So che sono collegati. Che non c’è l’uno senza l’altro. Che non c’è piacere senza dolore, né dolore senza piacere.
Forse è per questo che non riesco a farne a meno. Riesci a capire? Ti ho preso per mano e ti ho mostrato il mio mondo, alla luce del giorno sapevi chi ero, ma niente ha potuto convincerti di farne parte.
Perché ancora ti guardavi incerta e confusa intorno, perché ancora ti chiedevi se fosse possibile.
Che io debba dunque rifugiarmi nell’oscurità? Che sia lì che capirò qual è il mio destino, qual è la nostra strada?
Spengo le luci e siamo solo io e te, e non rimane nient’altro che la nostra essenza, ciò che la luce nasconde e il buio rivela.
Com’è possibile, mi chiedo? E’ per lo stesso motivo che il dolore mi dà piacere, e il piacere mi addolora? Ciò che sembra sbagliato potrebbe essere giusto, e viceversa.
Com’è possibile trovare una logica in questo mondo così malato? Com’è possibile vivere in pace se nemmeno gli elementi basilari della nostra esistenza sanno guidarci ed essere la nostra costante?
Ne voglio ancora. Voglio sentirmi vivo, non voglio pensare di stare ingannando me stesso.
E’ così che mi chino su di te e mi prendo ancora quel dolore e quel piacere che sono miei di diritto, perché so che sarà bello, so che sarà piacevole. Almeno, sarà qualcosa.