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Autore: ChibiNekoChan    15/09/2016    2 recensioni
E' l'anniversario dell'arrivo sulla terra di Peridot, e la gemma sa bene che questo comporta una giornata di massima importanza. Un regalo, un errore, i dubbi, le insicurezze e l'orgoglio. Cosa potrebbe mai andare storto in un giorno così speciale? Un anniversario agrodolce, che le ricorderà perché ha deciso di restare.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amethyst/Ametista, Lapis Lazuli/Lapislazzuli, Peridot, Steven Universe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:
La seguente fanfic non è stata scritta con l'intento di essere shipping, ma lascio la libera interpretazione.
E' stata scritta in diversi giorni, quindi non so bene se è apposto, ma spero di aver fatto un buon lavoro.
Se gradite ricordate di lasciare una recensione, e grazie per aver letto!

Neko-


L’anniversario dell’arrivo di Peridot sulla terra si avvicinava sempre più e Steven non vedeva l’ora di dimostrarle ancora una volta quanto apprezzassero la sua presenza.
Aveva passato giorni, settimane a pianificare cosa comprarle.
Mancava circa una settimana e Steven era andato con le gemme alla ricerca di una gemma corrotta che era andata a rifugiarsi nell’area dove era situato il granaio, Lapis e Peridot sdraiate sul retro della macchina a guardare le repliche di Camp Pining Hearts come erano solite fare.
Il bambino si sedette sul bordo del buco che qualche tempo prima aveva usato per raggiungere il cluster, si bagnò le mani nell’acqua fresca e sospirò, i lamenti preoccupati di Pearl in sottofondo.

“Che diamine!” sbottò Peridot sporgendosi al limite dell’auto “Volete fare silenzio?!” protestò agitando in aria le braccia.
“S- Scusa!” urlò Steven, alzando la testa.
Lapis allungò le sue ali d’acqua per picchiettare sulla spalla di Peridot “Vieni a vedere alla tv.” mormorò.
Gli occhi di Peridot si illuminarono.
“Ed ora interrompiamo la visione dello speciale di mezz’ora per una pubblicità promozionale straordinaria!”
Peridot piagnucolò rumorosamente.
“Per voi tutti fan accaniti della serie… ritorna per il decimo anniversario della prima messa in onda, e solo nei migliori negozi, la serie da collezione di bambole Camp Pining Heart! Percy, Pierre…”
“Paulette…” imitò Peridot con disgusto.
“Collezionatele tutte!”
Steven portò la mano al mento, riflettendo attentamente riguardo a ciò che aveva appena sentito. Poi, in un’istante, i suoi occhi si sbarrarono e un sorriso gli apparve in volto.
Corse a raggiungere le altre Crystal Gems.
 

Quando il giorno arrivò Peridot sapeva perfettamente quanto fosse importante e si alzò piena di energie ed eccitazione.
“Hey Lapis! Lapis svegliati!” la smosse quasi facendola cadere, lei sobbalzò e si mise a sedere mormorando, asciugandosi la bava che le era colata dalla bocca e stropicciandosi gli occhi.
“Peridot… ngh.. che vuoi a quest’ora…”
“E’ un anno!” esclamò la gemma verde con un sorriso brillante stampato in viso.
“Che?”
“Un anno che sono qui!” balzò in piedi “E sicuramente lo sanno anche le altre! Oooh magari mi faranno qualche sorpresa o… o chissà!” rise agitando le mani.
Lapis ridacchiò dolcemente, stiracchiandosi.
“Ok, ok… fammi sapere com’è andata quando torni, va bene?” si raccomandò, rimettendosi poi a dormire.
Peridot sprintò verso l’entrata del granaio, poi si fermò improvvisamente, continuando a marciare sul posto “Ci, uh, Ci puoi contare, Lapis! A dopo!” si precipitò via ridendo.


