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Autore: Chelibe    22/09/2016    3 recensioni
"Durante l'estate dell'80 mia sorella mi scrisse una lettera: era nato il suo primo figlio, Harry James Potter. Mi chiesi perché mai avrebbe dovuto interessarmi qualcosa a proposito di un altro Potter; quindi, accartocciai la pergamena e la buttai nel cestino.
Poi, il 31 Ottobre dell'81, Lily morì."
Ritengo che Petunia Dursley sia uno dei personaggi più sottovalutati di Harry Potter.
Ho deciso di renderle giustizia con questa one-shot. Narra la storia delle sorelle Evans narrata dal suo punto di vista. Spero vi piaccia!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petunia Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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LE CONFESSIONI DI PETUNIA EVANS DURSLEY
 
Prima di quel 1° Novembre del 1981, conducevo una serena e tranquilla vita al numero 4 di Privet Drive. Vivevo con mio marito Vernon ed il nostro splendido bambino, Dudley.
Avevo imparato a soffocare l'odio e il rancore che provavo, sin da ragazzina, per Lily.
Non fraintendetemi: era pur sempre mia sorella. In fondo, sapevo di volerle bene.
Tuttavia, quando ricevette la lettera per quella che attualmente considero una ridicola scuola di strambi, la detestai. Non era giusto! Perché a mia sorella era consentito frequentare il castello e a me no? Mi mancava qualcosa che lei invece aveva? Scrissi una lettera al preside, Albus Silente, ma la mia richiesta di ammissione fu nettamente rifiutata e a quel punto persi la testa.
Mia madre era così soddisfatta di avere una figlia speciale che smetteva di considerarmi per rivolgerle tutte le sue attenzioni. Lily si lasciava sempre scappare qualche stregoneria involontaria a casa ed io cominciavo a pensare che la sua non fosse una virtù, ma una maledizione.
Decisi che avrei odiato la magia e dimenticato la vera natura di mia sorella.
Fortunatamente non ebbi modo di vederla molto, in seguito.
Mentre si frequentava con uno dei suoi squallidi simili, James Potter, io mi dedicavo agli studi per poter costruirmi un buon futuro ed ottenere un lavoro decisamente più serio dell'agitare una bacchetta di legno. Partii per il cuore dell'Inghilterra, Londra, e lì mi iscrissi ad un corso di dattilografia. Ben presto trovai un lavoro ed ottenni addirittura un ufficio.
In quel periodo della mia vita incontrai Vernon Dursley.
Vernon mi piacque sin da subito. Era un uomo serio e dall'aria autoritaria. Parlavamo spesso e sotto alcuni aspetti ci somigliavamo. Iniziammo a frequentarci e, dopo qualche tempo, mi chiese di sposarlo nel soggiorno di casa mia e sotto gli occhi dei miei genitori. Che romantico!
Tutto procedeva a gonfie vele, non poteto desiderare di meglio.
Ero finalmente felice.
Tuttavia fu la mia stessa decisione a stroncare la serenità appena raggiunta: convinta di aver superato le vecchie questioni familiari, decisi di rivelare la verità su Lily a Vernon. Lui reagì proprio come avevo immaginato: rimase spiazzato e tremendamente turbato. Proposi di organizzare una cenetta ad un ristorante tra me, lui, mia sorella e James Potter, il suo ragazzo. Avremmo potuto confrontarci e magari la lite si sarebbe risolta.
Fu un disastro.
James Potter era un uomo dispettoso ed infantile. Attirò l'attenzione dei presenti al ristorante blaterando qualcosa sulla magia. Vernon gli aveva semplicemente chiesto quale fosse la sua macchina da corsa preferita e lui aveva cominciato a parlare di scope volanti e altre invenzioni del mondo magico. Sapeva che era una questione delicata per noi ma, solo per nutrire il proprio esibizionismo e la propria puerilità, rovinò il nostro tentativo di riappacificamento.
Fu troppo.
Senza dire una parola, li piantai lì. Sono abbastanza sicura che Lily avesse cercato di seguirmi inizialmente, ma mi ero stancata.
Amava un uomo stolto e questo significava che stolta era anche lei.
D'ore in avanti li avrei ignorati, come se non fossero mai esistiti.
"Sono maghi", ricordai a me stessa "Ed io detesto la magia."
Non invitai né lei e né James al mio matrimonio con Vernon e noi due non andammo al loro.
Questo distacco da mia sorella rassicurò un po' sia me che Vernon e tornammo alla nostra buona e vecchia vita.
Ben presto arrivò il nostro piccolo Dursley, biondo e carnoso come un magnifico putto. Oh, Duddy!
Durante l'estate dell'80 mia sorella mi scrisse una lettera: era nato il suo primo figlio, Harry James Potter. Mi chiesi perché mai avrebbe dovuto interessarmi qualcosa a proposito di un altro Potter; quindi, accartocciai la pergamena e la buttai nel cestino.
Poi, il 31 Ottobre dell'81, Lily morì.
Morì lei e morì James.
Non ho mai parlato a nessuno del modo in cui lo scoprii, se non a Vernon per ovvie ragioni.
Ritrovai il fagotto di un bambino sullo zerbino di casa, appena fuori l'ingresso. Era pallido come un cencio e sulla fronte aveva una sottilissima cicatrice a forma di saetta.
Qualcuno gli aveva avvolto il corpicino con una coperta; potei intuire chi fosse stato grazie ad un foglio di carta arrotolato sotto un lembo del tessuto, dove era stato scribacchiato qualcosa con una scrittura sghemba, a me familiare.
Albus Silente, il preside di Hogwarts.
Lessi.
A causa di una potenza malvagia di quel mondo, quello stupidissimo mondo che li faceva sentire a casa, Lily e James erano stati assassinati. Il loro bambino, Harry Potter, era sopravvissuto. Silente mi chiedeva di prendermene una cura. Di occuparmi del figlio della mia defunta sorella.
Studiai il quartiere desolato con un'accurata occhiata, prima di raccogliere il bambino e portarlo in casa.
 
Francamente, Lily, mi manchi.
Non sei mai stata una brava sorella, né una brava persona.
Mentre io studiavo e sgobbavo come una matta per fare in modo che mamma fosse fiera di me, a te bastava far levitare in aria un piatto e subito ti lodava estasiata.
Ho cominciato ad invidiarti, ma l'invidia poi è diventata dispezzo. Un incredile disprezzo. Oh, Lily, ho avuto il coraggio di ignorarti per anni, fingere che non esistessi per la tua anormalità.
Oggi non so neanche dove sei seppellita, non so dove portarti i fiori. Probabilmente adesso sei sotto terra, da qualche parte, con James.
Non ho mai smesso di odiare James.
Ma tu eri stupida, Lily. E le stupide amano sempre i ragazzi sbruffoni come James.
Mi dispiace. Dopotutto eri solo uno scherzo della natura, vittima della situazione.
Se avessi potuto, ti avrei impedito di saltare su quel dannatissimo treno, di oltrepassare quel binario stregato.
Sai, odio tuo figlio. È la copia di suo padre, ma ha i tuoi stessi meravigliosi occhi verdi e non riesco a guardarlo troppo a lungo perché ho paura di scoppiare a piangere.
Oh, Lily.
Nonostante l'invidia, l'odio, le liti... Nonostante la tua diversità...
Ti voglio bene.
 
Tua  Petunia  
   
 
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