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Autore: Dragon gio    22/09/2016    1 recensioni
Non passava notte, in cui Bruce non si domandasse, se avesse fatto realmente bene a decidere di trasformare quel ragazzino nel suo partner nella lotta al crimine.
Un momento di riflessione per Bruce Wayne sul suo protetto Dick Grayson, il primo Robin.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman, Dick Grayson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! E’ la mia prima volta nel fandom di Batman e, sono emozionata ed euforica! Parto subito scusandomi se ci saranno errori o, se il carattere dei personaggi vi apparirà OOC, la mia conoscenza della serie si limita ai film e le serie animate, dei fumetti ho avuto modo di leggere pochissimo!
Visto che mi piace moltissimo il chara design di Young Justice, mi piacerebbe che vi figuraste così i loro costumi in questa storia, quello di Robin/Dick in particolare, perché trovo che sia uno dei più belli che gli abbiano mai dato!
 
A tal proposito, qui Dick ha 12 anni, spulciando sul web ho scoperto che nella suddetta serie, ne avrebbe 13, ma ho pensato che per questo momentino fluff dovesse essere più piccolo!
E il titolo è tratto dalla stupenda canzone Breakaway, di Kelly Clarkson, il cui testo mi fa pensare moltissimo al personaggio di Dick e alla figura di “Robin” in particolare!
 
Qui se volete ascoltarla mentre leggete la fiction: https://www.youtube.com/watch?v=0Xz9b0kCfX8
 
Come sempre, critiche, recensioni, consigli costruttivi, sono i benvenuti!
 
Buona lettura
Giò ♥
 
 
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Breakaway
[Out of the Darkness and Into the Sun]
 
 
Era stata una lunga notte per il “dinamico duo” di Gotham. Albeggiava all’orizzonte quando, il rombo della Batmobile, sfrecciava per le strade deserte, ritornando verso villa Wayne.
Batman guidava assorto nei suoi pensieri, non che fosse un tipo di molte parole, quel compito spettava a Robin di norma. Lanciò una fugace occhiata al sedile accanto al suo, notando come il ragazzino fosse stranamente silenzioso.
 
« Hai perso la parola, Robin? Di solito sei molto loquace, dopo una notte di pattugliamento movimentata. » Non ricevendo risposta, allungò una mano verso la sua spalla ma, quando udì quell’impercettibile russare, si fermò.
Un accenno di sorriso si dipinse sulle labbra dell’uomo, che tornò a fissare la strada dinanzi sé.
 
Dopo mezz’ora circa, la Batmobile era parcheggiata nella Batcaverna, al solito posto. Come sempre, il fidato Alfred attendeva il rientro dei due.
 
« Buona sera signor Bruce, anche se data l’ora ormai dovrei dire buongiorno. » Batman gli fece un cenno come saluto, saltando agilmente fuori dall’auto. Alfred rimase sorpreso di non vedere schizzare fuori il giovane Dick e cominciare a raccontare di quanti “cattivi avesse sistemato”, come era solito fare.
« Il signorino Dick, è rimasto per caso ferito? » Chiese con un leggero tono di apprensione il maggiordomo, notando la totale immobilità di Robin sul sedile del passeggero.
« No, non temere Alfred, è solo esausto. E’ stata una lunga notte. »
« Allora sarà il caso che io lo porti a letto, signore. »
« No lascia, faccio io. »
L’anziano maggiordomo inarcò sorpreso un sopraciglio ma, non discusse la decisione del suo padrone. Aveva imparato ormai da tempo che c’era sempre un buon motivo dietro ad ogni sua azione, anche quelle più insolite.
« Come preferisce, signor Bruce. »
 
Bruce slacciò la cintura di sicurezza e prese in braccio Dick, era leggero come un fuscello, come sarebbe stato qualunque altro ragazzino di dodici anni.
Lo condusse fino in camera sua, posandolo sull’ampio letto, troppo grande per un bambino, come lo era stato all’epoca per lui. Gli sfilò gli stivali, poi il mantello e, infine, la maschera. Il viso di Dick era solcato da alcuni lividi, un omaggio dei criminali con cui se l’era vista solo poche ore prima.
Non passava notte, in cui Bruce non si domandasse, se avesse fatto realmente bene a decidere di trasformare quel ragazzino nel suo partner nella lotta al crimine. Era certo che, se lo avesse lasciato allo sbando, avrebbe finito con il compiere qualche sciocchezza. Invece così, poteva tenerlo d’occhio, al sicuro, per quanto, portare fuori di notte un minorenne nelle peggiori strade malfamate, potesse definirsi tale.
 
Era ancora lì in piedi, accanto al letto, quando Dick mugugnò qualcosa nel sonno, voltandosi poi dalla parte opposta, rannicchiandosi appena su se stesso. Bruce allora afferrò la coperta in fondo ai suoi piedi e la usò per coprirlo, la mano indugiò a lungo sulla sua esile spalla, prima che riuscisse ad allontanarsi.
 
« Buona notte, Dick. »
 
Sulla soglia della camera da letto, poté udire la risposta, biascicata e assonnata del suo protetto. Due semplici parole che gli scaldarono il petto.
 
« Notte, papà… »
Stava sicuramente sognando i suoi genitori, di quei giorni ormai lontani, di quando faceva parte dei Grayson volanti. Prima che la sua innocenza venisse strappata via dal suo piccolo cuore, con crudeltà inaudita. Chiuse la porta alle sue spalle, la testa pesante che vorticava in mille pensieri.
Il suo piccolo Robin, dimostrava ogni notte di essere sempre più in gamba, sebbene fosse ancora molto spregiudicato. Chissà quanto tempo sarebbe trascorso, prima che l’uccellino abbandonasse il nido, e volasse via. Lontano dalle sue tenebre, da lui, per andare verso la luce del giorno, ben più calda e accogliente.
Non lo avrebbe fermato, no, impedirgli di vivere la sua vita sarebbe stato crudele. Ma questo pensiero lo turbava ugualmente, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
 
Proprio come un padre si preoccupava per il futuro del proprio figlio, Bruce era in ansia per Dick. Aveva un carattere esuberante e spigliato, sapeva sempre sbrigarsela in ogni situazione, senza contare che non si faceva remore a sfruttare il suo sguardo da angioletto per ottenere qualcosa di suo interesse. Tattica che con lui non funzionava, con sommo disappunto di Dick.
 
Un ragazzino così, ci avrebbe messo poco tempo a diventare un intraprendente adolescente e poi un giovane uomo. Sì, sarebbe accaduto, forse molto prima di quanto non avrebbe voluto ammettere Bruce.
Ma, fino ad allora, fin quando il piccolo Robin non sarebbe stato in grado di volare da solo, Batman avrebbe vegliato su di lui.
 
 
END
  
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