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Autore: froda    23/09/2016    1 recensioni
Quando Blaine Anderson soggiornò al "Kellerman's Mountain Home" con la sua famiglia nel 1963, non si aspettava altro che giorni al sole e partite a croquet, ma quando lui e sua cugina Rachel conobbero gli istruttori di danza , i loro piani furono scombussolati. Le vacanze di Blaine in famiglia potrebbero quindi divetare il più bel momento della sua vita.Klaine Dirty Dancing .AU
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Hiram Berry, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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L’aria calda estiva colpì il viso di Blaine, entrando dal finestrino aperto della nuova Dynamic88  di suo zio Hiram.

Blaine aveva passato l’ultima ora a guardare, senza interesse, il panorama della parte nord di New York scorrere,visto che era stanco di leggere e che la speranza di addormentarsi lo aveva abbandonato ormai da tempo.

Alla radio, Frankie Valli e i 4 Season stavano cantando “Big girl don’t cry” mentre , dall’altra parte del sedile, Rachel stava canticchiando qualcosa di completamente diverso, come faceva di solito quando la canzone non era di suo gradimento.

Questo suono discordante aveva fatto impazzire Blaine quando si era trasferito dai Berry, ma ora, dopo quattro anni, lo sentiva solo come un rumore di fondo.

Un rumore di fondo che si fermò di colpo quando Rachel di raddrizzò ed indicò un cartellone stradale dal finestrino.

“Guarda!” esclamò, “ Siamo quasi arrivati!”

Blaine si voltò appena in tempo per leggere le parole “Kellerman’s Mountain Home” prima che il cartello sparisse dietro di loto.

Dal sedile davanti, sua zia Shelby abbassò il volume della radio e si voltò verso di loro, sorridendo.

“Non so voi bambini, ma io non vedo l’ora di scendere da questa macchina” disse.

Blaine cercò di contenere il breve senso di irritazione che lo assaliva ogni volta che Shelby li chiamava bambini.

Non si sentiva più un bambino da anni ormai, ma era ridicolo arrabbiarsi per questo.

Di questo passo, li avrebbe chiamati bambini anche quando avrebbero avuto quarant’anni.

“Si, assolutamente” rispose, visto che Shelby lo stava guardando con un sorriso ansioso.

Era la verità.

Il viaggio di dieci ora da Lima, fatto in due giorni con una fermata per la notte a Erie, era eccitante come prospettiva… ma faticoso da fare.

Alla fine , sembrava che ricordasse a Blaine solo che stava aspettando l’occasione giusta per qualcosa.. il senior year, il diploma, le vacanze.. che non aveva mai capito quando sarebbe arrivato.

Blaine aveva uno sgradevole sospetto che presto, avrebbe cominciato a fare il conto alla rovescia dei giorni che mancavano alla fine del loro mese di soggiorno al Kellerman.

Il che naturalmente significava che avrebbe potuto iniziare a fare il conto alla rovescia dei giorni che mancavano alla sua partenza per la NYU.

Appena Hiram diresse la macchina lungo la strada tortuosa che li avrebbe portati all’albergo, Rachel prese uno specchietto e un pettina per sistemarsi la frangetta che era stata spettinata dal vento.

Istintivamente Blaine alzò una mano per sistemarsi i suoi, cosa che non era davvero necessario.

Erano così ricci che sfidavano tutti i tagli tranne quelli militari più corti così aveva preferito lasciarli lunghi e pettinati verso il basso.

Abbassò lo sguardo sui vestiti, tutti stropicciati dopo un giorno intero di viaggio, ma non c’era poi molto che potesse fare.

La strada li aveva portati sulla cima di una collina che si affacciava sulla costruzione principale del Kellerman e la fervente attività del check-in giornaliero.

Lungo la strada tortuosa che scendeva verso l’edificio, c’erano famiglie con i loro bagagli fuori dalle auto sotto il sole.

Dietro la costruzione principale il terreno scendeva fino a scomparire in un grande ed azzurro lago, incastonato tra pendii ricoperti di pini.

