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Autore: Alys93    22/09/2016    5 recensioni
Mentre mi esaurivo nel cercare un sequel per "Al di là del Pozzo" mi è sorta spontanea una domanda. Come sarà stata la vita di Masaru e Fumiyo, prima della nascita dell'esuberante Kaori e di tutte le avventure che sono seguite? Automaticamente, ho preso il portatile ed ho iniziato a scrivere e... beh, questo è risultato. Spero che possa piacervi e che questa FanFiction possa aiutarvi a conoscere meglio questi due personaggi che sono rimasti un po' in ombra nella precedente storia, attraverso la loro infanzia ed adolescenza.
P.S. Oltre i due protagonisti, compariranno altri personaggi a loro legati, che, in qualche caso, si re-incontrano anche in "Al di là del pozzo". Inoltre, una volta tanto, nelle mie storie, i personaggi parlano in prima persona. Spero che vi piacerà
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Salve a tutti, ragazzi! Qualcuno da lassù sembra avermi benedetto, perché ho il capitolo pronto prima dell'inizio dei corsi e quindi posso lasciarvi qualcosina da leggere prima di dovermi tuffare tra i libri. Che dirvi se non un sentisimo GRAZIE per tutto il tempo che mi dedicate e per il vostro sostegno? E' merito vostro se questa storia sta continuando e Masaru e Fumiyo hanno ancora voce. Senza di voi, la loro avventura forse non avrebbe visto una fine. Ma basta annoiarvi, vi lascio al nuovo capitolo, che spero troverete interessante a suo modo.
Ancora una volta, ringrazio
_Cramisi_, LittleDreamer90 e Arthas_95. Le vostre parole per me sono uno sprone continuo per anadare avanti e... leggerle mi fa sempre sentire bene. Grazie di cuore, ragazzi.  


Capitolo 21: Adattarsi a un nuovo mondo


Pov Masaru
"Ci hanno detto che tu puoi aiutarci", la mia voce rimbomba nella stanza e il fatto che vi sia solo una luce nell'intera stanza non rende l'atmosfera molto amichevole, ma non sono io quello che trema.
L'umano dietro la scrivania si guarda intorno, cercandomi seguendo il suono, e non posso fare a meno di sorridere nella penombra.
Per essere uno famoso per il proprio sangue freddo, mi sembra che stia tremando come una foglia al vento!
"Chi c'è? Chi ha parlato?", ha un tono di voce più stridulo di quanto avessi immaginato vedendolo, ma forse è solo una reazione al panico.
I secoli possono anche essere cambiati e aver portato i ningen a credere di essere i padroni assoluti del mondo, ma ai miei occhi restano sempre prede.
E vederle agitarsi, in cerca del pericolo che percepiscono senza però vederlo… è una vera soddisfazione.
La prima che mi godo appieno da quando siamo finiti in questo futuro caotico e ancora sconosciuto.
"Allora? Chi è che si diverte a farmi questi scherzi idioti?! Vieni fuori" esclama di nuovo, infilando una mano nella tasca e tirandone fuori uno strano oggetto nero e lucido "Keita? Keita, vieni subito qui!".
Sogghignando, lascio cadere il corpo svenuto del tipo che ha provato a impedirci di passare, ma è bastato un colpo ben dosato allo stomaco per farlo crollare come un sacco di riso.
Nel ritrovarsi il suo tirapiedi quasi addosso, l'uomo fa un balzo all'indietro degno di un coniglio, ma subito i suoi occhi scuri assumono una luce gelida e impugna con maggior decisione quella strana cosa nera.
Cosa sia non lo so, ma non piace e qualcosa mi dice che è meglio restarne lontano.
"Non so chi tu sia, ma non apprezzo il modo in cui sei arrivato fin qui" afferma con forza, tirando fuori il fegato che sembrava aver perso poco prima.
Forse non è l'imbecille che avevo supposto all'inizio…
"Fatti vedere e vediamo di parlar civilmente, se ne sei in grado" lo sento continuare, gli occhi che saettano in ogni direzione nel tentativo di trovarmi "Se mi starai simpatico, ti pianterò direttamente un proiettile in testa, per non farti soffrire. Ma più mi fai aspettare, più te ne pianterò in corpo e ti assicuro che patirai le pene dell'Inferno".
