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Autore: _Zexion_    04/05/2009    4 recensioni
Arriva la maturità per tutti e una scelta particolare da affrontare.
Ma sarà davvero la scelta giusta? Sasuke, non ne è più tanto sicuro....
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi tornata con una one shot. Non posso stare troppo senza scrivere xD O meglio, ogni volta che sto male ho ispirazione. Vabbeh u_u
Spero che vi piaccia ^^
Penso che poi mi prenderò una piccola pausa anche io dallo scrivere, infondo è ormai l'ultimo mese di scuola per tutti....
Le parti in centro sono della canzone "ancora un pò" dei Gemelli Diversi ^^ Ascoltandolo mi è venuta in mente la storia, ma non combacia tutta con il testo. Anche se ascoltandola in sottofondo non è male, anzi, ve la consiglio.
Detto questo... auguro buona fortuna a chi quest'anno dovrà affrontare gli esami. Spero piaccia a voi come a chiunque la legga ^^
Bene, ho parlato troppo. Buona lettura XD



Ancora un pò





[… Com'è serio quel ragazzo infondo alla classe all'ultimo banco
quante domande durante l'ultima ora dell'ultimo anno
lui sta pensando che fuori c'è un mondo che aspetta soltanto di essere cambiato
è preoccupato pensa agli amici che ha accanto "che fine faranno?".. ]

All’ultimo banco di quella classe, un ragazzo moro stava osservando fuori dalla finestra, serio. Guardava dei ragazzi che giocavano in cortile, i suoi puntati su uno specifico che continuava a ridere, prendendo in giro un altro compagno.
Sospirò, allentando la cravatta e guardando insistentemente il banco davanti a sé. Non capiva cosa ci fosse di sbagliato in tutto quello, eppure, qualcosa mancava. La sensazione che qualcosa mancava lo opprimeva costantemente.
Girò il viso per guardare un'altra volta fuori dalla finestra, ma questa volta incrociò un paio di occhi azzurri. Stupito, istintivamente si alzò dal banco guardandolo, ma quest’ultimo tornò come se nulla fosse a scherzare con gli altri.
Strinse i pugni sul banco, abbassando il viso.

-Naruto….-

Era iniziato tutto quanto all’inizio delle superiori. Sasuke Uchiha era il presidente del consiglio studentesco, il ragazzo più figo, intelligente, ambito della scuola.
Era stato un pomeriggio caldo, ma con un dolce venticello autunnale a farli incontrare. Era lì, sotto i portici della scuola a parlare con Neji Hyuga, vicepresidente, di alcune cose che riguardavano il festival imminente quando lo aveva visto.
Aveva sentito delle risate vicino a lui, risate fragorose e in mezzo ad essere una cristallina. Si era voltato per vedere chi facesse tutto quel baccano e aveva visto un gruppo di quattro ragazzi che ridevano e scherzavano. In mezzo a loro, uno particolare aveva attirato la sua attenzione.
Biondo grano, rideva e scherzava con un altro compagno. La cravatta allentata, la giacca aperta, la camicia fuori dai pantaloni. Sembrava il tipico ragazzo che veniva a scuola per divertirsi e non per studiare, uno sfaticato. Poi, aveva visto quei fantastici occhi azzurri…. E se ne era innamorato.


[….io non voglio fuggire piuttosto soffrire
si è detto fissando se stesso allo specchio quando l'ha vista ridere in cortile
ed è stato un lampo soltanto uno sguardo un istante perfetto hai capito?
Anche quando sfugge il senso esiste un motivo per essere vivo!... ]

Si alzò dal banco, deciso a non passare altro tempo lì seduto a non fare niente. Diede un ultima occhiata fuori dalla finestra, mentre prendeva la cartella e notò che erano tutti lì, tranne Naruto. Rimase fermo un attimo in silenzio, prima di andarsene. A quell’ora, la scuola era deserta in quanto le lezioni erano ormai terminate da un pezzo. Alcuni studenti restavano per le altre attività scolastiche, anche se ormai era quasi tutto giunto al termine.
Ancora un mese, e la scuola sarebbe finita, avrebbero salutato per sempre le superiori e il mondo si sarebbe aperto a loro. Erano all’ultimo anno ed era ora di cambiare, entrare nella società.
Chiuse la porta della classe alle sue spalle, iniziando a camminare per i corridoi, sguardo basso. Era il presidente del consiglio, ma in quegli ultimi tempi nemmeno lui, aveva voglia di stare tutto il pomeriggio chiuso in un aula. Per questo, aveva lasciato l’ingrato compito al vicepresidente, nonché suo migliore amico di sempre, che in realtà lo aveva obbligato a prendersi una pausa.
Non capiva perché lo avesse obbligato, anche se ultimamente sembrava che in molti gli dicessero che aveva qualcosa che non andava. Era distratto, scostante, freddo, e sembrava sempre con la testa fra le nuvole. Non era mai stato il massimo della simpatia, ma adesso sembrava quasi che nulla lo toccasse.
Un movimento fuori dalla finestra attirò la sua attenzione, si voltò a guardare cosa fosse, e una pioggia di petali di ciliegio danzò davanti a lui.

