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Autore: Aoboshi    15/09/2016    2 recensioni
Cassandra è ormai prigioniera nella reggia del deserto. Il suo tentativo di fuga viene però interrotto dall'affascinante richiamo della biblioteca della magione, la ragazza si ritrova a vagare tra gli antichi volumi del suo misterioso ospite, il quale la sorprende in quel luogo. Dopo il breve scambio di battute, Cassandra capisce che il breve equilibrio, conquistato dopo anni di tormenti, è stato incrinato e sarà proprio Kuja a condurla verso quel destino a cui lei è sfuggita per troppo tempo. Gli spiriti nella sua mente si sono risvegliati e la reclamano, il loro canto popola imbattuto i suoi incubi e, dopo anni, Cassandra non sa se sarà ancora capace di resistergli.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuja, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti perduti di Gaya'
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"Sei l'ultima persona che può mostrarsi per quella che è..."
Le sue stesse parole si persero nel flusso lento dei suoi pensieri. Le immagini, i toni, le discussioni, i ricordi, tutto fuso in un unico grande vortice di emozioni, ogni immagine evocava un colore diverso, come un infinitesimo pezzo di puzzle che lentamente andava a comporre un disegno più grande.
La mia vita
Rivide i volti delle persone che avevano costellato la sua esistenza, dagli anziani di Madain Sari, sua madre, suo padre, i viaggiatori di Daguerrero. Volti e sorrisi, magari insignificanti, ma che in qualche modo avevano contribuito a fare di lei, quello che era. Sopra tutti i volti, finalmente  completo, ecco che apparve un volto familiare, dai linamenti delicati e sottili, l'espressione sardonica e annoiata dipinta su quel viso troppo perfetto per essere umano. Gli occhi inconfondibili brillavano come lapislazuli, i capelli serici e argentei incorniciavano quel viso dall'aria dispettosa e superba. Ci mise un po' a riconoscere effettivamente chi fosse, ma appena vi riuscì, cercò di distendere le labbra in un sorriso.
Sorridere, un'azione facile, come ricordare, ma, nel suo caso, altrettanto doloroso.
E tutto, in effetti era riconducibile a quel ricordo, quel viso, quell'esistenza a cui, infine, aveva sacrificato la propria.
Cassandra socchiuse appena gli occhi
Va bene così... va bene così...

Più in alto...
Sentire l'aria di libertà sferzarle il volto era stata una sensazione piena e viva, le aveva riempito i polmoni, il cielo limpido era solo per lei. Il grugnito del rettile alato sotto di lei le fece riaprire gli occhi.
-Per noi... solo per noi- rettificò Cassandra ridendo. Aprì le braccia per lasciarsi avvolgere dall'aria e dalla libertà. Il medaglione le batteva sul petto, le catenine tintinnavano le une sulle altre, attorcigliandosi senza un ordine. Attraverso il profilo cremoso delle nubi, Cassandra riuscì a scorgere un'ombra scura; avrebbe avuto modo di godere di tutta la libertà possibile, ma solo dopo e soprattutto, lo avrebbero fatto insieme: lei e Kuja. 
Ad un tratto, il drago sotto di lei tremò, Cassandra gli accarezzò il dorso
-Avanti, sarà rapido, torneremo a casa, presto e rivedrai il tuo socio!- lo rassicurò. Cassandra alzò allora lo sguardo sulla sua meta. 
Per Bahamut...
Il cuore si fermò. A spaccare l'immensità del cielo c'era un enorme veivolo, un mostro spaventoso, dal muso aguzzo: l'Invincibile, la nave dell'Osservatore. La fiancata della nave riluceva tetra alla luce del sole, uno zaffiro arricchito di fregi dorati, simboli di una lingua aliena, ormai noti alla dama di Oeilvert. Cassandra strinse automaticamente il suo medaglione, mentre il cuore cercava di ricominciare a battere.
Ce la farò, ce la devo fare... 
L'immagine di Kuja, addormentato sulle coperte setose del grande giaciglio della camera signorile, con l'espressione finalmente serafica, le riempì gli occhi.      
Per te...
Cassandra spronò la sua cavalcatura, decisa. Inspirò la sferzata di aria, avrebbe guardato in faccia il suo destino, l'essere a cui era sfuggita per una vita. Qualcosa si smosse, l'immensa areonave vibrò, come se avesse percepito l'imminente arrivo della sua avversaria. 
Per un istante, gli occhi di Cassandra andarono alla prua dell'aereonave, oltre la vetrata, nonostante la luce del sole, intravide il profilo scuro e rachitico di un manichino nero, le voci dentro di lei si alzarono gridando un solo nome, conosciuto solo di fama. 
Garland!
il ruggito degli eidolon la invase, ma questa volta, a differenza delle altre, non c'era più alcuna volontà di fermarlo
"Mi sorprende che non vi siate mai chiesta come sarebbe liberare il  vostro strabiliante potere… "
Sì, se lo era chiesto e, finalmente, stava per trovare una risposta.


