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Autore: ArnaDiggory_Lothbrok    24/09/2016    0 recensioni
"Tre cose non si possono nascondere a lungo: il sole, la luna, la verità."
{Young Peter and Derek Hale}
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Hale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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~Regnfull Dag Erano le 6:00 di mattina quando il sole comiciò sorgere. Nella città di Beacon Hills regnava sovrano il silenzio. Scarlett McCall era sdraita supina sul letto della sua stanza. La sveglia non era ancora suonata, e il sole non era ancora alto. La sveglia suonó, e dopo qualche istante che l'insopportabile musichetta continuava a echeggiare nella stanza, decise di alzarsi. Nonostante fossero appena le 6:30 del mattino era felice di svegliarsi, anche se non sapeva bene il perché, era semplicemente di buon umore. Spense la sveglia, si stiracchio e si diresse verso il bagno. Sfortunatamente era occupato, qualcuno si era svegliato prima di lei. Su fratello Scott occupava il bagno, e Scarlett fu costretta ad aspettare che uscisse nel corridoio. Scott aveva solo tre anni in meno di Scarlett, nonostante ció andavano molto d'accordo. Un gran silenzio invadeva la casa, Melissa, la madre dei due ragazzi non c'era avendo il turno di mattina in ospedale. Mentre il padre non era presenti per vari motivi, ma quello principale era che Melissa lo aveva cacciato di casa. Passarono circa venti minuti, e secondo Scarlett, Scott, stava impiegando troppo tempo là dentro. Spazientita bussò alla porta del bagno. Il Toc-toc delle sue nocche contro il legno della porta risuonarono per tutta l'abitazione. Poco dopo Scott con ancora indosso il pigiama aprì la porta: << Buongiorno >> Sussurró il ragazzino stropicciandosi gli occhi. << Si puó sapere che stai combinando lì dentro? >> Domandó Scarlett. << Oh! Vedi, é che...diciamo che mi ero... come dire...assopito. >> Scott fece una pausa con un'evidente espressione di imbarazzo sul viso. << Sulla tazza... >> A Scarlett scappò un risolino: << Dai vai a fare colazione, io arrivo subito.>> << E non addormentarti per le scale>> aggiunse sarcastica e si rifugiò in bagno. Sbatato com'era, Scarlett si aspettava di tutto da suo fratello. Dopo essere entrata in bagno, Scarlett, si guardò allo specchio con la sua solita smorfia di disprezzo che compariva sul suo volto ogni volta che vedeva il suo riflesso. Non aveva molto autostima di se stessa, credeva si essere un brutto mostriciattolo venuto da chissà quale pianeta. Quando in realtà sullo specchio vi era riflessa l'immagine di una ragazza dall'aria fin troppo seria. I lunghi capelli corvini che le arrivavano fino ai fianchi, un pó spettinati, incorniciavano il suo viso ovale. La sua pelle era candida quasi lattea, i suoi occhi erano uno l'opposto dell'altro a causa della sua eterocromia. L'occhio sinistro color ghiaccio, un misto fra il colore del cielo e il grigio. Mentre il destro era verde scuro e poteva ricordare il colore dei pini. Era una ragazza molto seria e silenziosa, stava spesso per le sue. Ogni volta che si guardava allo specchio le veniva il mente il perché non era stata presa alla Karenina, un'accademia di balletto classico molto prestigiosa poco distante da Beacon Hills. La ragazza non era esattamente altissima, ma nemmeno troppo bassa, diciamo che era nella media. Ma per un'accademia del genere non bisognava essere perfette solo nella danza ma anche nell'aspetto fisico, ed evidentemente il suo metro e sessanta non rientrava nei canoni di perfezione. Scarlett cominciò a pensare a tutti i sacrifici e rinunce che aveva fatto