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Autore: Justice Gundam    20/09/2016    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 32 - Black out

 

"Molto bene, direi che per oggi può bastare. Avete tutti lavorato bene." disse Kiki, dopo aver dato un'occhiata attenta ai suoi alievi che riprendevano fiato nel cortile del'Accademia. Anche Vittoria, considerata la migliore dei discepoli di Kiki, era senza fiato dopo gli estenuanti allenamenti di quella giornata... e quindi, non c'era bisogno di chiedersi come se la stessero cavando Vera e i suoi compagni!

La ragazzina castana si afflosciò a terra come un sacco vuoto, con gli occhi trasformati in spirali come un Pokemon esausto! "Uff... uff... accidenti, sono morta o viva?" mormorò la coordinatrice di Hoenn, riprendendo fiato tra le parole. I suoi compatrioti e cain non erano messi molto meglio, visto che ognuno di loro era seduto con la schiena contro un muro o disteso a terra con il fiato corto! "Ragazzi... siete ancora vivi anche voi, vero?"

"Sì, dolcezza... credo... hanf... di essere ancora vivo..." ansimò Cain, sfoderando il suo sorriso arguto che ora, a causa della stanchezza, dava più l'impressione di una smorfia! "Hehehee... anche se... sono talmente stanco... che non mi viene neanche da fare... una battuta!"

"Credo che con questo allenamento... perderò qualsiasi chilo metterò su in futuro..." mormorò Hitomi. Nonostante fosse tutta sudata e con i capelli arruffati, la bambina manteneva la sua classica espressione stoica!

Vittoria riprese fiato a sua volta e andò a sorreggere Vera, aiutandola a rialzarsi. "Orasapete come mi sentivo le prime volte che finivo gli allenamenti..." disse la giovane esperta di aikido, ridacchiando gentilmente. "Ma è necessario che voi vi sottoponiate a questi addestramenti... è il modo migliore per rendere più forti i vostri Pokemon, e prepararvi allo scontro decisivo con il Team Meteora."

"Lo sappiamo... detto questo, siamo liberi di dire che questo allenamento ci ha stroncato!" ridacchiò Max, riuscendo finalmente a rimettersi in piedi. Andò da Ortilla e le diede a sua volta una mano a rialzarsi, e la bambina dai capelli turchini ringraziò con un cenno della testa. "Tutto okay, Ortilla? Drew?"

"Sì, più o meno... quelle flessioni le sentirò domattina..." scherzò Drew massaggiandosi la schiena. Guardò verso il cielo, e in particolare verso il picco Apatite, che svettava sopra le mura del monastero. Ormai il sole stava tramontando, creando un suggestivo spettacolo nel cielo. Il colore arancione della fine del giorno si intersecava con il blu-grigiastro di alcune nubi di passaggio, una scena che forse per i ragazzi di Hoenn era di tutti i giorni, ma che per gli abitanti di un luogo inquinato come Reborn, doveva essere senz'altro più inusuale.

Vittoria notò che il ragazzino dai capelli verdi stava guardando in direzione del picco dove lei sapeva trovarsi il misterioso ragazzo di nome Cal, e si avvicinò a lui. "Sei incuriosito da quel posto, Drew? E' lì che Cal si trova, a quanto mi dice la sensei!" affermò. "Lì, sul Picco Apatite, abbiamo costruito un piccolo santuario dove uno studente della nostra accademia può ritirarsi in meditazione... ed è appunto quello che sta facendo Cal in questo momento."

"Ma chi è esattamente questo Cal?" chiese Ortilla, incuriosita. "Lo hai nominato diverse volte, ma... non ce ne hai mai parlato veramente!"

Kiki fece un piccolo sorriso e cominciò a rispondere in vece di Vittoria, che aveva cominciato ad arrossire e a giocherellare nervosamente con le dita. "Beh... in realtà non è che ci sia molto da dire di Cal. Ma... è un allievo di cui sono molto orgogliosa. E' molto abile sia nelle arti marziali che nelle battaglie di Pokemon, e si è anche fatto molti amici qui all'Accademia!" affermò.

"E' vero... Cal è sempre stato disposto ad ascoltare e pronto ad aiutare." affermò un ragazzo dell'Accademia. "Se hai un problema, basta che tu glielo chieda, e lui ti dà una mano!"

"E poi è così carino! Se non fosse per il fatto che Vittoria lo ha già adocchiato, credo proprio che mi sarei fatta avanti io!" continuò una ragazza, con il risultato che Vittoria arrossì ancora di più e tirò un libro che teneva chissà dove alla sua compagna!

"Ma... ma... insomma, che modi sono questi?" esclamò Vittoria. "Qui siamo in un monastero dedicato alla meditazione e all'insegnamento di arti marziali e Pokemon! Non siamo qui per fare cronaca rosa!"

"Heheheee... tranquilla, Vittoria, noi non giudichiamo mica!" affermò ridendo Vera. "Insomma, anche voi siete esseri umani, no? Non c'è niente di male ad avere una cotta per un compagno di accademia!"

"Come tu per Drew, sorellina?" le chiese argutamente Max.

Senza neanche cambiare espressione, Vera scivolò dietro Max e gli tappò la bocca con una mano, e il ragazzino con gli occhiali cominciò a protestare con voce soffocata! "Ah-ehm... come stavo dicendo prima di essere interrotta... per noi non è mica un problema se tu ti sei innamorata di un tuo compagno di accademia! Anzi... trovo tutto questo molto romantico!" affermò, mettendosi le mani sulle guance, mentre dei comici cuoricini rosa apparivano tutt'attorno a lei!

"Ma come mai Cal se ne sta lassù, invece che tornare qui all'Accademia?" chiese Hitomi, sfregandosi il mento. Vera corrugò un po' la fronte. In effetti, era una cosa a cui lei non aveva pensato.

"Ora che ci penso, è vero... mi sembra un po' strano che non voglia stare con voi." disse la castana. "Voglio dire, mi sembra di capire che tutti voi ammirate questo Cal..."

Vittoria guardò da un'altra parte, facendosi seria all'improvviso... e rendendo chiaro a Vera e ai suoi compagni che c'era qualcosa di cui non sarebbe stato delicato parlare.

Kiki si schiarì la voce. "Cal è senza dubbio un allievo molto popolare, qui all'Accademia Apofillide... ma il fatto è che ha avuto un passato un po'... difficile." affermò, cercando comunque di non andare troppo nello specifico. "E' venuto all'Accademia proprio per ricominciare una nuova vita e fare in modo di gettarsi alle spalle il passato. Ma... non sta a me dire troppo su di lui. Quando andrete a fargli visita sarà lui, se vorrà, a rivelarvi di più. Per quanto riguarda voi... avete tempo libero fino all'ora di cena, cioè fino alle otto. Se volete andare a vedere i vostri Pokemon, questo è il momento ideale per farlo."

"E' vero... mi farebbe piacere vedere come stanno Blaziken e gli altri nostri Pokemon." affermò vera, rimettendosi un po' a posto l'uniforme. "Va bene, ragazzi... grazie mille, sensei Kiki... Vittoria... è stata una giornata dura, ma sono sicura che è stata proficua!"

