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Autore: Cara_Sconosciuta    04/05/2009    4 recensioni
Nick e i suoi pensieri su una certa ragazza che gli ha rubato il cuore, espressi sotto il sole davanti alla Porta di Brandeburgo. Spin off di Gabrielle... ma più che altro una scusa per dedicare una storiella alla città che mi ha stregata più di ogni altra
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un regalo per la mia’more, per aiutarla a superare la sua settimana d’inferno... guarda che non ho cambiato idea: a me questa storia non piace, così come non mi piace il pairing, quindi è solo ed esclusivamente per te (e un po’per la 3 X3) che la pubblico.

Spero ti faccia piacere!!!

Un bacione

Due

Unten den Linden
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Alla meravigliosa Berlino

Grazie per tutto ciò che mi ha dato

E per ciò che spero mi darà in futuro

E grazie per avermi fatto scoprire

Che ci sono posti molto più vicini dell’Australia

Di cui innamorarsi totalmente

 

Non succede quasi mai

Che mi svegli così presto

È bello essere un po’normale

Riconoscermi qua e là nelle facce della gente

Seguendo i miei pensieri al sole

Dove attacco i miei vestiti

Quella è casa mia

Se rinasco un’altra volta

Io so cosa farei

 

Nick scese in fretta dal vagone della metropolitana alla fermata di Berliner Strasse, un itinerario che ricordava perfettamente dall’ultima volta che era stato lì.

La Germania.

Non ci andavano spesso, lui e i suoi fratelli... probabilmente perché il pubblico tedesco non era quel che si dice esattamente caloroso e decisamente troppo patriottico... o forse semplicemente perché in altri paesi erano meglio pagati. Il punto era che lì non tutti lo riconoscevano, quando passava per la strada.

Ed era qualcosa di assolutamente meraviglioso.

Per questo nei pochi giorni che gli era concesso di trascorrere a Berlino amava alzarsi presto e percorrere quelle vie tanto a lungo quanto i suoi orari glielo permettevano.

Berlino non dormiva di mattina presto, anzi.... era decisamente piena di vita e Nick doveva ammetterlo, pur con vari tour mondiali alle spalle, gli risultava davvero difficile ricordare una città più eterogenea, fatta di facce di mille colori e di storia ricostruita fedelmente.

Una città giovane e antica, per quanto paradossale questo potesse sembrare.

Gli piaceva, insomma e, per quanto i suoi fratelli preferissero dormire un po’più a lungo, lui non avrebbe rinunciato mai alle sue interminabili passeggiate, durante le quali si sentiva assolutamente normale, un volto fra tanti.

Arrivava a casa con un gran mal di piedi, certo, ma incredibilmente riposato, nonostante tutto.

Non ci avrebbe vissuto, no, certo: casa era casa.

Sì.... ma dove era casa per Nick Jonas?

Con un sospiro, si appoggiò al palo del semaforo che precedeva l’attraversamento che portava alla Porta di Brandeburgo, aspettando che l’omino diventasse verde.

Era sempre stata Wyckoff, la sua casa... Los  Angeles, al massimo.

Insomma, casa era dove stavano i suoi genitori, casa era dove era sempre tornato dopo i suoi tour, casa era dove trascorreva le feste.

Eppure, da un anno e mezzo a quella parte c’era un altro posto che gli veniva piuttosto naturale chiamare casa.

Un posto lontano dagli Stati Uniti, un posto con il quale la sua famiglia c’entrava poco o niente.

Parigi.

Perché a Parigi non c’erano mamma e papà, né Frankie o Elvis ad aspettarlo, ma c’era qualcun altro.

Qualcun’altra, per la precisione.

Coco.

Coco che era entrata nella sua... beh, nella loro vita quasi per sbaglio, all’improvviso, ma che non avrebbe potuto farlo in modo migliore.

Coco che li aveva amati, tutti e tre, ma che aveva dovuto scegliere.

Sorrise, attraversando la strada insieme al resto della folla di turisti e berlinesi.

Aveva dovuto scegliere, sì, e, alla fine, aveva fatto l’unica scelta che nessuno si sarebbe mai aspettato.

 

“Con Kevin non va.” Sospirò Coco, lasciandosi cadere sul letto di Nick. “Non va proprio.”

“Ma come.” Domandò lui, perplesso, sedendole accanto. “Vi siete sempre amati così tanto...”

“Non lo so, Nick, lo credevo anche io... ma forse il bello era proprio questo, no? Rincorrersi senza potersi avere...”

Nick annuì, prendendo ad accarezzarle piano i setosi capelli scuri.

“Quindi ami Joe.” Dichiarò, senza un minimo di esitazione.

Era ovvio, no?

Kevin o Joe, Joe o Kevin. Il suo cuore non era mai appartenuto a nessun altro, né l’avrebbe fatto mai.

Forse.

“No, niente Joe.” Rispose lei, a sorpresa, con un filo di voce. “Io ho bisogno... ho bisogno di forza, di sicurezza e né Joe né Kevin me la sanno dare. Loro non sono mai stati un punto fermo della mia vita... o meglio, lo sono stati come amici, voglio loro molto bene, ma...”

“Ma non sono il genere di uomo che vorresti accanto, lo capisco.”

“Sai, credo di non aver ancora conosciuto la persona giusta per me.”

 

Si era vergognato come un ladro, uscendo da quella stanza, dopo il suo primo bacio con Coco.

“Lo dirò a Kevin.” Aveva promesso lei, ma, ciononostante, lui non poteva realmente fare a meno di sentirsi come se avesse tradito suo fratello.

