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Autore: Zappa    23/09/2016    4 recensioni
Tutti hanno la loro versione su come sia e come si comporti Vegeta.
Pochi hanno osato deriderlo e prenderlo in giro: ora è giunto il momento.
Vi proporrò una serie qualità di Vegeta e vi spiegherò il perché di quelle qualità.
Lettura sconsigliata alle persone serie e a tutti quelli che mi conoscono.
I personaggi presentati e le citazioni cui faccio riferimento non mi appartengono e non ne detengo alcun diritto.
# 1. Egocentrico
# 2. Sensibile
# 3. Innamorato
# 4. Ponderato
# 5. Tecnologico
# 6. Filosofo
# 7. Esasperante
# 8. Tata
# 9. Imperatore
# 10. Strano
# 11. Destinato
# 12. Casalingo - Fanfiction vincitrice del primo posto al contest “Piangere è difficile, ma ridere lo è ancora di più: il contest della risata” indetto da eleCorti sul forum di Efp
# 13. Festaiolo
# 14. Cupido
# 15. Coinquilino
# 16. Neopatentato
# 17. Genitore
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Nonsense, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao, sono Zappa e sono colpevole.
Cercherò di inventarmi una scusa per quando arriverete in fondo, all'angolo dell'autrice.
Annuntio vobis che il capitolo che vi propongo è lungo – anche perché non sapevo farlo breve e mi sembrava giusto proporvi qualcosa di sostanzioso, vista la mia assenza.
Vi auguro, quindi, una buona lettura.
Se volete pop corn, li distribuisco in fondo alla sala.


Conoscete le “Follie dell'Imperatore”?
Bene.
Non le conoscete?
Sto caz – cioè, va be', non è un problema ma ANDATE SUBITO A VEDERLO, SCIOCCHI.

Pianeta Vegeta, ore 06:00 del mattino.
Un gallo saiyan cantò il Buongiorno agli allegri abitanti della capitale, in una sinfonia aggraziata e allegra di note, ma che venne subito spezzata dal ki blast del vicino di casa che, scagliato a tutta velocità, lo polverizzò in un secondo.
Pur essendo le 06:00 del mattino, la gagliarda citt– Aspetta, ma che fai?  
Sono le sei del mattino, chi è che si alza così presto?
Torniamo a dormire, va' là.

Pianeta Vegeta, ore 08:00 del mattino.
Un altro gallo saiyan cantò il –No, no, no!
È troppo presto ancora!
Senti, io dovrei raccontare 'sta storia, non è che puoi interromp–
E chi se ne frega! Dormi.

Pianet– adesso posso andare?
Sì, adesso sì.
OH.

Pianeta Vegeta, ore 09:00 del mattino.
Il gallo di prima si rialzò dalle ceneri e dopo essersi pulito il piumaggio alla bell'e meglio, lamentandosi di non venire pagato abbastanza, si esibì un meraviglioso canto, per svegliare gli antipatici villani che popolavano la capitale del pianeta Vegeta.
I due soli erano già alti nel cielo e l'aria era cosparsa di un aroma speziato di carni bruciacchiate, ossa e cadaveri in decomposizione.
Il telegiornale su VegetaTV quella mattina annunciò una giornata intensa e piena di regalità, soprattutto, per il grande re dei Saiyan, il divino Re Vegeta che, come sempre, iniziava la sua giornata con il ritmo.

Ci son tanti dittatori,
litiganti predatori
ma son nati col cervello di un bignè
e ci sono dei tiranni
sempre dediti agli inganni
mai capaci di contare fino a tre!

In un frizzante e spensierato mattino, si svegliò, così, il nostro grande re.
Con il ritmo nel sangue, la corona splendente sulla testa, il mantello che offuscava parte delle stelle, la divisa attillata – soprattutto sotto le ascelle e terribilmente fastidiosa per le etichette –, e gli stivali lucenti, il nostro grande eroe si dirigeva al suo trono per la sua mattinata regale.
Il passo era allegro, il sorriso spavaldo e saputello stampato sulla faccetta, mentre servitori, maggiordomi, cuochi, camerieri, bidelli, fruttivendoli, impiegati dell'INPS, netturbini, disoccupati, dirigenti d'amministrazione, la portinaia sotto casa e il becchino del quartiere, si inchinavano al suo passaggio maestoso.
Un andamento movimentato, spigliato e ballerino accompagnava ogni suo passo, come fosse una danza, trascinante, bella e solo per lui che, con la brillantina sui capelli, camminava verso la sala del trono.
<< Buongiorno, Maestà >>
<< Buongiorno, Maestà >>
<< Buongiorno, Maestà >>
<< Buongiorno, Maestà >>
Lo salutavano, a testa bassa e inchinati devotamente, i suoi schiav– pardon, impiegati giustamente retribuiti – mentre lui, tra il tifo e le ovazioni dei soldati e del popolo, svegliato apposta per l'occasione e che seguiva da casa, si sedeva sul suo regale trono farcito d'oro e di gemme preziose.

Era scritto nel destino
che lui fosse il più divino,
il signore degli aristocratici.
È un enigma, è un mistero
per tutto il mondo intero
è davvero il non plus ultra
è così!

Nella grande sala, le gemme pregiate dello scranno riflettevano la sua favolosa bellezza di giovane re e lui, accomodatosi meglio sullo scranno, le lunghe gambe fasciate da stivali di Dolce&Gabbana, le mani a sostenersi la regale testa e il lungo mantello di cashmere come un drappo sulle scale, sorrideva raggiante.
<< Buongiorno, Schiavolandia!* >>
La grande stanza riverberava della sua sacra lucentezza mentre, sfoggiando tutta la magnificenza del Super Saiyan, come sole che sorge, iniziava a illuminare la giornata di tutti i suoi schiavi preferiti.
Con un sospiro, sistemò la corona sulla testa e si sdravaccò meglio sul trono, complimentadosi da solo per la favolosa entrata ad effetto.
Il ritmo, quello era sempre la cosa giusta.
In fondo, mica per niente lo avevano eletto imperatore.
Certo, la sua dinastia aveva preso il potere con la forza, schiavizzando la popolazione mondiale che prima infestava il pianeta e rischiando quasi di provocare una guerra civile, ma usando le parole convicenti delle armi e i sorrisi rassicuranti di soldati alti due metri e mezzo che soffocavano i dissidenti in abbracci molto affettuosi, era riuscita a prendersi il potere che le spettava di diritto.
Si mise quindi a canticchiare la sua canzone preferita mentre i servitori tutt'intorno s'indaffaravano per soddisfare ogni suo capriccio.

