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Autore: apollo41    24/09/2016    7 recensioni
A, B, C e D sono coinquilini. La sveglia di A suona sempre dieci volte perché non la sente. B non sa usare la lavatrice. C quando studia ripete sempre tutto ad alta voce. D invece ha l'abitudine di girare senza vestiti.
Dal testo:
Alzò di colpo la tapparella e la ragazza emise un gemito e si coprì gli occhi col braccio[...]
“Alza il culo e vai ad asciugare il pavimento. Col cazzo che lo faccio al posto tuo anche stavolta.” disse solo Vittorio incrociando le braccia al petto.
“UGH! Fai schifo! Perché devi sempre stare nudo, vatti a vestire, coglione!” rispose solo Alessia, coprendosi fino alla testa col lenzuolo. [...]
Il rumore di qualcosa di pesante che sbatteva contro il muro attirò la sua attenzione.
“Zitti, qui c'è gente che vuole dormire!”urlò la voce di Riccardo dall'altro lato del muro, giusto un istante prima che l'ennesima ripetizione della sua sveglia iniziasse a suonare[...].
“Riccardo, spegni quel dannato affare!” si intromise il grido di Giulia dalla cucina, il rumore del bollitore che si aggiungeva alla sinfonia del caos di quella mattina.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one shot è stata scritta per la sfida A box full of prompts sul gruppo EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni (link:https://www.facebook.com/groups/751269538242732/ ).
Ho anche avuto il tempo di rileggere e correggere, ma potrebbero esserci cavolate varie perché sono scema; al massimo segnalatele in un commento.
Vi lascio alla lettura! Baci, Elisa.

PS: come al solito per questo genere di cose non sono previsti seguiti. (Ma se avete dei prompt da proporre anche per vecchie drabble/flash/one-shot, lasciateli ne commenti che potrei prendere in considerazione di scriverci altre sciocchezzuole brevi. Però non chiedete solo di continuare, lasciate un vero e proprio prompt se volete che provi a scriverci qualcosa, please.)
 


Prompt di Mardy Paranoica: Commedia/NoSense/Umoristico/Generale, rating indifferente. A, B, C e D sono coinquilini. La sveglia di A suona sempre dieci volte perché non la sente (al contrario di B , C e D che la sentono fin troppo bene). B non sa usare la lavatrice e il bagno è sempre tutto allagato. C studia...e ripete sempre tutto quello che legge ad alta voce, a qualsiasi ora del giorno. D invece ha l'abitudine di girare senza vestiti.
Note: ehm… Son sicura che si noterà parecchio, ma questa è la prima volta in assoluto che scrivo una originale. E son sicura che si noterà pure di più che non ho mai frequentato l'università/vissuto con qualcuno che non fosse la mia famiglia. Spero sia uscita comunque una roba decente.
Dal POV di D. A=Riccardo, B=Alessia, C=Giulia e D=Vittorio.

 

Same Old Same Old

 

Vittorio schiacciò il cuscino contro la propria testa, cercando di ignorare la quinta ripetizione consecutiva della sveglia di Riccardo. Era la storia di tutte le mattine e Vittorio sarebbe anche stato in grado di ignorarla come faceva sempre se Riccardo non avesse deciso proprio la sera prima di cambiare la dannata suoneria della sveglia. Non aiutava di certo la voce sommessa di Giulia, che ripeteva Dio solo sapeva cosa nonostante fossero le 6 del mattino.

Sapeva che anche se fosse rimasto immobile dov'era la sveglia avrebbe continuato a suonare ad intervalli regolari almeno per un'altra mezz'ora, quindi decise di alzarsi; tanto il letto era diventato troppo caldo. Non valeva la pena sprecare tempo lì disteso fingendo di dormire quando avrebbe dovuto comunque alzarsi nel giro di dieci minuti, non se non poteva tornare a dormire perlomeno.

Lanciò il cuscino dall'altra parte della stanza, colpendo Riccardo dritto sulla testa. Il biondo continuò a dormire come se nulla fosse, per nulla disturbato né dalla sveglia né dall'esser stato colpito.

Vittorio sbuffò e fissò il soffitto senza vederlo davvero nella penombra che avvolgeva la stanza, ascoltando la noiosa canzone che avrebbe tormentato le sue mattine perlomeno per il prossimo mese. Se solo Riccardo avesse avuto buon gusto in fatto di musica avrebbe almeno potuto svegliarsi con qualcosa di decente, pensò passandosi le mani sugli occhi prima di calciare via il lenzuolo e alzarsi dal letto.

Riccardo la sera prima aveva di nuovo lasciato aperta la porta, ovviamente, che era il motivo per cui poteva sentire la voce di Giulia, già seduta al tavolo della cucina che ripassava per un esame che probabilmente avrebbe avuto il mese successivo. Già, Giulia era quel tipo di persona irritante che riusciva a studiare solo alle 4 del mattino nel completo silenzio della notte, ma riusciva a memorizzare nozioni solo ripetendo ad alta voce.