"Proiettile?" ripeto a bassa voce, cercando di capire a cosa si riferisca quel tipo, ma Fumiyo scuote la testa, limitandosi a stringermi il polso in segno d'avvertimento.
È il suo modo di dirmi di stare attento e non correre rischi inutili, ma sappiamo entrambi che quel tizio può essere la nostra unica possibilità di capire qualcosa in più di questo nuovo mondo. O di trovare qualcuno dei nostri…
"Diamo il via alla caccia" sussurro, prendendo un lungo respiro per prepararmi.
Faccio cenno a Fumiyo di restare dietro la trave e mi spingo verso la luce, ma senza poter essere individuato con chiarezza.
Non so cosa sia un proiettile, ma l'idea di averne uno in corpo non mi piace lo stesso.
Sarò anche ignorante, ma non sono stupido.
"Abbassa quell'affare. Non sono qui per farti del male, sciocco ningen" esclamo, premendo la schiena contro un cumulo di grosse casse "Non ti servirà".
Dagli spiragli lasciati da questi blocchi di legno, posso seguire i suoi movimenti e lo vedo voltarsi di scatto nella mia direzione, la destra stretta attorno a quel pezzo di metallo lucido che non capisco cosa sia.
È piccolo, non ha un'aria minacciosa, eppure lui la impugna come se potesse davvero provocarmi qualche danno.
In ogni caso, meglio non fare mosse false mormoro tra me Non ci tengo a finire di nuovo con la faccia piena di quella polvere piccante.
Strisciando silenzioso fino a un angolo più aperto per osservare meglio il ningen, lancio uno sguardo alla mia compagna per assicurarmi che sia ancora riparata.
Dopo l'incontro con il primi ningen nei pressi del tempio, preferisco che mi copra le spalle, cosa che ha fatto più che egregiamente.
Senza di lei… meglio non pensarci. L'orgoglio mi brucia come se ci avessero strofinato sopra quella dannata polvere rossa, ma sono anche fiero della mia donna.
Ancora una volta, ha saputo sorprendermi con la sua forza di volontà e non posso negare che mi abbia tolto da un bel guaio.
Se fossi finito in questo pazzo mondo da solo.. dubito che sarei riuscito a cavarmela.
"Mi hanno detto che sei potente, che da te dipendono molte delle cose che accadono tutt'intorno" affermo, balzando su una cassa per evitare che mi veda i piedi quando si abbassa di scatto "Allora mi chiedo.. perché ti nascondi come un comune ratto in un posto tanto buio e fatiscente?".
Da quel poco che ho capito dei discorsi dell'umano della montagna, la struttura in cui ci troviamo è un grande magazzino, anche se perlopiù vuoto e… diverso dalle sue descrizioni.
Ci sono molte più porte di quanto avrei immaginato e molte sono anche pesati, come se fossero molti strati di ferro uniti assieme.
Nulla di eccezionale per me, ma per i ningen non è uno sforzo da poco.
Tuttavia continuo a non capire. Perché costruire porte così pesanti? Sono più sicure? E perché non sono più quelle scorrevoli di una volta?
Vedo i suoi occhi scuri puntarmi, pur senza vedermi a causa delle ombre fitte che riempiono il luogo, ma non mi sento tranquillo.
Più guardo questo umano, più inizio a capire perché molti dei suoi simili lo temano.
C'è qualcosa nel suo sguardo che mi inquieta, una sensazione nuova dato che non ho mai avuto timore di un comunissimo umano.
E la cosa non mi piace. Neanche un po'.
"A me sembra che il ratto sia tu. Resti nell'ombra, senza farti vedere, e osi giudicare me?", bisogna ammetterlo, sa come rigirare la frittata questo qui.
"Diciamo solo che non capisco, ningen. Come un sacco di altre cose, a dire il vero" replico con calma, spostandomi con piccolo salto sulla cassa superiore "Ed è qui che entri in gioco tu".
"In che modo? Non so chi sei, né tantomeno cosa vuoi da me" lo sento ribattere, le sue scarpe lucide che scivolano sul.. -com'era che si chiamava? Cemento?- senza far rumore "E perché continui a chiamarmi ningen? Cos'è, una parola in codice?".
Ancora? Ma questi umani sono davvero degli idioti!
Quante volte dovrò ripetere che è questo il modo in cui definisco i non demoni?