La gemma verde stava lì seduta sul divano di Steven tentando con tutta sé stessa di nascondere il gigantesco sorriso che teneva sotto i baffi, dondolando le gambe.
“Ok, Peridot…” la voce di Steven si fece sentire, Peridot alzò immediatamente lo sguardo “... so perché sei qui… e so che questo giorno significa molto per te…” gli veniva un po’ da ridere a osservare l’eccitazione della gemma “...e lo è anche per noi! Dunque ti ho preso un regalo!”
Peridot alzò le gambe portandole sul divano e le abbracciò, sbirciando oltre esse.
Steven finalmente mostrò da dietro la sua schiena una confezione impacchettata, Peridot non se lo fece ripetere due volte e la afferrò subito, scartandola.
“Wow, grazie!!” strepitò, correndo ad abbracciare il bambino.
Pearl uscì dalla sua stanza del tempio, accompagnata da Garnet “Steven, è apparsa un’altra gemma corrotta nel deserto, hai visto Amethyst?”
“Uuuh… no?” fece spallucce lui.
Pearl brontolò “Ok… dovremo andare senza di lei allora.”
“Aspettate… vengo anch’io!” corse a posizionarsi sul warp pad e insieme scomparvero.
Peridot lanciò uno sguardo distratto al warp pad e poi alla sua bambola, poi ritornò sul divano ad osservarla e ridere di gioia.
“Hey! Che combini?”
Peridot sussultò visibilmente e strinse a sé la bambola ancora confezionata.
“A-Amethyst?!” urlò, osservando la gemma che si sporgeva sottosopra dall’altura dove Steven è sovente dormire.
“Hey… come va, P-pod?”
“Non… chiamarmi in quel modo.” raggelò Peridot “E cosa ci fai qui?!” soffiò.
“Ah, sai com’è.” si buttò giù, atterrando disastrosamente sul divano “Ogni tanto una vacanza fa bene a tutti.”
“E quindi salti le missioni per… bighellonare? E se avessero bisogno di te là fuori?”
Amethyst fece spallucce e gesticolò con la mano “Eh, se la caveranno” si sistemò seduta “Comunque… che hai lì?”
“Qui ho… un regalo importante. Roba seria.” strinsé la bambola ancora di più.
Amethyst si avvicinò “Hmm, wow, voglio vederla!” gliela prese dalle mani.
“No!”
La tolse dallo scatolo e iniziò a osservarla per bene, girandosi per evitare che Peridot la riprendesse “Wooow… che regalo interessante!” alzò le braccia della bambola, giocandoci.
“No, no, NO! Amethyst ridammela!”
La gemma viola balzò in piedi “Vieni a prendertela!” ridacchiando iniziò a correre via.
“Amethyst!!” Peridot le corse dietro snervata “Non è divertente!”
Amethyst cambiò forma diventando dogcopter, continuando a ridere iniziò a fluttuare “Ma io mi sto divertendo un sacco!”
Sbam.
Amethyst sbatté contro un pilastro del soffitto e cadde per terra.
Peridot si portò le mani al viso, allarmata e spaventata.
La gemma viola si lamentò per poi rimettersi a sedere sul pavimento, tenendosi la testa dolorante.
“Uh oh…” posò lo sguardo sulla bambola, tutta scomposta e disassemblata, ormai irriconoscibile “Uuuh, oops…” si grattò la testa impacciatamente.
Si udì un singhiozzo.
“Uuh… Peri?”
La gemma verde calò le mani di poco, rivelando degli occhi pieni di lacrimoni. Abbassò le mani completamente e le chiuse a pugno, mordendosi il labbro.
“Oh... um, Peridot non… non credevo che quel giocattolino significasse tanto per-”
Peridot mugugnò asciugandosi ferocemente le lacrime “Questo… Questo…” singhiozzò sommessamente “...continua ad accadere!” sbottò “Perché?!”
Amethyst si alzò prendendo in mano la bambola “S-Si può sicuramente sistemare se-” poggiò la mano sulla spalla di Peridot ma lei si tirò via.
“Non ho bisogno del tuo inutile aiuto tu… gemma idiota!”
Fece qualche passo indietro fino ad arrivare con la schiena alla porta, il respiro affannoso, guardò Amethyst, poi abbassò la testa e scappò via.