Era molto più bello di come veniva descritto sulla cartolina che era appeso allo specchio di Rachel a casa.

Hiram trovò un posto dove poter accostare e, non appena si furono fermati, Rachel scese dalla macchina, guardandosi attorno eccitata.

Blaine la seguì molto più lentamente , stiracchiandosi.

Si voltò quando sentì una voca urlare il nome di suo zio… un uomo robusto in abito grigio seguito da un ragazzino con indosso una maglietta con il logo della Kellerman.

L’uomo gli disse di prendere i bagagli dei Berry per poi voltarsi di nuovo verso Hiram e disse :

“Beh, mi ci sono voluti sei anni, ma finalmente ti ho qui sulla mia montagna”.

Hiram sorrise, appoggiando un braccio sulle spalle di Shelby.

“Max, è bello rivederti. Ti ricordi di mia moglie Shelby e questi sono Rachel e Blaine”, disse Hiram indicando verso il punto in cui Blaine e Rachel erano , vicino la macchina.

Rachel sorrise , saltellando e salutando.

“Come va la pressione ?” continuò Hiram.

Max Kellerman strinse la mani di Hiram in modo deciso, poi guardò Blaine e Rachel.

“Voglio che i tuoi bimbi lo sappiano” disse con una serietà improvvisa non simile a quella drammatica di Rachel, “ Se non fosse stato per quest’uomo, sarei morto.”

“Oh dio!” disse Rachel con comprensione.

Blaine gli rivolse solo un sorriso tirato.

Max si voltò di nuovo verso Hiram.

“Sto benissimo! Mai stato meglio. Tranne quando sono nelle tue mani, naturalmente. Ora, ho prenotato la migliore camera per te e la tua famiglia. Mi assicurerò che i bagagli finiscano nel posto giusto e nel frattempo, potete tutti andare al gazebo. Tra mezz’ora sta per iniziare la lezione di merengue. Abbiamo una bravissima insegnante… è stata una rockette*!”

Rachel iniziò di nuovo a saltellare eccitata.

Blaine stava per declinare l’invito , con la scusa di non aveva voglia di ballare dopo essere stato in macchina per la maggior parte della giornata sulla punta della lingua, quando Shelby parlò.

“Sembra meraviglioso, Max.  Ci potrà aiutare a rimetterci in movimento dopo tutto quel tempo in macchina.”

Sorrise luminosa al marito, poi a Blaine e a Rachel , e Blaine capì che non c’era nessuna via di fuga.

“Che bello!” esclamò Rachel, mettendosi a braccetto con Blaine mentre seguivano il ragazzo che aveva caricato i loro bagagli su un carrello, verso la loro camera per un cambio veloce ai vestiti.

“Perché sei così eccitata , ballerina?” brontolò Blaine a voce bassa, non volendo che sua zia, che stava chiacchierando educatamente con la loro guida, potesse sentirli.

Hiram li aveva lasciati per spostare  la macchina nel parcheggio degli ospiti.

“Blaine” lo riprese Rachel, “ Lo sai che amo ogni forma di danza, non solo il balletto”.

Blaine sapeva che era vero.

Rachel amava i balli della scuola ed aveva trascorso molte serate a fare una sua versione del twist e del mashed potato*  nella palestra del McKinley , trovando sempre difficile mettere da parte gli anni di formazione .

Mormorò evasivo.
Rachel lo guardò con curiosità.

“C’è qualcosa che non va?” gli chiese.

“No” replicò Blaine velocemente, “ Solo.. sono stanco per il viaggio, questo è tutto”

“Okay” disse Rachel dubbiosa.

Lo guardò ancora per un momento poi strinse il suo braccio, “ Forse la lezione di danza potrà tirarti su”.

Blaine aveva seri dubbi su questo, nonostante ciò si ritrovò molto presto nel gazebo più grande che avesse mai visto, ballando avanti ed indietro con gli altri ospiti del Kellerman, molti dei quali avevano la stesse età o più vecchi di suo zio e sua zia.

