CHAPTER 1 

*suono di un telefono*
Qualcuno rispose e al di là dalla cornetta percepii la voce di una ragazza.
'Ehi scusa, ma sono troppo impaziente, puoi dirmi a che punto sei con la valigia? Ho veramente paura di sforare il peso, cioè è da un'ora che tolgo e rimetto cose in continuazione! Tu come sei messa?'
Io risposi senza indugio: 'Di merda.'
'Emma!'
'Scusa mamma. Comunque malissimo: prima  mi sono anche messa a piangere e adesso i miei genitori credono che sia pazza. Il problema e che vorrei portare tutto, ma non posso! Però ho pensato: magari possiamo dare qualcosa anche agli altri maschi, visto che di sicuro loro porteranno poco o niente.'
'Non è una cattiva idea. Più che altro io pensavo: porto poco e compro tutto lì.'
'Magari! Ma io non posso sperperare come te! Senti stai tranquilla, che sicuramente non ci fermano per il peso, di solito ai gruppi non lo fanno. Poi te l'ho detto: nel caso sappiamo a chi dare la roba.'
'D'accordo allora ci vediamo stanotte alle tre...'
'A stanotte...e stai tranquilla! Ciao Ale!'
Era mia cugina. Si chiama Alessia. È una ragazza in gamba, però fa un po' quello che vuole, pensa che la vita sia fatta solo di divertimento e vestiti.
Prima del viaggio aveva sedici anni ed era un anno più piccola di me. A marzo io decisi con alcune amiche di andare a fare un viaggio in Irlanda per due settimane e lei all'ultimo volle aggiungersi a tutti i costi. Avemmo la fortuna che nel volo fosse rimasto un unico posto! Il viaggio in quel momento mi serviva più che mai, perché dovevo liberare la testa e dovevo lasciarmi alle spalle la relazione tumultuosa dalla quale ero appena uscita. Sapevo di voler andarmene, ma sentivo comunque una specie di stretta allo stomaco, perché era difficile lasciare per un po' persone che mi erano state vicine nei momenti più importanti, soprattutto nell'ultimo periodo. Il giorno prima di partire le salutai. Mi sarebbero mancate, ma ero pronta. La mia valigia era quasi chiusa e io ero pronta. Mi chiesi come sarebbero state le venti persone e i due leader che avrebbero condiviso un viaggio con me per due settimane. Non vedevo l'ora. Guardai l'orologio: erano le dieci.
Alla fine non era rimasto tanto tempo alle tre di notte. Mi addormentai tranquilla, con l'aria calda dell'estate che mi faceva compagnia.