Dell’impero lui è il sovrano
è un genio, è un vulcano
dopo lui c’è solo il nulla, sai perché?
questo mondo girerà
quando il mio dito schioccherà
perché la tua vita inizia qui con... me
come si chiama?

La vita di corte dell'imperatore era, in fin dei conti, veramente da sogno.
Il tutto garantito dalle tasse che gli amati cittadini elagivano con amore, sperando di riuscire qualche giorno di avvicinare il re per pugnalarlo.
La vita di corte dell'imperatore era, in fin dei conti, veramente da sogno.
Nel senso che il resto della gente questa vita se la sognava proprio: la vita di corte, infatti, era stata una disgrazia per le borse statali che erano al collasso, tantoché, si era stati costretti ad introdurre delle tasse extra, oltre all'IMU e alla TASI sulla prima casa, tutte belle cose che rallegravano l'animo del nostro imperatore e un po' meno quello dei sudditi ma, finché l'imperatore viveva nella pacchia, per lui non c'erano problemi.

Mentre le dame di corte erano intente a baciargli i piedi e gli facevano la manicure alle lunghe dita affusolate, << Giallo, ragazze, oggi voglio le unghie color giallo canarino >>, si avvicinò il consigliere di corte Nappa che, nella sua eterna saggezza di eterno rompiballe, lo richiamò con voce possente.
<< IMPERATORE VEGETA! >>
Sospirò il giovane imperatore, sentendosi chiamato ingiustamente in causa. Ma che, non si poteva neanche godersi un po' di tranquillità che arrivava il vecchio consigliere a rompergli le palle il ritmo?
<< Vostra Maestà, è una tragedia, una TRAGEDIA! >>
Subito alzò gli occhi al cielo, sbuffando il giovane re, facendo ridacchiare complici le belle concubine, ma il consigliere lo bloccò nell'immediato.
<< È FINITO IL SALE! >>
Calò subito un silenzio agghiacciante nella sala tanto che, anche gli acrobati del circo allestito per rallegrare l'imperatore si fermarono a mezz'aria dal prendere il trapezio, talmente era sconvolgente la notizia.
<< E allora? A palazzo c'è il sale, non ci sono mica problemi. >>
L'evidente menefreghismo nella risposta del re sconvolse ancora di più tutti i servitori del castello: svennero le dame di corte, precipitarono nel vuoto gli acrobati di prima, che non riuscirono più a riacchiappare il trapezio e la popolazione si riunì per un minuto di silenzio.
Inutile spiegare, da parte del consigliere Nappa, che presto sarebbe finito anche il sale a palazzo visto che, per cause misteriose, tutto il sale delle saline e dei supermercati si era misteriosamente volatilizzato e che, presto, tutta la popolazione del pianeta sarebbe rimasta senza sale.
Il rischio di una ribellione e di una rivoluzione era alle porte: senza il sale era davvero una tragedia.
Non si sarebbe più potuto condire l'insalata come si doveva o aggiungere quel pizzico di sale alla carne crude per darle quel sapore un attimo più saporito.
Per non parlare del fatto che non si sarebbe potuto più dire a qualcuno che 'aveva poco sale in zucca', non si sarebbe più potuto 'sparger sale sulle ferite', non si sarebbe più potuti essere il 'sale della terra' o potuti essere 'senza sale'.
Insomma, sarebbero rimasti tutti di sale.**
Vegeta sbuffò, insolente, ancora una volta.
<< Non è certo un mio problema se la popolazione non ha– che cos'è che non ha? >>
<< Ah, il sale... >> sussurrò il consigliere.
<< HAA, dovevano rifletterci prima di diventare dei PEZZENTI! Che faccia tosta questi poveri... >> borbottò, accoccolandosi di più sul trono, il giovane re.
<< Ma Vostra Maestà, voi dovete capire che– >>
<< Basta, mi hai stufato. Sei licenziato. >>
<< Cooosa!? >>
Al povero Nappa per poco non venne il crepacuore a sentir parole tanto argute.
Erano anni che serviva ciecamente la corona: aveva servito il padre del giovane Vegeta, suo nonno, suo bisnonno, il suo trisnonno, trisavolo, il quadrisavolo e il pentagono! Non era mica in età da pensione.
<< Che significa, licenziato? >> mormorò, infatti, incredulo.
<< Che sei stato licenziato >> gli sorrise, invece, ben disposto il monarca, iniziando a scendere i numerosi scalini che dividevano il trono dal suolo da dove assisteva, inerte, il consigliere.
<< Significa che ti sollevo dall'incarico, sei stata dimissionato, rientri nella riduzione del personale, divergenze di intenti, conflitto di interessi, scegli la tua versione! >>
Con la bocca spalancata e il fiato ancora in gola, Nappa non riuscì a dar voce alle sue ultime, seppur legittime, proteste, e se ne andò, mogio mogio, giurando, però, vendetta all'imperatore. Perché, sapeva, la vendetta era un piatto che andava servito freddo e prima o poi l'avrebbe avuta!
 
Anche il gelato, però, era freddo, rifletté.
Ma, di sicuro la vendetta, non era buona come il gelato. Insomma, la vendetta faceva male alla salute, poco ma sicuro.
Oddio, bisognava vedere che gusti si prendevano: una volta, per esempio, aveva mangiato il gelato al pistacchio e non gli era molto piaciuto, ma se avesse scelto un gusto fragola o cioccolata, sarebbe stato ottimo.
Anche se non credeva che vendessero la vendetta al gusto cioccolato. Uhm. Credo che stiamo divagand-

Il consigliere Nappa se ne andò, quindi, indignato dalla sala del trono, furente nella sua rabbia furiosa e, ringhiando cupo, giurò vendetta, sbattendo poi la porta d'ingresso rischiando pure di scardire qualche cardine, lasciando solo l'imperatore nella sala del trono.
Vegeta sospirò frustrato, incerto se aveva fatto la cosa giusta o meno riguardo quel vecchio consigliere che, in fin dei conti, l'aveva visto crescere.
Provò quasi un moto di indignazione per se stesso, per il suo egoismo e la sua vanità nei confronti di quel povero vecchietto così gentile e paziente con lui.
Quasi, però, perché subito dopo fece spallucce, fregandosene altamente del vecchio, e, fischiettando, decise di avviarsi verso la parte più interna del palazzo.
Era arrivato il momento, infatti, di vedere lei.
Una risatina da ragazzina in amore risuonò tra le pareti dell'ascensore mentre scendeva ai piani sotterranei e sorrise appena arrivò davanti alla porta che conduceva al laboratorio imperiale. Prese, quindi, un respiro e, aperta la pesante porta in metallo, entrò.

