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Autore: fervens_gelu_    23/09/2016    1 recensioni
Dieci modi per dirti che ti amo: piccoli stralci di lettere, di ricordi rubati, di esperienze vissute.
Per arrivare al tuo cuore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Tu, credi, che ci rivedremo?

Sì, certo, te lo prometto.

La sabbia mi solleticava i piedi, mentre a passi cadenzati camminavo mesta sulla riva del mare. Una leggera brezza marina mi accarezzava dolcemente la pelle, mentre i colori sfumati e tenui del tramonto producevano in me sentimenti d'amore e di tristezza.

I capelli leggermente mossi, sciolti, mi ricadevano sulle spalle con estrema delicatezza, mentre un piccolo fiocco a rombi, che riprendeva lo stile del guscio di un Togepi, concorreva a completare la capigliatura. Gli occhi verde acqua erano lucidi, a causa del pianto arrivato senza preavviso.
 
Indossavo i soliti jeans corti e la solita canottiera con le bretelle. Vestendomi così pensavo di poter stare in qualche modo più vicino a lui. Accanto all’unica persona che desideravo in quel momento.

Il mare mi metteva addosso una sensazione di calma, di serenità, riusciva sempre a raffreddare i miei bollenti spiriti o i miei sempre più frequenti attacchi d’ira. Ormai erano all'ordine del giorno. Riuscivo finalmente ad essere me stessa, lontana da qualsiasi problema che ogni volta si presentava, che arrivava per bussare alla porta dei miei pensieri in modo sempre più violento, martellante. In modo amaro, però, il mare rammentava i nostri viaggi per le Isole Orange sul dorso di Lapras, con accanto Lui e tutti i miei amici Pokémon. La vita sedentaria non era fatta per me, per questo, di solito, partivo per qualche giorno con la sacca rossa e qualche sfera Poké per tornare all’avventura, per tornare ai vecchi tempi, tempi in cui era tutto così spensierato e felice. Facile, oserei dire. Senza alcun problema che tormentava e straziava le carni. Come se il tempo potesse non passare mai. Come se potessimo essere per sempre invincibili e padroni di noi stessi fino alla fine dei nostri giorni.  Purtroppo, questo non era possibile. Solo mera illusione. Quando pensavo a lui, mi sentivo legata ad un ricordo, non ero più io a controllare le mie azioni e i miei pensieri. La coscienza prepotentemente scalciava per liberarsi della gabbia in cui l’avevo rinchiusa, in cui l’avevo violentemente imprigionata. Ella voleva trafiggermi l’animo, il cuore e volare verso il vuoto, verso di Lui. Anche cercandolo per sempre. Ed era in quei momenti che stringevo il petto, sentivo una fitta che mi procurava dolore, fitte sempre più forti e violente. 

Il rumore del mare mi faceva stare bene, temprava lo spirito che si andava dissolvendo sempre più rapidamente, per colpa dell'assenza del corvino. Sapevo ormai che non sarebbe più tornato.

Mi sedetti sul bagnasciuga, sentii la sabbia bagnata su di me, forse mi sarei messa a comporre un piccolo castello di sabbia. D’altronde mi assomigliava molto. Così piccolo e fragile nell'imensità del mare. Uno spettatore della vita. Il mare che lo riassorobiva e lo catturava, fin tanto che non avrebbe trovato qualcuno che avrebbe impedito al mare di prendersi gioco di lui.

Perché, anche se solo per quella sera, sarei tornata bambina. La bambina che si tuffava nei ricordi, che ancora non lo aveva conosciuto, che ancora era spaventata dai Gyarados, la bambina acida e scontrosa che, purtroppo, faceva ancora parte di me.

Non appena finii il castello, questo venne completamente distrutto da un’onda di alta marea… così potente, così incapace di avere un controllo, così distruttiva e così meravigliosa. Come il rapporto che avevo con Ash. Un rapporto ambiguo, che sarebbe rimasto nel cuore di entrambi, ma sarebbe rimasto lì, sospeso nel tempo. Niente sarebbe più tornato. Dovevo solo ammetterlo a me stessa.

