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Autore: Toujours Pur    25/09/2016    2 recensioni
Ci sono amori destinati a durare per sempre, nonostante gli errori.
Tratto dal primo capitolo
"Se solo fosse stata meno orgogliosa lo avrebbe rincorso."
"Ma c’era l’orgoglio di Benji, lui non l’avrebbe mai perdonata."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Durante il lungo viaggio per tornare a Monaco, Charlotte prese consapevolezza di aver sbagliato tutto, di nuovo. La prima lezione, che suo padre e suo nonno le avevano dato, era quella di non lasciare mai che le questioni personali influissero sul proprio lavoro, invece lei aveva mollato tutto. Però, mai come in quel momento, tutto le era chiaro. Doveva lasciarlo andare. Non era più tempo per loro, forse non lo era mai stato. Doveva scusarsi e cercare di limitare i contatti. Lo amava, certo, ma non poteva più permettersi il lusso di essere egoista, era una donna adulta. La felicità di Benji doveva essere la sua priorità, peccato solo non fosse lei.



Qualche giorno dopo il rientro in Germania, dopo aver sistemato tutto con il consiglio d’amministrazione, Charlotte si recò al campo di allenamento. Aspettò in disparte, ben attenta a non farsi vedere, che la seduta terminasse e che tutti i giocatori avessero lasciato l’impianto sportivo. Poi assicuratasi che non ci fosse più nessuno, scese in campo. Si prese un po’ di tempo per ammirare l’uomo che amava, che si allenava da solo, e sorrise perché per un fugace momento rivide il ragazzino testardo, il quale per essere il migliore si esercitava anche quando tutto era finito. Pensare al passato le riportò alla mente uno dei suoi ricordi più cari.



Avevano da poco conosciuto Holly, e aveva già dato una sonora batosta all’orgoglio di Benji. Infatti per la prima volta, da quando aveva iniziato a giocare, aveva subito un goal. Sembrava essere tornati indietro di cinque anni. Nuovamente arrabbiato con il mondo. Certo non era diventato un angioletto, ma da quando Freddy gli aveva regalato il suo primo pallone, quella rabbia aveva trovato uno sfogo. Il suo essere imbattuto, lo aveva portato a credere di riuscire a controllare la vita. Benji era un ragazzino cresciuto troppo in fretta. Ma in quell’istante sotto la pioggia battente, in quel campo che lo aveva visto perdente, sembrava un ‘anima in gabbia. D’altra parte era così concentrato che non si era accorto di lei, che tentava di ripararsi dal temporale. Si accorse della sua presenza perché il pallone, dopo un pugno del portiere, arrivò a bordo campo.

“Charlotte torna a casa. Sta piovendo e rischi di ammalarti” le disse avvicinandosi.
“Anche tu” rispose lei semplicemente.
“Anche io cosa?” chiese Benji perplesso.
“Rischi di ammalarti anche tu” spiegò Charlotte, come se stesse spiegando un’ovvietà.
“Io sono abituato a stare sotto la pioggia. Sei tu che ti ammali facilmente” controbatté lui con la testardaggine di chi non vuole cedere.
“Torna a casa con me. Per favore” insistette la ragazzina, allungando una mano verso di lui, che accettò pur di farla contenta.

Il giorno dopo Charlotte aveva la febbre alta, e lui come d’abitudine andò a casa della ragazzina. Una volta entrato in camera, con il suo solito tono saccente disse: “Te l’avevo detto che ti saresti ammalata.”
Al che Charlotte, guardandolo con sfida, rispose: “E’ vero, ma ho comunque vinto io. Tu sei tornato a casa con me.”
Benji, sedutosi vicino a lei, l’abbracciò e rispose: “Io tornerò sempre a casa con te”. Quella fu una delle tante promesse che, nell’innocenza della loro età, si scambiarono.


Tornata alla realtà, fece un bel respiro e si avvicinò. Benji notò subito la figura che lentamente si avvicinava, e quando capì chi fosse, il suo cuore cominciò a battere furiosamente, se fosse per rabbia o qualcos’altro non sapeva dirlo. Fu solo quando lei era ormai vicino, che comprese. Il suo cuore batteva per quel qualcos’altro.
La prima cosa di cui fu consapevole era che la trovava bella, ma in quell’istante, ciò che la rendeva mortalmente bella, erano gli occhi. Un misto di dolce malinconia e ferrea decisione.

“Ciao Benji” esordì Charlotte. Nel suo tono, il portiere notò esitazione, però non riuscì a rallegrarsene. Improvvisamente la sola idea che lei potesse soffrire, e che lui ne fosse la causa, lo abborriva.

“Ciao” rispose semplicemente.

“Vorrei parlati. Puoi dedicarmi un po’ del tuo tempo?” domandò pacatamente. A Benji quel tono non piaceva, l’ultima volta che l’aveva sentita parlare con quell’inflessione, l’aveva lasciato. Così, con uno strano groppo in gola, annuì e si sedettero sulla panchina.

“Volevo chiederti scusa, per tutto” disse dopo qualche minuto. “So di essermi comportata in modo crudele. Nulla può giustificarmi. Sono stata codarda ed egoista. Codarda perché quando tu hai iniziato a parlare di volere una famiglia, io mi sono spaventata e sono fuggita. Egoista perché, non tenendo conto di nessun altro che me, sono tornata nella tua vita. Ho provato a chiamarti tante volte, volevo dirti che mi dispiaceva per tutto quello che ti avevo fatto, ma quando arrivava il momento di premere sulla cornetta e inoltrare la chiamata, le parole non riuscivano ad uscire. Voglio dirti che mi dispiace averti spezzato il cuore” concluse asciugandosi una lacrima dispettosa. Una volta in piedi aggiunse: “Voglio che tu sia felice”, e prima di andar via gli fece una carezza sui capelli. A quel gesto, Benji che era rimasto in silenzio, reagì d’istinto. Le afferrò il polso e una volta in pedi l’attirò a sé. Poi in quell’attimo di follia la baciò. In quel bacio c’erano tutti quei sentimenti che per anni erano stati confinati in un angolo del loro io. C’era la rabbia per quella lontananza senza senso, c’era la passione che aveva sempre caratterizzato il loro rapporto, ma soprattutto c’era quell’amore che nessuno dei due, nonostante tutto, riusciva a soffocare. Per Benji, quel momento era come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Aveva vagato, in quei quattro anni, solo per poi ritrovarsi a casa, con lei. Per Charlotte, invece, era come ritrovarsi. Aveva ritrovato quel pezzo si sé, che aveva perso. Quando il bacio finì, entrambi si guardarono negli occhi, consapevoli che sarebbe rimasto solo un bel ricordo.

La donna lo abbracciò e gli sussurrò: “Nel mio cuore ci sarai sempre tu, ma il nostro tempo è finito.”

Anche Benji aveva un’ultima cosa da dirle. “Tu sarai sempre il mio più bel regalo di compleanno.”


Angolo Autrice
Chiedo umilmente perdono per la lunga attesa. Ho avuto alcuni problemi con l’università. Insomma per iscrivermi al master ho dovuto fare una piccola odissea. Tralasciando le mie avventure burocratiche, concentriamoci sulla storia. I nostri due ragazzuoli per la prima volta non tentano di azzannarsi. Da questo momento in poi le cose tenderanno a complicarsi. Sono curiosa di sapere la vostra opinione.
Come sempre ringrazio chi legge la mia storia e soprattutto le due donzelle che recensiscono, ovvero innominetuo e Reika2910. Grazie ragazze.
Un saluto, Anny

  
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