Accanto a lui , Rachel era raggiante e a tempo con la musica.

Davanti al gruppo, l’istruttrice.. Blaine pensava si fosse presentata come Quinn , un nome inusuale.. si muoveva con molto più stile ed eleganza di tutti gli altri suoi “studenti”, facendo frusciare il suo vestito rosso avanti ed indietro.

Gridava le istruzioni a voce alta, incluso implorare le signore di scuotere le loro “maracas”, cosa che fece ridere Rachel ed arrossire Blaine.

“Bene, signori” urlò Quinn “ seguitemi nel round robin*!  Le signore formino il cerchio interno. Facciamo partire questo trenino!”

I ballerini si divisero in due file, gli uomini giravano attorno alle donne.

Blaine si spostò , appoggiando le mani con cautela sulle spalle dell’uomo anziano di fronte a lui.

“Okay, ora signore, quando dico di fermarvi, troverete l’uomo dei vostri sogni…”

I cerchi si intrecciarono per un attimo, mentre Quinn, che si era allontanata dal ballo, aspettava.

Aveva un espressione piuttosto vuota e controllata sul viso, visto che non stava preparando più la coreografia, notò Blaine.

Poteva anche vedere Rachel volteggiare vicino e sperò  con tutto se stesso di poter semplicemente ballare con lei.

"Stop!" Esclamò Quinn.

Rachel si voltò per ritrovarsi suo padre davanti , che era stato proprio dietro a Blaine, e Blaine si ritrovò faccia a faccia con una piccola signora anziana con indosso un enorme e fiorito parasole.

“Ciao bellissimo” lo salutò, allungando la mano affinché lui la prendesse.

Blaine fu particolarmente orgoglioso delle sue buone maniere, che aveva coltivato nel corso degli anni, e facendo affidamento su di esse, condusse galantemente la sua partner sulla pista e nella danza.

Ventinove giorni.



Dopo la loro prima cena nella sala ristorante principale.. un’avventura affollata e rumorosa.. Blaine e la sua famiglia tornare nella loro camera per svuotare le valigie.

Blaine finì di sistemare le sue cose in fretta, così come Hiram, che si sistemò su una comoda poltrona nel salottino a leggere il giornale.

Percependo la possibilità di allontanarsi per un po’, Blaine indossò dei pantaloncini , una maglietta del McKinley e le scarpe da ginnastica.

Blaine amava i Berry e non avrebbe mai e poi mai smesso di essergli grati per tutto quello che avevano fatto per lui, ma sembrava che sentisse più degli altri , la necessità di avere del tempo per stare da solo con se stesso.

All’inizio era entrato nel team di corsa campestre del McKinley per accontentare lo zio; anche se i giorni nella squadra erano finiti, aveva continuato ad allenarsi .

Gli piaceva la sensazione di solitudine che gli dava correre, oltre alla possibilità di spingersi più lontano e più in là, fin quando le sue gambe, i suoi polmoni e la sua testa non fosse completamente e del tutto sfiniti e non c’era spazio per altro.

“Vado a fare una corsa prima che diventi troppo buio” disse , dirigendosi verso la stanza principale della stanza.

Rachel si affacciò dalla camera accanto a quella di Blaine.

“Ora? Ma abbia preso in prestito un puzzle dalla lodge*. Io e papà lo inizieremo non appena ho finito di sistemare le mie cose. Possiamo farlo tutti insieme.”

“Forse posso aiutarvi quando torno” disse Blaine, “Voglio dare un'occhiata in giro”.

Rachel mise il broncio per un momento.

“Beh non andare troppo lontano” gli chiese scomparendo di nuovo nella sua stanza  con un colpo della sua coda di cavallo.

Hiram, che aveva abbassato un po’ il giornale per seguire lo scambio tra i due, sorrise a Blaine mentre si dirigeva verso la porta.

“Non andare lontano”  lo avvisò “ non vorrei che ti perdessi tra i boschi proprio il primo giorno di vacanza”.