per entrare a far parte di quella scuola, per poi sentirsi dire un bel ''No''. Sacrifici che le avevano lasciato il segno. Era dimagrita fino a pesare appena 38Kg facendo diventare minime le forme che tutte le ragazze ad una certa età iniziano ad avere. '' 38 é il peso perfetto" Diceva la sua ex insegnate di ballo. " Dopo tutto una ballrina classica DEVE essere perfetta." Si ripeteva costantemente quella frase nella mente. Fortunatamente dopo il rifiuto da parte dell'accademia era quasi riuscita a riacquistare un peso nella norma. Ma sopratutto non si era data del tutto per vinta, continuava a ballare e a perfezionare la sua tecnica per conto suo, appena ne aveva l'occasione. E mentre pensava a tutti i pomeriggi e i fine settimana passati a esercitarsi e perfezionarsi rinunciando agli amici, e trascurando lo studio perdendo ben due anni scolastici, cosa di cui si pentiva amaramente, già aveva 16 anni e frequentava ancora il primo anno di liceo. Il suo sguardo finì sulla sveglia che si trovava in bagno, facendole notare quanto si fosse fatto tardi. Scrolló le spalle e cacció via quei pensieri. Si lavò in fretta per poi scendere al piano di sotto e fare una rapida colazione con suo fratello. Scese di corsa le scale precipitandosi in cucina. Scott aveva i gomiti appoggiati sul tavolo, con una mano si reggeva la testa mentre con l'altra girava, con aria annoiata, il cucchiaino all'interno della sua tazza piena di latte e cereali. Scott si presentava come un ragazzo mingherlino, normale essendo in pieno sviluppo, molto alto quasi a sfiorare il metro e ottantacinque. Aveva gli occhi scuri e profondi e i capelli castani, era sempre solare e gentile con tutti, anche se a volte era un pò sbadato e aveva sempre la testa fra le nuvole. Scarlett si sedette al suo fianco e cominciò a mangiare cereali a manciate direttamente dalla scatola. << Quanta grazia! >> Disse Scott che se la rideva sotto i baffi, mentre osservava la sorella. Scarlett accennó una rista tra una manciata di cereali e l'altra. La ragazza continuava a osservare la vista fuori dalla finestra, finendo per annegare di nuovo nei suoi pensieri senza rendersi conto del tempo che passava velocemente. La fece tornare alla normalità il rumore del motore dell'autobus in sosta sulla strada davanti alla sua casa. << DIAMINE!...DEVO MUOVERMI! >> Non fece nemmeno in tempo a dirlo che l'unico mezzo che poteva portarla a scuola era appena partito davanti ai suoi occhi, e lei era ancora in pigiama. << Scott! Scott!.....mi presti la bici? Ho appena perso l'autobus! >> Urlò per tutta la casa, era l'unica idea che le venne in mente per evitare di fare tutta quella strada a piedi fino alla scuola. La scuola dove andava Scott era molto più vicina, e solitamente andava a piedi. senza ricevere alcuna risposta dal fratello arrivó alla conclusione che il ragazzo era già uscito di casa, e lei non se ne era resa conto. Come le capitava spesso in quell'ultimo periodo, i suoi pensieri le affolavano la mente, facendole perdere di vista ció che le accadeva intorno. Uscì nel portico per confermare il fatto che la bici fosse parcheggiata lì, e per fortuna era così. Rientrò in casa, si fiondo al piano di sopra per cambiarsi il più in fretta possibile, per evitare un ulteriore ritardo, sapendo che la strada fiono al liceo era lunga dato che abitava in periferia. Si diresse verso la sua stanza, e dopo aver rovistato in vari cassetti trovó la sua maglietta nera preferita, quella con le maniche lunghe fino al gomito e aderente sul busto. Si infilò facendo qualche saltello dei pantaloni neri aderenti, ed infine le scarpe anch'esse nere. Prese il suo zaino infilandoci dentro