All'inizio Riccardo lo aveva convinto che fosse una cosa positiva, che se avessero tenuto la porta della loro stanza aperta il ripetere continuo di Giulia avrebbe fatto entrare i concetti anche nelle loro teste. L'unica falla nel piano di Riccardo era ovviamente che nessuno dei due aveva gli stessi corsi della mora. Beh, non l'unica falla, perché in realtà Riccardo non aveva considerato che Giulia a volte avesse delle mezze crisi isteriche con se stessa quando non riusciva a capire qualcosa di particolarmente difficile. O non aveva preventivato che Alessia e Giulia non si sarebbero abituate come Vittorio alla sua sveglia che suonava perlomeno dieci volte prima che si decidesse ad alzarsi e quindi insistessero che la porta della loro stanza restasse chiusa…

La cucina era pervasa dall'odore intenso di caramello del the che la mora beveva sempre quando si alzava presto per studiare e il tavolo era già ricoperto di libri, fogli e tazze vuote a dimostrare che era immersa nello studio perlomeno da un paio di ore; Giulia stava rannicchiata sulla sedia ancora in pigiama, con i capelli raccolti in modo confuso sopra la testa e gli occhiali che quasi le cadevano dal naso. Vittorio le passò accanto diretto verso il bagno, ma, presa com'era dal proprio studio, Giulia non si accorse minimamente di lui. O forse per puro miracolo aveva deciso di ignorarlo per una volta.

Qualunque fosse il motivo, Vittorio ringraziò che fosse così, perché davvero non aveva voglia di sorbirsi di prima mattina le solite lamentele di Giulia sul suo gironzolare nudo per casa. Aveva diritto perlomeno di farsi una doccia e di mettere qualcosa sotto i denti prima di aggiudicarsi l'ennesima ramanzina riguardo il pudore, la decenza e stronzate simili.

Aprì la porta del bagno e gli bastò un solo passo oltre la soglia per scivolare sul pavimento bagnato e rischiare di spaccarsi la testa contro il lavandino.

“Alessia! L'hai fatto di nuovo!” urlò preso dalla rabbia, uscendo dal bagno e dirigendosi verso la porta della stanza delle ragazze, al momento chiusa.

Giulia, che al suo strillo si era ovviamente distratta dal proprio studio, lo fissò storto sistemandosi gli occhiali. “Vittorio!” esclamò solo. E davvero, a volte Vittorio non aveva idea di come Giulia potesse avere un tono così simile a quello contrariato di sua madre quando a dieci anni non puliva la propria stanza o prendeva un brutto voto a scuola. Però le riusciva e la cosa lo irritava più di quanto fosse umanamente spiegabile, forse anche più del pessimo gusto musicale di Riccardo.

Lui la ignorò e proseguì verso la porta della stanza, prima di aprirla di scatto. Alessia, ancora arrotolata come un salame nel lenzuolo, continuò a fissare con occhi assonnati lo schermo del proprio telefono. “Che vuoi?” chiese quasi scocciata, come se Vittorio stesse interrompendo qualcosa di molto importante.

“Hai di nuovo allagato il bagno. Due anni e ancora non hai imparato come funziona una cazzo di lavatrice!”

Alessia sbuffò e si girò nel letto dandogli le spalle senza mai distogliere lo sguardo dallo schermo. Vittorio marciò nella stanza illuminata a malapena dalla luce soffusa che proveniva dal corridoio e dal cellulare di Alessia; alzò di colpo la tapparella e la ragazza emise un gemito e si coprì gli occhi col braccio, abbagliata dalla luce improvvisa che aveva invaso la camera. “Alza il culo e vai ad asciugare il pavimento. Col cazzo che lo faccio al posto tuo anche stavolta.” disse solo incrociando le braccia al petto.

“UGH! Fai schifo! Perché devi sempre stare nudo, vatti a vestire, coglione!” rispose solo lei, coprendosi fino alla testa col lenzuolo, l'unica cosa che faceva capolino il ciuffo di capelli verde sbiadito che Alessia si lamentava da settimane di dover tingere di nuovo appena avesse avuto soldi per farlo.

Vittorio sbuffò irritato, pronto a tirare Alessia di peso fuori dal letto, quando il rumore di qualcosa di pesante che sbatteva contro il muro attirò la sua attenzione.

“Zitti, qui c'è gente che vuole dormire!”urlò la voce di Riccardo dall'altro lato del muro, giusto un istante prima che l'ennesima ripetizione della sua sveglia iniziasse a suonare e venisse del tutto ignorata. Vittorio non era neppure sicuro di voler sapere di preciso cosa Riccardo avesse lanciato, ma sperò per lui che non fosse di nuovo uno dei libri che Vittorio aveva poggiato sul comodino.

“Riccardo, spegni quel dannato affare!” si intromise il grido di Giulia dalla cucina, il rumore del bollitore che si aggiungeva alla sinfonia del caos di quella mattina. Neanche a dirlo, Riccardo la ignorò, mentre la sveglia continuava a suonare a volume sempre più alto.

Vittorio sospirò e si passò una mano sul viso, prima di gettarsi di peso su Alessia, che squittì e cercò di levarselo di dosso. Dopo qualche istante di lotta, Vittorio si ritrovò a contemplare il senso della propria vita steso a terra, fissando un calzino spaiato abbandonato sotto il letto di Giulia perlomeno dall'inverno precedente -Vittorio ne era piuttosto certo perché quello era uno dei calzini dell'ex di Giulia, quel tipo che rubava sempre i suoi di calzini e che la mora aveva scaricato a marzo.

Vittorio avrebbe voluto dare alla sessione estiva la colpa di quella sceneggiata alle 6 di un venerdì mattina di luglio; la triste verità, invece, era che quella era la sua routine quasi giornaliera da almeno un anno e mezzo. Forse un giorno avrebbe ripensato a quelle mattine col sorriso sulle labbra, ma per il momento si sentiva come se nella sua vita precedente avesse fatto qualcosa di estremamente crudele e quella fosse la sua persona punizione.

Sospirò e si forzò ad alzarsi. Il pavimento del bagno non si sarebbe asciugato da solo, dopotutto!

   
 
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