«Artù, riportamela» dice Morgana, a metà fra una supplica e un ordine.
Ha la testa alta e fiera, nonostante la voce rotta dalla paura e incrinata dalle lacrime in procinto di scendere da quei suoi occhi cerchiati di un rosso rosato.
Le tremano le labbra mentre si sforza di non cedere alla disperazione. Deve essere forte; sa che Artù non permetterà che le faranno del male.
E pensa se ci fossi stato tu qua al posto mio. Avresti pianto, riso o, forse, saresti rimasto impassibile mentre un sostituto avrebbe preso il suo posto qui al castello senza lasciare traccia del suo predecessore?
Morgana non sa a cosa pensare. Ha troppi pensieri ad affollarle la testa e troppo poco spazio e tempo per poterli riordinare. Fili intrecciati in fili più piccoli che non riesce a districare.
Immaginatelo come io adesso immagino lei. Solo, estraneo e forse anche un po' spaventato in mezzo a quelle bestie che si chiamano umani.
È un susseguirsi di parole non dette ma che continua a formulare. Se solo avesse la forza per parlare. Tra lei ed il principe adesso c'è solo un'intesa di sguardi che dicono più di quello che dovrebbero far capire.
Immaginatelo indifeso e circondato, mentre orde di uomini rudi e senza onore lo minacciano con la spada. Uomini selvaggi che non provano pudore nel ridicolarizzarlo. Magari ha anche le mani legate.
Artù china appena la testa in avanti, gli occhi azzurri nascosti sotto ciocche di capelli biondi e disordinati.
La vedi, vero? La sua paura; quel tremolio appena accennato delle dita; primo sintomo di terrore e di disperazione. Non riesco a immaginare Gwen in altro modo che questo. Così come tu, adesso, immagini il tuo servo.
Il principe solleva la testa e si congeda dalle sue stanze senza proferir parola. La sua sacca gli rimbalza sulla schiena, improvvisamente più pesante di quanto potesse essere prima. Morgana vorrebbe dirgli tante cose; ma le porte si chiudono alle spalle di lui con un tonfo che non emette suono. Spera solo abbia capito quel dialogo fatto di sguardi.
Riportamela come se fosse Merlino quello che stai andando a salvare, pensa.
E Morgana spera solo che quelle sue mute suppliche non siano state dette invano.