La stanza grande e spaziosa, quella mattina – forse perché era sabato mattina e di solito i Saiyan erano poco mattinieri, scienziati compresi – era deserta. Solo da dietro di uno dei banconi, tra le cianfrusaglie e macchinari parcheggiati in giro, sbucava una parrucca color azzurro.
“Ok, Vegeta, ci siamo, eccola lì..."
Bulma, brillante terrestre, da qualche mese era divenuta scienziata di corte e, come da copione, era indaffarata a lavorare al laboratorio su nuovi prototipi di macchine spaziali e su mille altre cose inconcepibili di cui il principe se ne strafregava e di cui capiva ben poco, visto che, lui faceva l'imperatore e la scienziata faceva la scienziata.
L'importante, pensava il buon vecchio re, era che girasse l'economia e che i soldi e le ricchezze arrivassero a palazzo, nella sua culla intrinseca d'oro. Sapeva ben, infatti, che i Saiyan erano diventati ricchi e potenti, soprattutto ultimamente, grazie alla mente brillante della piccola terrestre e che questa si era rivelata una miniera d'oro per le sue invenzioni assolutamente originali.
Sogghignò, pensando che avrebbe venduto un occhio della testa anche la sua nuova effervescente creazione e si avvicinò a lei, saltellando.
La trovò, in quel momento, china su un volume a lui sconosciuto.
Bella come sempre, era concentrata a captare ogni minima parola e indizio che poteva scorgere dal vecchio manoscritto, mentre ne seguiva ogni riga con il dito.
Le labbra dischiuse mormoravano ogni singola sillaba e le sopracciglia aggraziate, aggrottate per la concentrazione, la incorniciavano come un angelo caduto dal cielo.
Un piccolo diamante grezzo che Vegeta amava osservare nel silenzio dei laboratori, come se stesse assistendo, per la prima volta, alla nascita di una nuova stella.
“È così bella...”, pensava, innamorato il nostro Romeo, che si mise a pensare, quindi, a qualcosa di altamente romantico e raffinato da dire alla sua bella Giulietta.
“Ok, bello mio, dì qualcosa di figo da dire, che la faccia rimanere da sballo. Devi colpirla con tutto la tua fighaggine, daghe!”
Prese un sospiro e...
<< Ciao, donna! >>  proclamò con nonchalance, facendole l'occhiolino, colpendo inevitabilmente nel segno.
“Sei un genio, Vegeta, un genio! Sei un vero poeta!” sogghingò, contento, presentandosi davanti a lei, in tutto il suo splendore.
Presa alla sprovvista, la scienziata invece abbandonò il suo manuale di chimica inorganica, meteoriti, saldatrici, biancheria intima, onde gravitazionali e frutta, alzando uno sguardo perplesso sul principe che, stranamente, quella mattina, aveva deciso di scendere ai piani inferiori del castello. Alzò gli occhi al cielo.
<< Buongiorno, Sua Altezza >> mormorò, ritornando a ficcare il naso sul pesante libro impolverato che stava sfogliando.
L'altro gongolò, con un sorrisetto furbo sul viso, contento come un bimbo dell'asilo alla sua prima marachella, per aver attirato la sua attenzione.
Bulma alzò poi gli occhi per vedere l'imperatore che si era messo a scorrazzare in giro per il laboratorio, osservando con assoluto disinteresse tutte le attrezzature e borbottando su quanto quelle cose, come le chiamava lui, fossero noiose ma che almeno fruttassero un sacco di soldi.
Si appoggiò svogliatamente sul libro che teneva sulle ginocchia, portandosi una mano al mento, mentre lo osservava, assorta.
Lo vide avvicinarsi ad una fiala su uno dei tavoli, piantandoci davanti il muso, con una smorfia disgustata. Lo sentì mugugnare un 'che schifo', per poi allontanarsi verso un altro tavolo.
Chissà come mai l'imperatore era così carino, rifletté: insomma, era un pomposo, snob, arrogante e petulante monarca, con un fisico prestante e la faccia da modello.
Sospirò, ancora una volta, portandosi una ciocca dietro l'orecchio e passandosi una mano sulla faccia, frustrata.
Aveva capito benissimo di piacergli, e anche molto: in fin dei conti era l'ennesima volta che cercava di far colpo su di lei con quei tentativi da deficiente.
Venne improvvisamente riportata a terra dalla voce squillante dell'imperatore che urlò come le protagoniste in Sex and the City davanti ad una collezione di scarpe con il 50% di sconto.
<< Che cos'è questa meraviglia? >> esclamò in iperventilazione Vegeta, indicandogli il macchinario davanti.
<< È fantastica! È la cosa più fantastica che abbia mai visto! Tranne per me, ma questo non serve neanche dirlo, ma l'ho detto comunque. Perchè? Non lo so! AHAHA >>
E mentre l'altro vaneggiava sulla sua bellezza e sulla necessità di sbiancarsi i denti ancora un po', perché quando rideva la stanza non riverberava di luce, Bulma lo raggiunse, chiarendo i suoi dubbi riguardo alla meraviglia che aveva davanti.
Gli spiegò brevemente che quell'arcano aggeggio era semplicemente un microonde che, grazie ad un funzionamento interno, permetteva di riscaldare degli alimenti alla temperatura desiderata. In questo caso, visto che Bulma non era munita del magico potere dei ki–blast, con il quale la maggior parte della gente cucinava i pop corn, era costretta ad usarlo per fare i pop corn.
<< È meraviglioso, lo voglio anche io! >>
<< Certo, >> proseguì la scienziata con tranquillità, ritornando a sedersi sulla sua sedia dove aveva lasciato il librone delle favole, << peccato che servi il sale per fare i pop corn... >>
<< In che senso? >>  
La scienziata chiuse il libro che teneva in mano e osservò, con un sorriso sarcastico, il giovane imperatore che, con aria arrabbiata, la fissava da dietro il bancone a braccia conserte e una smorfia permalosa sul muso.
<< Nel senso che, se non c'è il sale, i pop corn non sono buoni >>
Sulla necessità di recuperare il sale per il pianeta e per fare i pop corn, il monarca si ritrovò, quindi, a concordare con la brillante scienziata – più per i suoi pop corn, che per il benessere della cittadinanza – e di comune accordo – più per imposizione della scienziata che per libera scelta di Vegeta – decisero che era necessario recuperarlo, in qualche modo, nelle vecchie cave di sale nelle regioni meridionali che per secoli avevano rifornito il pianeta.
Dopo, quindi, essersi messi d'accordo sull'orario di partenza per il giorno seguente e dopo aver fatto colazione al Mc, partirono per le regioni del sud.