Dall'altra parte del magazzino, vedo Fumiyo sporgersi appena per guardarmi e le rivolgo un'espressione seccata che lei coglie al volo.
Scorgere il suo sorriso divertito mi rasserena un po' e scuoto la testa, prima di agganciare le ginocchia a una trave poco sopra di me e lasciarmi cadere all'indietro, in modo da incrociare finalmente il ningen da cui ci hanno mandato "Te lo spiego subito, umano".
Colto di sorpresa, lo vedo sgranare gli occhi e, rapido come un fulmine, mi punta contro quello strano pezzo di metallo, che solo ora vedo ha un foro al centro e puzza come la polvere cinese che una volta ho visto esplodere nel cielo in una miriade di colori.
Qualcosa però mi dice che quell'affare può fare molto di più che tingere la volta celeste di rosso o verde.
Seguendo l'istinto, mi lascio cadere al suolo, atterrando sulle mani e le punte dei piedi e il viso mi si distorce in una smorfia nel sentir risuonare quello che sembra un tuono in miniatura.
Non so cos'abbia fatto quel tipo, ma mi pare evidente che le sue intenzioni sono tutt'altro che amichevoli.
Muovendosi come se fosse guidato da anni di esperienza, l'umano abbassa la sua arma e me la punta di nuovo contro, tirando indietro il dito.
Una nuova deflagrazione mi scuote i timpani sensibili e mi porto una mano davanti al viso quando un nuovo boato scuote l'aria.
Le mie dita si stringono attorno a un piccolo cilindro metallico dotato di punta, che tuttavia non è riuscita a intaccare la mia pelle, ma mi lasciò sfuggire un gemito "Dannazione, scotta!".
Il pezzetto di metallo cade tintinnando, ma io sono troppo impegnato a soffiarmi sulla mano bollente per curarmene.
Tuttavia, non mi sfugge il rantolo sconvolto del ningen, che arretra di diversi passi "Ma.. ma com'è possibile? Hai fermato.. il proiettile… con una mano. No, assurdo, non può… non può essere!".
Irritato, mi rimetto in piedi e scopro con un certo piacere di sovrastarlo di più di mezza testa.
È alto per essere un ningen, ma ancora non può confrontarsi con me.
"È  possibile, invece, umano" sibilo, strappandogli quello strano oggetto di mano prima che provi a colpirmi con un altro proiettile "Dopotutto, ho sensi molto più sviluppati dei tuoi. Più forza. E dubito che una tua arma possa farmi qualcosa".
Leggere il panico diffondersi sul suo volto mi porta a sogghignare compiaciuto e devo trattenermi dal ridere quando sbianca nel scorgere le mie zanne.
"Co-cosa sei?" rantola terrorizzato, percorrendomi da capo a piedi più di una volta, e scoppio a ridere nel vederlo rifilarsi un pizzico sulla mano, quasi volesse svegliarsi da un incubo.
"Sono reale quanto te, umano" dico, afferrandolo per gli abiti e sollevandolo da terra "O pensi che un mero sogno possa farti questo?".
Qualcosa, simile a una scintilla di comprensione, gli brilla nello sguardo e le sue labbra prendono a muoversi silenziose nel formare la parola "Demone".
Non se l'intuizione geniale gli si arrivata da mio aspetto, dall'armatura che indosso o dalla scintilla scarlatta che mi ha tinto per un attimo gli occhi, ma quasi mi metterei ad ululare dalla gioia!
"Oh, Kami. Finalmente" esclamo soddisfatto, rimettendolo a terra "Un ningen con un minimo di sale in zucca".
"Ma.. i demoni sono spariti da secoli" prova a protestare l'umano, pur non osando forzare la mia presa "Com'è possibile che…?".
"Ci siamo semplicemente adattati, ningen" ribatto più tranquillo, spingendolo sulla sedia che occupava fino a quel momento.
Qualcosa mi dice che le sue gambe sono molli come il bambù lasciato in acqua per troppo tempo.
"Non è facile sbarazzarsi di noi. Siamo alquanto coriacei… e vendicativi" aggiungo, sorridendo nel vederlo sbiancare ancora quando si accorge dei miei artigli, poggiati con noncuranza sui braccioli del suo piccolo trono di pelle.