Quando Peridot ritornò al granaio osservò per qualche istante Lapis seduta sulla macchina a vedere la tv, come sempre. Entrò cercando di non farsi vedere, ma non riuscì a trattenere piccoli singhiozzi e gemiti.
Si raggomitolò sull’altura del suo lato, fissando la luce fioca che trapelava fra le crepe delle travi di legno. Tirò su col naso e cercò di asciugarsi il viso col palmo della mano.
“Stupida Amethyst…” borbottò.
“Peridot?” chiamò una voce “Peridot, sei tornata? Ho sentito dei rumori e...”
“Lapis?” rispose Peridot, la voce che le si strozzava in gola “Si, sono io…” tentò di nasconderla il più possibile, facendo finta di niente.
Lapis spiegò le sue ali acquatiche e atterrò accanto a Peridot. Si sedette con la schiena alla parete.
La gemma verde si aspettò di sentirle dire qualcosa ma la stanza continuò a essere silenziosa, fatta eccezione per il rumore ovattato della tv rimasta accesa appena fuori di lì.
Peridot tirò di nuovo su col naso, questa volta il più sommessamente possibile “Com’è andata oggi?”.
Lapis la guardò “Ero io a dovertelo chiedere, ricordi?”.
Peridot sospirò “Preferisco non parlarne.”
“Lo capisco.” rispose lei, comprensiva “Ti dispiace se… rimango qui a farti compagnia?”
Dei lacrimoni ricominciarono a formarsi negli occhi di Peridot che sgranò gli occhi per poi fare cenno di no con la testa.
Lapis annuì e l’abbracciò.
Rimasero così per un bel po’, a sentire le cicale e i grilli frinire.
La gemma blu carezzò dolcemente i capelli alla verde, cercando di farla calmare.
“E’ solo che..” singhiozzò Peridot “Steven mi aveva fatto un regalo e… e… me lo hanno rotto.” gemette “Prima i miei arti artificiali, poi il mio, um… trasmettitore…”
“Scusa per quello…” mormorò Lapis.
“Non preoccuparti. Comunque poi… quasi anche il mio tablet… sembra che nessuno abbia rispetto per le mie cose…” sospirò, rannicchiandosi ulteriormente “... o per me…”


Steven e le due gemme apparirono dal warp pad e trovarono Amethyst stravaccata sul divano, intenta a mangiare un panino.
“Oh, hey.” salutò lei.
“AMETHYST, SI PUO’ SAPERE DOV’ERI?” tuonò Pearl, stressata.
“Eh, in giro.” evitò la domanda lei, finendo l’intero panino in un solo boccone.
“Non è maturo da parte tua marinare le missioni in questo modo.” commentò Garnet.
“Oh, Amethyst,” iniziò Steven “Hai visto Peridot? Era qui quando ce ne siamo andati, magari vi siete incontrati...”
“Uh…” Amethyst si grattò la testa “Riguardo a quello…” indicò i resti della bambola accasciati sul bancone della cucina, le estremità ricoperte con fin troppa colla, già asciutta.
Steven rimase senza fiato, sgranò gli occhi “Amethyst…” incrociò le braccia.
“Ho provato a sistemarlo! Ma… non è andata bene.” sbuffò “Sembrava tenerci davvero tanto, non me lo aspettavo! Pensavo fosse spazzatura, come quella nella mia stanza!”
“Amethyst, quello… era il suo regalo di anniversario.” corrucciò le sopracciglia “Almeno le hai chiesto scusa?”
“Beh…”
Steven si portò la mano al viso, esterrefatto.
“Non mi ha dato il tempo!” agitò le braccia lei “E’ scappata via subito, che ne so io!”
“Beh vai adesso!”
“D’accordo! D’accordo…” sbuffò nuovamente. Abbassò la testa, preoccupata.
Pearl e Garnet si scambiarono uno sguardo confuso. Garnet alzò le spalle.


“Sei sicuro che funzionerà Steven?” domandò Amethyst, mentre i due si dirigevano verso il granaio.
“Certo. So che è difficile chiedere scusa ma… è la cosa migliore. Sii sincera e andrà tutto per il meglio.”
Amethyst annuì, deglutendo.