i libri che le sarebbero serviti quella mattina. Si recò nuovamente in bagno per aggiustarsi i capelli. Poi decise di mettersi un pò di mascara, non era suo solito truccarsi al massimo metteva solo quello. E mentre lo applicava si accorse di una cosa che prima non aveva notato. Un brufolo aveva preso posto abusivamente sulla sua guancia, facendole storcere il naso per il disgusto. Infine si spruzzò del profumo, e si fiondò al piano di sotto. Prese le chiavi di casa che erano appoggiate sul mobile del salotto, uscì chiudendo la porta a chiave. Montó sulla sella della bicicletta e si avvió verso la scuola. In quel esatto momento cominció a piovere. La ragazza sbuffó immaginando in che condizioni sarebbe arrivata a scuola. Poi peró trovarsi sotto la pioggia la fece sorridere, dandole uno strano senso di serenità misto a divertimento. Dopo dieci minuti di incessante pedalata sostenuta, si bloccó per qualche istante per riprendere fiato. Face un smorfia al pensiero di tutta quella strada che doveva ancora percorrere. Per fortuna la pioggia era leggere e le permetteva di pedalare tranquillamente. Scarlett arrivó con più di mezz'ora di ritardo completamente fradicia. Mentre camminava per i corridoi della scuola, per raggiungere la sua aula, tremava per il freddo lasciando al suo passaggio delle goccioline d'acqua che cadevano sul pavimento, e cominció a maledirsi per non aver preso la felpa prima di uscire di casa. Arrivata a destinazione, bussó alla porta della sua classe: << Avanti! >> Sì senti come risposta dall'altra parte. Aprì timidamente la porta rimanendo sulla soglia: << Mi scusi....>> Disse quasi sussurrando imbarazzata. Il professore di storia le lanció uno sguardo indigniato per le condizioni in cui era arrivata a scuola e per il notevole ritardo, ma senza dire niente, fece un cenno con la testa e Scarlett entró chiudendosi la porta alle spalle. Sgattaiolò in fondo all'aula dove si trovava il suo banco, cercando di non dare troppo peso agli sguardi di alcuni suoi compagni che la fissavano ridacchiando. Il professore riprese la sua lezione. La ragazza si legó i capelli con una matita per evitare che continuassero a sgocciolare sul banco, e cercó di concentrarsi sulle parole dell'insegnante, provando a non pensare al fatto che stesse morendo di freddo tanto da battere i denti. Dopo qualche minuto, riuscì a prestare attenzione alla lezione continuando a tremare, quando peró la mano di qualcuno si posó sulla sua spalla facendola sussultare. Il suo vicino di banco, Derek Hale, aveva notato, come tutti d'altronde, che la ragazza aveva freddo. Così prese dalla sua sacca, che portava con sé nei giorni in cui aveva gli allenamenti di basket con la squadra della scuola, un asciugamano e lo porse gentilmente alla ragazza. << Oh! Emh...grazie mille. >> Disse la ragazza a bassa voce mentre si fermava ad osservare con attenzione Derek. Era molto alto, capelli scuri. Gli occhi erano di un verde chiaro, le sopracciglia folte. Era ben piazzo, probabilmente dovuto al fatto che giocasse a basket. Il ragazzo rispose con un timido "prego" e riprese a seguire la lezione. I due non avevano mai parlato, solo qualche timido sorriso come saluto. Per questo la ragazza fu sorpresa di quel gesto gentile da parte sua. Scarlett, cercando di evitare di attirare l'attenzione su di se e di disturbare la lezione, si passó l'asciugamano prima sulle braccia e sulle spalle per poi passare alla nuca. La stoffa calda le diede un pó di sollievo. Le due ore di storia sembravano non passare più, quando finalmente si udì il suono della campanella. Tutti si precipitarono fuori dall'aula, compreso Derek, senza dare il tempo a