"Masaru, basta. Abbiamo bisogno del suo aiuto, non di fargli fermare il cuore dallo spavento" mi rimprovera Fumiyo, comparendo come un'ombra al mio fianco.
Sbuffando appena, mi allontano per lasciare posto a lei.
Conosco bene la sua abilità nelle trattative e non mi dispiace lasciarle campo; mi sono divertito abbastanza a strapazzare il nostro nuovo amico e, stavolta, senza rischiare la cecità o altro.
Sedendosi sul lucido ripiano della scrivania, la mia compagna accavalla le gambe per stare più comoda, ma un basso ringhio d'avvertimento mi risuona nella gola quando mi accorgo che il ningen sta lasciando vagare un po' troppo l'occhio.
Meglio per lui se capisce subito come comportarsi, o gli rifilerò una lezione che non scorderà più.
"Ci hanno detto che tu puoi aiutarci a risolvere la nostra… situazione" dice Fumiyo, lanciandomi uno sguardo divertito prima di concentrarsi sull'umano "Siamo capitati qui per un caso, ma non conosciamo quasi nulla di questo nuovo mondo. Capirai che questo ci causa diversi problemi".
Rigido come un pesce essiccato, l'altro annuisce appena, allargandosi il colletto della camicia -o almeno mi sembra si chiami così quell'indumento bianco- come se non respirasse bene "E.. come potrei..?".
"Aiutarci?" gli viene in aiuto la mia donna, sorridendo conciliante "Vedi, in realtà è molto semplice. Devi insegnarci come vivere qui".
 
Non avrei mai pensato di dirlo, ma gli umani sanno far ridere in un modo assurdo.
Alla richiesta di Fumiyo, quel ningen ha allargato tanto gli occhi da sembrare la vecchia pulce del mio amico Inuken.
Sembra incredulo nell'avere davanti due demoni, ma almeno ha il buon senso di restare fermo e buono. È intelligente, devo ammetterlo.
"Insegnarvi a vivere qui?" ripete in un fil di voce "Perché dovrei farlo? Per quanto ne so, voi siete solo un'allucinazione dovuta al troppo sakè!".
Rapida come un serpente, la mano di Fumiyo si stringe attorno al suo collo, il viso ora meno dolce e più degno del sangue che le scorre dentro "Se non lo fai, ci rivolgeremo a qualcun altro, ma tu.. non avrai modo di scoprire se hai sognato o meno, perché sarai morto".
È incredibile come un tono così vellutato possa risultare anche minaccioso e mi ritrovo a sogghignare, soffocando il brivido di piacere che mi ha percorso la schiena.
Kami, se sapesse che effetto mi fa sentirla parlare in questo modo…
"Fossi in te, le darei ascolto, umano" affermo, appoggiandomi alla parete vicina "In confronto a me, la mia donna sa essere alquanto… feroce".
Il sorriso di Fumiyo mi causa un'altra scossa in tutto il corpo, ma mi è più facile dissimulare quando mi dà nuovamente le spalle, concentrandosi sul ningen.
Il quale deve aver capito che gli conviene collaborare, se non vuole finire a guardare i fiori dalla parte delle radici.
Eppure non perde del tutto la sua baldanza, perché ci scruta come se si stesse chiedendo cosa possiamo fare con esattezza "Mettiamo il caso che.. accetti. Cosa ci guadagno io?".
Guardandoci, riesce a mettere insieme il sorriso tipico di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico "Dopotutto, istruirvi in modo che passiate inosservati e fornirvi i documenti che vi servono non è roba da poco. Mi sembra giusto chiedere qualcosa in cambio".
Ci aspettavamo una richiesta simile.
Non importa quanti secoli siano passati, i ningen non sono cambiati minimamente. Vogliono sempre qualcosa in cambio di qualcos'altro.
Oro per informazioni, figlie per il potere… sangue per la vittoria.
"Avere salva la vita non ti basta, vedo" grugnisco seccato, lanciando uno sguardo carico di sottointesi a Fumiyo.
Lei annuisce appena, dandomi campo libero, e io mi sforzo di non vomitare mentre dico "Possiamo offrirti.. le nostre capacità. Per un certo periodo di tempo, s'intende".
Non ho certo intenzione di restare qui a vita!
