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Autore: fera_JD    17/09/2016    0 recensioni
Questa è la storia di una vita, che si intreccia con le vite di altri, crea legami e li spezza, cambia e influenza il mondo che la circonda come esso influenza lei. è una vita come tante altre, ma allo stesso tempo non lo è.
Dalla storia:"E per questo ti ritieni mia amica?"
"Non proprio per questo ma sì, ti ritengo un amico. O devo ritenere queste una amicizia unilaterale?" chiese lei con un cipiglio malizioso.
"No be... insomma... io..." balbettò lui in evidente imbarazzo. Di certo non era abituato a dichiarazioni di quel genere, be di nessun genere. Barbara nel vederlo così in difficoltà scoppiò a ridere, non riusciva neanche a guardarla negli occhi.
"Va bene così Smilzo! Non devi dire niente, ho capito." gli disse lei con un sorriso incoraggiante e Severus si arrischiò a incrociare il suo sguardo e all'improvviso l'ansia scemò via.>
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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A life in the Hidden World
 
Oh Sinnerman….
Where you gonna run to?
All along dem day
 
5 aprile 1963 22.50 PM
In quel momento, nell’ospedale di Knaresborough, in provincia di Harrogate, nel Nord Yorkshire in Inghilterra, nacque Barbara Martin.
Era una neonata in salute, dai vivi occhi marroni e sparuti capelli castani. Era appena venuta al mondo una vita, come tante altre per certi versi, il mondo era pieno di bambini che nascevano anche quella stessa notte senza luna.
Quindi perché una bambina in particolare doveva essere speciale? 
Infatti non lo era.
Barbara non era nobile, né ricca, non aveva poteri o specialità che la rendevano diversa da altri, non c’erano profezie  sul suo conto, lei non era importante.
Era solo una bambina come tante altre che era arrivata in questo bel mondo cattivo.
 