"Di niente, amici!" rispose tranquillamente Vittoria.

Kiki, tuttavia, aveva qualcosa da aggiungere. "Comunque, dopo cena, mi piacerebbe se poteste venire... voi di Hoenn, e anche tu, Cain... nella sala di meditazione dell'Accademia. C'è ancora qualcosa che vorrei insegnarvi, prima che la giornata finisca. E la sera è un ottimo momento per fare esercizi di meditazione."

"Va bene, sensei Kiki." disse Drew. Se non altro, si trattava di esercizi di meditazione, e non davano l'impressione di essere stancanti come quello che avevano fatto adesso. "Allora dopo cena verremo nella sala di meditazione... assieme ai nostri Pokemon, magari?"

"Sì, sarebbe una buona idea." disse Kiki. "Vi spiegherò più tardi cosa intendo fare... per adesso, vi basti sapere che potrebbe essere proprio questo quello di cui avete bisogno, più di qualunque altra cosa, per comprendere i segreti della Mega Evoluzione."

"Bene, bene... allora non mancheremo!" affermò Cain. "Ci vediamo dopo, sensei... Vittoria..."

"A dopo, Cain..." disse Vittoria. Il ragazzo dai capelli viola, una volta di più, si accorse che la sua amica stava cercando di nascondere la sua ansia, e non ci stava riuscendo molto bene.

Dopo aver salutato Vittoria, Kiki, e il resto degli allievi dell'Accademia, Vera e i suoi compagni si allontanarono, andando verso il luogo dove i loro Pokemon si erano allenati tutto il giorno... e una volta che nel cortile dell'accademia furono rimasti soltanto Vittoria, Kiki e i loro Pokemon, il Medicham della sensei si avvicinò a quest'ultima e fece un cenno affermativo con la testa.

"Devo ammettere che sono impressionato. Quei ragazzi hanno lavorato sodo, e credo proprio che riusciranno a comprendere il segreto della Mega Evoluzione, anche se immagino che non sarà una cosa rapida e facile per loro." disse l'elegante Pokemon Psico/Lotta. "Ma... è una mia impressione, sensei, o c'è qualcosa che la preoccupa che non riguarda esattamente Cal?"

"Tranquillo, Medicham. E' solo una tua impressione..." rispose telepaticamente la maestra di arti marziali. "Ho avuto molto a cui pensare, in questi ultimi tempi... tra il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa. So che per Reborn si avvicinano tempi di grandi cambiamenti, e che que ragazzi ne saranno presto al centro. Spero solo di riuscire a guidarli adeguatamente, in modo che riescano a liberare Reborn dal giogo del terrore."

"Sensei... forse è meglio se ci ritiriamo anche noi." disse Vittoria, mettendo una mano sulla spalla della sua maestra. Accanto a lei si trovava il suo Pignite, anche lui stanco e con il fiato corto dopo un'intera giornata passata ad allenarsi, correre e colpire. "Abbiamo bisogno anche noi di riposarci... e magari cercheremo di scoprire cosa è successo a Reborn City. Sono preoccupata per i nostri compagni..."

"Sono sicura... che anche loro se la caveranno bene, mia allieva." disse Kiki. Per un attimo, mentre iniziava la frase, ebbe come l'impressione che il fiato le mancasse, ma fu soltanto un momento. "Abbi fiducia in loro. Sono degli allenatori forti ed abili, e non credo avranno bisogno di qualcuno che faccia loro da baby sitter." Terminò la frase con una risata a mezza bocca, e Vittoria alzò appena un po' gli occhi al cielo. Kiki doveva sempre in un qualche modo ricordarle della sua tendenza a fare la mamma chioccia...

"E' quello che spero, sensei..." affermò la giovane, ripensando ai suoi compagni ed in particolare ad Heather, Shelly e Pietro...

 

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Le strade di Reborn City non erano molto diverse dal normale, in quella serata di tensione. Come sempre, tutti gli abitanti della città che non si erano chiusi in casa per paura di fare incontri sgraditi, stavano sgattaiolando stancamente per i vicoli stretti, tra pozzanghere ed immondizia. Alcuni Pokemon scivolavano tra le ombre, cercando di rifugiarsi nei meandri della città. In quel panorama desolante, una singola persona si muoveva silenziosamente tra le pozzanghere di fango di quella piccola via, tenendo un cappuccio sulla testa come per proteggere la propria identità da sguardi indiscreti.

Il suo passo era lento, quasi strascicato... come se la persona si trovasse lì contro la propria volontà, e appena dietro di lei, si trovava uno strano Pokemon che la seguiva fluttuando in aria. A guardarli da una certa distanza, si vedeva già che il Pokemon in questione sembrava una sorta di gigantesco cavalluccio marino, con le pinne ramificate che assomigliavano ad alghe che fluttuavano mosse da una lieve corrente.

In silenzio e in solitudine, la figura incappucciata e il suo misterioso Pokemon avanzarono nelle strade desolate di Reborn City, continuando a guardarsi attorno per evitare qualsiasi possibile problema... e raggiunsero una strada più grande, che una volta doveva essere stata una via principale trafficata e piena di vita, ma ora era ridotta ad un disastro di crepe nell'asfalto, lampioni divelti e rifiuti industriali abbandonati qua e là...

La figura e il suo Pokemon si fermarono ad un angolo della strada più grande, guardando in direzione dei palazzi verso i quali si dirigeva - due palazzi grigi che svettavano nel panorama cupo dell'asfissiante metropoli, con diversi vetri rotti sulle fiancate... e delle insegne ormai spente poste di fronte, che mostravano una scritta che praticamente tutti a Reborn City conoscevano, almeno per sentito dire.

"Ci siamo, Dragalge... quella è la sede centrale della Yureyu Corporations... o almeno lo era, prima che tutto cominciasse ad andare al diavolo..." disse la figura incappucciata, con una voce femminile lenta e quasi svogliata, che mischiava tristezza e risentimento. A sentirla così, si sarebbe potuto facilmente pensare che fosse la voce di una persona depressa. "E' lìche il Team Meteora ha portato i compagni di mio fratello."

"Drag... dragalge..." esclamò lo strano Pokemon che la accompagnava, la cui voce sembrava provenire da sott'acqua. Alla fioca luce dei lampioni, appariva come un enorme ippocampo di colore marrone, con i fianchi viola e una grande cresta rosata sulla testa, le pinne lunghe che lo facevano sembrare quasi un ammasso di alghe, e la coda palmata che ricordava una foglia di lattuga di mare. Aveva gli occhi rossi con le pupille nere, nei quali si leggeva una feroce determinazione, mentre gettava alla sua allenatrice uno sguardo che sapeva un po' di rimprovero.

