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Autore: Mitsunari    14/09/2016    1 recensioni
"Siamo sempre stati compagni ed io ti ho sempre osservato. Da lontano. Perché sapevo che tu non avresti mai ricambiato i miei sguardi.
Eppure ad un certo punto pensavo che tu provassi davvero qualcosa per me, ma mi sbagliavo, evidentemente."
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Mitsu: Ed eccomi qui con una nuova storia, la storia del mio piccolo e tenero alter ego, Nari. Vero che mi aiuterai anche tu?
Nari: Si, si certo. Per favore abbiate pietà di me, è difficile condividere lo stesso corpo con una tizia come lei. Comunque, vi auguro che la mia storia vi piaccia.
Mitsu: Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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“Perché?” La domanda sorge spontanea e Kyoya mi guarda confuso.
“Perché cosa?” mi bacia sulla guancia, ma io m'innervosisco.
“Perché tutto questo? Prima mi prendi in giro, tenti di stuprarmi, mi fai picchiare da Masashi e ora sei improvvisamente diventato tutto dolce e dici di amarmi?!” quasi gli urlo contro “Mai sentito di parlare di coerenza?!” 
“Tu! Non parlare di coerenza! Che disperatamente mostri emozioni non tue!” 
“Che stai dicendo? Non centra nulla questo! Io non ti ho trattato come un oggetto o sbaglio?!” Lo zittisco. Tenta di ribattere ma la signora Nana, preoccupata, viene nella mia stanza.
“Ragazzi, cosa succede?” Chiede ad entrambi e io subito mi giro, ricordandomi che i miei lividi sono ancora tutti in bella vista.
“Nari, caro, tutto bene?” Si avvicina e non riesco più a nascondermi “Che ti è successo?? Chiamo subito Hideshi” esce dalla stanza correndo di sotto. 
Avevo dimenticato che il signor Hideshi era medico…’ penso e mi volto verso Kyoya che mi guarda preoccupato.
“Ho intenzione di dirgli la verità… e di prendermi tutta la responsabilità” afferma.
“Non devi addossarti le colpe… diciamogli mezza verità, sanno solo dei lividi…” sussurro mordendomi il labbro.
Lentamente si avvicina e mi stringe forte “Io… so che forse non servirà a questo punto, ma… mi dispiace Nari…” 
Sento gli occhi pizzicarmi “Kyoya… io non serbo rancore verso di te ma quello che ora mi stai chiedendo è troppo. Io… si, ti amo ma dopo tutto quello che è successo, questo mio sentimento ha vacillato…”
“M-ma Nari… io… so di aver sbagliato ma il mio amore per te è sincero…” inizia a piangere supplicandomi.
“Mi dispiace Kyoya… purtroppo sono costretto a dirti di no…” sussurro tristemente.
“No, Nari… stai sbagliando tutto” tira fuori un coltellino svizzero “Non puoi dirmi di no” mi sussurra all’orecchio con tono inquietante.
Sussulto sorpreso. Attimi dopo sento una fitta sul fianco destro e infine qualcosa di bagnato si espande sulla suddetta zona. Abbasso la testa e vedo una grossa macchia di sangue e il coltello ancora conficcato in me. “K-Kyoya… p-perché?” Sento gli occhi pizzicarmi ancora e calde lacrime mi rigano le guance. Dopo pochi secondi vedo tutto nero e cado a terra senza sensi.



Mi risveglio in una stanza completamente bianca. Non sento più la parte destra del mio corpo dal fianco in giù e ho un gran mal di testa, sembra che mi stia per esplodere. Inoltre mi formicola un braccio e abbasso lo sguardo vedendo l'ago della flebo conficcato nella mia vena. 
Devo essere in ospedale… che è successo? Non ricordo niente… che dolore alla testa’ 
Mi guardo intorno, ci sono facce conosciute, ma ho la vista annebbiata e anche l’udito ovattato quindi non riesco a distinguere le voci.
Mugolo qualcosa d'incoerente chiudendo di nuovo gli occhi. Li riapro e vedo meno sfocato di prima e riconosco la signora Nana e il signor Hideshi. Masashi e Kyoya per fortuna non ci sono.
“Nari, figliolo! Come ti senti?” La signora Nana mi abbraccia delicatamente per non farmi male, ma comunque mugolo dolorante. 
“Non sento più una buona parte del corpo… cos’è successo?” Chiedo guardandola confuso.
“Ti abbiamo trovato svenuto a terra in una pozza di sangue…” singhiozza “Chi ti ha fatto questo?”
Mi mordo il labbro indeciso se dire o no la verità “Io… ho i ricordi confusi, non saprei…”
“Non tentare di mentirci Nari…” interviene il signor Hideshi “Ho provato a vedere se ce lo avresti detto da solo ma sappiamo che è stato Kyoya, l'ho trovato mentre scappava di casa ancora macchiato del tuo sangue”
Spalanco gli occhi scioccato “Vi prego… non fategli nulla di male…” singhiozzo.
“Ci penserà la polizia… sicuramente lo condanneranno per tentato omicidio”
“Basta Hideshi, non dirgli queste cose” lo zittisce la signora Nana “Su, ora ti lasciamo un po’ solo, hai bisogno di riposare tanto… e più tardi verranno a trovarti anche Yoshi e Sai”
“No! No! Loro due non devono sapere, vi prego” supplico.
“Li abbiamo già avvisati, mi dispiace” sussurra tristemente accarezzandomi i capelli. “Tranquillo, andrà tutto bene, Nari” mi sorride dolcemente per confortarmi ma so che dentro è dannatamente triste.
Si alza e mi salutano entrambi per poi uscire dalla stanza.


Nel pomeriggio vengono a trovarmi Yoshi e Sai. Il primo scoppia in lacrime e subito mi abbraccia, mentre il secondo stringe i pugni trattenendo a stento la rabbia. 
“È stato lui non è vero?” mi chiede e già so a chi si sta riferendo.
Mi mordo ancora il labbro inferiore, ormai era diventato un vizio e non riesco più a mentirgli; con loro non ci sono mai riuscito a mai lo farei. 
Annuisco lentamente “Il signor Hideshi lo ha già portato alla polizia… probabilmente lo condanneranno” spiego.
“Bene perché altrimenti lo uccidevo io con le mie stesse mani” stringe i pugni.
Yoshi mi bacia sulla fronte “Ti riprenderai presto vero?” singhiozza. Quant’è carino quando fa così. 
Annuisco e gli accarezzo i capelli per tranquillizzarlo “Si, tranquillo. Piuttosto, ditemi voi non avete nessuna novità?” cambio discorso.
Vedo Yoshi arrossire “In realtà una si… Io e Sai ci siamo innamorati?” sussurra imbarazzato.
Cerco di ridere ma persino ridere mi da un po’ di dolore “Questo già lo sapevo Yoshi” 
“Un’altra cosa c’è… Yuki ti cerca da giorni… sembra un cucciolo smarrito” Sai cambia discorso e questa volta quello ad arrossire sono io.
“Ragazzi… io… sono innamorato di Yuki…” sussurro e li vedo entrambi guardarmi con occhi sbarrati dalla sorpresa.
  
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