15 Novembre 1978 23.24 PM
Barbara aveva 15 anni e già aveva assaggiato la cattiveria del mondo vivendo in una famiglia poco presente e più attaccata ai piaceri della vita come alcool e droga per curarsi per davvero di una marmaglia di marmocchi. Ma Barbara ormai ci era abituata e ci sapeva convivere anche se la cura migliore era rimanere il più possibile fuori casa. Per questo era lì nella periferia di Knaresborough ormai in aperta campagna con l’unica compagnia delle sue sigarette.
Barbara aveva già sperimentato la cattiveria della vita, ma quella notte ci sarebbe rimasta affondata.
La luce della luna piena rischiarava la campagna, in quella notte fredda e limpida. Non c’era anima viva in giro ma Barbara non aveva paura, non era la prima volta che si addentrava per quei sentieri di campagna da sola e il buio non l’aveva mai intimorita. Sfilava un po’infreddolita su per quel sentiero di terra battuta con ai lati solo campi mezzi ghiacciati di terra smossa; ci si poteva perdere lo sguardo su per quei campi tutti arati che si perdevano all’orizzonte, sia a destra che a sinistra. Dietro di lei si vedevano ancora le luci del paese, ma Barbara voltava le spalle a quel mare di luci mentre camminava verso il buio della notte, verso il piccolo boschetto che ora, era solo una scura macchia nera nel buio. La ragazza stava ascoltando musica, un nuovo brano del Sex Pistols, band britannica che stava facendo il boom in quegli anni mentre si trovava ormai a pochi passi dall’inizio del bosco.
Ed è lì che le sembrò si sentire un rumore.
La ragazza si fermò togliendo le cuffie, guardandosi intorno stranita.
Poteva essere solo un coniglio o qualcosa del genere, non c’era ragione di preoccuparsi.
Eppure Barb non era tranquilla, sentiva come se qualcuno la stesse osservando. 
Si diede mentalmente della stupida, chi poteva mai esserci in giro a quell’ora? Scrollò le spalle ed entrò nel bosco, ma per qualche ragione preferì non rimettersi le cuffie.
Con i rami degli alberi che nascondevano la luce lunare, tutto era più buio e oscuro e più pauroso. Il cuore della ragazza cominciò a battere più forte. Barb cercò di scacciare quella sensazione, non era mai stata una fifona e sapeva che il sentiero era sicuro ma nonostante questo quella notte c’era qualcosa che non le tornava.
I rumori una volta entrata nel boschetto erano aumentati.
Niente di strano in fondo, sapeva che era presente della piccola fauna selvatica in quella regione, ma  in quel momento Barb sussultava ad ogni suono che percepiva, come se avesse l’impressione che quei rumori non facessero altro  che avvicinarsi a lei.
Alla fine decise che non poteva andare avanti per quella notte e forse era meglio tornare all’inferno di casa, piuttosto che morire di paura lì.
La ragazza fece appena in tempo a girarsi per tornare sui suoi passi che proprio davanti a lei si stagliarono due enormi occhi rossi.
Avvenne tutto velocemente, Barbara cercò di scappare ma la creatura fu più veloce. In una frazione di secondo si sentì lanciata per aria mentre un dolore sordo si propagava su per tutto il fianco. Atterrò malamente rotolando più volte sul manto erboso freddo di brina, graffiandosi volto e mani colpendo rovi e rametti sparsi per il terreno. Finalmente si fermò in una piccola radura che lasciava il cielo scoperto dai folti rami degli alberi, con la luna che faceva capolino da dietro le chiome di una vecchia quercia. Barb faceva fatica a respirare, non sapeva se per il colpo subito dalla bestia o per la caduta, ma era sicura che ci aveva rimesso qualche costola. Si issò sulle braccia, doveva andarsene da lì ma non riconosceva il posto e il terrore le ottenebrava la mente. Si guardò intorno cercando la creatura, avendo anche paura di trovarla.
Barbara non pensava ad altro che doveva muoversi, doveva scappare, correre via da lì.
Poi di nuovo quei due occhi rossi fecero capolino dal buio e il cervello di Barbara si spense. Era totalmente pietrificata dalla paura, non riusciva nemmeno a distogliere lo sguardo da quei due pozzi ardenti che si avvicinavano sempre di più e con una lentezza che la stava facendo impazzire.
Alla fine la creatura uscì alla luce della luna e la ragazza potè vedere chi o cosa la stesse cacciando quella maledetta notte; aveva un pelo ispido di un grigio topo che gli ricopriva tutto l’enorme corpo di due metri e passa, camminava su due zampe assolutamente animalesche mentre  le zampe anteriori erano molto più simili a braccia umane, anche se dotate di lunghi e acuminati artigli. Ma era il muso che non lasciava a fraintendimenti perché era quello di un lupo, un grosso e brutto lupo dagli occhi rossi.
Più si avvicinava, più Barbara si imprimeva la sua immagine nella retina in ogni suo particolare, come le cicatrici che aveva sul corpo: una lunga e frastagliata sul pettorale, un evidente segno di un morso sulla spalla sinistra e il brutto taglio sul sopracciglio destro. Quei segni, non li avrebbe mai scordati.
Al suo avvicinarsi, Barbara non indietreggiò, non urlò, non supplicò rimase solo lì ferma ad osservarlo, impaurita sicuramente ma  con qualcosa in più che non sapeva descrivere nemmeno lei.
Il lupo a quella vista sembrò ghignare fermandosi a pochi metri dalla ragazza e lei ingenuamente pensò per un attimo che non l’avrebbe attaccata. Erano speranze vane.
Un secondo dopo, la bestia si era lanciata su di lei e la ragazza aveva fatto appena in tempo a proteggersi il viso parandosi con il braccio sinistro che le zanne del mostro penetrarono la sua carne fino all’osso dell’avambraccio.
Lì Barbara urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni per il dolore, per la paura e per ciò che accadde dopo.
 Appena i denti del lupo lasciarono la presa un forte e doloroso calore cominciò ad irradiarle tutto il corpo. Barbara si sentiva bruciare ogni fibra del suo essere, come se la stessero bruciando viva.
Mai in tutta la sua vita provò un dolore peggiore di quello.
Dopo un tempo che a Barb parve infinito il fuoco che sembrava distruggerle ogni cellula cominciò a diminuire come la sua coscienza di sé. La vista cominciò ad offuscarsi, stava perdendo i sensi, lo sentiva e ne era grata, voleva solo dormire e dimenticare quella notte.
L’ultima cosa che vide fu il lupo che accovacciato a pochi metri da lei la guardava con un ghigno, ma non aveva più gli occhi tinti di rosso, ma per qualche strana ragione ora erano azzurri ed erano occhi umani.
 