La ragazza scosse la testa, mostrando parte dei suoi lineamenti sotto il cappuccio. Era una ragazza giovane, di non più di quindici o sedici anni, con i capelli violetti piuttosto lunghi ed un'espressione dura, e al tempo stesso malinconica, su un viso che altrimenti appariva grazioso, e che era decorato con un po' di rossetto viola sulle labbra, dell'ombretto attorno agli occhi, e un brillino sul naso. A guardarla bene, dava un po' l'impressione di una ribelle, se non fosse stato per quel bagliore di tristezza che aveva nello sguardo...

"Lo so, Dragalge. Avevo detto che non sarei più tornata da queste parti." disse la ragazza con un sospiro. "E non fraintendermi. Non lo faccio certo per quello sciocco di mio fratello. L'unico motivo per cui sono qui è perchè sono una maledetta codarda che altrimenti non avrebbe il coraggio di sopportare la voce della propria coscienza. Tutto qui."

"Drag..." affermò il Pokemon di nome Dragalge scuotendo leggermente la testa. Non era esattamente quello che sperava di sentire dalla sua allenatrice, ma a questo punto tanto valeva accontentarsi. E comunque, il motivo per cui lei fosse lì in quel momento era secondario. Adesso c'era qualcosa di molto più importante a cui pensare... più esattamente, la pericolosa missione che si apprestavano a compiere. "Dragalge glag?"

"Sì, Dragalge... avrei già una mezza idea di come fare." affermò la ragazza, togliendosi il cappuccio e lanciando che i suoi lunghi capelli viola fluissero lungo la sua schiena. "Piuttosto, mi chiedo cosa faranno i compagni di mio fratello... sicuramente anche loro saranno qui a momenti. Io ho intenzione di creare una distrazione per fare in modo che il Team Meteora non sia all'erta, ma da lì in poi tocca a loro capire come districarsi."

Il Pokemon simile ad un cavalluccio di mare fece un altro cenno con la testa e diede un'occhiata in giro, vedendo che la strada era libera. Con una delle sue pinne a paletta, disse alla sua allenatrice che potevano andare, e i due cominciarono a sgattaiolare verso quella che una volta era la sede centrale della Yureyu Corporations, una delle più importanti compagnie di sviluppo di tecnologia in tutto il continente di Reborn... prima che il Team Meteora si prendesse tutto, si intende.

"Dovunque tu sia, Cain, spero che ti renderai conto che sei in debito con me. Stupido d'un fratello... guarda te se devo io togliergli le castagne dal fuoco!" borbottò tra sè la ragazza dai capelli viola. Raggiunta finalmente la fiancata del grande edificio, e assicurandosi che non ci fossero in giro reclute del Team Meteora, lei e Dragalge si diressero verso una rampa in asfalto che portava verso un parcheggio sotterraneo in disuso, e scesero nella galleria, trovandosi addosso gli sguardi incuriositi di diversi Spinarak e Venipede...

 

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"Ancora non abbiamo fatto progressi, Heather. Sei una paziente davvero ostinata, ma non sarà questo ad impedirmi di aiutarti." sentenziò il Dr. Connal, mentre riaccompagnava Heather alla sua cella, quasi trascinandola. La bambina dai capelli fucsia riusciva appena a camminare, dopo tutte le scariche elettriche che aveva ricevuto... e l'espressione sul suo viso era vacua, come se stesse guardando nel nulla. Cercò di rispondere qualcosa, ma dalle labbra le uscì soltanto un mormorio indistinto mentre Connal apriva la cella e la faceva entrare.

Con un grugnito, Heather si accasciò sul pagliericcio che il Team Meteora le aveva concesso come letto, e cercò di trascinarsi con le braccia fino al muro, nel tentativo di mettersi almeno seduta. La cella era vuota e desolata, con soltanto lo stretto indispensabile - e peggio ancora, il Dr. Connal non aveva nemmeno concesso ad Heather e Shelly di stare assieme, pensando che la reciproca influenza avrebbe aggravato le loro "turbe psichiche".

Dopo quella che le era sembrata un'eternità, Heather riuscì ad aggrapparsi al muro e a tirarsi su a forza di braccia, appoggiandosi con la schiena alla parete per stabilizzarsi. Le ginocchia le tremavano ancora per le scariche elettriche...

"Shelly... dove... dov'è Shelly? Dove sono... i miei amici?" mormorò Heather cercando come poteva di sembrare minacciosa. "Che cosa... vuoi fargli... vecchio... pazzo?"

"La tua amica è in buone mani, Heather. Anche lei ha bisogno delle mie cure per superare i suoi traumi e poter vivere meglio." affermò il medico criminale. "Mi dispiace di non poterti permettere di incontrarla. Ma il tuo carattere forte non la aiuterebbe certo a liberarsi dalla sua timidezza, e la sua tendenza ad assecondarti impedisce a te di comprendere le tue mancanze e renderti conto che non puoi avere sempre tutto quello che vuoi."

"Ugh... sempre con le vostre regole... tutti cercano di dirmi cosa devo o non devo fare... anche mio padre lo faceva..." disse Heather con evidente fatica.

"E' per il tuo bene. Senza regole, il mondo non potrebbe andare avanti. Questo vale per te... come anche per questo mondo alla deriva." tagliò corto Connal, cominciando ad allontanarsi. Heather lo vide scomparire nel corridoio ed allontanarsi a passi lenti... ma ormai le sue forze erano state quasi completamente prosciugate, e la bambina non ebbe altra scelta che distendersi sul pagliericcio, tenendo stretta la coperta che era distesa su di esso.

"Sh... Shelly... mi dispiace... io non... non ce la faccio più..." mormorò Heather, cominciando a piangere nonostante i suoi tentativi di trattenersi. "Ogni volta che... le cose sembrano... andare meglio... succede qualcosa che... forse... forse mio padre aveva ragione... fin dall'inizio... forse è vero che non... che non... possiamo... cambiare nulla... Il Team Meteora... non sarà mai... sconfitto... Non può... essere... sconfitto..."

Tremando di rabbia impotente, Heather si raggomitolò in posizione fetale, singhiozzando e maledicendo il destino che le aveva dato una sorte così odiosa...

 

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Nella sua cella, Shelly non poteva fare altro che restare seduta, con le braccia attorno alle ginocchia e con espressione cupa, cercando di pensare a come potevano fare per cavarsela... ma per quanto cercasse una soluzione, le appariva chiaro che il Team Meteora non aveva lasciato nulla al caso, e che ogni tentativo di fuga sarebbe stato rapidamente stroncato. Il Dr. Connal e Sirius avevano portato via le loro Pokeball, e si erano assicrati di non lasciare nulla che potesse essere usato come arma alla loro portata. Non c'era proprio nulla da fare, se non aspettare, e sperare in un miracolo...