Ma la cosa più grave era che non era pentito per nulla ed era certo che, se avesse potuto tornare indietro, non avrebbe agito in maniera diversa.

Perché era giusto così, era sempre stato giusto così.

Perché per Gabrielle lui c’era sempre stato, e lei per lui allo stesso modo.

Erano legati, legati indissolubilmente ed era inevitabile che, prima o poi, il loro strano amore si sviluppasse in qualcosa di, se possibile, ancora più forte.

O, forse, per nulla più forte.

Forse solo diverso.

 

Se nasco un’altra volta

Rifaccio la mia strada

Qualunque nome avremo noi

È sempre me che incontrerai

 

Capelli scuri, lunghi e lisci, bassa statura, figura sottile... possibile?

“Coco!” Chiamò, correndo a perdifiato verso la Porta, sotto al primo arco della quale la ragazza stava in piedi, di spalle, apparentemente sorda al suo richiamo.

Che ci faceva lei lì? Che avesse voluto fare una sorpresa?

Sarebbe stato meraviglioso farle conoscere tutti quanti, dalla famiglia alla troupe, semplicemente stupendo...

“Ehi, amore non mi senti?” Domandò, accostandosi alla ragazza, che si voltò di scatto, guardandolo ad occhi spalancati.

Occhi grandi, profondi... e neri.

“Oh, mi... mi scusi...” Biascicò, mangiandosi le parole, come sempre, quando era imbarazzato, ed arrossendo fino alla punta delle orecchie.

“Kein Problem....” Rispose la giovane, allontanandosi quasi di corsa.

Chissà che aveva pensato di lui...

Ora capiva Kevin e Joe, li capiva alla grande, quando dicevano che quella ragazza era davvero peggio di qualsiasi droga.

Tornando a sorridere, posò la propria giacca a terra e vi si sedette sopra, appoggiandosi ad una delle pareti della Porta, gli occhi rivolti al viale Unten den Linden, nel primo tratto del quale, di Linden non c’era nemmeno l’ombra. (Linden = Tigli, Tempe n.d.)

Lo trovava davvero romantico... gli sarebbe piaciuto tornarci con Gabrielle, prima o poi.

E rieccola, pensò, ravviandosi i ricci scuri.

Non gli dava pace ma, chissà perché, era un supplizio che non gli dispiaceva patire.

Forse era destino che loro due finissero insieme, rifletté, lanciando una moneta nel bicchiere di un mendicante che gli stava raccontando una qualche tiritera in tedesco, lingua della quale lui non capiva una singola parola.

Gli piaceva credere che gli uomini non avessero poi molto potere sulla loro vita, che tutto fosse già scritto e che si ripetesse all’infinito, una vita dopo l’altra, un’epoca dopo l’altra.

Era comodo, in un certo senso.

Comodo pensare che non fosse stata una sua decisione fidanzarsi con la donna di suo fratello.

Comodo pensare che non fosse una sue responsabilità l’aver spezzato un voto a cui aveva sempre tenuto da morire.

Comodo immaginare che non fosse lui quello dannatamente soddisfatto di averlo fatto.

 

Bacio.

Di nuovo.

Di nuovo ancora.

“Se non smetti di baciarmi non dormiremo mai, temo...” Mormorò Coco, mentre le labbra di Nick si posavano sul suo naso per l’ennesima volta e le braccia di lui si stringevano un po’di più intorno al suo corpo sottile.

“E chi ha sonno?”

Gabrielle scosse il capo, sorridendo e posandogli a sua volta un bacio tra i capelli scompigliati.

E poi sentì qualcosa... qualcosa di freddo contro la pelle nuda.

“Quando lo dirai a tuo padre?”

Entrambi sapevano bene di cosa stesse parlando.

Nessuno dei due aveva una risposta.

Nick si strinse nelle spalle.

“Non ne ho la più pallida idea...”

“Nick... non puoi aspettare che se ne accorga da solo.”

“Lo so, lo so... lo farò appena torno negli Stati Uniti, ok? Prima di partire per la tournée.”

Coco annuì, accoccolandosi contro il fianco di lui.

“Sei pentito?”

“Nemmeno per idea!” Replicò, pronto. “Lo rifarei un milione di volte, se avessi altre vite da vivere.”

“Non saresti con me, in un’altra vita.”

“Sì che lo sarei. Magari non ci chiameremmo Nick e Coco, ma saremmo insieme, ne sono sicuro. Sempre.”

E poi bacio, ancora.

 

Se nasco un’altra volta

Non cambio una parola

Un batticuore né un addio

Rifaccio quel che ho fatto già

In questa vita mia.

(i Pooh, Se nasco un’altra volta)

 

Ed era la verità, rifletté, alzandosi ed imboccando la via dei tigli di buon passo, mettendo in conto di riuscire ad arrivare ad Alexanderplatz prima delle dieci.

Lui era certo che lui e la sua Coco sarebbero stati insieme, sempre e comunque, anche in un altro tempo e in un altro luogo, anche con altri nomi, volti e mestieri.

Perché loro erano così, la Stella Polare l’uno dell’altra.

Lo erano stati da amici e ora lo erano da innamorati e lui questo loro legame non l’avrebbe cambiato con nulla, nulla al mondo.

Ne era certo: se Nick Jonas fosse nato un’altra volta della sua vita non avrebbe cambiato proprio nulla, perché era stata lei, pur con tutti i suoi alti e bassi, a portarlo da Gabrielle... e se il premio era lei... beh, non c’era ostacolo che avrebbe potuto interrompere la sua corsa.

   
 
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