-Ehi, Ehi Sas’ke! Non trovi che sia stupendo? Sono fioriti i ciliegi! Adesso sì che ci divertiremo! Ci sono un sacco di feste e…-

-Dobe, non stai mai zitto?-

-Eh? Uffa Teme sei antipatico!-

Lo vide mettere il broncio e un leggero inclina mento delle labbra, lo portò a sorridere. Si avvicinò a lui, incastrandolo tra sé e il davanzale della finestra. Lo vide arrossire e guardarlo male, cercando di liberarsi dall’abbraccio.

-Teme, che cavolo fai? Siamo a scuola!-

Ghignò, bloccandogli le braccia ai lati del corpo e avvicinò il viso al suo, sfiorandogli le labbra.

-E allora? E’ pomeriggio, non c’è nessuno a scuola e anche se ci fosse… lasciali guardare…. Dobe..-

Lo vide aprire bocca per ribattere, ma prima che potesse farlo, intrappolò le sue labbra con le proprie, mettendo a soffocare ogni protesta. Semplicemente lo baciò, facendo danzare le loro lingue in un bacio umido.
Sentì Naruto smettere di dibattersi per liberarsi e poco dopo si ritrovò le sue mani artigliate alla camicia. Sorrise dentro di sé, ricordandosi di dover rimproverare più tardi il Dobe, perché così gli stropicciava la camicia, anche se in quel momento, stretti così l’uno all’altro, gli importava davvero poco.
Dalla finestra leggermente aperta arrivò un alito di vento, trasportando con sé dei petali di ciliegio, che fecero muovere la tenda in classe, coprendo le loro figure strette l’uno all’altro.

[… Gli esami iniziano da qua
ma fuori c'è chi insegna già come si prende e non si da...no...
L'unica certezza che ora ho...dimmi...
noi proviamo insieme ci sarò… ]

Scosse il capo. Ormai doveva smettere di pensarci sopra. Eppure, da un mese a quella parte era solo l’unica cosa che aveva in testa. La sera andava a dormire pensando a cosa sarebbe successo quando sarebbe finita la scuola, cosa avrebbero fatto, se si sarebbero incontrati di nuovo. Eppure non doveva, ormai non c’era più nessuna storia tra loro. Era finita, lo sapeva perché era stato lui a farla finire.
Riprese a camminare, lasciando dietro di sé solo un petalo di ciliegio, solo. Si erano lasciati perché ormai dovevano pensare solo alla maturità, perché avevano gli esami davanti, perché era ora di guardare il futuro davanti a loro, perché erano stati i tre anni più belli della sua vita, ma non poteva andare avanti.
Doveva arrendersi all’evidenza e lo sapeva, ma non ci riusciva. Arrivò all’ingresso e si tolse i mocassini che usava all’interno della scuola, per prendere le sue scarpe normali. Tranquillo e apatico come al solito, si diresse fuori dalla scuola, ma si bloccò, quando vide un ragazzo appoggiato ad un albero davanti all’ingresso.

-Cosa? Che stai dicendo?-

Erano sulla terrazza della scuola. Aveva un peso sul cuore per quello che aveva detto, per quello che stava facendo, ma l’unica cosa che poté fare, fu ignorarla. Era giusto così. O almeno, pensava fosse giusto così.

-E’ inutile continuare questa storia Naruto, lo sai benissimo anche tu. Tra due mesi la scuola è finita e le nostre strade si separeranno. I giochi sono finiti.-

Lo vide stringere i pugni e distolse lo sguardo da lui. Chissà perché, proprio non riusciva a guardarlo negli occhi in quel momento.

-Un gioco? Stiamo insieme da due anni e mezzo… e tu dici che è solo un gioco?-

Sì, lo diceva. Lo diceva ma non lo pensava. Perché altrimenti non si sarebbe sentito così male a lasciare Naruto. Perché era troppo stupido per poter essere vero. Lui, non voleva lasciarlo, il suo Dobe…

-Sì.-

Non fece in tempo nemmeno ad accorgersene. Sentì solo il pugno che arrivò dritto alla sua mascella e il sapore ferruginoso del sangue in bocca, mentre si ritrovava a terra. Qualcosa scese dalle sue labbra e lui si asciugò il mento con la manica della camicia che diventò rossa. Osservò la macchia in silenzio, come se non gli importasse. E in quel momento era così, si sentiva vuoto.