Scarlett di potergli restituire l'asciugamano. Quando anche lei uscì dall'aula il ragazzo era scomparso, e dato che era l'unica lezione che avevano in comune quel giorno, decise di restituirglielo in un altro momento. I sui capelli erano ancora bagnati e i vestiti umidi. Si recò al suo armadietto, con la speranza di trovarci qualche maglietta che aveva lascito lì come cambio per quando aveva attività fisica ma niente. Si rassegnò al fatto di dover passare il resto della giornata in quelle condizioni. Prese il libro di scienze lasciando lo zaino nell'armadietto, e si incamminò verso laboratorio n°34 dove si sarebbe dovuta svolgere la sua prossima lezione. Appena arrivata nel laboratorio di scienze, Scarlett si sedette nel banco di fianco alla finestra con la speranza che i flebili raggi del sole,coperto dalle nuvole, potessero riscaldarla ma con scarsi risultati. Le seguenti ore di lezione passarono velocemente e arrivó l'ora di pranzo. Scarlett prima di andare alla mensa, passò al suo armadietto per poggiare alcuni libri, quando aprendolo notò l'asciugamano di cui si era completamente dimenticata. Pensó che potesse essere una buona idea restituirlo al proprietario durante il pranzo, visto che la prossima lezione con lui sarebbe stata tra due giorni, e magari poteva servirgli. Prese l'asciugamano e si diresse verso la mensa. Il corridoio era affollata di ragazzi desiderosi di entrare per consumare il loro pranzo. Dopo essere riuscita ad entrare nella mensa, Scarlett venne inebriata dal profumo di verdure grigliate, e il suo stomaco si fece sentire. Si mise in un angolo vicino all'entrata, scrutando attentamente i tavoli occupati dagli studenti, con la speranza di trovare il prima possibile Derek dato che la fame la stava assalendo ed era ansiosa di mangiare. Dopo pochi minuti riuscì a vederlo, seduto in un tavolo in fondo, sul lato sinistro della mensa con un altro ragazzo. Si diresse timidamente in quella direzione. Arrivata davanti al tavolo sia Derek che l'altro ragazzo avevano lo sguardo fisso sul loro piatto intenti a mangiare. Scarlett si schiarì la voce per attirare l'attenzione di Derek. Ma ad alzare lo sguardo non fù lui ma bensì il ragazzo seduto al suo fianco. Aveva gli occhi del colore degli abissi, uno sguardo profondo e penetrante. Capelli scuri e sopracciglia folte, aveva un'aria vagamente somigliante a Derek, ma era visibilmente più grande. Il ragazzo scrutó attentamente per qualche istante Scarlett, che arrossì e abbassò la testa cercando di nascondere il suo imabarazzo. Dopo quei pochi istanti, che a lei sembrarono ore, il ragazzo diede una pacca sulla spalla del suo vicino che alzó lo sguardo: << Grazie! >> Disse Scarlett sorridendo e porgendoli l'asciugamano. << Prego. >> Disse Derek, anche lui sorridendo. Dopo di che la ragazza si allontanò dal loro tavolo per andare a mangiare . << Chi era quella? >> Chiese il ragazzo di fianco a Derek. << Smettila di fare sempre così Peter! >> Ringhiò Derek con tono scocciato. Peter era il fratello minore della madre di Derek, ovvero suo zio. Frequentava l'ultimo anno, e giocava a Lacrosse nella squadra della scuola. I due trascorrevano parecchio tempo insieme, dovuto anche al fatto che vivevano nella stessa casa. Derek a volte sopportava a malapena Peter, per i suoi modi di fare da spaccone e poco onesti. << Che ho fatto? >> Domandò Peter. << Non fare il finto tonto! So a cosa stavi pensando e la devi smettere di comportarti in questo modo!