Libri > Classici greci e latini
Ricorda la storia  |      
Autore: Morpheus Wings    19/09/2016    0 recensioni
Vulcano era devastato dalla scoperta che la sua Venere lo tradisse con Marte, allora aveva deciso di confrontarla. Affranto nel cuore e nell'animo, Vulcano fa una richiesta alla dea dell'amore...
Genere: mitologia romana
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per Elena F. che ha promptato “ mitologia romana, Vulcano/Venere: per una sola notte, amami come ami Marte!”

Avvertimenti: Per questa fic mi sono rifatta al mito greco di Efesto.



Vulcano traversava la navata del tempio con espressione cupa in viso che gli sfigurava ancora di più l'orrendo volto. Aveva da poco lasciato la sua focina e i residui del suo duro lavoro erano visibili sulle sue vesti e sulla sua pelle. Aveva lavorato giorno e notte senza mai fermarsi, martellando e plasmando oggetti di varia natura, facendo tremare l'Etna come mai in tutta la sua vita. Era furioso e l'unico modo che aveva per sfogarsi era fare quello che gli riusciva meglio: lavorare. Il tradimento di Venere, la sua amata sposa, lo aveva sconvolto nel profondo, facendo calare un velo rosso di rabbia dinanzi ai suoi occhi, tutto quello che aveva voluto era la vendetta e le altre divinità gliel'avevano portata via, liberando i due amanti dalle sue catene. Ora non restava che confrontarsi con l'adultera in questione, nel suo tempio stesso.
Il rumore dei suoi sandali che calpestavano il pavimento marmoreo era seguito da quello del suo lungo bastone che sbatteva a terra ad ogni suo passo, un aiuto necessario per camminare. Già, perché Vulcano oltre ad essere brutto, sozzo e rude era anche storpio, non c'era da meravigliarsi se Venere aveva trovato conforto tra le braccia dell'aitante Marte.
La dea, aveva percepito la presenza del marito e si fece trovare in piedi dinanzi all'altare, ad ella stessa dedicato, per mettere fine a quella faida che aveva avuto ripercussioni su tutto il loro mondo. Vulcano appena la vide si fermò, per quanto amareggiato non poteva fare a meno di ammirare le sue forme perfette e la sua impareggiabile bellezza... Se solo potesse avere il suo amore...
"Ebbene? Quali sono le tue giustificazioni, adultera?" le disse, nel modo più brusco che poteva, voleva vederla soffrire e se per farlo doveva umiliarla, sfruttando la sua stessa vanità, allora lo avrebbe fatto.
"Nessuna" rispose ella "A parte la mia insoddisfazione personale." La dea era calma mentre affrontava il marito faccia a faccia, era rassegnata nel ricevere la sua punizione. "Insoddisfazione? Di cosa eri insoddisfatta? Ti ho mai negato qualcosa?"
"No."
"Sono mai venuto meno ai miei obblighi coniugali?"
"No."
"Non ho forse forgiato per te i più bei gioielli di questo mondo?"
"Sì."
"Allora dimmi perché mi hai tradito con lui? Perché è bello e affascinante?"
"No. Non è per questo" sospirò Venere, chiudendo gli occhi per un secondo, anticipando quello che sarebbe avvenuto di lì a poco, ovvero la rivelazione della terribile verità. "Vulcano tu sei tutto quello che una donna non vorrebbe in un marito." Le sue parole colpirono in pieno il povero dio, distrutto già nel cuore ed ora anche nell'orgoglio.
"Spiegati." Rispose a denti stretti, contenendo a stento la rabbia, mentre lento si avvicinava a lei come un predatore faceva con la sua preda.
"Sei burbero, sei assente, non hai maniere, non hai finezza, metti il tuo lavoro al primo posto e non mi dedichi mai le dovute attenzioni. Vulcano io sono la dea dell'amore e voglio essere amata!"
"Ma io ti ho sempre amata!" tuonò il dio a pochi centimetri da lei.
"Lo so. Ma non è abbastanza."
Vulcano si posizionò alle sue spalle, respirando a pieno l'inebriante fragranza di lei, avvicinando il naso ai suoi lunghi capelli avvolti in uno chignon per essere più vicino alla fonte di quel profumo. Una mano, ruvida e callosa, scivolava lungo la sua schiena e di fronte, lungo la sua vita, slacciando la fune, la cintura e la fibula che incontrava nel suo cammino, facendo cadere la lunga tunica di lino in terra e rivelando il perfetto corpo della dea.
"Allora insegnami. Insegnami ad amare la dea dell'amore". Disse, la voce rotta dal dolore e da tutte le emozioni che stava provando. "Per una notte amami così come hai amato Marte." implorò, ricoprendo di baci il collo e le spalle di lei. Si sarebbe accontentato di una sola notte di passione, una sola notte dove finalmente poteva sentirsi desiderato e amato, non chiedeva altro.
Di Venere si potevano dire molte cose, ma non che fosse una dea crudele, per questo si voltò verso il suo sposo e afferrandolgli la mano lo accompagnò nel luogo più nascosto del tempio, dove accontentò le richieste di un marito pazzo d'amore.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Classici greci e latini / Vai alla pagina dell'autore: Morpheus Wings