La
regina e lo scoiattolo
La
grande foresta di Narnia era oltremodo incantevole e suggestiva. Mai tenebrosa,
mai avvolta da misteri ignoti, nemmeno durante la notte più buia. Non incuteva
timore, ansia, né preoccupazioni di ogni sorta.
Susan
si mostrava lieta e bendisposta nel dedicare alcuni pomeriggi a lunghe cavalcate
nella selva magica e pittoresca di Narnia.
Innumerevoli
tinte di marrone la accompagnavano lungo la strada selvatica. A partire dal
lungo mantello che le avvolgeva spalle e schiena, Susan le scorgeva nei tronchi
solidi, nelle cortecce resistenti e nei rami degli alberi, nel terreno
circostante, nei vestiti eterei delle driadi che si inchinavano al suo
passaggio. Nella pelliccia dei cari signori Castoro e nelle gambette caprine del
fidato signor Tumnus.
Persino
le redini del suo cavallo erano marroni.
La
regina trovava quel colore piacevole, stimolante, in un certo senso faceva parte
della sua anima tradizionalista. Lei era gentile e cordiale, ma sapeva anche
essere dura e realista se la situazione lo richiedeva. Prudente, ancorata ai
propri principi, naturalmente legata alla famiglia, restava con i piedi ben
piantati al suolo e sognava di nascosto una vita normale.
Forse
per questo la sua arma era l’arco. Non bramava avventure
spericolate.
Era
come se in fondo sapesse che le sue origini non erano a Narnia, ma in una terra
diversa, e che si fosse affezionata e adattata a quel fantastico mondo soltanto
per affrontare meglio un altro viaggio, uno più difficile, in un futuro
prossimo.
Per
questo era cresciuta, consapevole di essere una donna diversa dalla bambina
diffidente introdotta, anni prima, in una foresta ghiacciata che aveva
inizialmente creduto trattarsi di un’invenzione fantasiosa della sorellina
Lucy.
Sostò
in una bella e silenziosa radura, smontò da cavallo, mentre la gonna del vestito
dal tessuto violetto frusciava a ogni passo cadenzato e tranquillo. Si aggiustò
la corona d’oro, che le era scivolata obliquamente verso destra, scombinandole
un poco i boccoli castani.
Sorrise
teneramente all’arrivo di un piccolo scoiattolo: era sceso da un albero apposta
per tenderle timido una ghianda.
“Mia
bella regina, è tutto quello che posso offrirle”, lo sentì mormorare, cosa per
nulla insolita in un posto come Narnia, dove gli alberi danzavano e gli animali
parlavano.
Susan
si inginocchiò cautamente, attenta a non rovinare la gonna, reggendola con una
mano mentre con l’altra accettava il dono.
“Ti
sono grata per la tua offerta. Ti prego, chiamami Susan. È il mio nome. Il tuo
qual è?” s’interessò benevola.
“N-non
ho nome, vostra grazia”, rispose, sempre con timidezza, il piccolo
amico.
“Allora
dovremo trovarne uno…”, mostrò un’espressione meditabonda, ma la risposta in
realtà era più vicina di quanto si aspettasse e non impiegò che qualche secondo
per approvarla mentalmente. “Che ne pensi di Brownie?” riferì la Dolce,
serena.
Sempre
seguendo una sua logica, costantemente coerente con se stessa, Susan respirava e
si adattava, Susan cercava di andare d’accordo con tutti e tutti la stimavano,
nei suoi pregi e pure nei suoi difetti.
Il
colore marrone le calzava come un guanto, era un cappotto che la proteggeva dal
freddo, era il calore della sua famiglia, era la sicurezza
dell’amicizia.
Il
timido scoiattolo dal pelo marroncino gradì il nome, scoprendo quel giorno che
la regina, così come gli altri sovrani, trattavano i loro sudditi come
amici.
[510
parole, secondo utelio]
___
Note:
Nostalgia, portami via.
Ultimamente
ho fatto una maratona dei film e ho pensato di portare a termine questa
raccolta.
“Finalmente!”
direte voi xD
Così
ho ripreso questa vecchia bozza incentrata su Susan come regina di Narnia e sul
colore marrone, sistemandola a dovere. Ho sforato di 10 parole, ma non sono
riuscita a tagliare più di così ^^’ pazienza.
Spero
vi piaccia! ^^
Riporto
le caratteristiche attribuite al marrone: “il colore della terra, del tronco degli
alberi, della sicurezza, dell’amore per le proprie origini, della prudenza,
della pazienza e tenacia. Desidera molto la tranquillità della casa. È una
persona fidata, calma, riflessiva, passiva, integra. Il carattere è semplice e
lineare, con grande forza d’animo, crede nelle tradizioni e non ama troppo le
novità, ha concentrazione, perseveranza, logica, ricchezza
interiore”.
Pensate
anche voi che la scelta sia stata azzeccata? Fatemi sapere
^^
Alla
prossima!
Un
bacione,
Rina
PS:
In questa nuova stesura, apporto un cambiamento. I colori (e i personaggi) non
sono più otto, ma sette. Tolgo il viola perché non ho idea di come renderlo, non
m’ispira più, purtroppo. Rimangono dunque due colori, blu e verde. Vi va di
provare a indovinare a chi li ho assegnati? ^_^