Va bene così...
-Dunque la gloria di Oeilvert... Pensavo foste morti tutti... e invece...- la voce del vecchio non tradiva alcuna sorpresa o fastidio, era il tono piatto tipico di un'assunzione senza significato 
-Davvero una forza spaventosa... Sfortunatamente inutile, mi chiedo chi ti abbia protetto sino ad ora...- si fermò un istante contemplando la pulsante creatura  davanti a lui.
L'aspetto di quell'ammasso suppurante di piume, tessuti e sangue era a dir poco disgutoso 
- Ma non credo avrà importanza... Oh un momento- un rantolio feroce ma ovattato lo interruppe. L'Osservatore di Mondi si voltò verso l'altro cumulo sanguinolento di squame e muscoli. Il drago argenteo, sebbene allo stremo emise un basso ringhio di rabbia.
-Mi pare di aver già visto una cavalcatura simile- dalla grande creatura sopra di lui caddero alcune piume, candide, Garland ne prese una e la polverizzò tra le dita.
-Anzi, sai, mia cara ... Credo di sapere chi ti abbia mandato, chissà se sarà felice di rivederti?- Garland fissò con più attenzione quella che era stata la dama di Oeilvert. 
Della fisionomia umana era rimsato poco, i capelli striati d'argento e onice le coprivano il petto e il torace, erano stati ridotti a lunghe liane impregnate di sangue; dalla schiena dipartivano tre coppie di ali, le cui piume, come i capelli, andavano dal binco al nero; il corpo era completamente deformato e non solo dalle innumerevoli ferite, quanto dalla violenza delle continue metamorfosi a cui lo aveva sottoposto, non ultima, la liberazione dell'angelo ribelle. Tutto quel potere, sprecato in un contenitore così inefficiente... L'osservatore stellare si chiese se anche i suoi adorati jenoma avessero potuto contenere una forza simile, certo, se quell'essere insulso era sopravvissuto così a lungo, le probabilità di sopravvivenza delle sue creature sarebbero comunque state maggiori e soddisfacenti. Il petto dell'avversaria si alzava lentamente, era una scossa impercettibile. Il vecchio si accarezzò la barba ispida e bianca, poteva nascerne un esperimento molto interessante. 
-Quanto è forte il desiderio di rivederlo?- chiese distrattamente alla sua avversaria. La creatura era sospesa sul telaio interno della gigantesca sala di comando, il capo era piegato sul petto, le lunghe braccia violace erano incastrate nel complesso sistema di travi e tubi, ad eccezione di deboli scossette, era chiaramente sul punto di spirare.
Va bene così...

L'adrenalina prese a scorrerle rapida nelle vene, il sangue le pulsava nelle tempie, non perse tempo, lo scontro di una vita la stava chiamando. Si lanciò nel vuoto, lasciando indietro il drago. La sferzata d'aria l'accolse. 
Siren
Un paio di bionde ali le si apì sulla sua schiena, nel turbinio di piume, Cassandra le fece sbattere, sentendole precisamente, come estenzione del suo corpo.
Nessuna inibizione...
Cassandra aprì la bocca, l'onda sonica investì la prua dell'aereonave, facendola vibrare. Il mezzo allora prese a muoversi nella sua direzione. 
Che lo scontro abbia inizio!

Garland stava parlando, aveva parlato ininterrottamente, da quando era entrata in quell'inferno e, temeva, anche fino a quando ne sarebbe uscita. Non poteva neppure ridere di se stessa, persino l'ironia era svanita, ingoiata da uno o dall'altro eidolon probabilmente. L'unica nota positiva era il silenzio nella sua mente per lo meno, visto che ambire a quello esterno era fuori discussione. Le voci degli eidolon erano svanite, neanche più un sussurro nei meandri della sua mente, e sarebbe stata la liberazione più grande, se in realtà il prezzo non fosse stato così alto, ma andava pagato e lei, lo aveva fatto, eidolon dopo eidolon.