“Probabilmente farò solo il giro della lodge” disse Blaine spostando il peso da un piede all’altro. “ Forse andrò a dare un’occhiata al lago. Non ci metterò molto”.

“Divertiti” disse Hiram, tornando al suo giornale.

Blaine uscì .

Si fermò qualche minuto sulla veranda per sgranchirsi, respirare a pieni polmoni l’aria serale, fresca e profumata di pino.

Scese i gradini ed iniziò a correre, dirigendosi verso il percorso che lo avrebbe condotto all’acqua.

Purtroppo , il sole era già tramontato dietro una della montagne, così il lago era piatto e scuro sotto il cielo grigio appena intriso di viola.

C’erano alcuni altri ospiti in giro.. Blaine suppose che la maggior parte stesse sistemando le loro cose ed ambientandosi, proprio come stava facendo la sua famiglia.

Corse con passo costante, senza spingersi troppo, ad un ritmo già provato tra respiro e passo.

Mentre il cielo continuava ad oscurarsi, Blaine tornò indietro verso l'edificio principale, che incombeva alto sulla collina su cui si trovava l'albergo.

 Quando lo raggiunse stava già ansimando, anche se era abituato a percorrere distanza maggiori, Blaine diminuì l'andatura mentre raggiungeva le scale dell'enorme portico coperto dell'edificio.

Sperò fosse solo a causa dell'altitudine .. non voleva nemmeno prendere in considerazione l'idea di aver perso la sua forma fisica così presto dopo il diploma.

Blaine si fermò davanti la ringhiera, guardando l'acqua scura ora un pò distante.

Il cielo aveva perso la sua sfumatura violacea e tutto sembrava in attesa che l'oscurità l’avvolgesse completamente fino al mattino.

Blaine inspirò di nuovo il profumo dei pini, ora mischiato all'odore del cibo avanzato della cena.

Concentrandosi sul ritmo, si prese un momento per crogiolarsi nella pace e nella tranquillità.

Non tutto era proprio completamente tranquillo, però.

Un lontano e lamentoso suono di voce si insinuò nelle sue fantasie.

Era abbastanza bassa da non riuscire però a sentire quello che diceva, ma alta da non non poterla ignorare.

Con un sospiro, Blaine si allontanò dalla ringhiera e strisciò verso la porta accanto che era aperta così da poter vedere la sala da pranzo.

Blaine sbirciò attraverso la finestra.

Max Kellerman si trovava al centro di un piccolo gruppo di giovani che indossavano delle giacche bianche.

Blaine le riconobbe come quelle che i camerieri avevano indossato durante la cena quella sera.

"Dal momento che abbiamo diversi volti nuovi che si sono uniti a noi per il resto dell'estate, voglio dare a tutti voi un altro avviso," disse Mr. Kellerman.

Si guardò intorno, guardandoli negli occhi ogni tanto, come se stesse cercando di sottolineare il concetto.

"Ci sono due tipi di aiuto qui. Siete tutti universitari. Assumo solo universitari rispettabili come camerieri. Sapete perché?"Mr. Kellerman fece una pausa, ma nessuno rispose.

Blaine attese in silenzio; non poteva immaginare quale sarebbe stata la risposta.

"Questo è un posto per le famiglie", continuò Kellerman. "Questo significa che dovete tenere le dita fuori dall'acqua, i capelli dalla zuppa, e far divertire quelle dannate figliole.

Tutte le figliole. Anche quelle racchie. "

Blaine aggrottò la fronte.

“ Portatele a guardare il cielo dalle terrazze; mostrate loro le stelle. Corteggiatele come volete.. "

 " Avete sentito ragazzi?” una voce distinta e non familiare lo interruppe.. sarcasticamente.

Un nuovo gruppo di ragazzi entrò, e sembrava molto diverso.. indossavano jeans, t-shirt, avevano con se degli strumenti musicali.

Istintivamente, Blaine indietreggiò, temendo che potessero vederlo li nascosto.