16 Novembre 1978 5.42 AM
Il mattino seguente Barbara si svegliò nella radura, da sola e … stranamente non infreddolita, nonostante la brina coprisse ogni cosa intorno a lei. La ragazza si mise seduta stralunata cercando di mettere ordine nei suoi pensieri e nei ricordi della sera precedente. Non aveva dimenticato, era tutto vivido nella sua mente, ogni più piccolo dettaglio.  Non poteva essere stato solo un sogno eppure non sentiva più alcun dolore. Si tastò il fianco, facendo pressione lì dove era sicura si fosse rotta la costola, ma niente nemmeno un leggero fastidio. Le mani erano sporche di sangue ma sotto di esse non c’era alcun taglio o abrasione ed infine il braccio…
La manica del giaccone era strappata e sporca di sangue o meglio ne era totalmente imbrattata, ma non faceva male… all’improvviso Barb spaventata di quello che le stava succedendo o anche solo dall’ipotesi che si stava facendo largo nella sua mente si tolse la giacca con forza tirando su la manica del maglione ormai sbrindellato e lì lo vide.
Sul suo avambraccio sinistro si stagliava una grossa e frastagliata cicatrice del morso che il lupo le aveva fatto neanche poche ore prima.
Era il segno inequivocabile di quello che era successo, non era stato un incubo, ne un’allucinazione.
Barbara era stata attaccata e morsa da un lupo umanoide in una notte di luna piena.
Non c’erano molte altre conclusioni.
La bestia era un lupo mannaro.
 
9  dicembre 1978  18.00 PM
Ok, questo non è un diario. Mi rifiuto di definirlo un diario, come quelli di stupide ragazzine che ci scrivono su tutti i loro problemi da complessate o i loro tragici e spassionati commenti su questo o quel ragazzo. Quindi mettiamo in chiaro che io Barbara Martin non sto scrivendo un diario. Punto.
Ok, ora mi sento la coscienza più leggera.
Il motivo per cui ho preso questo plico di fogli è semplicemente per mettere scritto alcuni pensieri che se rimanessero rinchiusi nella mia testa credo che mi porterebbero alla pazzia, senza mezzi termini. Oltre al fatto che non mi arrischio minimamente a parlare di… “questa cosa” con nessuno. Mi darebbero della pazza!
Ok quindi, ora lo scrivo e diventa veramente una realtà, non è un sogno non sto impazzendo (spero): è la realtà. Ok va bene, ormai è inutile girarci attorno.
Io sono un lupo mannaro.
O almeno credo.
La luna piena sarà tra sei giorni e sono decisamente in ansia, ma non facciamoci prendere dal panico.
Ok facciamo la lista delle cose strane che sono successe, e mi stanno succedendo; oltre alla bella avventura di quella notte ovviamente, con annessione di cicatrice da film fantasy nuova di zecca sul braccio… addio magliette corte…
Comunque,per primo: non sento il freddo. Ieri ha nevicato un po’, sono uscita in pigiama con i piedi nudi e non sono congelata. Nel senso, sentivo il freddo ma molto meno di quello che avrei dovuto sentire. Nick (mio fratello) gli sono venuti i geloni perché ha tentato di imitarmi, mentre a me non è venuto nemmeno un raffreddore.
Secondo: fattore rigenerante, migliore di Wolwerine! Ok, questa è una vera figata! Mi sono tagliata mentre tentavo di cucinare qualcosa qualche settimana fa e certo ha fatto male ma il taglio si è assorbito neanche pochi secondi dopo, sotto i miei occhi!! Da sballo!!
Terzo:forza e agilità superumane! Fantastico!! Non avevo mai corso così, dovrei fare dei test per vedere a che velocità posso arrivare… La forza la devo controllare meglio… ho praticamente distrutto una porta a scuola mentre l’aprivo… si quella devo imparare a gestirla…
Quarto: questo è meno divertente. Mi arrabbio facilmente, troppo facilmente e l’istinto di staccare la testa a morsi alle persone sta anche diventando più forte negli ultimi giorni. Forse è perché la luna piena si sta avvicinando..
Ed arriviamo al problema principale, in questi ultimi giorni ho letto ogni cosa che ho trovato sui licantropi e altre cose strane. Non credevo che avrei mai passato tutto quel tempo in biblioteca in tutta la mia vita, ma a mali estremi, estremi rimedi. Comunque, non avrei mai immaginato quante cose strane succedono nel nostro paese, gente che sparisce senza lasciare traccia, strani eventi come giochi di luce, o boati di cui non si capisce la causa, aggressioni da persone o animali mai trovati, sicuramente licantropi (forse), o da altre creature… Di certo se esistevano i licantropi chissà cos’altro può esistere per davvero. Vampiri, fate, mostri, orchi, streghe e  bo… magari anche i draghi!
In ogni caso i vecchi giornali sono pieni di cose del genere, ma per qualche ragione nessuna ha  mai fatto un collegamento tra tutti questi fatti bizzarri…
Alla fine delle mie ricerche comunque non ho concluso molto, a parte farmi venire un gran mal di testa!
Ma la mia priorità rimane la stessa, sarò capace di controllarmi durante la luna piena? Molti racconti dicono che il lupo mannaro durante il plenilunio diventa un mostro assetato di sangue nella più completa furia animalesca, eppure più penso a quella notte più mi sembra che il tizio che mi ha attaccato fosse lucido. Non si comportava da pazzo, né da animale.. e questo spiega tutto sulla sanità mentale di quel tipo! A quanto pare attaccare e trasformale le ragazzine nei boschi è il nuovo hobby più trendy del momento! Lasciamo perdere!
Sta di fatto che più la luna si avvicina a diventare tonda, più mi sento irrequieta e nervosa come se ci fosse qualcosa sotto alla pelle che si muove per uscire. Non è un granchè come sensazione…
Ma mi sono preparata, ho trovato un posto abbastanza remoto e poco frequentato dove potrei andare a… trasformarmi. Santo cielo se mi sembra ancora strano!
Comunque per arrivarci dovrei fregare un auto, non ci sono autobus a quell’ora… prenderò quella della zia Kate, se le porto una bottiglia sarà troppo ubriaca per accorgersene…
 
