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Autore: lawlietismine    24/09/2016    2 recensioni
X-men: days of future past – Charles/Erik. Scritta per la sfida "a box full of prompts".
Lo sguardo di Charles è fisso su di lui, lo sente e un po' lo teme, (...) avverte ogni pensiero, ogni verità che in fondo non vuole sentire. Sono lì da qualche ora, ormai, e lui non riesce a ricambiare quello sguardo neanche per un secondo.
Charles, come hai potuto rinnegare ciò che sei?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà! 
Ed eccomi a scrivere/pubblicare una Cherik per la prima volta! Li adoro con tutta me stessa, ma non ho mai partecipato granché nel fandom. 
Comunque c'è sempre una prima volta! 
Non mi sono mai sentita... Beh... Non lo so, forse "capace" di poter scrivere su questi personaggi. Ho sempre avuto paura di fare una confusione assurda e stravolgerli. Insomma, sono una che prima di scrivere, cerca di essere in sintonia (?) con i personaggi, di comprenderli pienamente (o il più possibile, almeno^^") e di assimilare parte del loro carattere, perciò eccomi qui adesso, dopo un'infinità di tempo e mille rewatch appassionati negli anni. 
Sono anche una che scrive di getto, perciò, vista la scena di cui volevo trattare, mi sono rivista il film e poi ho aperto word, quindi è nato tutto tipo dall'ora di pranzo di oggi ad adesso, perciò non posso far altro che pregare gli Dei affinché sia uscita una One-Shot decente. Lo spero, perché ci tengo molto! 
Erik in particolare (soprattutto young!Erik) è un personaggio che amo e a cui sono affezionata, poi c'è da dire che i miei Cherik sono otp, quindi... Prima o poi dovevo dedicarmi a qualcosa su di lui/loro! 
A parte questa lunga parentesi, volevo dire che la storia è stata scritta per la sfida "a box full of prompts" del gruppo di facebook "EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni" e il prompt che ho usato ("Charles, come hai potuto rinnegare ciò che sei?") è di Dauntlessbadwolf
Spero che vi piaccia! Lasciatemi un pensiero se avete tempo, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate! 

Lawlietismine

 



You abandoned us, you abandoned me.

 
 

Sono sull'aereo che li porterà a Parigi da ormai qualche ora.
Lo sguardo di Charles è fisso su di lui, lo sente e un po' lo teme, perché percepisce ogni singolo sentimento, ogni singola cosa che l'altro non dice ma che in realtà vorrebbe probabilmente urlare. Avverte ogni pensiero, ogni verità che in fondo non vuole sentire. Sono lì da qualche ora, ormai, e lui non riesce a ricambiare quello sguardo neanche per un secondo.

“Come li hai persi?” dice dopo un po', perché è una delle cose che adesso gli occupano la mente e una parte di lui vuole a tutti i costi farlo parlare, sentire la sua voce, fare forse in modo che per un solo istante possano fingere che sia tutto normale, tutto come un tempo.
“La terapia per la colonna influisce sul mio DNA” la risposta di Charles arriva dopo un momento di ulteriore silenzio, ma è fredda e dura, come se si stesse trattenendo, ed Erik viene distratto dal suo significato, piuttosto che concentrarsi sul resto, sui piccoli gesti, sui piccoli segni.
Charles, come hai potuto rinnegare ciò che sei? Pensa inevitabilmente, prima di parlare di nuovo senza riuscire a controllarsi, e “hai sacrificato i tuoi poteri per camminare?” domanda esterrefatto, dannandosi subito dopo di conseguenza allo sguardo che Charles gli rivolge di riflesso. Lucido, debole, ferito e sì, un po' colpevole.
“Ho sacrificato i miei poteri per dorm–” ma si interrompe da solo, distogliendo velocemente quello sguardo tormentato, come se stavolta fosse lui a temere un po' quello di Erik, “che vuoi saperne tu” aggiunge piano, mentre mille pensieri gli occupano la testa e una mano stringe istintivamente la stoffa dei pantaloni.
“Ho avuto anche io la mia parte” Erik si sporge un po', la sua voce prende un tono tagliente e quasi vorrebbe urlargli di guardarlo di nuovo, di smetterla di sfuggire al suo sguardo proprio ora che quello finalmente ha trovato il coraggio di posarsi su di lui come da ore desiderava. Vuole specchiarsi in quegli occhi chiari e trovarvi una sicurezza. Una sicurezza che tutto si sistemerà.
Le parole però gli scivolano dalle labbra senza controllo, sono tutto il contrario di ciò che pensa, e sa bene che sta rovinando già ogni cosa lui stesso, perché è fatto così.

