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Autore: gangamoon    22/09/2016    3 recensioni
"Doveva agire immediatamente, trovare un modo per liberarsene. [...] A passo spedito marciò per i corridoi, ben attento a non farsi trovare con un tenero batuffolo in mano. Spalancò teatralmente la porta dell’ufficio."
Storia di Severus e di un tenero batuffolo :3
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti :) eccomi qui con qualcosa di leggero, così... per affronare meglio la fine dell'estate ;) Il titolo doveva essere provvisorio, ma poi mi è parso così simpatico che ho deciso di lasciarlo  :D inoltre è la chiave di tutto…(molto implicita infatti, ma con questo indizio spero si capisca)
spero di allietarvi con questa breve FF nata in un pomeriggio di primavera, quando, più che immersa nello studio, ero immersa nel giardino di mia nonna come Alice…




 
Quando gatta ci cova,
Silente ci ha messo lo zampino


 
 
Severus Piton non era il tipo di persona che tiene in casa un animale domestico. Non ne aveva mai posseduti da bambino, né da adulto ne aveva avuto il desiderio. Considerava il prendersi cura di un animale come un’attività insulsa e uno spreco di energie. E lui aveva fin troppi grattacapi perché gli passasse per la testa un tale pensiero.
Seduto nella solitudine della sua casa babbana, trascorreva, leggendo, le vacanze di Natale. Quando un ticchettio alla finestra lo distolse dal suo libro. Si alzò per andare a prendere la posta, ma, quando aprì la finestra bagnata dalla forte pioggia scrosciante, non si ritrovò di fronte ad un gufo, bensì ad un gattino intirizzito e inzuppato fino all’osso.
Questo, interpretando il gesto dell’uomo come un invito, balzò sul davanzale e atterrò agilmente sui cuscini del divano.
– No – proferì Severus con irritazione, chiudendo le finestre, da cui cominciava a entrare l’acqua spinta dal forte vento, e acciuffando la bestiola con la mano libera.
Rimase indeciso per qualche istante; poi si diresse in cucina.
Tutto considerato, non aveva il cuore di lasciarlo fuori con quel tempaccio… Gli versò un po’ di latte in un piatto e lo lasciò lì, tornando alla sua lettura. Naturalmente, si era appena seduto, quando si avvide che il micino lo guardava miagolando, a un passo dai suoi piedi.
“E va bene,” pensò “un po’ davanti al camino e poi… fuori!”
Non essendo mai stato a contatto con un animale domestico, non aveva idea che ogni sforzo sarebbe stato ormai inutile per sfrattare l’intruso.
Ogni passo che Severus faceva, il gatto lo seguiva come un’ombra, fino a diventare, per lui, esasperante. Per la seconda volta lo prese per la collottola e se lo portò all’altezza del viso per osservarlo meglio, con sguardo truce. Ora che era asciutto mostrava un morbido pelo rossiccio…e… Lo lasciò andare istintivamente.
No. Mai e poi mai avrebbe tenuto un gatto solo perché aveva il pelo rosso e gli occhi verdi. Doveva agire immediatamente, trovare un modo per liberarsene.
Le rotelle del cervello di Severus erano abituate a lavorare celermente e trovarono una soluzione. Severus prese il gatto e, via metropolvere, in pochi minuti si ritrovò ad Hogwarts. A passo spedito marciò per i corridoi, ben attento a non farsi trovare con un tenero batuffolo in mano. Spalancò teatralmente la porta dell’ufficio.
– Minerva!
– Severus, che modo è questo di presentarsi…
L’uomo si fece avanti depositando sulla scrivania la povera bestiola, che cominciò a guardarsi intorno smarrita ma curiosa allo stesso tempo.
– Ho trovato questo gatto.
– Vedo… ma se è un regalo di Natale non posso accettarlo – rispose sorridente la professoressa.
– È un tuo simile. Digli che non voglio avere niente a che fare con lui e che se ne ritorni da dove è venuto.
La McGranitt trattenne una risata, ma, curiosa di sapere come quel gatto si fosse imbattuto proprio in Severus, assunse la sua forma da Animagus. Severus osservava la scena con le braccia incrociate, attento a non perdersi nessuna sfumatura del discorso, come se potesse comprenderlo…
Dopo qualche minuto la professoressa riprese la sua forma umana. Ma non le riusciva di togliersi un sorriso sornione dalla faccia.
– Questa gattina mi ha raccontato che sei stato molto premuroso con lei, che l’hai fatta riparare dalla pioggia, le hai offerto del latte e l’hai perfino fatta scaldare davanti al camino. Ha percepito subito un forte legame fra voi e non ha nessunissima intenzione di lasciarti.
Severus stava per rispondere qualcosa, ma fu interrotto dall’arrivo del Preside.
– Oh, Severus, anche tu qui…
Intanto la McGranitt gli aveva messo il gatto fra le mani.
– Non lo voglio – lui glielo restituì.
Il preside seguiva lo scambio reciproco divertito, con un interesse quasi infantile. A un certo punto si intromise, permettendo alla McGranitt di riprendere posto dietro la sua scrivania.
– Suvvia, perché non vuoi tenerlo?
– È una gattina – precisò Minerva.
– Ma davvero? È tanto graziosa con quel pelo rosso… e guarda che begli occhi… Potrebbe tenerti compagnia… Le hai già dato un nome?
Severus era sul punto di esplodere. Irritato più che mai, voltò cocchio senza una parola e si diresse verso i suoi alloggi.
– Resta qui – ordinò all’animale, prima di scomparire dentro il caminetto. Ricomparve con un nastro bianco fra le dita. Una volta aveva confezionato il regalo di una persona speciale… Fece comparire una campanellina e lo annodò con un bel fiocco intorno al collo della micina.
– Lily – sussurrò con un sorriso.





 
:3 :3 :3
Se la storiella vi è piaciuta fatemelo sapere, mi raccomando! :) grazie mille a chi commenterà, preferirà, seguirà o ricorderà… :) :*
   
 
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