"Aspetta!" Urlò  Mr. Kellerman mentre il gruppo continuò a camminare per la stanza.

"Bene bene. Se non lo è lo staff di animazione. " lo disse come se fosse qualcosa di schifoso, come se si stesse riferendo alla merda sotto le sue scarpe, piuttosto che ai propri dipendenti.

Il gruppo si fermò lentamente e goffamente e Blaine si sporse di nuovo per poter guardare meglio.

La sua attenzione era stata attratta per prima dalla persona più alta del gruppo, impossibile da ignorare, visto che era parecchi centimetri più alto di tutti gli altri.

Successivamente, i suoi occhi furono colpiti dal giovane uomo in piedi accanto a lui, e tutti i suoi pensieri sul fatto che a mala pena arrivasse fino alle spalle dell'uomo più alto furono dimenticati.

Era il tipo che aveva parlato, e , mentre il ragazzo accanto a lui era davvero molto molto alto.. lui era… diverso. Era vestito molto simile agli altri con jeans scuri ed una maglietta verde che gli stava da dio,  un paio di occhiali da sole infilati nello scollo.

Diversamente dagli altri , portava una giacca di pelle su una spalla ed i suoi capelli erano perfettamente acconciati, pettinati via  dal suo viso.

La sua pelle era chiara ed i  suoi tratti sorprendenti, ma era più di questo.

Era tutto l’insieme, la curva del collo e della spalla, la sua postura, spavaldo , provocatorio, ma in qualche modo prudente.

Blaine lo stava fissando per poi riprendersi all’improvviso, accorgendosi di essersi sporto di più sempre di più e che ormai era quasi in piena vista.

Scattò all’indietro qualche centimetro, il cuore martellante.

Mr. Kellerman stava ancora parlando.

“Rivediamo quali sono le vostre di regole. Prima di tutto dateci un taglio con questo atteggiamento da coglioni”.

Sembrava che questo fosse diretto al ragazzo in maglietta verde e giacca di pelle, poi Kellerman si voltò verso il ragazzo più alto.

“E voi due dovete entrambi ballare con gli ospiti.. insegnargli il mambo, il cha cha o qualsiasi cosa per cui pagano, ma niente chiacchiere o giochetti divertenti.

Questo vale per tutti voi. Tenete a posto le mani!”.

Dei brontolii si propagarono dal piccolo gruppo, e la maggior parte di loro iniziò ad andarsene alzando gli occhi al cielo.

Uno di loro parlò abbastanza forte perché Blaine potesse sentirlo.. “Sempre lo stesso .. il solito rompipalle lagnoso..”

"Attento, Peterson," scattò il signor Kellerman.

Si voltò di nuovo verso i camerieri.

 "Non appena questa stanza sarà pronta per la prima colazione, siete tutti licenziati."

Apparendo agitato, marciò via, dirigendosi verso la cucina.

Uno dei camerieri, alzò maliziosamente lo sguardo da dove aveva cominciato a piegare un tovagliolo e disse: "Pensi di poterlo mantenere dritto, Finn?  Su cosa puoi e non puoi ,metterci le mani? "

L'uomo più alto lo guardò in cagnesco, ma fu “maglietta verde e giacca di pelle” a rispondere.

"Penso che tutti sappiamo chi è che mette “il sottaceto nel piatto di tutti”, Puckerman", lo derise.

Gli occhi di Blaine si spalancarono.

Il cameriere lo ignorò. "Il gatto ti ha mangiato la lingua, Hudson?"

"Continua a piegare, universitario, e lascia le cose dure a noi", l'uomo più alto.. Finn?.. finalmente aveva reagito.

Tirò un pugno facendo cadere a terra i tovaglioli appena piegati con attenzione a terra, prima di voltarsi e seguire gli altri.

Blaine si spostò immediatamente lontano dalla porta, appoggiandosi al muro li accanto.

Si era ripreso  da un po’  dalla sua corsa, ma il suo respiro era diventato di nuovo pesante.