Da quando Fumiyo è entrata nella tribù, appena bambina, mi sono interessato sempre più al mondo da cui era giunta e ho passato diverso tempo ad osservare i ningen.
So che i più potenti tendono a circondarsi di guardie forti e robuste come rocce, disposte a salvaguardare la loro pellaccia, nonché di collaboratori furbi e sempre pronti ad ordire intrighi per aumentare il potere del proprio padrone.
Con noi potrebbe avere entrambi i vantaggi, ma la sola idea di eseguire gli ordini di una razza a me inferiore mi da il voltastomaco.
Non che ci resti molta scelta, se vogliamo capire come vivere qui aggiungo silenzioso, ma incapace di trattenere la smorfia disgustata che m'incide il volto.
So che neanche Fumiyo è molto contenta di questa decisione, soprattutto per via della sua infanzia.
Gli umani non le hanno portato altro che dolore, strappandole brutalmente la madre e ignorando le sue richieste di aiuto quando sua nonna si è ammalata.
Ma questo ningen e l'organizzazione di cui è a capo può darci ciò che ci serve per riuscire a sopravvivere in questo futuro finché non troveremo un modo per tornare al nostro tempo.
Magari ci vorranno anni, decenni, ma non m'importa.
Io intendo tornare alla mia tribù, al mio mondo assieme a Fumiyo e, in un modo o in un altro ci riuscirò.
Nazuna ci ha trascinato qui e sarà lei a riportarci indietro, anche se non so ancora come.
Intanto, ciò che conta è sopravvivere.
Seppur con ancora la mano di Fumiyo stretta attorno al collo, il ningen sorride e unisce la punta delle dita appena sotto il mento "Bene, a quanto pare abbiamo un accordo. Ora.. prima di definire tutti i dettagli, gradirei poter respirare normalmente, dolcezza".
Seppur riluttante, Fumiyo lo lascia andare e torna al mio fianco, ma dal modo in cui si muove capisco che è pronta a scattare alla minima provocazione.
Alla prima sorpresa sgradevole, quel tipo sarà un uomo morto.
Eppure ora ci sorride tranquillo e indica le sedie davanti a lui, invitandoci a sederci.
"Mi rendo conto di poter risultare indiscreto, ma vorrei capire meglio ciò di cui avete bisogno e quali sono le vostre capacità. In questo modo, potremo venirci incontro molto più facilmente".
"Dopotutto, voglio che questo sia un rapporto proficuo per tutti" aggiunge, inclinandosi meglio contro la poltrona.
Anche se non mi piace il suo modo di fare, annuisco brusco.
Ammetto di essere sorpreso dal modo in cui questo umano sembra accettare con pacatezza l'esistenza dei demoni, di come.. sia aperto.
Certo, all'inizio è rimasto sconvolto, ma ha una capacità di ripresa non indifferente per la sua razza.
Sembra disposto a venirci incontro, pur pretendendo qualcosa in cambio, ma sarebbe potuta andarci peggio.
Aiutato da Fumiyo, spieghiamo al meglio la nostra situazione e vedo il ningen serrare le labbra per non ridacchiare quando ci tocca ammettere che la mia compagna è capace di leggere e scrivere, seppure con una certa fatica, mentre io non ho idea di come si tenga in mano un pennino.
"Credo proprio che dovremo partire dalle basi, allora" commenta infine, lo sguardo serio e concentrato "In questo mondo, leggere e scrivere sono capacità essenziali ed esistono anche diversi tipi di scrittura. Ma non temete, so esattamente come aiutarvi".
Pigiando le dita su degli strani bottoni, si porta un oggetto allungato tra l'orecchio e la spalla "Ozu? Ho un compito per te".
Ma con chi cavolo sta parlando? Con quello strano oggetto squadrato?
Fumiyo mi rivolge uno sguardo altrettanto incredulo, ma restiamo in silenzio mentre una voce gracchiante esce da uno dei due fori di quell'affare che l'umano stringe nella mano "Ricordi il professore che ci doveva restituire quel prestito? Forse ho trovato un altro modo per farlo sdebitare".
 
Pov Fumiyo
Tracciando un'altra X sul calendario che ci hanno dato, emetto un sospiro stanco e mi lascio cadere sul letto.
Sono a dir poco esausta, ma la vita sembra aver preso una piega migliore da qualche settimana a questa parte.