15 Dicembre 1978 21.00 PM
La notte di luna piena era arrivata e Barbara come aveva pianificato, prese l’auto della zia e si recò nel luogo prestabilito. La fortuna di avere una famiglia totalmente irresponsabile era l’aver imparato a guidare a 14 anni, spesso con auto non necessariamente di loro proprietà.
Per sicurezza Barbara aveva fatto un controllo nei dintorni prima di scoprire qualcuno appartato nelle vicinanze del bosco ma grazie al freddo e al buio, non c’era anima viva per chilometri. Fu una vera fortuna perché appena la luna era sorta la trasformazione era iniziata.
All’inizio il dolore la investì con la forza di un camion lanciato a tutta velocità, si sentiva il corpo dilaniato dall’interno, le ossa cambiavano posizione , i muscoli si tendevano fin quasi a spezzarsi e la pelle era percorsa da formicolii insopportabili. Barbara capì subito cosa stava succedendo e si arrese all’evidenza, non c’erano più dubbi, né incertezze, lei era un lupo mannaro.
Ne fu quasi felice all’idea, era meglio saperlo una volta per tutte che brancolare nel buio del dubbio. Questa consapevolezza la colmò e all’improvviso sembrò che il dolore si stesse affievolendo fin quasi a scomparire. Barb sentiva ancora il suo corpo cambiare ma per qualche motivo non le faceva più male come prima, e di certo non poteva che esserne sollevata.
Neanche pochi minuti dopo davanti al finestrino della macchina  si specchiava un grosso lupo dal manto castano dello stesso colore dei capelli della ragazza e dai due grandi occhi che risplendevano di un luminoso giallo spettrale.
Barbara guardò il suo nuovo corpo e capì di averne il controllo.
La ragazza nel corpo del lupo sorrise felice.
Un nuovo lupo mannaro era appena nato.
 
Nota dell’Autrice
Ok questo è diventato il primo capitolo della storia di Barb!
Per chi non lo sapesse ed è arrivato su queste lande solo ora, inizialmente avevo postato un capitolo per ogni data che compare nello scritto, motivo per cui il testo era decisamente corto ad ogni pubblicazione. Ai tempi quando ho iniziato –santo cielo sembra che sto parlando del giurassico!!-  non era un grosso problema perché avevo in mente di pubblicare ogni giorno ma poi il lavoro, l’accademia e il blocco dello scrittore mi hanno detto che il mio piano era letteralmente impossibile! Quindi ora posto settimanalmente –di solito al giovedì- un testo degno di questo nome! A parte il secondo capitolo che è rimasto piccolino, perché non potevo fare altrimenti per i fini della trama.
Quindi ad ogni modo, da ora in avanti ogni capitolo riguarderà un preciso giorno della vita di Barbara e sperando che la storia vi abbia almeno un po’ incuriosito spero che continuerete a seguire me e la mia amica licantropa!
A presto
JD
 
PS: Questo è l’Url della mia pagina face book, dove se volete trovate alcune illustrazioni di Barb e company fatte dalla sottoscritta! Se volete vedere dei nuovi disegni di personaggi, paesaggi o altro inerenti alla storia basta chiedere!
https://www.facebook.com/Il-blog-di-Fred-454171808109877/?ref=aymt_homepage_panel
  
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