Nel sud del pianeta vi era la vecchia reggia abbandonata dei Grandi Re.
La meravigliosa villa di Vegetaland, un po' come Gardaland, collocata nel deserto sabbioso e misterioso di ... ehm, Vegeta? conosciuto come la zona più soleggiata e arida di tutte.
Milioni di anni fa, in quel luogo, la leggenda narra che vi regnavano i vecchi e magnifici antenati dei Saiyan, un popolo, all'epoca, di coltivatori di patate e di erba che, a causa del clima troppo soffocante, aveva fatto i bagagli e aveva deciso di abbandonare tutto e di trasferirsi più a nord, scegliendo di alloggiare in una nuova reggia abusiva, di modeste dimensioni – avevano infatti pensato a qualcosa che non fosse saltato troppo agli occhi, qualcosa di piccolo, come il Khas Mahal –  costruita in riva al mare.
Infatti una casa al mare con tanto di yacht, laggiù, non potevano permettersela per il troppo caldo e perché, sapevano, avrebbero speso un patrimonio in creme solari.
Secondo i calcoli calcolosi di Bulma, al di sotto del castello vi erano delle riserve di sale – da cui per secoli i Saiyan avevano prelevato il sale per conservare la carne, prima di scoprire il magico potere dei  frigoriferi – ed allora, sarebbe stata assolutamente una buona idea andare a prendere il sale là sotto, per portarlo là fuori, ossia agli abitanti disperati del pianeta.
I nostri baldanzosi giofani, si avviarono, quindi, ai grandi cancelli, dopo essere scesi alla fermata  – Linea 6 – e dopo, immancabilmente, aver insultato fino alla morte il conducente.
Infatti, l'autista, secondo la versione del Principe dei Saiyan, – rimasto schifato dal fatto che Bulma avesse voluto andare lì con i mezzi pubblici, perché NO, non si poteva volare, e lui avesse pure dovuto pagare il biglietto, quando, in realtà, avrebbe dovuto viaggiare gratis – aveva beccato di proposito tutte le buche del tragitto, facendo agitare terribilmente lo stomaco della scienziata che, oltre ad aver avuto la brillante idea di prendere l'autobus, aveva quasi vomitato lo stomaco sugli stivali dell'Imperatore.
Nel mentre che il nostro antieroe preferito era già intento ad assaporare il gusto succulento e biricchino dei popcorn, talmente buoni che gli avrebbero fatto le capriole in bocca, Bulma stava ricontrollando l'opuscolo della villa acquistato per pochi centesimi al tabacchino sotto casa.
Finchè, si avvicinò loro un signorotto di campagna, dall'aspetto gentile e giovanile, il quale, sotto il suo grande cappello di paglia, sfoggiava un sorriso innocente e parvo di malizia mondana, per poi chieder loro, con tono idiota:
<< Scusate, passa qui il 6? >>
<< Sì, ma è appena passato >>
Soggiunse sovrappensiero Bulma che stava litigando con una di quelle cartine geografiche enormi e  irrichiudibili.
Della serie, se pieghi al contrario, ti ritrovi l'Australia in Canada, e se pieghi giusto è comunque sbagliato, perché non hai seguito bene i bordi e ti trovi sommerso dalla carta, rischiando di venire mangiato dall'Himalaya. Una di quelle cartine-tragedia che ti fanno salire il mal di vivere.
Vegeta, dal canto suo, invece, non lo cagò di striscio, continuando ad ammirarsi le unghie su cui, mannaggia, si stava rovinando il color giallo canarino.
Ma il giovane contadino, preso alla sprovvista, mostrò loro tutto il suo stupore nel trovare lì due personaggi tanto conosciuti:
<< Oh, mio KAMI! Non dirmelo! Tu sei, sei- >> balbettò, incredulo, attirando l'attenzione di Vegeta.
L'imperatore sogghignò, compiaciuto della momentanea afasia del pastore alla sua meravigliosa visione, in un luogo tanto insolito.
<< Lo so, lo so, inizia con “im-” >>
<< IMPIEGATO DEL MESE! >>
Ma gli sguardi dubbiosi che ricevette, costrinsero il contadino a riprovare.
<< Ehm, no... >>
<< IMBIANCHINO! >>
<< N-NO! >>
Ma che diavolo di problemi aveva? Adesso iniziava a spazientirsi, il nostro imperatore. Sembrava quasi che lo stesse prendendo in giro. Cosa probabile, aggiungo io.
<< I-impresario...? >> azzardò, nervoso, il contadino.
<< NO! >>
<< A-a-arrotino? >>
<< ARGH, NON INIZIA NEANCHE CON LA I! >>
<< Ah, ok, ok... >>
Caspiterina, pensò il giovane coltivatore: era meglio non alterare ulteriormente quel tizio con i capelli come i suoi carciofi. Pensò ad un altro possibile mestiere da affibiare a Vegeta e, 'sta volta, gli venne subito la parola giusta.
<< Ci sono: IMBECILLE! >>
Inutile dire che stavolta il re si incacchiò di brutto e iniziò a prendere a vergate il povero contadino urlante, fino a che, la bella scienziata, che era scesa a patti con la cartina, fermò prontamente  Vegeta e lo costrinse a chiedere scusa al contadino. Anche se il re, 'sta capanna che gli avrebbe fatto le sue scuse. ***
Il contadino, che poi venne fuori chiamarsi Goku, si offrì loro di fare da guida all'interno della villa, dato che non aveva nulla di meglio da fare, anche se non sapeva una cippa della villa, e guidati da spirito intrepido e dalla voglia di mangiar pop-corn, si incamminarono all'interno della enorme villa.
Aperti i grandi cancelli arruginiti, si incamminarono in quelli che un tempo erano i giardini: un tempo, questi riverberavano di meravigliosa grazia alla luce delle stelle con fontane di cioccolato e giochi d'acqua spettacolari, ma ora erano completamente trascurati, tanto che Goku vi faceva pascolare capre e cavoli, fregandosene altamente che quella reggia, molto probabilmente, era patrimonio dell'UNESCO e che se lo avessero beccato a farci pascolare il gregge, l'Alta Corte Saiyan l'avrebbe spennato come uno dei suoi pasciutti polli che si mangiava a colazione.
Ancor peggio era messo l'interno: le colonne in marmo bianco, le scale dalle lunghe gradinate e i candelabri giganti attaccatti al soffitto erano tutti caduti a pezzi e impolverati.
Insomma, un vero schifo.
Il nostro Goku iniziò così a fare loro da esperto e coivolgente Cicerone.
<< Ecco, >> si mise a dire, << quelle sono le scale >> e mostrò loro le scale.   
<< Quello è un candelabro >> e indicò il candelabro malmesso appeso al soffitto.
<< Quello è il poggiolo che da sul giardino >> e anche la terrazza di venti metri quadri fece la sua entrata nella spiegazione del contadino.
<< Quelle invece sono le colonne >>
Indicò le numerose colonne che gli affiancavano nel cammino, mentre proseguivano a caso, girando per la villa.
<< E quelle invece sono *leggere con voce minacciosa* le scale tenebrose che conducono ai sotterranei misteriosi della villa da cui non è mai tornato nessuno e in cui, dicono, gira lo spirito di un vecchio fantasma antipatico dalla capoccia pelata... >>
<< Poi lì c'è la sala da pranzo... >> e indicò la sala da pranzo.
<< ANDIAMO LÌ >>
L'interruppe, però, Bulma, interessata alla sala da pranzo.
<< Esatto! Nella sala da pranzo, chissà se c'è ancora qualcosina da mang- >>
<< No, non lì! >>
Ah, no, non interessata alla sala da pranzo, bensì, alle *leggere con voce minacciosa* scale tenebrose che conducono ai sotterranei misteriosi della villa da cui non è mai tornato nessuno e in cui, dicono, gira lo spirito di un vecchio fantasma antipatico dalla capoccia pelata.
Ta le lamentele di Goku che voleva andare a dissacrare la cucina e le ingiurie di Vegeta che non avrebbe voluto sporcarsi la divisa di imperatore, i nostri amici scesero le *leggere con voce minacciosa* scale tenebrose che conducono ai sotterranei misteriosi della villa da cui non è mai tornato nessuno e in cui, dicono, gira lo spirito di un vecchio fantasma antipatico dalla capoccia pelata.