-Sei uno stronzo Sasuke Uchiha.-

E lo aveva visto andarsene. Non faceva particolarmente freddo quel giorno, ma sin dalla mattina avevano previsto pioggia. Sasuke non riusciva a capire se fosse uno scherzo del destino o cosa, ma si ritrovò a sentire la prima goccia di pioggia su di sé. Alzò lo sguardo verso il cielo nero, contando anche la seconda, la terza, la quarta, fino a quando contarle divenne impossibile.
Rimase così, sotto la pioggia che scrosciava incessante su di sé, sentendo i vestiti appiccicarsi al suo corpo. Non seppe nemmeno dire se quelle sul suo viso erano lacrime, o solo la pioggia. Decise di muoversi da lì solo quando un brivido di freddo gli attraversò la schiena. Ma non seppe dire, quante ore erano passate.

[…Con un po’ di paura mentre si fa sera lui fissa la luna pensando che lascia scritti sui banchi distanti negli anni vissuti tra sole e burrasca… si sente fragile, instabile, piangere è facile ma tocca rialzarsi e rimboccarsi le maniche qua… ]

Cercando di fare finta di nulla ,proseguì per la sua strada, ignorando la persona che sembrava averlo aspettato davanti a scuola. Camminò, senza pensarci, sorpassandola, anche se tutto di lui gli gridava di fermarsi a parlargli. Anche se di parole da dire, non ne aveva.

-Non pensi che dovremmo finirla Sas’ke?-

Si immobilizzò, solo a qualche passo dopo di lei. Rimase fermo, immobile, come se non avesse atteso altro. Non parlò, non poteva farlo.

-Una settimana in cui ci siamo ignorati. Una in cui ci siamo picchiati. Una in cui cercavamo il contatto con l’altro. Adesso i tuoi occhi sono sempre puntati su di me.-

Era vero, avevano quasi fatto ridere. Si erano mollati, eppure destavano più sospetti adesso che non stavano insieme, piuttosto che in quei due anni e mezzo in cui appena potevano si trovavano soli, spariti chissà dove, per fare cose decisamente poco caste.

-Non so di cosa stai parlando.-

Sentì uno sbuffo divertito e si irrigidì quando lo sentì muoversi verso di lui. Lo sentì sfiorarlo e un brivido gli percorse il braccio, facendogli venire la pelle d’oca. Come si era ridotto? Era davvero lui Sasuke Uchiha? Incontrò quei magnifici occhi azzurri, così vicini a lui e una scintilla di vita scoppiò nei suoi occhi.

-Andiamo Sas’ke… cosa ci siamo provati fino ad adesso? So che ti manco un sacco, basta che ti inginocchi ai miei piedi chiedendomi perdono e potrei decidere di stare di nuovo con te e donarti il mio bel culetto.-

Un sorriso divertito increspò le labbra di Sasuke e un espressione si dipinse sul suo volto, per la prima volta dopo un mese. Inarcò un sopracciglio, fissandolo scettico.

-Stai sognando Uzumaki. Non lo farò mai…-

Lo vide guardarlo stupito, per poi mettere di nuovo quel broncio adorabile che gli piaceva tanto.

-Ma… la pianti di fare così Teme? Devi solo arrenderti, arrenditi!-

Sbuffò, per poi trascinarlo a sé per la vita. Sentì solo il rumore di due cartelle che cadevano e poi finalmente quella scintilla elettrica che lo aveva abbandonato tornare, quando le sue labbra incontrarono quelle di Naruto. Non ci fu niente di casto in quel bacio, anche se erano in mezzo al cortile della scuola, anche se tutti avrebbero potuto vederli.

-Se vuoi tornare insieme a me Naruto, non mi devi pregare…-

Lo lasciò, vedendolo sbattere le palpebre come confuso. Raccolse la cartella, passandogli davanti. Ormai lo conosceva, sapeva cosa avrebbe fatto. Infatti poco dopo lo sentì raggiungerlo, urlando come suo solito.

-Temeeeee! Aspettami! Ti devo picchiare!-

Sorrise, mentre continuava a camminare tranquillo, Naruto al suo fianco che lo guardava male e lo riempiva di insulti. Sì, era tornato tutto alla normalità. I suoi propositi andati a quel paese.
Ma infondo, mancava un mese alla maturità. E chi poteva sapere, cosa sarebbe successo dopo.

[ No, non mi rendo conto
ma so che non prendo sonno
se penso che ti perderò…
voglio gridarlo al mondo
l’amore non dura un giorno…o no?
Ne resta sempre ancora un po’ ]

  
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