La televisione nella sala che trasmette palesi e monotone notizie.
La musica soffocata dai muri che arriva dalle camere degli studenti.
Il ticchettio incessante dell’orologio.
Hank sospirò.
Il suo whisky con ghiaccio era ancora nel bicchiere e non era stato minimamente toccato, i cubetti si stavano lentamente sciogliendo come la sua mente mentre ascoltava quelle notizie che sentiva e risentiva ogni santo giorno.
Charles era accanto a lui e niente poteva distogliere il suo sguardo dallo schermo di quell’apparecchio.
Logan uscì dalla stanza non appena vide che stavano trasmettendo il servizio speciale sui mutanti.
Hank si alzò dalla sedia e strinse i pugni.
Raven era accanto a lui e niente uscì dalla sua bocca.
“Ma almeno… siamo ancora tutti insieme” furono le parole di Xavier che ruppe il silenzio.
Hank si voltò.
Voleva urlare, voleva sbraitare, voleva sfogarsi, voleva… forse ruggire?
“Ma dopo tutto quello che facciamo per loro continueranno ad odiarci per sempre” furono le parole secche di Hank prima che lasciasse la stanza con molta fretta e un leggero nervosismo dipinto sul volto.
Andò in camera sua e accese il fuoco nel camino, sperava che quelle fiamme lo avrebbero riscaldato da nemmeno lui sapeva cosa, voleva solo del calore, tanto calore…
E una mano calda si posò sulla sua spalla.
“Tutto bene?”.
La voce soave e tranquilla di Raven lo aveva riscaldato dentro.
“Si sto bene”.
“Sei sicuro?”.
Hank si mise a sedere su una poltrona con l’aria sconfitta.
“No invece! Cosa credi? So che non ci accetteranno mai per quello che siamo Raven! Prendi esempio da me! O te! Direi che questa storia deve finire e su questo credo che tu sarai d’accordo con me!”.
Raven lo guardò dritto negli occhi e prese posto accanto a lui.
“Parli proprio come Erik e a volte non ti riconosco”.
“Cosa c’è da riconoscere in me? Hai visto come sono!”.
Lei si avvicinò ancora e accarezzò la sua faccia.
Le sue morbide mani emanavano un profumo che entrò nella testa di Hank in poco tempo e lo ammaliò.
Si sentiva veramente al sicuro tra quelle mani.
“No Hank… io non so niente dei tuoi lati più nascosti e non credo di sapere altro di te ma una cosa la so, sei il migliore per me e mi sento sempre sicura quando sei con me” e dietro a queste parole, le loro labbra si sfiorarono prima delicatamente e poi con più passione, una passione che cresceva come il fuoco scoppiettante nel caminetto.
Senza rendersene conto, erano sul letto e non accennavano a diminuire quel bacio che si faceva sempre più voglioso, sempre più forte e anche i loro corpi non seppero resistere.
Lentamente loro si trasformarono nelle loro vere forme e si rotolarono nel letto con più passione, quel letto che era diventato un altare sacro che li aveva isolati da tutto e da tutti mentre le mani scorrevano su entrambi i corpi, rivelando sensazioni e voglie rimasti chiusi per troppo tempo.
Si fermarono e si guardarono negli occhi.
Ancora quello sguardo.
Ancora quel calore.
“Adesso? Cosa vuoi dire? Sono una bestia? Sono un uomo? Cosa sono?”.
Ancora quella carezza.
Ancora quel profumo.
Le mani che si stringono forte.
“Tu sei tu e io sono io. Non possiamo cambiare ciò che siamo, ma siamo noi stessi e tu Hank sei meraviglioso”.
Dopo queste parole, la mente di Hank era completamente svuotata e tutto il male del mondo era sparito in un attimo, un attimo di passione che aveva dato spazio all’amore e alla libertà.
Aveva appena accolto un calore immenso
E un altro bacio li unì nuovamente quella notte.