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Autore: lapoetastra    23/09/2016    0 recensioni
Tutto ha un prezzo.
E il giorno del processo arriva in fretta.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La bambina ha sempre fame.
Per quanto cerchi di mostrarsi forte, le lacrime sfuggono al suo controllo, quando lo stomaco vuoto le si contrae in preda agli spasmi inviandole scariche di dolore direttamente al cervello.
I genitori lo notano, e piangono ancora di più, ancora più sommessamente.
Ed i punti-razione non sono mai abbastanza, non dopo che molti lavoratori, loro compresi, sono stati licenziati perché troppo lenti nello stare al passo con i cambiamenti tecnologici approdati sull’Arca.
La dispensa è continuamente vuota, e la bambina sempre più magra ed abulica.
C’è solo una scelta, una singola via a senso unico che i genitori decidono di intraprendere senza indugio, per lei.
Lei, che così può ricominciare a nutrirsi.
Lei, che piano a piano inizia a riacquisire il peso forma per una ragazzina della sua età.
Lei, che finalmente ritorna a sorridere.
Ma tutto ha un prezzo.
E sono i genitori, a dover pagare.

Il giorno del processo arriva in fretta. 


È il compleanno del bambino.
Non ha chiesto alcun dono, perché sa che i punti-razione sono pochi, e devono servire a procurarsi i beni di prima necessità.
Ma i genitori soffrono, nel non poter rendere speciale quel giorno così importante con almeno un piccolo, semplice regalo.
Hanno messo da parte un cospicuo patrimonio, proprio per quell’occasione, ma ricontando i punti-razione accumulati con tempo e fatica, si rendono conto che sono troppo pochi, adesso che i prezzi sull’Arca sono aumentati in maniera esponenziale.
Il giorno è sempre più prossimo alla buonanotte, ed il bambino continua a sorridere incoraggiante da ometto qual è, ma non ha nulla tra le piccole mani, niente di materiale che gli permetterà di ricordare il suo ottavo compleanno, quando i ricordi svaniranno dalla sua mente adulta.
I genitori prendono una decisione.
Lo fanno per lui, per il loro unico, bellissimo figlio che sta crescendo troppo in fretta.
Escono per qualche ora, e quando ritornano nella cabina, recano con loro una scatolina di velluto.
Il bambino sorride, felice e sincero, questa volta.
Ma tutto ha un prezzo.
E sono i genitori a dover pagare.
Il giorno del processo arriva in fretta.

 
 

Nel giorno del processo, quattro genitori vengono condannati come colpevoli di tradimento nei confronti dell’Arca e dei suoi abitanti.
Ora non conta se essi abbiano figli da accudire e da aiutare a crescere.
Non sono più due mamme e due papà, sono solo quattro ladri.
E la motivazione dei loro furti non conta, non importa al Consiglio, alcuni membri del quale, anche se mai lo ammetterebbero apertamente, sperano di eliminare quanti più individui possibili per assicurare una vita migliore ai rimanenti, loro compresi.
Emanano il verdetto con voce atona.
E, nel giro di pochi minuti, l’Arca viene alleggerita di quattro persone, le cui vite evaporano nel medesimo istante in cui i loro corpi vengono espulsi dall’astronave.
Tutti tacciono.
Solo due urli si innalzano nell’aria immobile e densa di morte.
La bambina singhiozza disperata, mentre si tasta febbrilmente le piccole braccia, le cui ossa sono ora ricoperte da uno strato sottile e salutare di grasso, costituito da tutte le leccornie che i genitori hanno rubato per lei.
Il bambino piange rabbiosamente, mentre stringe convulsamente la piccola scultura di gru, simbolo di fedeltà e promessa di Amore eterno, che i genitori hanno rubato per lui come dono in onore del suo ottavo compleanno.
Un altro grido denso di agonia abbandona all’unisono le loro labbra tremanti.
E, d’improvviso, i due bambini si ritrovano a guardarsi.
Occhi negli occhi.
Lacrime contro lacrime.
Dolore misto a dolore.
Orfano davanti ad orfana.
Si abbracciano, d’improvviso, forse solo per sentire la vita, quella vita che credono di aver perso con la morte dei loro genitori.
Forse solo per non dover sopportare tutta quella sofferenza assolutizzante da soli.
Rimangono stretti l’uno all’altra per la durata di un minuto, o magari di un’ora, o forse per sempre.
Quando si staccano, le lacrime si sono asciugate sui loro morbidi volti, ma le cicatrici di quel dolore senza fine marchiano ancora la loro pelle, ed i loro cuori.
< Io mi chiamo Finn Collins >, si presenta il bambino.
< Io sono Raven Reyes >, risponde la bambina.
< Saremo sempre una famiglia >, giurano insieme.
   
 
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