Si ritrovarono ai piedi delle *leggere con voc * insomma, avete capito, e Bulma iniziò subito ad armeggiare con alcuni strumenti che si era portata dietro, la "macchina cerca sale", alias Vegeta che come un cane da tartufi, sniffava l'aria per cercare al più presto il sale per i poc corn, e con una torcia, visto che in fondo alle *leggere con voce minacciosa* scale tenebrose che conducono ai sotterranei misteriosi della villa da cui non è mai tornato nessuno e in cui, dicono, gira lo spirito di un vecchio fantasma antipatico dalla capoccia pelata non si vedeva nulla.
La torcia, che nel caso era Goku versione Super Saiyan, s'intromise nel silenzio della cava, chiedendo delucidazioni a Bulma.
<< Che cosa è che dobbiamo cercare, precisamente? >>
<< Cloruro di sodio, che è la formula chim- >>
<< AHHHHHH! >>
Un improvviso urlo agghiacciante li fece sobbalzare entrambi e si voltarono verso il cane da tartufo con i capelli a fiamma, che aveva urlato l'anima, spaventato più che mai.
<< UN PIPISTRELLO! >>
<< Uh, magari è Batman, ci starebbe che in questa caver- >>
Lo scapellotto che ricevette sul collo fece capire a Goku di dover star zitto.
Bulma sbottò: << Basta cincischiare, dobbiamo andare avan- >>
<< AHHHHHH! >>
<< Cosa c'è da urlare, Vegeta? >> lo rimproverò, scocciata dai fischi ad ultrasuono che emetteva il re.
L'altro, nonostante l'iniziale smarrimento, si riprese subito, tornando a poggiare i piedi per terra. << Un serpente >>
Dopo aver alzato gli occhi al cielo, almeno da parte di Bulma, e ripreso finalmente a camminare, guidati dalla "macchina cerca sale" che  Bulma teneva al guinzaglio, s'inoltrarono lungo i corridoi scuri dalla cava, camminando nel silenzio del sottosuolo.
I loro passi risuonarono a vuoto, finché
<< AHHHHHH! >>
La scienzata, presa alla sprovvista, si dovette trattenere
dallo strozzare il cane cerca sale che teneva al guinzaglio e, preso un respiro, gli domandò quale fosse l'ennesimo problema.
Probabilmente si era spezzato un'unghia nel frugare con il naso per terra e tastando a tentoni le pareti nell'oscurità della caverna.
<< UNO SCOIATTOLO! >> abbaiò, invece, spaventato il re.
La torcia saiyan e Bulma lo guardarono dubbiosi per un attimo per, poi, posare lo sguardo sul roditore che sedeva tra le sue ghiande su un masso, ed effettivamente constatare la presenza di uno scoiattolo in una buia caverna sotterranea.  
Bulma sospirò, passandosi una mano sugli occhi.
<< Dai, Vegeta, andiamo, for- >>
<< Aspetta, ma io ti conosco! >> intervenne a bruciapelo, però, l'imperatore, riconoscendo la bestiola. Lo scoiattolo spalancò gli occhietti, iniziando a temere per la sua vita.
<< Brutta bestiaccia, >> iniziò ad abbaiargli contro il re, << tu sei quel – BEEP! - che quando eravamo nell'altra storia mi hai fatto passare per un – BEEP! -, piccolo – BEEP! – sei soltanto un – BEEP! -, e sai una cosa? Sono davvero contento di aver fulminato il tuo – BEEP! – di – BEEP! –, brutta – BEEP! – del – BEEP! – io ti giuro che- >>
<< Vegeta, mio Kami, smettila! Povera bestia! Che diamine ti ha fatto? >>
Lo bloccò, sconcertata, Bulma mentre un Goku traumatizzato lo fissava con la bocca spalancata.
L'altro li osservò furibondo per poi bloccare la sua ira e guardare torvo lo scoiattolino che, terrorizzato, si era nascosto dietro la fulva coda, tremando come una fogliolina.
<< Uhm, devo averlo scambiato per qualche altro scoiattolo... >> grugnì, infine, burbero, l'imperatore. << Andiamocene. Prima troviamo il sale, prima ce ne andiamo >>
Bulma e Goku si guardarono, sconcertati, incapaci di comprendere la psiche del loro psicopatico re.
Sospirando un'altra volta, fecero spallucce e decisero di non indagare oltre, anche perché poco importava loro della salute mentale dell'imperatore, che, a dirla tutta, non era mai parso loro con tutte le rotelle a posto e, ripresero così a camminare, preseguendo lungo le cave tenebrose.