“Ah... asciugati le lacrime Erik, ciò non giustifica quello che hai fatto” l'altro torna a guardarlo, ma non c'è alcuna sicurezza nelle iridi, solo frustrazione, dolore e qualcos'altro. Erik ha paura che possa essere odio, che inizi a essere troppo tardi per poter rimediare, per poter tornare indietro.
“Tu non sai quello che ho fatto io” la sua voce si incrina, mentre vede le già poche possibilità sgretolarsi davanti a sé.
“So che hai preso le cose che più contano per me”
“Magari avresti dovuto lottare di più per loro” ed è un'accusa celata, profonda, un'accusa che sa che verrà colta. O almeno lo spera.

L'atmosfera si riempie di furia, lasciata libera da ogni catena così da farla sprigionare a suo piacimento.
“Se vuoi la guerra, Erik, io ti darò la guerra” e Charles si alza, gli va in contro e lo afferra, mentre l'unica cosa a cui lui invece riesce a pensare è la vicinanza che da tempo non avevano condiviso. La rabbia e il dolore svaniscono per un impercettibile istante ed Erik allora si permette di illudersi. Poi è ora di tornare alla realtà, perché quei sentimenti sono rivolti contro di lui e sono tutto il contrario di quello che vorrebbe, anche se – come al solito – non riesce a dirlo.
Lo lascia sfogare contro di sé, nonostante il richiamo di Logan, perché è quello che sa fare meglio.

“Sei stato tu ad abbandonarmi! L'hai portata via e mi hai abbandonato” grida Charles, gli occhi pieni di lacrime e fissi irrimediabilmente nei suoi, le mani strette al suo petto e l'espressione contorta dalla sofferenza che impregna ogni singola parola.

Il riferimento a Mystica gli annebbia la testa, perché per una volta voleva che fosse una cosa solo loro, per quanto tutt'altro che felice. Per una volta voleva che Charles pensasse solo a lui.
E il fatto che abbia ripetuto che l'ha abbandonato, come a sottolinearne l'importanza rispetto a tutto il resto, rispetto all'insignificante accenno a Raven, sfugge scioccamente alla sua attenzione.

“Angel, Emma... fratelli e sorelle mutanti, tutti morti! Innumerevoli altri usati per esperimenti, macellati!” stavolta è lui ad aggredirlo, un tentativo di difesa per liberarsi da ogni peso, da ogni paura e da ogni senso di colpa, anche da quel senso di rabbia che l'altro ha appena alimentato. Vede ogni colpo affondare in Charles, sente che con quelle parole sta accrescendo una pena in lui che in realtà vorrebbe solo far cessare. Rianima una ferita ancora aperta e la rende sempre più viva.
“Tu dov'eri, Charles?” Erik arriva finalmente a esprimere ciò che davvero ha causato la sua furia e la sua personale sofferenza, mentre cerca di trattenere il tremore delle sue mani e le lacrime, “avremmo dovuto proteggerli! Dov'eri quando il nostro popolo aveva bisogno di te?” dovrebbe fermarsi, lo sa, ma non ci riesce. Non ci riesce mai.

“Nascosto, tu con Hank, a fingere di essere quello che non sei” sta per dargli il colpo di grazia, quando in realtà vorrebbe darlo a se stesso per il modo in cui si sente e in cui sta facendo sentire lui, ma ancora una volta parla ugualmente: “tu ci hai abbandonati tutti”.

E quando Charles si allontana, distrutto, devastato, distogliendo di nuovo lo sguardo dal suo, Erik sente che invece che avvicinarsi, si sono allontanati ancora di più.

 

  
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