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Autore: guiky80    16/09/2016    4 recensioni
Disperazione, paura, rabbia...
Sentimenti forti e contrastanti si agitano nell'animo di Yuzo.
"Shimizu non mi piace più, l’arancione non mi piace più, il mio ruolo non mi piace più, la mia casa, Takeshi, niente, non mi piace più niente. Voglio solo correre, voglio solo andarmene."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto correndo, il vento mi scompiglia i capelli corti, fa freddo, non mi importa, sono stanco. Stanco di restare fermo, voglio muovermi, voglio vivere, voglio morire. Questo posto mi sta stretto, questa città mi sta stretta. Qui dove sono diventato un campione, qui dove mi sono sempre trovato bene, come a casa, come in famiglia.

Shimizu non mi piace più, l’arancione non mi piace più, il mio ruolo non mi piace più, la mia casa, Takeshi, niente, non mi piace più niente. Voglio solo correre, voglio solo andarmene.

Devo andarmene, non posso restare qui, non posso e non voglio restare qui dove posso essere trovato da tutti.

Io, il ragazzo affidabile, il ragazzo timido e riservato, il ragazzo buono con tutti che non farebbe male a una mosca: cento tiri!

Basta! Voglio essere visto per quello che sono: un bastardo, lo stronzo a cui non si rivolge nessuno perché non è affidabile, additato come ingestibile, un pessimo giocatore, insomma: sono l’esatto opposto di quello che tutti credono.

Le mie gambe rallentano, il cervello non ha dato questo ordine ma il fisico non regge più. Non posso proseguire e cado in ginocchio sulla spiaggia, le mani stringono la sabbia, le lacrime cadono sui pugni. Odio piangere, non voglio piangere, non voglio che tu mi veda piangere.

No, non devo, tu… tu…

Tu sei quello bastardo, ingestibile, ottuso, stupido, quello inaffidabile, quello che va additato.

Tu: non io.

Perché tu e non io?

Ora lo sono anch’io, ora anch’io voglio essere additato. Voglio essere come te, voglio essere te. Vorrei essere con te adesso invece sono qui, in riva al mare, a piangere come un imbecille, mentre tu lotti per la vita, mentre tu sei in quel letto di ospedale, lo stesso ospedale da cui io sono scappato, tu sei là steso su una stupida brandina e lotti con tutte le tue forze e le mie, perché se io sono così debole, per forza di cosa le mie forze sono da te, il mio spirito è con te. Il mio cuore deve essere con te non può essere altrimenti.

Con te, Mamoru, con te che eri venuto a trovarmi, con te che hai accelerato in curva, con te che hai perso il controllo dell’auto, con te che eri arrabbiato con me.

Per una stupidaggine mi sono arrabbiato, non avevi preso il gelato che ti avevo chiesto, ho alzato la voce accusandoti di non ascoltare mai, altrimenti avresti saputo cosa volevo io stasera, ma tu non ascolti e così mi sono arrabbiato. Tu sei uscito di volata per accontentare me, per andare a prendere quello stupido gelato alla stracciatela.

Volevi far presto, me lo avevi detto: “Voglio tornare subito da te, perché dopo che avrai mangiato quel cazzo di gelato, io ti abbraccerò e ce ne andremo a letto insieme!”

Ma non sei più tornato, non hai preso il gelato, non hai fatto nulla di tutto ciò.

Il telefono ha squillato e io ho risposto, era il tuo nome quello che lampeggiava: “Stracciatella, Mamoru, voglio la stracciatela, non è difficile!”

“Scusi non so chi sia lei, ma il suo è il numero salvato sotto la voce ‘emergenze’ nel cellulare del Sig. Izawa. Qui è l’ospedale, ha avuto un incidente automobilistico, dovrebbe raggiungerci subito.”

Ospedale.

Sig. Izawa.

Numero delle emergenze.

Come è possibile? Ospedale?! Per il gelato!

No!

Non lo accetto Mamoru!

Che cazzo hai combinato?

Perché andavi veloce?

Per me?

Per il mio gelato?

Per tornare e abbracciarmi?

E allora perché non l’hai fatto?

Alzo il viso al cielo e urlo, con tutto il fiato che ho in gola.

Voglio andarmene, non voglio essere qui quando dovrò affrontare i tuoi genitori, li ho chiamati sai? Quando dovrò affrontare Hajime e Teppei, anche loro stanno venendo qui. Non voglio essere presente, voglio sparire, voglio andarmene, la realtà, è che io voglio morire per poter restare con te. Permettimi di stare con te per sempre Mamoru.

Non so per quanto tempo resto qui a commiserarmi, perché questo sto facendo, mi sto commiserando e non è da me.

Non posso farne a meno, cento tiri si è piegato al destino, cento tiri è uno smidollato.

Già proprio così: uno smidollato.