Certo, è strana e anche parecchio, ma.. bisogna pur far buon viso a cattivo gioco e non posso che ritenermi fortunata nell'avere Masaru al mio fianco.
Se fossi capitata qui da sola… Che i Kami me ne scampino. Sarei stata persa.
Continuo a non capire perché ci hai portato qui, nonna mormoro silenziosa, fissando il soffitto con occhi pensierosi Perché questo futuro? È una specie di prova la tua? Che intenzioni hai per noi?.
Sollevando il braccio sinistro, fisso il bracciale che mi adorna il polso e mi ritrovo a sospirare nel ripensare al momento in cui ho percepito il suo potere avvolgere me e Masaru, aprendo un varco per questa dimensione.
Non nego che ciò ci abbia salvati e ne sono grata, ma continuo a brancolare nel buio.
Neanche tutte le nozioni che quel ningen tutto impettito ci insegna riescono a colmare questo vuoto.
Posso imparare a leggere come se non avessi mai fatto altro in vita mia, usare tutti i diversi tipi di kanji di questa società e comprendere che siamo solo parte di un mondo ben più grande, ma continuo a non capire il motivo che ci ha condotto qui.
Che scopo ha questa permanenza forzata nel futuro?
Stanca tanto nel corpo che nella mente, mi rassegno a chiudere gli occhi e riprendermi dopo quest'assurda giornata.
In cambio delle lezioni e dell'istruzione che ci sta fornendo, Nagato Yokomizo ci ha assegnato degli incarichi.
Nulla di particolarmente pesante per noi.
Masaru deve restargli vicino quando contratta con altri capi di questa sorta della malavita giapponese, la Yakuza, proteggendolo e avvisandolo nel caso avverta odori sospetti.
So che, durante alcuni di questi incontri, qualcuno ha provato a metterlo alla prova, ma pochi che hanno osato sfidarlo sono tornati indietro parecchio malconci.
Nagato non ha rivelato a nessuno, se non al professor Hatake, la nostra vera natura e a noi sta benissimo così.
Meno gente sa dell'esistenza dei demoni in questo strambo futuro, meglio è.
Peccato che, sapendolo, molti eviterebbero di farsi spaccare le ossa da mio marito perché l'hanno preso sottogamba.
Io invece sono usata più come.. corriere. Porto pacchi di ogni tipo da una parte all'altra dei questa immensa città che è diventata Tokyo, seguendo le indicazioni ricevute.
La mia agilità mi permette di evitare blocchi e curiosi, il che va a tutto vantaggio dell'organizzazione.
Ormai ho iniziato a capire di far parte di una sorta di gang che non esita ad uccidere, ma, da un certo punto di vista, la mia vita non è cambiata molto rispetto a quando vivevo con la tribù.
Da che mondo è mondo, la legge del più forte sembra sempre presente e, anche se vado contro la cosiddetta legalità, non me ne faccio problema.
Certe volte, bisogna percorrere strade oscure per sopravvivere e, sinceramente, dubito che il governo avrebbe potuto aiutare me e Masaru come sta facendo Nagato.
Certo, lo teniamo sempre sotto stretta sorveglianza, pronti a reagire al minimo accenno di tradimento, ma per ora la nostra collaborazione sembra funzionare.
Da qualche giorno, ci ha consegnato anche dei documenti da mostrare in caso di necessità.
Le ha chiamate carte d'identità o qualcosa di simile, ma non è tanto il nome che importa quanto l'averla sempre con sé.
Tutti questi pensieri finiranno per farmi scoppiare la testa borbotto, girandomi su un fianco per trovare una posizione più confortevole.
Inizio ad apprezzare non poco gli abiti di questo periodo, più pratici e confortevoli di quelli usati dai ningen che ho conosciuto, ma non posso che arrossire al ricordo di come sia cambiata persino la biancheria intima.
Il ritrovarmi tra le mani tessuti ben più leggeri e striminziti dello yukata a cui ero abituata mi ha messo parecchio a disagio, all'inizio, ma ho imparato ad adeguarmi.
Un lieve sorriso m'incurva le labbra a quel pensiero e, finalmente, chiudo gli occhi, pronta a lasciarmi andare tra le braccia del sonno.
In teoria dovrei leggere gli appunti consegnati dal professor Hatake, ma mi sento come se il cervello stesse per esplodere.
