nera con una camicia abbastanza aderente del medesimo colore, il tutto accompagnato da un paio di parigine portate fino sopra al ginocchio, mettendo in mostra una parte della coscia.

Devo dire che questo è il mio outfit preferito, lo uso nelle occasioni speciali.

Avendo pur sempre 20 anni il mio stile è rimasto simile a quello di una ragazzina metal adolescente.

Arrivai in studio con le mie solite borse contenenti le macchine fotografiche e alcuni album di matrimoni, giusto per mostrare alla gente come lavoro.

- Buongiorno Klarisse.- Disse la segretaria dietro al suo alto bancone bianco.

-Ahh, buongiorno Silvia.- Risposi.

-Oggi sei con...?- Mi chiese guardando il monitor.

-No, oggi devo incontrare Rob, devo mostrargli i lavori.- Risposi.

-Ok, lo chiamo per vedere se è in ufficio-.

Annuì.

Presi il telefono e guardai velocemente alcune notifiche di Facebook.

-Si, è in studio.- Mi disse Silvia.

-Grazie 1000 !- Dissi sbuffando per il peso delle borse.

L'edificio in cui lavoravo era il massimo dell'architettura: costruito interamente in vetro mentre all'interno gli ascensori e le scale erano trasparenti, sembrava quasi un labirinto.

Aspettai l'ascensore.

Schiacciai il pulsante 8. 
Le porte si stavano per chiudere mentre con tutta fretta entrò un ragazzo magro e alto, indossava un paio di occhiali neri e i suoi capelli erano ben tagliati e rasati sui lati.

Le porte si chiusero e il ragazzo mi passò davanti il suo braccio per premere il pulsante 10.

Era davvero alto, indossava un completo grigio con delle righe verticali del medesimo colore, solo leggermente più scure.

Arrivai al mio piano, sollevai le pesantissime borse e mi girai, riguardando per l'ultima volta quel ragazzo, così normale ma nello stesso tempo così strano.

_

Disse Rob dopo aver scrutato attentamente ogni mio singolo album.

Ero davvero felice di sentirmelo dire, dopo tutto il duro lavoro...

Aggiunse.

Finì.

Lo ringraziai e gli dissi che mi sentivo onorata a compiere questo lavoro, sarebbe stato il giudizio finale prima della promozione.

_

Andai a casa e preparai il pranzo anche se i miei pensieri erano ancora fissi su quella persona.
"Che ci faceva li? Lavora in quell'azienda? Non l'ho mai visto".

I miei pensieri iniziarono a calpestarmi, volevo assolutamente una risposta.

_

Uscì di casa, era una bella giornata, ottima per cominciare il mio nuovo incarico.
Partì dal parco più vicino a casa mia, era quello più bello con più fiori e più colori.

Poi mi venne in mente del parco vicino alla stazione dei treni, era un brutto posta ma per qualche foto poteva anche andare.

Infine c'era l'ultimo, secondo la mia opinione il più bello ma anche assurdo, composto da un labirinto e una fontana centrale, non era molto difficile da percorrere, anzi, le siepi erano abbastanza basse.

Finite le foto in questo splendido parco mi sedetti su di una panchina per rivedere gli scatti, ed eliminare subito quelle più sfuocate o non centrate.

Arrivai a metà quando, tutto d'un tratto alzai lo sguardo. Iniziai a guardarmi intorno ma non c'era nessuno, la cosa mi preoccupava essendo che erano le quattro del pomeriggio e fino a pochi minuti fa il parco pullulava di gente.

Una figura alta e slanciata avanzava nel mezzo del parco; riconobbi quel completo, era quello di quel ragazzo che questa mattina era in ascensore con me.

Passati alcuni minuti, dopo essere ritornata a guardare le foto, una figura si posò davanti a me, oscurando il sole.

Disse una voce roca dall'alto.

In quell'istante presi paura, sinceramente non me lo sarei mai aspettata. Alzai lo sguardo, chiudendo un occhio per colpa di un raggio di sole.

Quel ragazzo era davanti a me, mi mancò per qualche istante il respiro, ero incredula.

Gli risposi sorridendo.

Mi chiese tirando fuori una sigaretta dal taschino del completo.

Annuì e glie lo porsi.

Disse l'uomo alzando un sopracciglio appena visibile da sotto gli occhiali da sole.

Risposi scostandomi i capelli argento e portandoli dietro un'orecchio.

L'uomo si accese la sigaretta,appoggiò le labbra e tirò gettando fuori del fumo bianco candido. Il suo profilo era a dir poco perfetto, i suoi lineamenti serbavano disegnati, mi fermai qualche istante a guardarlo mentre era distratto.

Si girò di scatto verso di me porgendomi la mano.

Scossi la testa, come se non fosse accaduto nulla, poi mi presentai.

Gli strinsi la mano.

Il tempo era peggiorato, quella che prima sembrava essere una buona giornata, ora delle nuvole cariche di pioggia si posarono sopra la città.

Dissi a voce alta lamentandomi.

Andrew alzò il capo verso il cielo e si guardò attorno.

Disse togliendosi gli occhiali e infilandoseli dentro il taschino.

Disse guardandomi dritta negli occhi.

Mi lasciai scappare un sorriso, i suoi occhi erano di un azzurro intenso, simili al ghiaccio, secondo me rispecchiavano in tutto e per tutto la sua personalità.

Chiesi.

Andrew sollevò il labbro superiore, mostrando un leggero sorrisetto compiaciuto.

Mi disse porgendomi la mano in un gesto di cortesia, per aiutarmi ad alzare dalla panchina.
 

...Continua

   
 
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