La mente della bambina dai capelli lavanda tornò ad alcuni anni prima, il giorno in cui aveva lasciato la sua casa, ad Azalina, e la sua famiglia - in particolare suo fratello - per cominciare a farsi un nome per sè stessa. Non voleva più essere vista semplicemente come "la sorellina timida di Raffaello". Per quanto in effetti fosse una descrizione che le stava a pennello. Voleva anche lei essere riconosciuta per quello che valeva come allenatrice. Ma la fortuna non era stata dalla sua parte. Poco dopo la sua partenza da casa, si era imbattuta negli uomini del Team Meteora, che per qualche motivo si trovavano a Johto... e dopo esserne stata sopraffatta, era stata portata in quel posto orribile, Reborn City, allo scopo di essere addestrata come recluta del Team Meteora. Era stato l'intervento provvidenziale di Saphira e Vittoria a salvarla da quell'orribile destino... ma ora, sembrava proprio che tutto quello che le sue salvatrici avevano fatto era stato ritardare un po' il suo destino.

"Shelly." disse la voce severa del Dr. Connal. Facendo un piccolo salto per la paura, Shelly guardò verso la porta della sua cella, e vide il dottore in piedi accanto ad essa, a guardarla con aria minacciosa. "Ho appena finito la sessione di cura della tua amica. Adesso toccherebbe a te. Alzati."

Quasi automaticamente, la ragazzina dai capelli violetti si alzò e guardò intimorita verso il dottore. "D-dottor Connal? Heather... Heather come sta? Io... vorrei v-vederla..." mormorò. "Non... non le ha dato quelle... s-scariche elettriche... s-spero..."

Connal sospitò. "Lo sai anche tu, Shelly. La mia terapia prevede che ai pazienti vengano date delle scariche elettriche controllate... e il mio Raichu esperto in queste cose!" affermò. "E ora tocca a te. Hai bisogno anche tu di ricevere le mie cure per guarire dalla tua ansietà sociale e dal tuo rapporto di co-dipendenza che hai con la tua amica. Per quanto io rispetti la vostra amicizia, ti affidi troppo a lei per la tua stabilità mentale."

"N-no... aspetti, Dr. Connal... io... n-non voglio..." cominciò a dire Shelly, ritirandosi fino ad un angolo della sua cella mentre il dottore apriva la porta con una chiave. Stava per entrare, quando un improvviso rumore lo fece sobbalzare... e un attimo dopo, la luce nell'edificio si spense, immergendo tutti nel buio! Shelly gridò per la paura, e Connal incespicò nel buio per qualche istante, prima che una luce proveniente dalla pelliccia del suo Raichu gli permettesse di guardare attorno a sè!

"Rai rai... Raichu!" esclamò il roditore elettrico, illuminandosi di una tenue aura e permettendo almeno di vedere ad un metro da sè! Connal sbattè gli occhi sbalordito, facendo passare in secondo piano Shelly che si era rannicchiata in un angolo... e chiuse la porta della cella per assicurarsi che la ragazzina non sarebbe riuscita ad andarsene. "Raichu?"

"Che... che sta succedendo, Raichu? E' mancata la corrente all'improvviso!" esclamò Connal, mentre attorno a lui cominciavano a sentirsi le voci allarmate dei prigionieri e delle reclute del Team Meteora. Il pokemon Elettro scosse la testa, non sapendo cosa pensare... e da un corridoio laterale arrivarono due reclute che tenevano con sè delle torce elettriche. Il dottore conosceva già, anche se in maniera superficiale, quei due... un uomo e una dnna che rispondevano ai nomi di Simone e Tara.

"Dottor Connal!" esclamò Simone. "C'è un problema... sembra che l'alimentatore centrale sia stato danneggiato! Ci vorrà un po' prima che gli alimentatori d'emergenza si mettano in funzione..."

"Che cosa? Vuol dire che qualcuno si è introdotto qui ed è riuscito a sabotare l'alimentatore!" comprese al volo il dottore, mentre il suo Raichu corrugava la fronte preoccupato. "Com'è possibile che nessuno abbia visto un intruso? Eppure avevamo detto che la sorveglianza doveva essere capillare!"

"Stiamo... facendo quello che possiamo, dottore... ma questo posto è enorme, e non siamo abbastanza da tenere tutto sotto controllo." si giustificò Tara, sfregandosi la nuca imbarazzata. "L'intruso deve aver approfittato di una posizone che non era ben controllata, si è introdotto e ha mandato all'aria la centrale elettrica."

"Allora voi cosa state facendo ancora qui?" chiese il dottore, mantenendosi spaventosamente calmo e freddo. Per qualche motivo, Simone pensava che se si fosse arrabbiato, gli avrebbe fatto meno paura... "Mettete tutto l'edificio in allarme e trovare l'intruso a tutti i costi! Ma non lasciate troppe aree sguarnite. Questo è sicuramente un attacco da parte della resistenza... hanno colpito l'alimentazione elettrica per gettarci nella confusione ed attaccarci più facilmente."

"Va... va bene, Dr. Connal! Faremo tutto il possibile per respingerli!" affermò Tara. Lei e simone corsero immediatamente via, unendosi al resto delle reclute... e Connal guardò verso la cella di Shelly, dove la bambina esperta di Pokemon Coleottero sembrava aver ripreso un po' di coraggio e si stava arrischiando a sperare che qualcuno fosse venuto a salvarli.

"Non farti illusioni, Shelly." disse Connal, il cui Raichu si stava già caricando di energia in vista dello scontro imminente. "Quei tuoi scriteriati amici della resistenza sono venuti qui in un tentativo di liberarvi dettato dall'impulsività e dall'irrazionalità, ma non ho intenzione di soddisfare i loro capricci infantili. Almeno, non finchè il Team Meteora non avrà messo in ordine questo mondo, e non avrò scoperto una cosa molto importante..."

"C-cosa?" chiese Shelly con evidente sorpresa. Aveva pensato che il dr. Connal fosse motivato unicamente dal ricordo della sorella maggiore, ma ora stava venendo fuori qualche altro elemento? "Di... di cosa sta p-parlando, dottor Connal? C'è... qualcosa di cui... vuole... sapere di più..."

"Non è cosa che ti riguardi." tagliò corto il dottore. Raichu si voltò verso la bambina e la fece ritrarre ancora di più con una scarica elettrica che gli danzava sulle guance. "Per adesso, resta dove sei, e non farti venire strane idee. Riprenderemo dopo."

Con queste parole, Connal e il suo Raichu si allontanarono, lasciando Shelly in quella cella da sola a pensare e a sperare. Non poteva fare altro che pregare che i suoi compagni ce la facessero... in quel momento, loro e Vera erano l'unica speranza di Reborn.

"Heather... tieni duro... tra non molto arriveranno i nostri amici..." mormorò tra sè.

 

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Non molto distante dalla ex-sede della Yureyu Corporation, un ormai familiare gruppo di allenatori stava guardando con stupore lo spettacolo delle poche luci dell'edificio che si spegnevano di colpo... e già da quella distanza, potevano immaginare il caos che si stava scatenando in quei corridoi!

"Cos'è successo lì alla Yureyu, gente?" chiese Julia, sbattendo le palpebre. "Non sarà che qualcuno è andato a far saltare in aria quei farlocchi del Team Meteora senza il mio permesso? Questo mi darebbe un po' fastidio!"

"Non ne ho idea... certo non immaginavo che ci fosse qualcun altro di noi della resistenza nei paraggi." affermò Pietro. "Che ne dite? Potrebbe essere qualcuno del circo di Agatipoli? Conoscendo Terra... beh, sarebbe tipico suo fare un exploit del genere."