-GARLAND!- il grido della sirena venne accompagnato dal fragore di vetri infranti. Una sfera di energia cercò di colpirla, le ali riuscirono a indebolire l'impatto, ma la sirena venne scagliata contro il freddo metallo dell'abitacolo. Fece per rialzarsi, ma la vibrazione energetica suggeriva l'imminente colpo dell'avversario 
Ixion...
Un raggio di energia venne scagliato contro di lei, in una turbine di scintille, il corpo della sirena svanì, eludendo il colpo, svanendo in una saetta di luce.
-Chi osa...- 
Un nitrito feroce echeggiò nell'enorme cabina, l'aereonave prese a vibrare, circuiti ed indicatori ticchettarono folli, poi arrivò il primo scossone. Il vecchio dovette reggersi al corrimano dell'abitacolo. I circuiti interni del suo sistema operativo cercarono di elaborare gli eventi, ripercorse tutti i codici di memoria, finchè non trovò l'informazione giusta: era davanti ad un eidolon, ma non di Gaya, no, era qualcosa di famigliare, molto... era un eidolon di Tera, uno dei tanti che, lui e i suoi inventori, avevano eliminato secoli prima.
 
Già con Ixion la sua coscienza si era indebolita, Siren aveva cercato di mantenerla vivida, ma rivedere Garland, rientrare in una delle costruzioni della loro casa, Tera, li aveva fatti esplodere. Risentimento, vendetta, rivalsa, avevano travolto l'eidolon di Gaya con una violenza inaudita e Cassandra con lei. E, se già con Ixion, era stato difficile mantenersi coscienti un minimo, almeno sincronizzando il proprio furore su quello della creatura, il resto, fu indubbiamente peggio.

La scossa di ripristino la stordì, controllare il flusso dei pensieri, nella forma di folgore, era stato difficile, scaricare colpi mirati, impossibile, così come difendersi dal meccanismo di protezione elettrica innescato dal vecchio. Cassandra fu costretta ad uscire dai circuiti per non finire dissipata tra le correnti di sicurezza dell'Invincibile. 
Non puoi farcela
La severa voce femminile le risuonò decisa nella testa.
Liberaci!
Le intimò la voce del Mortifero
NO!
Cassandra era a terra,  sul ponte dell'areonave, lo sguardo impassibile di Garland la guardava dall'alto del piano di comando. Il cristallo nell'armatura del vecchio androide prese a brillare, si preparava a scagliare u nuovo attacco.
Liberaci!
NO!

Il cristallo emise un raggio, Cassandra si voltò allibita verso la sorgente della luce, il panico spalancò le porte della sua mente, un vortice nero avvolse i suoi pensieri.
La luce sanguigna venne assorbita dall'oscurità, la raffica di vento e piume nere fece sembrare l'interno dell'Invincibile come in balia di una pioggia di pece. 
-Interessante- commentò il vecchio. 
Cassandra si ritrovò ad osservare il suo avversario dal basso.
-Mi chiedo quanti abbiano trovato rifugio nel tuo spirito...- 
Maledetto vecchio!
Cassandra si voltò alla sua destra, verso la sorgente di quella voce; nel trionfo di piume scure e lucide, emerse il busto di una donna bellissima con una benda color zaffiro a coprirle gli occhi. L'attenzione della dama di Oeilvert venne richiamata da una raffica di raggi energetici, istintivamente la donna mosse rapidamente la mano artigliata : una miriade di piume nere, come proiettili di cristallo, si abbatté sul suo avversario 
Ma cosa...
Cassandra si voltò, il metallo della copertura interna dell'areonave le restituì il suo riflesso: una creatura enorme, nelle orbite del teschio cornuto, brillavano delle luci rosse, sulla spalla destra della creatura si innestava il busto della bellissima donna dai capelli corvini 
Non è...
Non riuscì neppure a terminare il pensiero, degli anelli energetici la circondarono, la donna dai capelli corvini allargò le braccia liberando una scarica di saette sacre

Devi combattere, Cassandra!