Fissò con aria assente il lago per un po’, per poi spostarsi dal muro e andar via il più rapidamente e silenziosamente che potesse dall’edificio principale.

Solo che non prese il percorso che lo portava direttamente alla sua stanza , seguì invece lo stesso percorso fatto in precedenza a ritroso, questa volta camminando, stringendosi le braccia all’altezza dello stomaco quando si rese conto di quanto fredda fosse diventata la sera.

Blaine sapeva chi era; non viveva nella negazione o nell’ignoranza.

Non lo sorprese l’aver trovato il ragazzo con la camicia verde attraente, ma lo aveva sorpreso quanto lo avesse trovato attraente.

Aveva sempre saputo che le cose per lui erano diverse dagli altri ragazzi al McKinley.

Non era mai stato davvero interessato a guardare le ragazze vestite da cheerleader.

Su insistenza di Rachel, aveva portato le sue amiche ai balli della scuola e a qualche film, ed anche se era stato divertente , nessuna di quelle esperienza erano state davvero speciali.

Aveva , invece, dovuto affrontare sogni confusi ed imbarazzanti che aveva istintivamente capito di dover tenere per se.

Poi, circa un mese prima del suo junior al McKinley, tutto divenne cristallino, in un solo colpo ,che lo colse completamente di sorpresa.

Successe solo perché fu costretto a rovistare nella scrivania nell’ufficio a casa di Hiram.

Suo zio era stato chiamato per affrontare una situazione di emergenza con un paziente, e lui e Rachel avevano  bisogno di trovare il permesso firmato per la gita che la loro classe di storia avrebbe fatto al Museo Allen County.

Il compito toccò a lui mentre Rachel finiva di prepararsi per la giornata.

Quando Blaine aprì il secondo cassetto a destra, la vide: una rivista sottile, sulla copertina spiccava la foto in bianco e nero di un uomo che indossava un maglione scuro e una camicia con colletto bianco.

In alto a sinistra, sotto un appunto con su scritto  "uno", c’erano le parole “il punto di vista omosessuale”.

Aveva sentito questa parola prima, solo dei sussurri, qualcosa di cui nessuno parla, un'idea non completamente formata nella sua mente, qualcosa che non avrebbe mai osato associare a se stesso.

Non esattamente.

Non aveva nemmeno saputo se era vero.

Blaine prese la rivista con cautela, guardando sopra la spalla e ascoltando per un momento per assicurarsi che Rachel fosse ancora al piano di sopra.

La tirò fuori dal cassetto.

Come aprì la copertina, un pezzo di carta svolazzò fuori ed atterrò sul pavimento.

Blaine si chinò rapidamente per recuperarlo.

H -

Grande edizione. Davvero commovente la storia a pagina 19.

Già mi manchi.

- L

Blaine fissò in silenzio le parole, che iniziarono a sfumare e a ruotare leggermente.

Tutto questo significa ... significa... 

Lasciò cadere sia la rivista che la nota sulla scrivania, per poi afferrare il bordo stretto, cercando di capirci qualcosa.

Capì di star trattenendo il fiato e si costrinse a prendere un paio di boccate d'aria.

Quando la vista gli si schiarì, il suo sguardo vuoto si posò sulla copertina della rivista. 

La sollevò di nuovo, girando lentamente le pagine, leggendo titoli come "lo stereotipo omosessuale" e "Nel buio uno strano angelo".

Ricordandosi della nota, girò a pagina 19.

L’articolo era intitolato “Lettera a un G.I.*”

Era stata scritta per un uomo di nome Dave, da un uomo di nome Brian.

Non riusciva a concentrarsi abbastanza per leggerlo dall'inizio alla fine, ma alcune frasi gli saltarono agli occhi ..”bel ragazzo, stretti uno nelle braccia dell'altro, il mio amore”.
 
"Blaine?" lo chiamò Rachel.

Anche se era ancora al piano di sopra, Blaine lasciò cadere la rivista come se bruciasse e si allontanò dalla scrivania.