Per un attimo, al giovane rockettaro sembrò che Saphira rabbrividisse alla menzione della loro alleata di nome Terra, ma la sua espressione calma e controllata ritornò subito dopo. "Non credo. Celeste mi avrebbe già avvisato se Terra avesse deciso di fare di testa sua. Posso però immaginare di chi possa trattarsi." affermò, incrociando per un attimo lo sguardo di Pietro, nei cui occhi sembrò balenare un barlume di ansia e di speranza al tempo stesso. "Ma questo non fa che giocare a nostro favore. Intanto che il Team Meteora è disorientato, possiamo sferrare un attacco più efficace. Laura... hai ancora quella mappa che Florinia ha trovato, vero?"

"Lilligant!" esclamò la Lilligant di Laura, indicando con una mano alcuni fogli che la sua allenatrice teneva con sè. Laura annuì lentamente e prese un bel respiro, cercando di calmare i suoi nervi che ormai erano tesi come corde di violino.

"Sì... sì, Saphira... questa volta... sono sicura che non farò errori..." mormorò. "Mi dispiace di essermi fatta prendere dal panico..."

"Non ci pensare, Laura. La colpa è del Dr. Connal. Non vedo l'ora di averlo per le mani, quell'essere spregevole!" ringhiò Saphira sgranchendosi le mani. "Adesso però dobbiamo concentrarci sulla missione, e cioè salvare i nostri compagni... e soprattutto Charlotte, che è ancora là dentro."

"Rhydon!" tuonò rabbiosamente il Rhydon di Pietro.

Fern si aggiustò gli occhiali con un sospiro irritato. "E va bene. Sarà un'occasione in più per dare una bella lezione a quegli idioti del Team Meteora... e per mostrare loro il mio Pokemon più forte, già che ci sono." affermò. Qualcosa si mosse dietro di lui, srisciando fuori da un cespuglio... e accanto a Fern apparve un Pokémon simile ad un grosso serpente dall'aspetto maestoso e fiero, il cui corpo bianco era ricoperto da una pelle di un verde chiaro dal petto fino alla coda e di un verde più vivo sulla schiena. A metà del corpo presentava due motivi gialli che ricordavano dei rami stilizzati, e le aperture della sua pelle si prolungavano in due lunghe foglie arricciolate, con delle foglie anche sulla parte finale della coda.

"Ssssserperior..." esclamò il Pokemon serpente, allungando le 's' come un serpente che avesse in qualche modo imparato a parlare la lingua degli uomini.

"Bene, Serperior. Ti ho riservato per adesso, visto che tu sei il mio Pokemon più forte. Dobbiamo far vedere a quegli idioti del Team Meteora quanto siamo forti. Posso contare su di te, vero?"

"Ssssserp!" esclamò il Pokemon serpente, muovendo la coda.

Saphira battè le mani un paio di volte per richiamare l'attenzione. "A dopo le discussioni su quali Pokemon sono più forti degli altri. Adesso abbiamo una missione della massima importanza." disse. Laura le diede la piantina del palazzo che aveva con sè, e la comandante della resistenza iniziò a mostrare a tutti il piano d'attacco. "Okay, dividiamoci e attacchiamo da più lati. Julia, tu e Pietro potete intrufolarvi dentro dal lato nord... e se te lo chiedi, questo significa che, sì, sei libera di far saltare in aria tutto quello che ti trovi davanti. Non abbiamo più il tempo di essere furtivi, nè a questo punto ci serve."

"Yu-huuuu! Grandioso! Far saltare in aria tutto è quello che mi riesce meglio!" esclamò la cheerleader dai capelli verdi.

Saphira riuscì a fare un breve sorriso, prima di continuare a dare istruzioni. "Amaria, Fern, Florinia... voi vi introdurrete da... una via alternativa, per così dire. Amaria, fai la stessa cosa che hai fatto quando avete attaccato il PULSE-Muk del Team Meteora." affermò. "Fai in modo che il tuo Lapras crei una scalinata di ghiaccio, in modo da arrivare al secondo o terzo piano... e da lì fate irruzione all'interno."

"D'accordo." rispose Amaria. "Questo dovrebbe anche portarci vicino ai fuggiaschi da liberare."

"Istruzioni comprese e aggiunte al registro missione." ripetè atona Florinia. "Il Cradily di questa unità dovrebbe rivelarsi adeguato ad aprire una via d'accesso alternativa."

"Serperior!" affermò il serpente di foglie, deciso a dimostrare che non sarebbe stato da meno.

"E io e te, Saphira... cosa dovremmo fare?" chiese Laura, non troppo sicura. "Charlotte... è ancora lì, e dovremmo salvarla..."

"E' proprio questa la parte che ho riservato per noi." affermò Saphira. "Io e te, Laura... raggiungeremo il tetto del palazzo in groppa al mio Dragonite, e attaccheremo direttamente Sirius. E' uno degli uomini più forti del Team Meteora, ma non credo proprio sarà alla nostra altezza. Se poi riusciamo ad eliminarlo definitivamente, tanto di guadagnato. Charlotte è un ostaggio molto prezioso per il Team Meteora, quindi è altamente probabile che l'abbiano messa sotto massima protezione."

"Capisco... allora non risparmieremo nulla per liberarla." affermò Laura, voltandosi poi verso la sua Pokemon più forte. "Lilligant, dobbiamo impegnarci al massimo questa volta... anche se ci dovessimo trovare di fronte il Dr. Connal!"

"Lilli!" esclamò la Pokemon floreale, stringendo gli occhi con decisione. Questa volta, il buon dottore non avrebbe avuto il tempo di tirare fuori i suoi sporchi trucchetti...

Saphira tirò fuori una Pokeball e la aprì, facendo uscire il suo Dragonite che si mise in posa, aprendo le ali e le braccia. "DRAAAAG!" esclamò, guardando poi in direzione di Saphira e facendole un cenno con la testa per dire che era pronto. La giovane donna dai capelli multicolore annuì, e Dragonite si abbassò in modo da far salire lei, Laura e Lilligant sulla sua groppa.

"Grazie, Dragonite. Noi attaccheremo dal tetto, questo costringerà Sirius ad intervenire di persona." affermò la giovane donna. "Voi sapete cosa fare! Mi raccomando, non fallite!"

"Ricevuto!" esclamò Amaria. Dragonite prese lo slancio e si librò in volo, sollevando sè stesso e i suoi passeggeri senza alcuno sforzo apparente prima di dirigersi alla massima velocità possibile verso il tetto della sede della Yureyu Corporations. "Okay, ragazzi, è il momento di fare la nostra parte! Buona fortuna a tutti quanti!"

"Buona fortuna anche a voi!" esclamò Pietro, per quanto non fosse esattamente contento di augurare buona fortuna anche a Fern. Il ragazzaccio con gli occhiali alzò le spalle, come per dire che non avrebbe avuto bisogno della fortuna, prima di seguire Amaria e Florinia verso la fiancata dell'edificio...

