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Autore: Alicaryn    19/09/2016    2 recensioni
[Soulmate AU] [Yusei x Aki][Jack x Carly]
"Ognuno nasce con il nome della propria anima gemella sul proprio polso".
(ps: ho messo OOC in caso di emergenza)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Carly Nagisa, Crow Hogan, Jack Atlas, Yusei Fudo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa inziale : questo concetto di AU(?) non appartiene a me, ma è fortemente ispirata ad una comparsa nel fandom di Sherlock(BBC). 
Ulteriori informazioni, spiegate sicuramente meglio di quanto io abbia fatto nella mia storia, le troverete qui (no, non sto facendo pubblicità, semplicemente è la migliore spiegazione che abbia trovato, ma se vi piace Sherlock(BBC) non vedo perchè non dovreste provare a leggere). Se notate che alcune cose sono differenti è perchè ho voluto un po' personalizzarlo. Detto questo buona lettura!

Yusei.
I suoi genitori si guardarono fra di loro, non si poteva di certo negare che fosse un nome alquanto particolare, ma dove avrebbero dovuto cercare una persona con un nome simile? Il medico che l’aveva visitata, le donò un polsino di colore rosa con cui avrebbe coperto il nome sul suo polso destro. Aki lo guardò un momento, per quanto potesse suonare strano le piaceva, non le sarebbe dispiaciuto incontrare questa persona, la sua mamma le aveva spiegato che il proprietario di tale nome era la sua anima gemella, quella con cui avrebbe dovuto passare la sua vita insieme. Al tempo non sapeva quanto era importante questo legame, ma la sua speranza di trovare questo Yusei si affievoliva di anno in anno.

Alle elementari i suoi compagni la prendevano molto il giro per quel nome che definivano strano e ogni volta finiva che tornava a casa in lacrime tra le braccia della sua mamma. A lei piaceva quel nome, perché agli altri no? Una volta aveva tirato uno schiaffo a un suo compagno guadagnandosi una sgridata dalla maestra, ma nessuno la confortava riguardo al fatto che avrebbe sicuramente trovato questo Yusei, solo sua mamma la incoraggiava, perfino suo padre evitava l’argomento. Era forse destinata a rimanere sola? Ogni giorno era un’agonia avere quel nome sul polso, arrivava addirittura a sbirciare il nome degli altri bambini sul registro che si portavano dietro le maestre. Tuttavia, nessuno di quelli che comparivano nell’elenco corrispondeva a quello che cercava.

La situazione rimase così per anni. Anni in cui iniziò a odiare questo Yusei e a nascondere agli altri quel dannato nome strano. A diciassette anni cominciò a dimenticarsi di quella favola d’amore che tanto la emozionava da bambina per concentrarsi sul suo futuro, sulla sua vita senza la sua anima gemella. Tra ragazzi era normale dirsi il nome destinato, così che magari, grazie al potere del passa parola, si potesse arrivare facilmente al tuo lui o lei, ma essendo che Aki avesse deciso di ignorare quella storia, si dimostrava scontrosa con chiunque insistesse al sapere cosa ci fosse scritto sul suo polso. Per questo motivo i suoi  legami di amicizia si riunivano tutti nella stessa persona, Carly. La sua unica amica con cui non si sentiva a disagio, anzi, probabilmente Carly era in una situazione più svantaggiata rispetto a lei.

Nonostante fossero dei casi molto rari, vi erano persone il cui nome a volte non compariva nemmeno, erano chiamati Soulless, ovvero senza anima. Che fosse un difetto fisico, psicologico o della stessa natura umana, al momento nessuno scienziato e ricercatore ne aveva ancora scoperto le cause. Tuttavia questa mancanza veniva presa come una maledizione, motivo per cui le persone normali cercavano di evitare il più possibile i soulless, il che non faceva altro che riempire gli orfanotrofi di sfortunati bambini abbandonati dai propri genitori a causa di un polso perfettamente vuoto.
Legato a questo problema, ma meno discriminati vi erano i RejectedSoul, vale a dire le anime rifiutate dall’altra a cui erano destinate. In questo caso i loro nomi sul polso si mostravano come ferite costantemente aperte che costringevano il possessore a tenere delle garze apposite per far sì che non ne fossero influenzati troppo fisicamente. Se si osservava la ferita si riusciva anche a identificare il nome della persona che avesse rifiutato l’individuo, tuttavia gli scienziati avevano ipotizzato che i compagni dei Rejected non fossero altro che dei Soulless. Teoria non ancora verificata ma molto probabile, ma qualsiasi cosa potessero dire al riguardo, non vi era mai stato caso un caso in cui queste due categorie riuscissero a trovare la propria anima gemella.