Queste cave tenebrose, scoiattoli a parte, erano particolari: un complesso di corridoi che si articolavano su più rami, scavate interamente in una roccia che, alla luce, tradiva parzialmente un biancore pallido. Il sale si poteva, infatti, notare nelle insenature delle pareti ma quello era inutilizzabile.
Prima di poter essere usufruibile, almeno da quanto diceva Goku, che dai, 'sta volta era stato utile, doveva essere trattato e lavorato diverse volte. Il sale delle pareti che costeggiavano, infatti, non era puro e aveva quasi un sapore ferruginoso e amarognolo, come poté constatare Vegeta che aveva sputacchiato per una buona mezz'ora, dopo aver assaggiato il sale su uno spuntone di roccia, sperando di aver finalmente terminato la ricerca ma trovandosi solo con un saporaccio amaro in bocca e le lacrime agli occhi per lo schifo.
Arrivati in fondo ad un corridoio, i tre si fermarono, cercando di capire la strada.
Goku la guida, infatti, aveva perso anche lei la bussola e non sapeva da che parte continuare.
Proseguirono quindi a tentoni, andando di volta in volta a sbattere contro qualche roccia, sia per l'imbranaggine del fedele cane Vegeta che, a forza di sbattere il naso contro la pietra, stava perdendo sensibilità alla faccia, sia per l'incapacità di Goku di tenere accesa una semplice lampadina. Incapacità ancora più inspiegabile, visto che, era lui la lampadina e doveva solo tenere una sfera d'energia in mano e che tutti quanti ci riusciamo benissimo.
All'ennesima imprecazione di Bulma che cercava di scacciare via Vegeta che era finito inevitabilmente a farle lo sgambetto nel cercare di guardagli sotto la gonna, sentirono degli improvvisi rumori provenire dalle profondità del tunnel.
Erano dei rumori inquietanti, e non solo perché si trovavano in fondo alle *leggere con voce minacciosa* ai sotterranei misteriosi della villa da cui non è mai tornato nessuno e in cui, dicono, gira lo spirito di un vecchio fantasma antipatico dalla capoccia pelata, ma anche perché sembravano gli stridii di un macchinario e di  un motore in continua funzione. Come un'enorme mostro che li stava richiamando verso il centro dell'inferno.
Esagerazione a parte, i nostri amici si ritrovarono a stare su con le orecchie, ascoltando, sempre più inquieti, il rumore che si faceva sempre più inquietante, finché Goku ruppe la tensione.
<< Potrebbero essere delle montagne russe... a me piacerebbero >> lanciò un'occhiata diffidente al tunnel mentre Bulma osservava critica la situazione.
<< Oppure, >> mormorò Vegeta << potrebbe essere il vecchio fantasma antipatico dalla capoccia pelata... >>
<< Magari su un Monster Truck >> concluse per lui, Goku.
I due si guardarono, insicuri, per poi scoppiare ad urlare ma Bulma prese subito in mano la situazione.
<< Se è un fantasma, dobbiamo catturarlo. >> rifletté, << ma come? >>
<< Non lo so, genio, ma sbrigati a pensare qualcosa! >> proferì agitato l'imperatore che si era finalmente liberato del guinzaglio e si era messo in posizione di difesa.
L'incombere del fantasma sul Monster Truck era sempre più minaccioso istante per istante e pareva vederlo comparire da un momento all'altro in fondo alla galleria, pronto per investirli. Vegeta e Goku pronti in posizione per battersi contro il famigerato fantasma, erano trepidanti d'attesa, finché a Bulma si accese la lampadina.
Metaforicamente parlando, perché lei, ricordiamoci, non sa creare sfere di energia dalle mani e usa il microonde per fare i popcorn.
<< Ci sono! >> esclamò, finalmente, la scienziata, facendo tirare un sospiro di sollievo all'imperatore e incuriosendo Goku.
<< Dobbiamo comprare un aspirapolvere. Un aspirapolvere al 50% di sconto >> cominciò a camminare avanti ed indietro per la caverna, assorta in spiegazioni.
<< Con i soldi che rimangono ci prendiamo un frigo bar e lo riempiamo di birre. L'aspirapolvere lo usiamo come poggiapiedi mentre beviamo le birre. È una splendida, splendida idea! >>
E orgogliosa si scostò i capelli azzurri dal collo, facendoli fluttuare nell'aria e facendo salire il batticuore a Vegeta che la guardò con occhi adoranti e un sorrisetto da rimbambito sulla faccia mentre lei, contenta, si pavoneggiava per il suo brillante piano.
Goku, però, la guardò, incerto.
<< E con il fantasma che si fa? >>
Lo sguardo dubbioso da parte di Bulma e quello innamorato a fissare Bulma da parte di Vegeta lo costrinsero a spiegarsi meglio.
<< Insomma, potremmo sempre tirargli in testa le bottiglie vuote della birra, sperando che sbagli strada e non ci tiri sotto >> propose, incerto, grattandosi la zazzera in cerca di una soluzione che sembrava più complicata del previsto.
Difficile usare tanto il cervello per uno come lui: non bisogna sforzarsi se non si è allenati.
<< Oppure! >> lo salvò dal naufragar in un mare burrascoso di calcoli e astuzia, la brillante donna << Usare l'aspirapolvere per risucchiarlo, così non potrà più guidare il Monster Truck! >>
<< OMMIDDDIO, ottima idea! Sei un genio, Bulma! >>
Si complimentarono in coro entrambi i Saiyan per l'arguzia della donna, elogiandola per le sue qualità petalose, vaneggiando, soprattutto da parte di Vegeta, sulla necessità di ricoprirla di premi insigni, promettendole il Premio Sìbel, l'Oscar per la bellezza, una ricarica gratis del telefono a vita, il Premio Freezer, il GETA Music Award e il Premio Befana per la letteratura e perché lo era per davvero. Osservazione che costò a Vegeta una ginocchiata dove non batte il sole.
Così, appena l'imperatore riuscì nuovamente ad alzarsi da terra e a respirare a tratti regolari, aspirapolvere alla mano, corsero verso il fantasma in Monster Truck che li aspettava in fondo al tunnel.