 

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In una ex-sala riunioni della Yureyu Corporations, che ora il Team Meteora aveva adibito a stanza per gli interrogatori, Sirius stava cercando di estrarre quante più informazioni possibile da alcuni dei suoi prigionieri - Charlotte, Noel ed Anna erano legati strettamente su alcune sedie davanti a lui, e la ragazzina dai capelli rossi aveva dei lividi sul viso, chiaramente il segno delle percosse che aveva ricevuto dal comandante del Team Meteora nel tentativo, finora vano, di costringerla a parlare. Charlotte continuava a guardarlo con fare canzonatorio, cercando come poteva di distrarre la sua attenzione da Noel ed Anna, che attendevano spaventati il loro turno...

Almeno, questo era quello che stava accadendo finchè la luce non era mancata, e anche il serio e gelido comandante del Team Meteora era stato colto completamente di sorpresa. In quel momento, Sirius si guardava attorno in un momento di confusione, l'occhio bionico che brillava di una sinistra luce rossa nell'oscurità.

"Ma che diavolo succede? Chi ha tolto la luce?" esclamò Sirius. Un attimo dopo, alcune luci di emergenza si accesero, permettendogli di vedere qualcosa... ma l'allarme per quanto stava accadendo c'era ancora, e Sirius non aveva idea di chi avrebbe potuto essere. La resistenza non poteva certo sapere dove andare a colpire... a meno di non aver avuto qualche collaboratore...

"Hah! Qualcuno qui non ha pagato la bolletta della luce, eh?" esclamò Charlotte, non resistendo alla tentazione. "Peccato, se foste passati alla Julia's Electric Company come vi era stato consigliato, questo non sarebbe successo! Era anche conveniente, lo sapete?"

Sirius andò davanti a Charlotte e la schiaffeggiò di nuovo. Noel ed Anna distolsero lo sguardo con un'espressione spaventata, ma la ragazza dai capelli rossi continuò a sghignazzare in faccia al suo aguzzino, che rispose con gelida rabbia.

"Farai meno la spiritosa quando avremo tolto di mezzo anche i tuoi amichetti." affermò. "Siete serviti molto bene da esche per attirarli in trappola, anche se non mi aspettavo che avrebbero colpito in questo modo. Adesso saremo perfettamente in grado di distruggerli."

"Ne sei sicuro, occhio sballato? Io non ne sarei così convinta, se fossi in te." rispose Charlotte... un attimo prima che la porta della stanza si aprisse, facendo entrare due uomini del Team Meteora - un Cavaliere e una Dama, a giudicare dalle loro uniformi più elaborate di quelle delle altre reclute. Erano due che Charlotte aveva visto di sfuggita - se non ricordava male, le reclute li avevano chiamati Astro (l'uomo) ed Eclisse (la donna). Entrambi davano l'impressione di essere molto allarmati, e se il sentore che Charlotte aveva era corretto, allora avevano perfettamente ragione di esserlo.

"Comandante Sirius! Siamo sotto attacco... qualcuno ha interrotto la corrente... e un paio di allenatrici della resistenza stanno arrivando sul tetto del nostro nascondiglio in groppa ad un Dragonite!" esclamò Astro. "Stiamo... stiamo cercando di organizzare la difesa, ma siamo troppo pochi per fermare tutti!"

"Maledizione... hai detto un Dragonite?" imprecò Sirius, comprendendo quanto difficile fosse la situazione. Se si fosse trattato di chiunque altro, sarebbe stato abbastanza convinto di poterlo fermare, ma quando si parlava di un Dragonite... poteva soltanto voler dire che si trattava di Saphira, la più forte allenatrice della resistenza! "Immaginavo che sarebbe arrivata, e avevamo anche pronte le contromisure... ma in una situazione del genere, temo che non avremo la possibilità di farne uso. Maledizione... l'unica cosa da fare è cercare di guadagnare tempo!"

"Che cosa dobbiamo fare, comandante Sirius?" chiese Eclisse, giocherellando nervosamente con una Pokeball.

"Voi restate qui ed impedite a chiunque di raggiungere Noel ed Anna." tagliò corto il comandante dall'occhio bionico, rivolgendo ai due bambini uno sguardo feroce. "Io andrò al tetto e cercherò di trattenere quella donna quanto più possibile. Vedete di non fallire."

"Ri... Ricevuto, comandante Sirius." rispose Eclisse. Senza perdere altro tempo, Sirius raggiunse Charlotte e sciolse le funi che la tenevano legata alla sedia, per poi tirarla su a forza e spintonarla davanti a sè.

"Le tue sorelle stanno cercando di fare le furbe, eh? Ma vediamo quanto saranno disposte a mettere a rischio la tua vita!" esclamò Sirius, mentre trascinava la ragazzina dai capelli rossi. Quest'ultima, per nulla preoccupata, gettò uno sguardo di sfida al suo aguzzino e ai suoi due sottoposti. "Vieni con me!"

"Non è che abbia molta scelta, in realtà." affermò Charlotte. "A proposito, voi due... non vi invidio, sapete? Il vostro capo vi fa sobbarcare il compito per nulla invidiabile di fare da baby sitter! Heheheee..."

Eclisse storse il naso mentre Sirius e Charlotte scomparivano dietro la porta... e poi si voltò a guardare i due bambini con cui lei ed astro erano stati lasciati. Anna sembrava aver superato la sua paura e li stava guardando con un sorrisone brillante sulle labbra, come se stesse salutando due compagni di gioco invece che due appartenenti alla più pericolosa organizzazione criminale di Reborn!

"Ciao! Tu sei Eclisse, vero? E tu sei il suo amico Astro! Nomos e Nostra ci hanno detto i vostri nomi!" cinguettò Anna, senza prendersi il disturbo di spiegare di cosa stesse parlando. Noel alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come facesse la sorella gemella ad essere così di buon umore anche quando era legata ad una sedia... ma se non altro, doveva riconoscere che Astro ed Eclisse non facevano paura quanto Sirius, e sembravano anzi due persone abbastanza a modo. Talmente a modo, in effetti, che quasi gli veniva da chiedersi come mai fossero nel Team Meteora...

Astro sbattè gli occhi stupito. "Huh? Noi... sì, io sono Astro, e lei è la mia compagna Eclisse..." affermò. "Ma chi sono questi... Nomos e Nostra?"

"Ma è ovvio, no? Sono il nostro Cleffa e il nostro Jirachi!" rispose la bambina, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. "Loro ci hanno detto i vostri nomi! Siete delle brave persone, ora che vi vedo bene. Come mai state con i cattivi?"

Noel strizzò un occhio. Esattamente la domanda che avrebbe voluto fare se non fosse stato troppo impegnato a preoccuparsi per la propria incolumità...