Carly risultava essere una Rejected, Aki notava sempre quelle fasce bianche che portava sotto il polsino e che spesso cambiava a causa della perdita di sangue. Il più delle volte le causava giramenti di testa, ma ripeteva sempre la stessa frase con un sorriso: ci sono abituata. E Aki ci credeva, dopotutto doveva essere stato così fin dalla nascita e non poteva far altro che aiutarla quando ne aveva la possibilità. Le persone come Carly, venivano discriminate meno dei Soulless, ma isolate comunque, per questo l’aveva presa in simpatia, lei non l’avrebbe giudicata per il suo nome sul polso e di risposta, non l’avrebbe di certo discriminata. Una volta aveva incontrato dei bambini provenienti da un orfanotrofio, erano praticamente tutti o senza il nome, o con quella ferita rossa. Da piccola amava anche solo sognare a come avrebbe incontrare il suo principe azzurro, per cui le dispiaceva davvero per quei sfortunati nati sotto una cattiva stella a causa di un tatuaggio mancante. Inoltre i suoi compagni non facevano altro che prenderli in giro, si comportavano anche peggio di quando miravano a lei. Li aveva presi tutti in simpatia quei suoi coetanei senza più una famiglia, tuttavia quando lo scoprirono i suoi genitori, fecero di tutto per allontanarla da loro. Arrivarono addirittura a trasferirsi lontano da qualsiasi orfanotrofio pur di evitarle qualsiasi contatto. Aki ci litigò per questo, ma con il tempo si rese conto di quanto venissero emarginati e si odiava per la sua impotenza, per non poter fare nulla per loro oltre al essere loro amica.

Era per questo che aveva stretto amicizia con Carly e tra i suoi attuali compagni, era l’unica a cui aveva detto volentieri il suo Soul. Per sua sorpresa, la sua amica non trovava strano quel nome, anzi la pensava esattamente come lei, un nome speciale per una persona speciale. Era rimasta scioccata per almeno un paio di secondi prima di realizzare la sua opinione, quasi non ci credeva, nessun altro aveva mai condiviso il suo stesso pensiero. Ricordava di averla abbracciata per svariati minuti prima di sorriderle felice come una bambina. Dopodiché aveva visto la ferita della sua amica, si leggeva appena nel sangue che fuoriusciva il suo soul: Jack. Non sapeva se credere alle teorie che il nome di un Rejected appartenesse ad un Soulless che aveva respinto qualsiasi legame, ma non riusciva ad immaginare nessuno che potesse rifiutare quel tesoro di amica che aveva se fosse stata una persona normale.

Aki aveva solo lei e questa bastava e avanzava, in quel mondo in cui chi aveva più bisogno veniva abbandonato, preferiva stare con gli emarginati piuttosto che esseri umani che ne temevano altri per la semplice mancanza di un nome sul proprio polso. Inoltre, aveva smesso di preoccuparsi del suo di nome da ormai un paio di anni, se era davvero destino che incontrasse un tale di nome Yusei, che si facesse pure avanti, ma non sarebbe andata a cercarlo personalmente, lo aveva fatto per troppo tempo, tempo in cui aveva capito in che mondo viveva. Ora come ora le interessava solo coloro che avevano bisogno.



**Note**
Volevo dedicarmi questo piccolo angolino giusto per ringraziare a chiunque sia arrivato a leggere fino in fondo, sia per richiedere eventuali segnalazioni di errori di scrittura! (Non sono esattamente il massimo... me ne rendo conto... Ma! E' per questo che si migliora!)
Spero tanto che la mia storiella vi sia piaciuta e che vi abbia incuriosito! c:
   
 
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