Il loro urlo di battaglia si smorzò appena arrivarono in fondo al tunnel e si trovarono in un'enorme atrio che ospitava un macchinario vecchio e scoppiettante.
<< Ehi, ma che diamin- Nappa? >>
Come se non se lo aspettassero, perché non aveva molto senso in realtà, ma neanche questa storia ne ha, quindi va beeene, si ritrovarono davanti al buon vecchio consigliere Nappa che, camicia da boscaiolo e barba incolta, stava spalando sale sulla macchina che, attraverso una lunga catena di montaggio, lo purificava, lo lavava e lo risputava fuori in un altro mucchio.
Radish, l'ultima persona che ci si aspetterebbe come no, invece, alla guida di una ruspetta, raccoglieva il sale e lo distribuiva su casse contenenti pesce.
Pesce, la cosa più normale da trovare in fondo ad una caverna buia e tenebrosa, nel deserto, ovviamente.
Si avvicinò loro, quindi, la versione canadese di Nappa.
<< Be', sì >> confessò l'ormai ex-consigliere, sotto lo sguardo perplesso di Bulma, quello affamato di Goku, che era da almeno una mezz'ora buona che non mangiava e vedersi circondato da pesce sottosale non aiutava, e quello leggermente arrabbiato dell'imperatore Vegeta che aveva appena scoperto che il suo consigliere era riuscito a trovarsi un altro lavoro.
Insomma, lui licenziava le persone e loro cosa facevano? Si trovavano un altro lavoro per vivere? Ma come osavano?
Goku, invece, era più sorpreso dal fatto di trovarsi il fratello - che dava per disperso da tempo - a lavorare, il quale, almeno da quanto ricordava, era sempre stato un nullafacente ed non aveva avuto la minima voglia di trovarsi uno straccio di lavoro, nonostante i suoi trent'anni suonati. Ma tu guarda le sorprese della vita.
<< Cos- MA COME È POSSIBILE? CHE COS'È QUESTA STORIA, NAPPA! SPIEGARE, ORA. >> chiese gentilmente chiarimenti il giovane imperatore che, aveva iniziato a sbraitare contro al povero Nappa tutto il suo disaccordo. Nappa allora, iniziò, grattandosi la pelata.
In sostanza, la questione era andata così: dopo essere stato maltrattato per l'ennesima volta a palazzo dal giovane imperatore - prima perché non gli aveva procurato il giusto colore di smalto, poi perché si era scordato, tra i mille altri impegni fondamentali che aveva, come, che so, dirigere un regno o redigere contratti interplanetari, di portare a spasso il suo cane, poi ancora perché non gli era stato servito il frullato alla menta, anguria e fragola ma alla menta, fragola e anguria, infine perché, una mattina, secondo l'imperatore, si era pettinato i baffi in maniera arrogante - aveva deciso di aprire con Radish una attività illegale di spaccio di sardine sotto sale.
Così, ogni sera, dopo lavoro, con l'aiuto del giovane Son, al quale due soldi per comprarsi le sigarette non facevano male, aveva iniziato a pescare migliaia di sardine nel Mare del Nord, causandone, molto probabilmente, la vicina estinzione - problema cui era stato debitatamente informato l'imperatore ma di cui se n'era fregato - per poi trasportarle nei sotterranei della villa, - posto perfetto per nascondere l'attività, a parte per un deficiente che faceva pascolare delle capre nei giardini, ma era talmente scemo che non li aveva mai beccati - lavorarle grazie alla sovrabbondanza del sale presente e poi rivenderle al mercato nero dell'Alaska.
Anche se attualmente, i clienti scarseggiavano, un po' perché là le sardine non andavano di moda - preferivano il tonno, a quanto aveva capito - un po' perché quel figlio di una buona capanna di Turles***, altro giovane che si dedicava allo spaccio di sostanze discutibili, aveva avuto dei problemi con i compratori all'estero - primo perché, stranamente, pagavano in pesce, e secondo perché la lingua era da spararsi un colpo in testa.
E la carestia di sale?
Be', quella semplicemente era stata causata dalle continue razzie che, quando potevano, Nappa e gli altri due facevano ai supermercati e alle saline, perché estrarre il sale dalle pareti e lavorarlo, dopo un po', era diventato dispendioso, soprattutto nell'ultimo periodo, quando gli affari con gli eschimesi non andavano a gonfie vele.
E tutta la parte della vendetta che abbiamo letto prima?
Be', quella semplicemente era una scusa per far scena e per trarre in inganno il lettore e fargli credere che, AHA! c'è davvero un fantasma cattivo che ruba il sale e che boh, lo devono catturare stile Scooby Doo... ma dato che non sono prevedibile, HAA, mi pareva più ragionevole parlare d'altro e dimostrarvi che i fantasmi, tantomeno quelli in Monster Truck non esistono. Neanche Babbo Natale, in realtà, ma questa è un'altra storia.