Senza nemmeno rendermi conto della strada fatta, mi ritrovo fuori dall’ospedale, ancora una volta. Da qui sono fuggito ore fa. Ora ci rimetto piede, con la coda tra le gambe, dopo aver compilato moduli, dopo aver telefonato a tutti, sono fuggito, e ora sono di nuovo qui. Deglutisco vistosamente mentre in fondo al corridoio scorgo tua madre, con che coraggio andrò da lei? A dirle cosa? Che eri uscito a comprarmi il gelato? Tuo padre poco distante parla con un’infermiera, gesticola, sicuramente gli stanno dicendo che non hanno notizie, l’hanno fatto anche con me.

È tua madre a vedermi, a venirmi incontro, con le lacrime agli occhi e le braccia aperte: “Yuzo… come stai tu?”

Io?

Come sto io?

Non sono io in un letto d’ospedale, non sono io a rischiare la vita, io sono il coglione che aspettava il gelato.

Abbracciandomi dolcemente, come solo una mamma sa fare. Resto qui a farmi consolare, senza riuscire a dare conforto alla donna che ti ha dato la vita.

“Sei sconvolto, vieni a sederti.”

Si prende cura di me, le ho quasi ucciso il figlio e lei si prende cura di me, incredibile. Davvero le madri sono esseri eccezionali.

Tuo padre borbotta tornando verso di noi, mi sorride e io non riesco a muovere un muscolo del viso. Sono qui come un cretino, seduto accanto a tua madre, non abbiamo notizie, non è cambiato nulla da quando me ne sono andato, ed è esattamente come prima perché:

io mi sento soffocare,

io voglio correre,

io voglio vivere,

io voglio morire con te e per te, ora e per sempre.

Ma non lo faccio, questa volta non me ne vado, resto qui coi tuoi, ad aspettare: che cosa ancora non lo so.

Finalmente appare un medico, si stropiccia gli occhi, sembra stanco, parla di un’operazione, parla di recupero fisico, parla a ruota libera, ma la mia mente si è scollegata alla frase iniziale:

Mamoru è fuori pericolo.”

Sei fuori pericolo, sei fuori pericolo, sei vivo e resterai vivo.

A passi lenti, molto, troppo lenti, mi avvicino al vetro dietro al quale ci sei tu. I tuoi genitori chiedono di poterti vedere, chiedono notizie dell’incidente, della tua salute, dei tempi di recupero, io resto fermo a fissarti, resto fermo a guardare il tuo viso con un taglio netto sulla guancia sinistra, le fasciature che ti ricoprono, i capelli sporchi e in disordine. Ti lamenterai di questo, ne sono certo, non appena potrai parlare, dirai che ti hanno rovinato i capelli, e io sarò lì a ridere con te, perché ora so che potrò di nuovo ridere con te, ora lo so e sono felice, per la prima volta da quella cazzo di telefonata ore e ore fa: io sono di nuovo felice.

Pesco dal portafoglio il biglietto che hai scritto dopo la prima partita in J-league, dopo le parate che hanno lasciata inviolata la mia porta.

Leggo quel biglietto bagnandolo di lacrime, lo leggo e so che è vero, so che è così, è sempre stato così, perché anch’io voglio stare con te.

Se si vive una volta sola, io voglio vivere con te.’

Sospiro e sorrido con la fronte contro il vetro, mi rendo conto di non averti mai detto che la stessa cosa vale per me.

Quel giorno io avevo sorriso senza dirti nulla, ma ora posso farlo, ora so che è così; ti ho quasi perso per capirlo davvero, fino in fondo.

Voglio vivere con te e non vedo l’ora di dirtelo di persona.

 

***

 

Angolino dell'autrice:

di seguito vi riporto le due righe che la mia Beta Sanae77 (che io lovvissimo *lecchinaggio spudorato in corso*) mi ha inserito a chiusura del betaggio (fatto alla velocità della luce, grazie beta mia!):

Allora qua dobbiamo stabilire delle regole.

1) se scrivi shottine strappalacrime devi dirmelo in anticipo… devo prepararmi psicologicamente.

2) se una volta ti capita di uccidere uno dei due IO devo saperlo in anticipo per prepararmi al colpo.

3) ti sta piacendo un po’ troppo farli soffrire (attenta ti tengo d’occhio!!!)

4) Non è che mi trovo due sadiche da gestire vero?

5) Meglio quando fanno i coniglietti BUAAAAA odio le cose tristi.

6) Se tu lo avessi ucciso… sappi che conosco gli orari dei treni. Io ti guardo io so… Io sono come le tapparelle. IO SO LE COSE!!! *

7) se pensi che sia una minaccia… lo è!

Così impari a non avvisarmi prima… e che cazzo!

 

*il punto 6) è per poche intenditrici...

   
 
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