Mi rialzai e continuai a camminare, dirigendomi verso il faro che brillava nel buio della notte stellata. Stare sola al buio illuminata dal chiarore della luna, circondata in un abbraccio dal mare era una sensazione fantastica. Mi ricongiungevo a lui durante la notte, su quella spiaggia c’eravamo solo io e lui, lui che mi accarezzava dolcemente il volto, le lacrime che scendevano prepotenti dagli occhi, i capelli che coprivano il rossore dei nostri volti trascolorati dal tempo. Perché non eravamo più dei semplici ragazzini, eravamo cresciuti, ma un filo impercettibile, immaginario, ci legava ancora.

Adoravo raccogliere conchiglie, collezionavo le più belle e le più preziose; quelle striate, quelle liscie, le più particolari ed interessanti. Ce ne erano di tutti i tipi. Più ne raccoglievo, più ero felice. Questa occupazione occultava i miei pensieri, riusciva a svuotare la mente dai pensieri più tristi e meno fortunati e mi inebriava del sapore del presente, della salsedine del mare. Udivo delle voci melodiose, ogni qualvolta avvicinavo la conchiglia all’orecchio… voci che provenivano dagli abissi. Ho sempre pensato ci fossero delle strane creature, forse dei Pokémon, che forgiassero queste splendide perle delle acque, le conchiglie. Con il tatto sentivo la loro corazza, la loro durezza, con lo sguardo la loro lucentezza,la sfaldatura, riuscivo a percepire una vita, una vita immobile, lì dentro, uno scrigno di anime, un tripudio di suoni e colori chiari. I corpi delle conchiglie sbiaditi dal tempo. Così come lo erano i nostri volti, avvolti dalla nebbia che non ci permetteva di guardarci.

Sentivo il mare che mi parlava, che mi sussurrava, lo accoglievo, accoglievo i suoni delle onde, accoglievo tutti i colori della vita che si concentravano in me. E Ash era da qualche parte per sorprendermi. Mi aspettava da qualche parte, per potermi donare una conchiglia. La più bella, la più preziosa, quella che solo a me poteva regalare. Perchè rappresentava la nostra unione.

 Avvertivo quando si trovava in pericolo, in difficoltà. Riuscivo ad esultare da lontano per ogni sua vittoria che sentivo anche mia. Anche se io rimanevo incatenata in una piccola cittadina quale Cerulean City.

Volevo solo un abbraccio, il suo abbraccio, le sue mani nelle mie, la sua voce, qualcosa di lui, qualcosa che me lo potesse ricordare. Qualcosa che mi facesse dire di essere viva e non essere ancorata ad un ricordo che mi tradiva, che mi infliggeva colpi sempre più sferzanti e sempre più pericolosi. Un marchio sul cuore,  lacerata sempre più da te, che invece dovevi solamente amarmi, soffocare le mie ire, dirmi che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Estirpare i miei dolori, distruggere i miei ricordi, sradicare i pensieri che mi ferivano duramente. Dovevi essere tu a fare tutto questo. Tu. Tu. Tu.
Da sola era impossibile resistere ad un oscuro, senza speranze ed ineluttabile destino.

Mi raggomitolai, nascondendo il volto tra le gambe, mentre i singhiozzi si riversavano verso il mondo e le lacrime venivano inghiottite dal mare come i castelli di sabbia  e pensai a quanto potesse essere difficile vivere con un macigno sul cuore che voleva far fiorire il più bello e maestoso corallo avesse generato la spuma del mare. Io e il mare, in quell’esatto momento, eravamo una cosa sola.


Il mare. Aveva accolto i miei segreti, i miei più intimi ricordi d’infanzia, era diventato il mio confidente. Il compagno di sventure e di avvenuture. Che mi aveva vista crescere. Che mi aveva vista maturare e soffrire.

Presi una conchiglia.

La fissai a lungo, era la più bella fra tutte, aveva un alone magico, oracolare, che la circondava. Voleva dirmi qualcosa. Voleva parlarmi. Avvicinai l’orecchio sinistro, sistemandomi la ciocca dei capelli.
Sorrisi e un brivido percorse tutto il mio corpo. Sentii di poter volare, di poter fare una pazzia. Di poter fare qualsiasi cosa. 
Avevo capito cosa avrei dovuto fare l’indomani, avevo capito… capito che sarei dovuta andare avanti, con o senza di Lui.






***Angolo dell'autore: Ciao a tutti! Ringrazio tutti coloro abbiano letto questa nuova one shot della raccolta... è introspettiva e leggermente triste. Vi prometto che la prossima storia sarà frizzante ed esuberante. Lo spero almeno!

   
 
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