Gli attacchi di Garland si susseguirono, uno dopo l'altro, la sacerdotessa creava incantesimi di difesa, ma spesso i colpi del vecchio andavano a segno. Cassandra cercava di mantenere attiva la sua coscienza, ma attacco dopo attacco la rabbia degli eidolon cresceva minando la sua coscienza e disperdendola nella foga.
Un flare di Garland colpì la sacerdotessa, Cassandra urlò dal dolore mentre la seconda mente del Mortifero emergeva assetata di vendetta. La dama d'Oeilvert avvertì gli artigli del Mortifero tranciarle la mente per sorgere implacabile. Cassandra venne inghiottita dall'oblio. 

Adesso basta!

Una luce scarlatta ruppe le tenebre, Cassandra avvertì un dolore lancinante alla testa, dall'oscurità più profonda della sua mente, vide emergere una figura. Per la prima volta, si ritrovarono una davanti all'altra.
Tu sei...
Davanti a lei, in una tempesta di piume candide, era apparsa una donna maestosa dai lunghi capelli lisci e argentei, indossava una lunga veste candida, fregiata di intrecci dorati. Sulla schiena della donna vi erano tre paia di ali. Gli occhi topazio dell'angelo la guardavano severa. Cassandra rimase senza fiato, c'era qualcosa di solenne e terribile in quella visione. L'angelo emanava un'aura di potenza senza eguali, se il Mortifero l'aveva spedita nell'oblio, la forza di Ultima sarebbe bastata a cancellare definitivamente la sua esistenza e quella di tutta Gaya.
Ed è quello che farò!
Cassandra rimase raggelata, la voce dell'angelo era senza espressione, come se avesse fatto un'osservazione a dir poco ovvia.
NO! Non lo farai!
L'angelo si limitò a guardarla con freddezza 
Non ti farò uscire da qui!
Ultima mosse leggermente una mano, in uno sprazzo di luce, si aprì una finestra sull'Invincibile, mostrando lo scontro tra il Mortifero e Garland
Non puoi impedirmelo, dama d'Oeilvert, non più, almeno!
Non è... possibile...Come fa a combattere se io sono...
Cassandra si tastò il corpo, con orrore vide che le proprie mani sprofondavano nel nulla, come se fosse diventata inconsistente
E' quello che è accaduto, infatti
Ultima rispondeva a tutte le sue domande ancora prima che lei le potesse pronunciare 
Il Mortifero è stato indebolito, non riuscirà ad avere la meglio, la sua amata è stata ferita troppo gravemente... Per colpa tua
Non volevo, ma non potevo permettere che prendesse il sopravvento, non potevo  cedere, non potevo cadere...
In quell'istante un colpo di Garland colpì impietosamente l'eidolon, Zalera emise un ruggito raccapricciante. Ultima distolse lo sguardo dalla finestra, la quale svanì in una nube di fumo così come era apparsa. L'angelo socchiuse gli occhi, le lunghe ciglia candide coprirono leggermente gli occhi topazio 
Non lo hai ancora capito, Cassandra? Tu sei già, caduta!
Non appena Ultima pronunciò le sue estreme parole, Cassandra si bloccò, come se fosse stata appena fulminata, fece per parlare, per muoversi, ma appena ci provò sentì un crepitio come se avesse appena calpestato un vetro rotto.
Ultima la guardava con sufficienza. La dama d'Oeilvert abbassò lo sguardo, il suo corpo era cosparso di crepe
Addio, dama d'Oeilvert...
NO! 
La voce di Cassandra venne coperta dal fragore della sua coscienza infranta, il corpo della ragazza si frantumò in una miriade di frammenti di luce.
Ultima guardò insensibile la delicata pioggia di schegge, sfirandone alcune con la punta delle lunghe dita
A noi, Garland! 
Ultima alzò le braccia aprendo le immense ali, una luce scarlatta l'avvolse e, infine, anche l'angelo ribelle riemerse dalle profondità del suo esilio.
   
Va bene così... dopotutto... va bene così...   
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NdA: Buongiorno a tutti signori (o buona notte, non ne ho la più pallida idea, al fine siamo arrivati, questa è la fine della dama D'Oeilvert, ,  sconfitta e dimenticata :3. Si, si, sono decisamente una personcina allegra xD

   
 
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