 "Sì?" urlò di rimando, la voce strozzata.

"Li hai trovati?"

Gli ci volle un momento per ricordare che lei stava parlando delle autorizzazione.

 "No ... no, non ancora."

Rachel emise un suono frustrato.

"Vengo ad aiutarti tra un minuto. Sono quasi pronta. "

"Va bene," rispose Blaine.

Attese giusto il tempo che lei rientrasse in camera, poi in fretta rimise la nota nella rivista per poi rimetterla nel cassetto, sbattendo il cassetto per sicurezza.

Muovendosi a sinistra della scrivania, aprì il primo cassetto e trovò subito le autorizzazioni .

Tirò un sospiro di sollievo e si precipitò fuori dall’ufficio, incontrando Rachel sulle scale.

“Trovati” disse sventolandoli.

Rachel gli strappò i fogli di mano.

“Oh grande!  Grazie Blaine. Sei pronto ad andare?”

Blaine la guardò, pimpante  agghindata e ignara che il suo mondo,  improvvisamente , era completamente  a soqquadro .

Ora che era scappato dall’ufficio di Hiram,  si sentiva talmente stordito  da poter cadere per le scale.

Era… era..

“Sai cosa Rachel? Io… ad un tratto non mi sento molto bene. Ti dispiace prendere l’autobus oggi?”

“Oh” disse Rachel, appoggiando una mano sulla sua fronte, “ in effetti sei un po’ pallido. Non ti senti accaldato, vero?”

Blaine annuì.

“No.. non è questo. E’ più.. è qualcosa più di un mal di testa. Sono.. tipo vertigini”

"Ma, Blaine.. così ti perderai la gita!”

Solo a Rachel importava che si sarebbe perso una gita in una casa vecchia per guardare dei polverosi documenti.

“Prendi qualche appunto anche per me?” le chiese , “ Soprattutto se ci sarà qualcosa sulla gita nei test?”

Sul  viso di Rachel si leggeva la sua preoccupazione.

“Vuoi chiamare papà?”

“Dovrò farlo per la giustificazione per la scuola” disse Blaine, “ Sbrigati o perderai l’autobus”.

“Va bene”  disse alla fine, “ Vai a stenderti. Dormi un po’.”

Blaine si sforzò di sorridere. "Lo farò."

Rachel scese gli ultimi gradini e si avvicinò alla porta.

“Prenderò un sacco di appunti!” promise salutandolo con un sorriso luminoso.

Blaine poté vedere il suo entusiasmo  all’idea di essere la sua salvatrice per la gita scolastica.

“Saranno perfetti quasi come se ci fossi anche tu di persona”.

“Grazie Rachel”.

Con un gesto di soddisfazione, Rachel saltellò fuori casa per raggiunge la fermata dell’autobus.

Blaine trascorse quella giornata e la giornata successiva sdraiato sul letto, alternando sonni irrequieti a momenti in cui fissava il soffitto o il muro, fino a quando non sentì i suoi muscoli bloccarsi per bene.

Hiram non riuscì a capire cose avesse, quindi gli consigliò di riposarsi , del buon cibo ( che Blaine scelse) e dell’Anacin ( che Blaine prese volentieri perché tutti i suoi pensieri gli avevano fatto venire un incessante e martellante mal di testa in poco tempo).

Era una cosa che sospettava, un’altra cosa da sapere e riconoscere.

Non gli piacevano le ragazze come piacevano agli altri ragazzi e la sua vita non sarebbe mai stata come la loro.

Sotto il fottuto miscuglio di pensieri, si sorprese di trovare anche una crescente rabbia.

Non aveva proprio bisogno di un altro motivo per sentirsi diverso.

C’erano già abbastanza stranezze nella sua vita da tenerlo a distanza dai suoi compagni di scuola.

Suo padre aveva riportato a casa lui e la madre dalle Filippine dopo la guerra, così tutti sapevano che lui non era bianco.. non del tutto .. non importa quanto lui possa sembrare di esserlo.