Vegeta, però, non condivise lo spirito imprenditoriale del suo consigliere e si mise a sbraitare in giro del fatto che, no, non era possibile condividere un'idea così egoista come quella di crearsi un'impresa da privati e non pagare nulla all'imperatore e soprattutto privarlo del controllo dell'attività, lamentando il fatto che questi capitalisti non sarebbero andati avanti molto a lungo e che non capiva la pretesa delle persone di voler lavorare per vivere e la continua necessità di dover mangiare ogni giorno.
All'ennesima volta che Vegeta andava avanti e indietro per la caverna, brontolando, Bulma, a cui si era accesa la lampadina un'altra volta, lo bloccò.
Gli si avvicinò, infatti, prendendolo a braccetto e sorridendogli, cortesemente.
<< Ma Vegeta caro, >> gli sorrise, facendogli accelerare i battiti cardiaci << pensaci un attimo >> squittì, deliziosa, facendo le labbra a cuore (?) mentre l'imperatore iniziava a perdere la cognizione dello spazio-tempo.
<< Potresti sempre riuscire a reclamare il tuo fondamentale ruolo di signore dell'universo anche grazie a questa attività! >> continuò, poi, spiegandosi meglio.
<< Se ti accordassi con Nappa e i suoi due... ehm, come si chiamano? >>
<< Radish e Turles. >> aggiunse Nappa.
<< ... ecco, e con questi Reddith e Carlos, e portassi questo commercio di pesce a livello nazionale, potresti fare palate, se non, montagne di soldi! Questa attività, se gestita al meglio e ampliata sempre di più, >> proseguì, sotto lo sguardo interessato di Nappa, imbronciato di Vegeta e perso di Goku che si era messo a contare i pesci ma, sigh, quel povero ragazzo ha l'attenzione di un bimbo dell'asilo, << potrebbe fruttare alle casse dello stato quanto una mia invenzione anche se, francamente, io sono un genio e la vedo dura, ahahah, ma questo non c'entra.  Poi, magari, la popolazione potrebbe finalmente riavere il sale. >>
Sospirò, portandosi una mano alla fronte. Vegeta, invece, la fissò, perplesso e indeciso sul da farsi. Portò una mano al mento, pensieroso, mentre osservava attorno le montagne di sale e le casse di sardine marinate.
Bulma gli si avvicinò.
<< Che ne dici? >> gli sussurrò, sorniona, << potresti fare miliardi se questa attività venisse portata alla luce del sole. >> pronunciarono infine le sue dolci labbra che, stranamente, convinserono subito l'imperatore.
Si perse un secondo ad osservare i suoi occhioni azzurri mentre era rimasto immobile a contemplare la immensa salina.
In fin dei conti, pensò, non era una cattiva idea: avrebbe nuovamente spadroneggiato su Nappa e suoi sottoposti, avrebbe fatto i milioni e, magari, a fine giornata, avrebbe potuto gustarsi assieme alla bella Bulma - che lo stava fissando con i suoi occhioni da cerbiatta - dei croccanti popcorn, seduti assieme, davanti al caminetto, in camicia da notte, accoccolati uno vicino all'altra e, nell'atmosfera focosa e piena di sussurri, avrebbero potuto scambiarsi caldi baci e, magari, approfittare del momento per alzare il rating della storia e poter fare cose che non posso descrivere al momento.
<< Sapete cosa? >> sbottò, improvvisamente il re, << Mi è venuta un'idea brillante! Nappa, mettiamoci in società io e te, così io faccio i milioni e portiamo questa meravigliosa attività alla luce del sole! Però, tu, Reddith e... l'altro si chiama? >>
<< Turles >>
<< ... Carlos, iniziate a produrre anche salmone, che mi piace di più! Che ne dici? >>
Senza aspettare una risposta da parte di Nappa, il quale, più che decidere liberamente per sé, fu costretto ad accettare di firmare il contratto stipulato a tavolino, con lo stesso imperatore come rappresentante dello Stato - Assoluto, s'intende - e con Bulma come scribacchino, i due si misero d'accordo per creare una società - di cui Vegeta era il presidente ma non responsabile, visto che il re è intoccabile per definizione - di vendita di sardine, salmone e - su consiglio di Goku - di cozze, che gli piacevano tanto, soprattutto a colazione. ****
Nappa venne riassunto a corte in qualità di consigliere, con la promessa di un lavoro meglio organizzato e retribuito e, Vegeta, per farsi perdonare, gli regalò l'aspirapolvere al 50% di sconto, il frigo bar con le birre e un buono spesa con lo sconto sul sale. Caso mai ne fosse senza.
La produzione di pesce venne, quindi, portata alla luce del sole, con la aitante promessa di una rendita straordinaria, anche se Vegeta non aveva ben capito il significato metaforico della frase e, con un Big Bang Attack, alla fine, fece esplodere caverna, villa e giardini, portando il tutto letteralmente alla luce del sole.

Bulma e l'imperatore si ritrovarono, infine, alla fermata del tram ad aspettare la linea 6 per tornare a palazzo.
A loro si unirono anche il giovane Goku e le sue innumerevoli capre: aveva deciso, infatti, di ritornare in montagna ad occuparsi della sua fattoria perché lì, aveva una famiglia di moglie e figlio che lo aspettava, e perché, in fin dei conti, era stufo di girare come un beduino nel deserto con l'unica compagnia delle capre.  
La scienziata, invece, anche da parte di Vegeta, invitò Goku, e allargò l'invito anche alla sua famiglia e alla capre, a venirli a trovare a palazzo, dove avrebbero trovato cibo in abbondanza e giardini con tanta erba fresca. Si scambiarono i numeri di cellulare e quello di piccione viaggiatore per Goku, e si promisero di beccarsi presto per un caffé in centro.
Vegeta, dal canto suo, dopo aver fulminato più volte Goku per essersi avvicinato un po' troppo alla fidanzata segreta, talmente segreta che neanche lei sapeva di esserlo, si sentì, in fin dei conti, contento per aver terminato un altro importante affare e non vide l'ora che arrivasse il tram per poter tornare a casa a mangiare i popcorn cucinati da Bulma, anche se aveva i suoi dubbi che sarebbero riusciti a salire tutti sul tram, capre comprese.
Sorrise, alla fine: finalmente la strampalata avventura era finita e lui poteva tornarsene a casa a guardarsi i Griffin.


THE END

Si ringrazia la popolazione del pianeta Vegeta per la spiccata disponibilità e gentilezza a partecipare a questo capitolo.
Si ringrazia la ditta Vegeta Trasporti per aver messo a disposizione la linea 6.

Un grazie  alla popolazione, agli schiavi, ai ballerini, alle concubine, ai coreografi, agli artisti del circo, al Consigliere Nappa, agli scienziati di corte, al povero autista della linea 6, a Turles e Radish per aver partecipato.

Un grande grazie, ovviamente, all'immancabile Principe Vegeta che ha messo tutta la sua disponibilità e allegria a svolgere il ruolo di protagonista, alla scienziata dai capelli azzurri Bulma, venuta direttamente dalla Terra,  al grande Goku e alle sue innumerevoli capre.

Grazie, infine, a Felinala che mi ha supportato nell'arduo percorso della scrittura del capitolo, a SSJD che mi ha suggerito come terminare questa sciagura di capitolo e al mio PC, per la pazienza che mi ha dimostrato e per non essersi formattato dalla disperazione.




* battuta presa da Due Fantagenitori
** ottimo uso dei proverbi, vero SSJD? Du darfst stolz sein auf mich. Dedicati solo a te. Ora mi esalto perché ho scritto in tedesco. YEEEEEE!
*** non posso usare parolacce. Ehh, già. Se volete che le usi, devo alzare il rating.
**** idea di _Lady_Maleficent_, se mai leggerà questa idiozia





ANGOLO DELL'AUTRICE
Eccomi qui, dopo tanto peregrinar per libri e cose varie.
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto.
Spero inoltre di non dover far più capitoli così lunghi, ma di morire prima.  

Ringrazio, come al solito, tutti coloro che leggono, che recensiscono, che hanno messo la storia in una delle categorie e coloro che mi daranno qualche dritta se ho sbagliato qualcosa o meno!

Siete tutti bellissimi, tranne te, là dietro, terza fila.

Un bacino a tutti e alla prossima - che spero sia più prossima.
Oggi Zappa è coccolosa.
   
 
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