Lo farò più tardi prometto a me stessa, affondando il viso nel cuscino e lasciandomi avvolgere dal torpore che precede il sonno.
Sono così stanca…

Un leggero sospiro mi sfugge dalle labbra nel percepire una mano carezzarmi la fronte e mi ritrovo a sorridere, sentendomi come quando mia madre mi faceva addormentare sulle sue gambe, prima di mettermi a letto.
Dopo la sua morte, è stata sempre la nonna a donarmi quel gesto d'affetto e non riesco a trattenere una lacrima.
Mi mancano così tanto… i secoli hanno potuto solo lenire il dolore causatomi dalla loro scomparsa.
So che ti senti confusa, bambina mia, ma vedrai che tutto avrà un senso.
A quella voce, sgrano gli occhi, o almeno credo di farlo, perché non incontro altro che un bianco accecante ovunque guardi.
Eppure le carezze non s'interrompono e io sento un groppo invadermi la gola nello scorgere mia nonna, unica presenza in quel mondo apparentemente privo di qualsiasi cosa.
"Ma.. com'è possibile? Sto sognando?" chiedo flebile, non riscendo a credere a ciò che vedo.
In un certo senso, tesoro. Sei in un limbo che sono riuscita a creare per parlarti… ma dovevo attenere che il tuo spirito fosse più vicino al mio per riuscirci mi spiega lei, sorridendo paziente.
Sentendomi di nuovo bambina, mi lascio avvolgere dalle sue braccia, mordendomi le labbra per trattenere i singhiozzi "Mi sei mancata così tanto, nonna. Io…".
Sei cresciuta, Fumiyo. E sei diventata una splendida donna, capace di forgiare da sé il proprio futuro m'interrompe lei, tenendomi stretta Sono così fiera di te, bambina. Sei riuscita a trovare la felicità che desideravi, anche se hai affrontato grandi dolori.
Dal modo in cui mi guarda, capisco che sa del cucciolo che ho perso, ma apprezzo che non ne faccia parola. La ferita si è rimarginata, ma fa sempre male.
"Nonna, ho così tante cose da dirti… da chiederti" mormoro flebile, appoggiando il viso contro la sua spalla "Ma non so da dove cominciare".
Purtroppo, il tempo che posso trascorrere con te è davvero poco, bambina. Ma una cosa posso dirtela afferma lei, facendomi sollevare il viso affinché i nostri sguardi s'incrocino Tu e il tuo compagno volete sapere perché vi ho condotti qui, perché abbia aperto il varco tra le due dimensioni… E se mai potrete tornare a casa.
Un sorriso divertito le incurva le labbra È un tipo tosto il tuo demone. Un vero guerriero. Ma puoi rassicurarlo. Se siete qui è perché ho voluto tenervi al sicuro da questi cambiamenti che altrimenti avreste dovuto affrontare senza capire come. È un mio modo per prepararvi a ciò che vi aspetta. E per darvi una possibilità di rendere completa la vostra felicità.
Le sue parole mi confondono, eppure una fiammella di speranza mi si accende nel petto "Vuoi dire che… potremo tornare indietro, un giorno?".
Sì, Fumiyo. Quando il bocciolo fiorirà in tutto il suo splendore, quello sarà il momento di tornare indietro mi rassicura, sfiorandomi la fronte con un bacio Fino ad allora, sii forte, bambina. E vedrai che i Kami ascolteranno la tua preghiera.    
 

E anche questo capitolo si è concluso. Mi rendo conto che, negli ultimi capitoli, può sembrare ci sia meno continuità temporale, ma vi assicuro che è solo un'impressione. Non perdo mai di vista il filo della storia ^-^ Cosa ne pensate? Sono andata un po' troppo di fantasia, secondo voi? XD Ammetto di essermi divertita non poco a scrivere questo capitolo, soprattuto l'inizio, e mi viene un po' di malinconia nel capire che la parola "Fine" si sta avvicinando piano piano. Temo mi dovrete sopportare ancora un po', ma l'avventura di questi due lupetti sta iniziando ad avviarsi verso il suo tramonto per lasciare posto a quelle che verranno. E tutto grazie a voi.
Mi auguro di tornare presto e farvi sorridere ancora, nel frattempo... Bacioni a tutti!
Con affetto, vostra
Alys 

   
 
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