La schiettezza e il modo di fare diretto di Anna colsero alla sprovvista i due luogotenenti del Team Meteora, che per diversi secondi restarono lì come imbambolati, a chiedersi che volesse dire... prima che Eclisse provasse a rispondere. "Come mai stiamo con... ? Beh, non è esattamente come pensi tu, bambina! Noi del Team Meteora siamo persone come tutti gli altri! Anche noi abbiamo bisogno di mangiare, bere, dormire, respirare... e anche noi abbiamo i nostri scopi, e dei sogni che vogliamo realizzare! Tu... quel è il tuo sogno? C'è qualcosa che ti piace? Ci deve essere per forza!"

"Certo che c'è! Anzi, ci sono un sacco di cose che mi piacciono!" rispose Anna, senza perdere quel suo sorriso allegro... e un po' idiota, commentò tra sè e sè Eclisse. "Mi piace mio fratello Noel, mi piacciono Nostra e Nomos... i nostri amici, Vera e i suoi compagni... poi, a me piacciono anche i dolci, i gelati... peccato solo che a Reborn City non si vedano molti gelatai, c'è il gelato Lunablu che è una delizia!"

"Ehm... Anna, non credo che la signora Eclisse volesse dire questo..." disse Noel con un grosso gocciolone di sudore sulla nuca.

Eclisse, da parte sua, si massaggiò la fronte per cercare di alleviare il mal di testa che le stava venendo. "Cosa mi tocca sentire... signora a me? Ma se ho vent'anni!" mormorò rabbiosamente tra sè, prima di cercare di riportare la discussione sui binari da cui era partita. "Allora, come stavo dicendo... tu pensi che soltanto perchè uno è del Team Meteora, è automaticamente un mostro senza cuore?"

"Beh..." disse la bambina, passando dall'allegria ad una vaga confusione. "Ecco... il Team Meteora sta facendo molte cose cattive alla nostra città. Stanno cercando di mandare via la gente, fanno male ai Pokemon, e aiutano il dottore a dare le scosse elettriche ai bambini. Quindi, sì, sono cattivi."

Eclisse guardò verso il pavimento. In effetti, ripensando a gente come Sirius o Blake, Eclisse non se la sentiva di dare torto ad Anna... eppure, in quel momento, sentiva il desiderio di difendere, se non le loro azioni, almeno le ragioni dei suoi compagni e dei suoi sottoposti. "Già... come immaginavo, sei ancora una bambina. Non puoi capire." affermò, scambiandosi uno sguardo comprensivo con Astro. "C'è un motivo se noi stiamo facendo tutto questo. Io ed Astro, almeno... sai, ci siamo conosciuti alcuni anni fa, quando avevamo tredici anni... anche se veniamo da luoghi diversi e famiglie diverse, siamo diventati grandi amici. Anche se qualche volta perdo la pazienza con lui e certe sue affermazioni..."

"Perchè, Eclisse? Cosa c'è che non va in quello che dico?" chiede Astro, un po' confuso.

Una goccia di sudore scese dalla testa della ragazza. "Meglio che te lo spieghi più avanti. Se lo faccio adesso, rischio di prendermi un mal di testa ancora più colossale..." affermò sarcastica. "Comunque, stavo dicendo... io vengo da una famiglia molto benestante... mentre Astro era un ragazzo di strada cresciuto senza genitori. Nonostante questo, siamo diventati grandi amici, e passavamo lunghi pomeriggi assieme a giocare, a parlare e a camminare per le strade della nostra città, Calcenipoli... non so se sapete dov'è..."

"Tra le montagne a nord ovest di Reborn. Me lo ricordo bene." disse Noel, ed Eclisse fece un cenno con la testa in segno di approvazione. "La geografia è sempre stata una delle mie materie preferite..."

"Bene... in pratica, nel corso del tempo, abbiamo capito che entrambi noi avevamo a cuore i problemi del continente di Reborn. L'inquinamento, la distruzione degli habitat, la sovrappopolazione..." continuò Astro, perdendosi nei ricordi del suo passato, e di una vita passata a sopravvivere alla giornata, senza sapere dove e quando - e neanche se - sarebbe arrivata la sua successiva occasione di sfamarsi. "Ma noi... noi da soli non potevamo fare nulla per cambiare le cose. Avevamo bisogno di qualcuno che condividesse il nostro punto di vista e ci permettesse di cambiare le cose. E così... ci siamo uniti al Team Meteora. Lord solaris, il nostro signore, ha a cuore le sorti di questo posto... e con il suo aiuto, potremo riportare Reborn allo splendore di un tempo, un mondo in cui Pokemon ed umani vivano in armonia gli uni con gli altri... come era in passato."

"Ma per farlo, dovrete fare del male a tanta gente! E anche a tanti Pokemon!" affermò Anna. "Perchè, se voi siete due brave persone, aiutate il Team Meteora a fare cose cattive?"

"A volte, bambina, è necessario fare del male per ottenere qualcosa di più importante." rispose Eclisse... anche se si rendeva conto che la sua voce non proseguiva spedita come avrebbe voluto. Stava cercando di convincere Anna... oppure sè stessa? "A volte, è necessario fare cose cattive perchè così ne verrà fuori qualcosa di buono per tante altre persone. O almeno, questo è quello che..."

La ragazza si fermò e guardò di nuovo verso il pavimento, come se stesse meditando su quello che aveva detto... e anche Astro si chiese come mai la sua compagna esitasse così. Stava forse avendo qualche dubbio? "Eclisse? Eclisse, tutto a posto? Cosa vorresti dire?" chiese il giovane Cavaliere Meteora.

Eclisse scosse la testa. "No... no, non è niente, Astro. E comunque, abbiamo già chiacchierato abbastanza." tagliò corto la giovane Dama Meteora. "Siamo qui per impedire che qualcuno si riprenda questi marmocchi. Ed è nostro dovere fare in modo che restino nelle mani del Team Meteora. Spero solo che l'alimentazione torni in tempo, prima che Saphira arrivi fin qui..."

"Già... nessuno di noi vorrebbe averla davanti." affermò Astro. "Se solo Lord Solaris fosse qui, allora forse..."

 

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Un'esplosione assordante divelse una porta in acciaio nei sotterranei bui ed umidi della ex-sede centrale della Yureyu Corporations... e Pietro e Julia apparvero dietro di essa, accompagnati da una Voltorb annerita ed esausta, e dal Relicanth del giovane rockettaro, che fluttuava con espressione decisa accanto a lui, pronto ad affrontare qualsiasi insidia il Team Meteora avesse teso loro. La Zebstrika di Julia si piazzò davanti alla sua allenatrice, e puntò il suo corno seghettato verso l'interno della sala... ma non vedendo nessuno, abbassò la testa e fece cenno a Julia che potevano proseguire.

"Brava, Zebstrika!" affermò la cheerleader dai capelli verdi, accarezzando gentilmente la sua Pokemon, che chiuse gli occhi e mosse le orecchie in segno di gradimento. "Okay, Pietro, vediamo un po' chi ci capita sottomano! Non vedo l'ora di dare una sorpresa... scioccante a quel bravo di manigoldi!"