>> Rispose il ragazzo irritato. << Non capisco cosa vuoi dirmi... >> Disse Peter con un ghigno sul viso, come a voler provocare Derek. << Davvero non lo capisci! Sto parlando di quello che è successo a Rose, a Sarah e a Lisa! Sto parlando di quello che hanno passato per colpa tua e della fine che hanno fatto! >> Disse Derek aumentando il suo tono. << Abbassa la voce idiota! Che centra questo adesso? >> Sbottò Peter. << Non ti permetterò di fare la stessa cosa con lei o con chiunque altro. Non siamo superiori agli altri, le persone non sono giocattoli! >> Rispese deciso il ragazzo. La famiglia dei due ragazzi aveva antiche origini, e da generazioni custodiva un prezioso ma pericoloso segreto. Loro erano lupi mannari. Ma non comuni mannari, loro non erano stati morsi, loro erano nati lupi. E da un pò di tempo si erano insediati a Beacon Hills. << E' qui che ti sbagli, noi siamo superiori a loro, eccome se lo siamo...e io faccio quello che voglio e tu non puoi impedirmelo. E devo ammettere che lei mi piace molto.>> Era solito di Peter trasformare le ragazze con cui usciva o alcuni suoi amici in lupi. "Il morso è un dono" continuava a ripetersi nella mente. Lo faceva per il forte desiderio di avere un branco tutto suo, o semplicemente perchè lo divertiva. Ma non sempre coloro che trasformava sopravvivevano. Ma la cosa che lo tormentava di più era il fatto che lui non fosse l'alfa e che ci sarebbe voluto molto tempo prima che lo diventasse. << Come si chiama?>> << Non te lo dico.>> Rispose Derek con tono scocciato. << Che c'è, ti piace?>> Disse Peter continuando a provocarlo. << Emh...no no, so a malapena come si chiama....>> Rispose imbarazzato e irritato il ragazzo. << Oh bene , meglio per me. >> Sussurrò Peter. << Fai sul serio?! Ti prego aspetta almeno che finiscano le lotte fra branchi prima di avvicinarti a lei, o a chiunque altro. Non hai già abbastanza morti sulla coscienza!? >> Derek cominciò a stufarsi dell'atteggiamento dello zio. << Non è colpa mia se sono morte... >> Concluse Peter con aria indifferente. << Si che lo è, tu le hai trasformate. >> Il tono accusatorio di Derek si fece più forte. << Vuoi dirmi come si chiama si o no?!>> Domandò Peter cambiando discorso. << NO! >> Urlò Derek facendo voltare molti ragazzi verso il loro tavolo. La rabbia stava prendendo il sopravvento su di lui. << Calmati Derek! Sto solo giocando...>> Peter scattò sull'attenti quando vide la rabbia sul viso di Derek, sapeva che non era ancora in grado di controllarsi, e temeva quello che sarebbe potuto succedere se non sarebbe riuscito a placare la sua ira. Derek non era ancora un lupo esperto, non era ancora in grado di gestire la rabbia, l 'ansia, la paura e tutte quelle situazioni che potevano scatenare in lui la trasformazione. Digrignava i denti cercando di trattenere la rabbia, le sue unghie si erano allungate fino a diventare artigli che aveva conficcato nel palmo della mano cercando di nasconderli. << Dai andiamo...>>Mormorò Peter facendo alzare il ragazzo dirigendosi con lui verso l'uscita della mensa. Andarono negli spogliatoi, dove in quel momento non c'era nessuno. << Respira lentamente, ti devi calmare! >> Si poteva chiaramente percepire dell'ansia nella voce di Peter mentre pronunciava quelle parole. Derek si inchinò a terra, era sul punto di perdere il controllo. << Forza ripeti con me. Il sole, la luna, la verità >> Disse deciso Peter, cercando di farlo tornare in sè. << Il sole....la lu-luna.....la verità >> Ripetè Derek ansimando. Lo ripetè diverse volte fin chè non si calmò del tutto. << Si può sapere che ti è preso?! >> << Sono stufo! Stufo! Dei tuoi giochetti e dei tuoi comportamenti da bastardo menefreghista! Continui a trasformare le persone per divertimento, mettendo in difficoltà il nostro branco. Lo sai che non è semplice istruire i "nuovi" mentre bisogna difendere il