Quando arrivarono lì trovarono la porta socchiusa. Il sole era tramontato completamente, lasciando spazio a un vuoto e nuvoloso cielo scuro.
Amethyst bussò lo stesso, cercando di non fare troppo rumore.
Le botte sul legno risuonarono dentro il granaio, facendo sussultare Lapis e Peridot.
La gemma blu lanciò un’occhiata veloce alla verde e poi si schiarì la voce “Avanti!”.
Peridot si girò dall’altro lato, nascondendo la testa fra le proprie braccia, sdraiata a pancia in giù.
“H-Hey!” provò a chiamare Amethyst, avanzando all’interno. Appena Lapis la vide volò giù e la salutò a bassa voce.
“Cosa ti porta qui? Non è il… momento adatto per le visite, purtroppo.” sorrise imbarazzata “Peridot è molto giù, non credo voglia vedere nessuno.”
“Lapis, io…” la gemma viola gesticolò, incapace di trovare le parole necessarie.
Steven sospirò avvilito “E’ qui per scusarsi.” afferrò la mano di Amethyst per darle conforto.
“S-Scusarsi? Ma allora…” Lapis si avvicinò e portò una mano di fianco al volto, poi continuò sussurrando “...sei stata tu?”.
Gli altri due annuirono, la viola evitando il suo sguardo.
Lapis espirò, congiungendo le mani e assumendo un’espressione pensierosa.
Fece una pausa.
Amethyst volse lo sguardo inquieto e sconfortato a Steven, che mostrò un sorriso rassicurante.
“Beh, tentar non nuoce.” concluse Lapis con tono serio, “Vado a chiamarla.” disse, e volò da lei.
Si avvicinò cauta, per poi inginocchiarsi accanto a lei. Le carezzò un braccio.
“E’ venuto qualcuno per te…” sussurrò dolcemente.
Peridot si girò appena, abbastanza per poter osservare Lapis negli occhi.
“E’ Amethyst…” mormorò Lapis, sorridendole.
Immediatamente la gemma verde nascose di nuovo la testa fra le braccia, gemendo.
La gemma blu stette ad osservarla per un po’.
“Non… mi va…” accennò Peridot piagnucolando, con la gola secca.
Lapis si girò verso Amethyst e le fece spallucce.
La gemma viola si morse il labbro, stringendo i pugni fino a farsi male. Il respiro pesante, l’aria che entrava e usciva dalla bocca, per cercare di calmarsi.
“PERIDOT!” urlò poi, “Peridot, vieni giù!” gridò con la voce che le si spezzava in gola e gli occhi che le pizzicavano.
Nessuna risposta.
“PER FAVORE!” strillò, alzando la testa per guardarla.
Peridot, senza dire niente, fece un cenno a Lapis.
Questa la afferrò da sotto le braccia e la portò giù, così che le due fossero una di fronte all’altra.
Tuttavia Peridot si ostinava a non parlare e a non guardarla, non per dispetto ma perché le veniva difficile riuscirci.
Lapis fissava la scena in religioso silenzio.
Amethyst respirò.
“Mi dispiace” disse, con la voce roca.
La quiete ritornò più assordante di prima.
Il viso di Peridot si incupì, aggrottò la fronte “Tutto qui?”.
La bocca di Amethyst si spalancò ma lei rimase senza parole, continuavano a bloccarsi in gola.
Strinse la mano di Steven più forte.
“T-Tutto qui… ?” domandò la gemma viola, incerta.
“E’ quello che ho chiesto, si.”
“Che altro dovrei dire?!” scattò lei, ma Steven le diede un leggero strattone.
Peridot sospirò “Non è la prima volta che accade, come faccio a sapere che quello che dici è sincero?” finalmente riuscì a guardarla negli occhi “Come?”.
“Io… non c’è scusante per quello che ho fatto, lo so. Ma mi dispiace! E… ci tengo a te. Non l’ho fatto per farti stare male…” delle lacrime cominciarono a percorrerle il viso “Che altro dovrei dire… ?” la voce le si strozzò.
Peridot sgranò gli occhi e immediatamente voltò lo sguardo, indietreggiando distrattamente.
Si lasciò cadere all’indietro mettendosi a sedere e si rintanò su sé stessa, immergendo il viso nelle braccia.
Tutti la guardarono confusa.
“... Non volevo farti piangere.” ammise lei, la voce uscì ovattata.
Amethyst sussultò colta di sorpresa. 
Prese a ridere, e più rideva più le lacrime cadevano giù.
Si portò le mani al viso per tentare di fermarle, singhiozzando ancora.
“Peridot…” lentamente le si avvicinò, poi le si chinò davanti e la abbracciò. La gemma verde si dimenò per un istante sobbalzando, poi subito si lasciò cullare dalla stretta e la ricambiò, stringendosi alla maglietta di Amethyst. Anche i suoi occhi divennero lucidi.
Lapis sorrise a Steven, che ricambiò.
“Ti voglio bene… ok?” sussurrò Amethyst.
Peridot annuì con la testa affondata nella spalla della gemma viola.
“Wow, grazie... anche io.” sorrise, con i goccioloni che le si formavano agli occhi.

  
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