"Relo!" esclamò il Relicanth di Pietro, volendo consigliare almeno un po' di prudenza, visto che stavano andando dritti nel covo del nemico. Il pesce preistorico, fluttuando in aria, si fece avanti per primo, facendo scattare i suoi piccoli occhi in ogni direzione... ed accorgendosi di una figura che sgusciava nella semioscurità della sala! Temendo che potesse trattarsi di un servitore del Team Meteora, il Pokemon celacanto fece un cenno a Julia e a Pietro... e si mosse quanto più rapidamente possibile verso la misteriosa figura, sperando di intercettarla! Passò sopra alcune casse, cercando di non ribaltarle con la sua foga, e raggiunse la figura in fuga, facendola quasi cadere a terra quando le apparve davanti all'improvviso! Si sentì la voce di una ragazza gridare per la sorpresa... e un attimo dopo, Relicanth vide una graziosa ragazza dai capelli viola, vestita principalmente di nero e bianco, sedersi per terra e guardarlo con stupore e paura! Una ragazza di circa sedici anni, con lunghi capelli viola che formavano una treccia su un lato della testa, con addosso una divisa alla marinaretta nera con una minigonna bianca, decorata con delle strisce viola sul bordo, oltre che un paio di calze grigie che le arrivavano al ginocchio, e scarpe nere con i lacci bianchi. Una catenella d'argento pendeva dal suo fianco, e indossava un paio di orecchini dorati, oltre che un brillino sul naso. Riconoscendola, il Relicanth di Pietro sgranò gli occhi e si tirò indietro, mentre il Pokemon simile ad un cavalluccio marino gigante che stava con lei si piazzò davanti al pesce preistorico, guardandolo minacciosamente! "Relo relicanth?"

"Dragalge?" chiese il Pokemon della ragazza dai capelli viola, corrugando la fronte. La ragazza dai capelli violetti si rialzò con un po' di esitazione, guardando Relicanth come se per lei fosse una sfortuna averlo incontrato...

"Relicanth, che succede?" esclamò Pietro, raggiungendo di corsa il suo Pokemon. "Ho sentito un lamento, e poi..."

In quel momento, Pietro e la ragazza dai capelli viola incrociarono i loro sguardi... e rimasero per diversi secondi a guardarsi come imbambolati, mentre un'espressione di assoluto stupore appariva sul viso di Pietro... e Dragalge scuoteva la testa desolato, immaginando che adesso venisse il momento più difficile...

"Aya?" chiese Pietro, rimanendo poi a bocca aperta come un pesce fuor d'acqua!

Aya restò ancora un attimo a guardare Pietro, mentre anche Julia e la sua Zebstrika raggiungevano i loro compagni... e la cheerleader sbattè gli occhi stupita quando si accorse della presenza di quella misteriosa intrusa. "Pietro, che succede? E chi è questa ragazza? Non mi sembra una del Team Meteora, o sbaglio? Tu la conosci, vero?" chiese, sparando le domande come una mitragliatrice.

Pietro si schiarì la voce, prima di cominciare a rispondere. "Beh... in effetti, sì, la conosco. Lei è..."

"Noi due non ci conosciamo. C'è stato un errore." tagliò corto rapidamente Aya, alzandosi di scatto e cominciando ad andarsene, sotto lo sguardo stupito del suo Dragalge! Aveva appena fatto due passi, che si sentì prendere la mano da Pietro, e si voltò di scatto verso di lui, fulminandolo con uno sguardo che cercava di essere il più feroce possibile. "Lasciami, tu! Ho detto che non ci conosciamo!"

"Guarda, Aya... che le cose non cambiano soltanto perchè lo dici tu!" disse Pietro, sorridendo ironico nonostante tutto. "E fare finta di non conoscermi non ti aiuterà... come mai sei tornata qui a Reborn? Per darci una mano contro il Team Meteora, vero?"

"Tu... cosa credi, Pietro? Che io sia qui perchè sono una brava ragazza e voglio fare la mia parte per aiutarvi a sconfiggere il Team Meteora?" protestò indignata Aya, come se la gentilezza e il senso dell'umorismo di Pietro non le andasse a genio. "Beh, ti sbagli... io sono qui soltanto perchè voglio zittire la mia coscienza! In realtà io non sono la persona che pensi tu, e non voglio avere a che fare con te!"

"Sì, questa l'ho già sentita, Aya... e credimi, sta diventando vecchia, ormai!" affermò Pietro. "Quand'è che la smetterai di punirti? Sembra quasi che voglia addossarti tu la colpa di tutto quello che è successo con tuo fratello..."

Aya si voltò dall'altra parte, sentendosi sempre più irritata e infastidita. "Ma tu cosa credi di sapere, Pietro? Pensi che basti una delle battutine di quello stupido di mio fratello... per mettere tutto a posto?" replicò. "Beh, ti sbagli... il mondo non è un posto così bello. Soprattutto se ci vivono persone come me..."

"Re... licanth?" chiese Relicanth, volgendo uno sguardo confuso al Dragalge di Aya, che rispose scuotendo la testa e facendo un gesto desolato con le pinne.

"Drag, drag..." rispose il cavalluccio marino gigante. Probabilmente Aya e Pietro avrebbero continuato per chissà quanto la loro discussione se Julia non fosse intervenuta schierandosi la voce.

"Ehm... scusate, ragazzi, non vorrei interferire tra voi due... ma credo che la cara vecchia Julia abbia il diritto di sapere cosa sta succedendo... e soprattutto, cosa ci fa una ragazza come te in un posto come questo? Non credo che tu sia qui per fare una passeggiata, vero?" chiese la cheerleader dai capelli verdi, affiancata dalla sua Zebstrika. Immediatamente, Pietro ed Aya interruppero la loro discussione e si voltarono verso Julia... e il giovane rockettaro ridacchiò imbarazzato, e rispose alla domanda di Julia.

"Giusto... giusto! Chiedo scusa, Julia, immagino che tu ti sia persa qualche puntata!" affermò Pietro, incrociando lo sguardo rabbioso e allo stesso tempo sofferente di Aya. "Ti presento Aya... la sorella minore di Cain e la mia fidanzata!"

"Relicanth..." disse il Relicanth di Pietro. A giudicare dall'espressione di Aya, voleva essere dappertutto meno che lì, in quel momento.

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, ecco a voi un nuovo personaggio - Aya, la sorella minore di Cain, come lui esperta di Pokemon Veleno. E non è esattamente la persona più socievole che si possa incontrare... avrete la possibilità di comprendere le sue motivazioni più avanti, ma per adesso... c'è qualcosa di più importante da fare! E' stato grazie a lei che la resistenza ha potuto cogliere il momento giusto per attaccare il Team Meteora... riusciranno a completare la missione e ad infliggere un'autentica sconfitta alla malvagia organizzazione?

Nel frattempo, Vera e i suoi compagni continuano l'addestramento, inconsapevoli della tempesta che si sta addensando sulle loro teste...

Vedremo presto cosa accadrà... e sperabilmente, ci godremo lo spettacolo di Sirius e del Dr. Connal che vengono presi a legnate! Quindi... a presto, e se potete, lasciatemi una recensione!

 

 

 

 

  
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