territorio dagli altri branchi, ed evitare i cacciatori! >> Disse accusatorio Derek. << Hai ragione sai, a volte sono proprio un bastardo ma... ehi che ci posso fare! Questa città a volta è così noiosa che mettere scompiglio è l'unica cosa che mi rallegra un pò. >> Un sorriso beffardo si formò sul volto di Peter. << Promettimi che non ti avvicinerai a Scarlett. Nè a lei nè a nessun altro, almeno finchè non risolveremo i problemi con altri branchi. Promettilo! >> Lo supplicò Derek. << Okay lo prometto, non mi avvicinerò nè trasformerò nessuno fino a quando non si saranno calmate le acque...nemmeno Scarlett! >> Derek si portò le mani al viso, aveva rivelato il nome della ragazza a Peter senza nemmeno rendersene conto, per poi ringhiare a denti stretti: << Se mordi qualcuno giuro che ti strappo la testa morsi...>> Finita l'ultima ora di lezione, Scarlett tornò a casa. Ad aspettarla c'era suo fratello che, come suo solito, stava giocando ai videogiochi. Mentre sua madre era addormentata sul divano del salotto, stanca per il faticoso turno di lavoro. Decise di non svegliarla, le diede un bacio sulla fronte e salì in camera sua. Dopo aver finito di studiare. Si fece una doccia veloce, si legò i capelli, infilò le sue "Freed" e cominciò a esercitarsi sulle note di Čajkovski. Dopo diverse ore passate a fare "Attitude" e "Cabriole" arrivò l'ora di cena. << Ragazzi è arrivata la cena!>> Urlò Melissa dalla cucina. << Che si mangia stasera?>> Domandò Scarlett mentre scendeva le scale. << Messicano! >> Rispose sua madre agitando i fianchi e sorridendole. << Oh si! Che fame! >> Esclamò Scott, che era appena entrato in cucina. Terminata la cena, Scarlett era particolarmente stanca, così decise di andare a dormire. << Ma come, non guardi un film con noi? >> Le chiese sua madre. << Stasera no, sono molto stanca. Buonanotte. >> Rispose la ragazza facendole un sorriso. Salì in camera sua, si infilò il pigiama e si sdraiò sul letto. Si coprì con il piumone e poco prima di addormentarsi ripensò alla sua particolare giornata. Poi ripassò mentalmente l' "Ecchapè", un rapido movimento con cui si passa dalla quinta alla seconda o alla quarta posizione, che a lei non riusciva particolarmente bene pur essendo semplice. Poi però questo pensiero fu interrotto dal ricordo dello sguardo del ragazzo seduto vicino a Derek, che la osservava attentamente. <> Disse a voce alta. << Avrà pensato che vivessi sotto un ponte....ah! Sono così...così...non lo so nemmeno io. Spero solo che domani si sia già dimenticato di me e del fatto che fossi completamente fradicia, e così chiunque altro mi abbia vista in "versione senzatetto". >> Disse facendo le virgolette con le dita sulle ultime due parole, per poi rendersi conto che in realtà non stava parlando con nessuno. << Devo smetterla di parlare da sola...>> Sussurrò poco prima di addormentarsi. [ привет! Spero che questo primo capitolo vi piaccia. Ci tengo a sottolineare che la mia storia è ambientata durante l'adolescenza di Peter e Derek, quindi prima che Scott diventi un lupo o della comparsa di personaggi come Stiles, Allison, Lydia ecc. Ho cambiata alcune cose, infatti alcune parti non sono, e non saranno coerenti con la serie tv. Spero di riuscire a pubblicare un capitolo almeno ogni 2-3 giorni. Mentre scrivevo questo capitolo stavo ascoltando "Solomon" di Hans Zimmer, che vi consiglio vivamente. Se vi va lasciate un commento o una stellina per darmi un vostro parere. Det neste kapittelet! <3 ] ( Questa storia ha anche un sequel, che pubblicherò dopo averla terminata, con la speranza che a qualcuno possa interessare)
   
 
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