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Autore: candidalametta    04/05/2009    2 recensioni
Ispirata alla mia personale follia e alla canzone Iris dei goo goo dols che rimarrà per sempre come il doloroso ritornello di questa assurda situazione. Freddo, vuoto, impotenza, sorrido mentre l’aria esce a fiotti in piccole bolle, non mi sono sbagliata, questo mare è come te, ecco perché sono entrata senza pensare, ecco perché continuo a scendere verso un fondale che potrei non toccare mai, perché non riuscirei mai a sondare quanto possa andare a fondo in questa storia. Se mai mi fermerò a riflettere che posso tornare in superficie. .
Genere: Drammatico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La caciara degli amici a pochi metri da me, lo scoppio irrefrenabile delle risa di mia sorella, di una comitiva che avevo quasi abbandonato, per te, solo per te.

e io non voglio che il mondo mi veda .
perchè non penso che la gente capirebbe .
quando tutto è stato fatto per essere distrutto .
io voglio solo che tu sappia chi sono.


Gli auricolari sono un tutt’uno con la mia mente, trapiantati nella mia testa, infossati nel mio cuore come quella batteria che non smette di suonare. .
Sorrido tristemente perché so di non poter portare in acqua con me questa musica, ma non è fondamentale, perché ormai l’ultima frase del ritornello è così incisa nella mia memoria che riesco a sentirla anche ora che premo a lungo il tasto of. .
E continuo a sanguinare per ricordarmi di essere viva. .
Fisso il mare, come se le prime schiumose piccole onde potessero riscaldarsi per me. Essere meno crudeli, ma in fondo è esattamente l’opposto che voglio. Devono essere fredde, congelare l’ultimo dei miei pensieri insieme a questa frase che ormai diventa il rumore della risacca improvvisamente più violenta. .
Velocemente, per non perdere la scossa di adrenalina che mi percorre da capo a piedi, mentre le parole continuano a suonare nella mia testa. .
Devo sanguinare per ricordarmi di essere viva. .
Senza guardare le mie dita che liberano il bottone d’acciaio dalla fenditura dei jeans, che cadono senza neanche chinarmi, seguiti dal cappellino con dentro gli occhiali e l’mp3, incurante che la sabbia possa avventarsi su di essi. Questa è una di quelle follie che si fanno ad occhi chiusi. .
Se il mare non avesse i tuoi occhi. .
Se il colore non fosse esattamente quello della tua anima, il freddo cristallo. Sfilo la maglia e per un attimo il buio mi avvolge, e il tuo viso beffardo mi appare nel caldo odore dei miei vestiti impregnati di te. Prego, e quando anche la felpa cade accanto al resto dei vestiti il cielo intero sembra prendermi in giro perché ha cambiato colore, diventando di quel grigio metallo come un freddo cuore che non pulsa ma ingegna, nuovi modi per fare soffrire. Ingoiando il sole tiepido che lascia solo qualche riflesso di bronzo sulle acque ora agitate.
Devo sanguinare per essere viva. .
Corro nei primi centimetri d’acqua che sfiorano le caviglie, i polpacci arrossati, il ventre che non ha mai visto, ne sfiorato, ne desiderato, il seno inutile che non ti è mai interessato, il collo che hai stretto troppe volte. Immersa in questa massa argentea come i tuoi occhi al buio, fredda come le tue mai. .
Le tue mani su di me, per una volta. .
Sono onde, ma sono anche le tue mani. .
Così fredde, così violente intorno al mio collo mentre stringono come una morsa di ghiaccio togliendomi il respiro, come solo tu puoi fare. Fermano il fiato nel mio petto come le tue parole crudeli. Diventano un vestito leggero le acque intorno a me, sottile come seta, forte come il marmo. Perché il freddo intorpidisce i muscoli impedendomi di muovermi. .
Sto affondando. .
Il freddo avvolge i miei pensieri, bloccandoli nell’unica frase possibile. Cristallizzando il dolore in questo nulla in cui mi spingono le onde tardive. .
Posso sanguinare e ricordarmi di essere viva?
Freddo, vuoto, impotenza, sorrido mentre l’aria esce a fiotti in piccole bolle, non mi sono sbagliata, questo mare è come te, ecco perché sono entrata senza pensare, ecco perché continuo a scendere verso un fondale che potrei non toccare mai, perché non riuscirei mai a sondare quanto possa andare a fondo in questa storia. Se mai mi fermerò a riflettere che posso tornare in superficie. .
La sabbia sotto i piedi. .
È il fondo, apro gli occhi, sono arrivata. E ora? Fletto le ginocchia e incomprensibilmente torno su. Allora è questo che devo fare. Aspettare il fondo e risalire. .
La direzione che cambia, la velocità che aumenta mentre il velo della superficie è sempre più vicino al viso. E l’assurdo calore nel ghiaccio spietato del profondo accentua il contrasto e stranamente la mia pelle sente di nuovo il dolore. .
Tagliano meglio del più affilato dei rasoi queste acque trasparenti,come il taglio che non sarò mai in grado di farmi. Come la lama che affili per me, ogni volta, con ogni abbraccio mancato, con quella violenza inutile che hai per me. convinto che facendomi del male ti voglia di meno. .
Dolore e piacere si distinguono in poco se il mandante sei tu. .
Voglio sanguinare per essere viva. .
  
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