Così scriveva Isaac Asimov nel 1980 nell’introduzione del libro intitolato “Catastrofi a scelta”. Nonostante siano passati 6276 anni questo scrittore è ancora molto letto. Forse per la sua incredibile capacità di descrivere la realtà di oggi, o forse semplicemente perché molti dei suoi libri sono entrati a far parte dei libri di lettura obbligatori nella maggior parte delle scuole Terrestri.
Al Centro sono tutti indaffarati. Mi hanno sbattuta nella mia stanza senza neanche un saluto e ora non posso fare altro se non aspettare che qualcuno si degni di darmi qualche informazione. Da quello che ho sentito, pare che ci sia stato un malfunzionamento alla nave principale di uno dei gruppi di ricerca, per questo motivo la riunione di questa sera è rimandata.
Bussano alla porta.
–Avanti.–
–È la signorina Arker, Terra?– mi domanda il Serfirestre.
Serfir[1] è un piccolo pianetucolo al largo di Uriaser che se mai un giorno dovesse finire distrutto, sarebbe sicuramente per l’impoverimento delle risorse a causa della sovrappopolazione. Molti infatti emigrano su questo pianeta illusi dalla speranza di ottenere una specie di eterna giovinezza grazie all’estratto di una particolare pianta che cresce nelle loro lagune come parassita delle piante acquatiche. Pare inoltre che la forza di gravità, più debole rispetto a quella Terrestre, contribuisca a mantenere sode pelle e (se presenti ) squame. Per un Terrestre, quindi, un Serfirestre appare sempre più giovane rispetto a ciò che è realmente, quest’uomo che dimostra circa trent’anni ad esempio, in realtà potrebbe benissimo averne il doppio.
–Ahlia Arker?–
–Sì sono io.–
Mi porge una tavoletta elettronica.
–Questi sono i fascicoli relativi alle ultime misurazioni del tasso di inquinamento di aria e acqua, alle recenti sparizioni della flora e della fauna limitrofi e i moduli che ha richiesto. Deve compilarli e riconsegnarli entro un’ora.–
–Bene, la ringrazio.–
–Ah, e un’ultima cosa, se mi permette..– chiede titubante.
–Sì?–
–Riguardo a sua sorella..–
–Può andare, compilo immediatamente questi moduli e li consegnerò nel salone principale entro un’ora, arrivederci.–
Ora non ho proprio voglia di parlarne.
Dato che la riunione di benvenuto non inizierà fino a quando tutti saranno presenti, credo sia meglio portarsi avanti col lavoro e compilare questi moduli per ottenere il permesso di raccogliere dei campioni da analizzare. Gli ultimi campioni che sono passati fra le mie mani, sono quelli che mia sorella ha raccolto due anni fa, anche lei faceva parte di un gruppo di ricercatori su Uriaser. Ho bisogno di nuovi dati per vedere com'è mutata la situazione. Temo che il mio libro dovrà aspettare.
Fortunatamente i moduli sono stati facili e veloci da compilare, quindi posso portarli nel salone principale con largo anticipo. Questo posto è così surreale! Le varie stanze sono tutte colorate con colori improponibili, la mia fortunatamente è di un colore normale, verde molto chiaro, ma quella del mio vicino di stanza è di un giallo canarino mal di testa, che solo a scorgerlo per pochi attimi dà il malessere. I corridoi invece sono tutti verniciati di bianco. Mi chiedo di che colore sia la sala delle riunioni.
Dopo aver consegnato i moduli e ritirato i permessi, trovo del tempo per sporgermi dalla finestra per osservare il paesaggio intorno al Centro. Ormai è sera, la temperatura è calata di poco, ma l’afa e la completa assenza di vento, rendono la permanenza impossibile.
Mi ritiro e chiudo la finestra, ma girandomi noto il Serfirestre di prima che, come me, fissa l’esterno della struttura. Non ho voglia di parlare quindi cerco di passare inosservata. Inevitabilmente fallisco nella mia impresa e mi ritrovo coinvolta in una noiosa conversazione sul tempo e le stagioni.
Rimpiango di non essermi diretta nella mia stanza subito dopo aver ottenuto i permessi finché la conversazione prende tutto d’un tratto una piega interessante.
–Come hai detto che ti chiami?–
–Ordien. Anche se, come si nota, ho origini Serfirestri..– mentre lo dice oscilla la lunga coda squamosa –.. sono nato su Uriaser e qui ho sempre vissuto.–
–Sì… cosa dicevi a proposito del capo della mia spedizione?–
–Oh, già. Beh, lavoro qui ormai da tanto e il Capitano ha comandato varie spedizioni qui su Uriaser. Tutte spedizioni di ricerca chiaramente, ma la cosa strana è che due anni fa, due anni di Uriaser intendo, successe qualcosa di strano durante l’ultima esplorazione sul campo.– Tornò improvvisamente a guardare fuori dalla finestra.
–Qualcosa di strano intende? Beh, già lo so! Sono scomparsi tutti!–
–Sì, ma il Capitano fu l’unico superstite e quando rientrò al Centro aveva una grande fretta di ripartire. Era spaventato, diceva frasi sconnesse riguardo a qualcosa che aveva visto.. non mi sarei mai aspettato di vederlo nuovamente a capo di un gruppo di ricerca in questa zona. È un po’ strano, si comporta in modo diverso e inoltre, quando siete arrivati e l’ho salutato, mi ha guardato come se non mi conoscesse.–
–Già, è piuttosto strano. Indagherò, tanto fino a domani non ho nulla da fare.–
–Sempre meglio che leggere quel libro–
–Come?–
–Niente, dicevo, sarà meglio che mi ritiri nella mia stanza ora. Le auguro una buona serata.–
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[1]Serfir: Piccolo pianeta al largo di Uriaser. È anch'esso parte della Galassia di Andromeda ed è un famoso luogo di villeggiatura per facoltose coppie di vari pianeti. È caratterizzato da una forza di gravità relativamente bassa rispetto alla maggior parte dei pianeti abitati.
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[1]Serfir: Piccolo pianeta al largo di Uriaser. È anch'esso parte della Galassia di Andromeda ed è un famoso luogo di villeggiatura per facoltose coppie di vari pianeti. È caratterizzato da una forza di gravità relativamente bassa rispetto alla maggior parte dei pianeti abitati.