Aveva perso un anno e mezzo di scuola dopo la morte dei suoi genitori che lo aveva reso lo studente “trasferito” di un anno più grande di tutti.

In più, viveva e passava tutto il suo tempo con Rachel Berry.. e per quanto lui le volesse bene sapeva che il suo atteggiamento non lo avrebbe reso popolare in generale.

Ma più di quello che questo potesse significare per lui adesso, Blaine era preoccupato per il suo futuro.

Nel corso degli ultimi mesi, aveva pensato molto ai suoi obiettivi, che includevano la New York University School of Law ( l'università di legge ) e (forse, un giorno) una famiglia.

Forse semplicemente non ho ancora incontrato la ragazza giusta, si diceva. 

Con la testa appoggiata sulle braccia e la mente piena di pensieri, questa cosa lo aveva fatto ridacchiare senza allegria.

Ed ora?

Poteva ancora frequentare legge, ovviamente, ma sarebbe stato capace di condannare una donna innocente a vivere nella menzogna? ( Così come aveva fatto suo zio con Shelby? non poteva fare a meno di chiedersi.)

Ora sapeva che c'erano altri uomini come lui, ma era indispensabile che vivessero una vita segreta. Come avrebbe potuto trovarli? Lo voleva davvero?

Incapace di fingersi malato per sempre, il giorno dopo, Blaine si alzò e tornò a scuola. 

Pensò di mollare tutto e scappare per il paese, ma non lo fece.

Pensò di lasciare il glee club, ma non lo fece.

Quelle erano le cose che più amava, i luoghi in cui si sentiva normale, dove un gruppo di persone lo chiamavano amico e lo pensavano sul serio.

Pensò di  parlare con suo zio, ma si tirava indietro ogni volta.

Con poca altra scelta, Blaine tornò a vivere la sua vita così come aveva fatto da quando i suoi genitori erano morti...frequentava le lezioni, studiava, correva, e cantava come al solito, gentile ma distante dai suoi compagni di classe.

Ma qualcosa era sempre un po’ diverso.

Ed ora questo, pensò Blaine, trascinando i piedi mentre si avvicinava alla stanza della sua famiglia. 

Non aveva mai avuto una reazione così viscerale prima, non per Rudy, la stella della squadra di basket, o per Ron, il rappresentante di classe .

Cosa c'era di così diverso in questo ragazzo con la giacca? Forse stava solo diventando sempre più deviato crescendo, Blaine pensò cupamente mentre saliva le scale della veranda.

Se tutto va bene non dovrò vederlo spesso.

In camera, lo salutarono tutti allegramente.

Mise su un finto sorriso, si lavò, e si sedette per fare il puzzle di Rachel.



 

NOTE: *ballerina di fila.

* è un tipo di ballo molto famoso negli anni 60.

*il round robin indica, in più contesti, un'attività in cui i partecipanti si alternano, in modo regolare, nel suo svolgimento.
* La lodge sarebbe la portineria..

Saaaalveeeee.. eccomi tornata con una nuova storia... lo so è una long e avrei dovuto creare un nuovo account , ma ho dei problemi ad agganciare una nuova email ( spero sia una cosa solo temporanea)

La storia è un Au basata sul film Dirty dancing ( si sarà capito? ahaha )...
La storia è divisa in 12 capitoli + epilogo... ho quasi tradotto tutto mancano solo 3 capitoli..

Pubblicherò una volta a settimana ( scusate ma ho una marea di cose da fare)... diciamo ogni venerdi, se ci sarà qualche cambiamento lo cominicherò sulla mia pagina di fb https://www.facebook.com/FrodaEfp-traduzioni-1670822213173418/?fref=ts ( spero il link funzioni)...

http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1100092?view_adult=true questo invece è il link originale...

Spero vi piaccia e che qualcuno ogni tanto metta un commentino ;)...

Alla settimana prossima...

( Questo è un piccolo regalo per la mia tesora e per Alina Petrova)...
   
 
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